Capitolo 16 Parte 2
Dire che quella mattina Benjamin era di buon umore era poco. Si sentiva più leggero e spensierato. Aveva passato una bellissima serata ed era pronto a replicarla. Sembrava che niente potesse togliergli il sorriso dalle labbra.
Era arrivato in ufficio con qualche minuto di ritardo e molti dei suoi colleghi erano già con gli occhi incollati ai monitor. Li salutò con un buongiorno controllato. Non voleva far vedere quanto fosse entusiasta quella mattina. Non guardò in faccia nessuno e sperò che Anya non si accorgesse del suo buon umore.
Solo quando Denise Spinner gli chiese: «Sai perché tuo padre ha convocato Anya nel suo ufficio?» Si rese conto che lei non c'era e non c'era mai stata da quando era arrivato.
«Non sapevo neanche fosse da mio padre.»
Non diede molto peso a quella riunione improvvisa perché pensava avesse a che fare con le indagini. Tornò a concentrarsi sul lavoro, ma il suo cellulare vibrò sulla scrivania catturando tutta la sua attenzione. Era un messaggio di nonna Betty che lo informava che sarebbe passata a lasciargli il pranzo. Improvvisamente si sentì deluso. Sperava fosse un messaggio di Eleanor. Non si sentivano da quando l'aveva accompagnata a casa. Ripensò a quel momento e a quanto avrebbe voluto baciarla, ma si era limitato ad un veloce bacio sulla guancia. La serata era andata meglio di quanto avesse potuto immaginare e con un bacio avrebbe potuto rovinare tutto.
Pensò di scriverle qualcosa, ma un semplice buongiorno era troppo banale. Lasciò il cellulare sulla scrivania e tornò a fissare le carte che aveva sparpagliate su di essa. Lesse i primi righi del rapporto di Jefferson, ma poi si perse nei pensieri e dalla voglia matta di vedere Eleanor. Si chiese come avrebbe dovuto salutarla se si fossero incontrati e come fare per poterla vedere subito.
Optò per salire al suo piano e chiederle di prendere un caffè, ma non voleva che i vari agenti li vedessero insieme. Non voleva creare dei pettegolezzi inutili e non voleva alimentare la gelosia di Anya.
Valutò anche l'idea di essere freddo e distaccato, ma non avrebbe portato a nulla. Si sentiva così confuso: se si fosse comportato in maniera gentile e premurosa lei lo avrebbe trattato come tutti gli altri e se invece avesse fatto lo stronzo lei lo avrebbe allontanato. Che doveva fare? Poteva chiedere ad Eva, ma sapeva che la donna non si sarebbe sbilanciata e che se si fosse dimostrato debole davanti a lei gli avrebbe tappato le ali con Eleanor.
Il momento di indecisione passò quando Anya varcò la soglia con lo sguardo a terra. Sembrava avesse pianto. Benjamin ripensò a quanto Eleanor gli aveva accennato la sera prima. Si era rifiutato di ascoltarla e si rese conto dell'errore troppo tardi. Era fuori discussione chiederle di riprendere il discorso. Era fuori discussione chiedere ad Anya stessa. E non voleva rompere le scatole a suo padre per sapere cosa era successo.
Denise si alzò, la seguì nel suo ufficio e chiuse la porta alle sue spalle.
«Che cavolo è successo?» Chiese Andrew guardando ancora la porta chiusa.
«Credo che abbia a che fare con la squadra di Janet Curtis.»
«Credi?»
«Sì, Drew credo. Ieri non ho avuto modo di parlare con mio padre quindi non so altro.»
«E se non hai parlato con lui come sai che in tutto questo c'entra la squadra Curtis?»
«Ieri è uscito con Eleanor.» S'intromise Jake.
Andrew guardò entrambi sperando che aggiungessero altro, ma nessuno dei due lo fece. Benjamin guardava in cagnesco Jake e Jake gli sorrideva. «Qualcuno vuole aggiornarmi?»
«Non c'è niente da dire.» Tagliò corto Benjamin sentendosi in imbarazzo. Fece finta di tornare a lavorare.
«Qualche sera fa fremevi per poter avere un'opportunità con lei e ora che ne hai avuta una non ci vuoi raccontare nulla?»
«Abbiamo passato una bella serata.»
«Solo?» Chiese Jake sporgendosi sulla propria scrivania come se così potesse sentire meglio.
Benjamin sbuffò. «Lei è stata fredda all'inizio, ma poi parlando si è sciolta.»
«Ci sei andato a letto?» Chiese impaziente Jake.
«Certo che no!!» Benjamin strabuzzò gli occhi. Non aveva pensato a quello. Voleva uscire da quella conversazione perché sapeva che Jake l'avrebbe resa il più imbarazzante possibile. Poi pensò di chiedere consiglio a quei due che erano tanto diversi. Andrew era un gentiluomo, uno di quelli che aprivano lo sportello e ti spostavano la sedia. Jake invece prima ci andava a letto e poi si presentava.
«Dite che dovrei scriverle?» Chiese senza guardarli per l'imbarazzo.
«Non puoi mandarle il buongiorno!» Esclamò Jake. «Non ad Eleanor almeno.»
«Che vorresti scriverle?» Chiese Andrew.
«Non lo so. Voglio scriverle qualcosa. Non ci sentiamo da ieri... e non so come mi tratterà oggi.» Benjamin non li guardava. Fissava il cellulare che inconsciamente aveva preso tra le mani. Aveva lo stomaco che si contorceva. Si sentiva a disagio e allo stesso tempo aveva paura dei loro commenti.
«Non lo puoi capire da un messaggio. Dovresti vederla.» Rispose prontamente Andrew.
Benjamin iniziò a mordicchiare l'interno del labbro inferiore sentendosi sempre più insicuro.
«Sali al suo piano e le dici che devi parlarle del caso.» Fu il consiglio di Jake. «Le fai qualche domanda sul suo rapporto e te ne vai. Così non le fai vedere che sei andato lì solo per stare con lei qualche minuto.»
«Questa entrerà a far parte della lista delle peggiori idee che tu abbia mai avuto.» Rispose Andrew lanciandoli una palla di carta. «Mandale un messaggio. Non scrivere tante parole. Si breve e coinciso. Dille che vuoi vederla.»
«No. Ma così è troppo sdolcinato!» Esclamò Jake rilanciandogli la palla e colpendolo sulla guancia.
«Te la faccio ingoiare!!» Disse Andrew agitando la palla in mano.
Benjamin quella mattina non aveva preso il caffè. Era talmente agitato che non aveva neanche fatto colazione. Adesso, invece, sentiva il bisogno di bere un buon caffè e vedere Eleanor.
Entrambi i consigli che aveva ricevuto non erano del tutto sbagliati. Ci pensò qualche secondo.
Sbloccò lo schermo dello smartphone e digitò: Caffè?
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