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2 Dicembre


Caro diario,

non passa giorno che io non devo aprirti per sfogarmi un po' e raccontarti quello che succede in quel luogo " di matti"che è la mia scuola.

Oggi è stato un giorno bruttissimo.

Alla quinta unità il preside mi ha chiamato per un colloquio con il genitore di Kebir, abbiamo parlato e poi chiamato l'alunno, suo padre si è mostrato collaborativo e rispettoso della scuola e questo mi è sembrato positivo. Quando sono rientrata in classe ho notato che Bianchi era agitato. Ho detto ai ragazzi di fare un' esercitazione di Grammatica. Erano tutti al loro posto, tutto era tranquillo quando ad un tratto Bianchi, ridendo e scherzando, si è alzato dal suo banco e con un cellulare acceso ( vedevo lo schermo acceso) è corso verso Leonardo Testi, un compagno che era seduto nel primo banco della sua stessa fila. Il compagno ha preso al volo il cellulare e lo teneva alzato in direzione di Bianchi, il quale si era messo a correre nella direzione della parete che si trovava nel lato opposto, poi ha toccato il muro e ridendo ha fatto dei versi strani. Io non capivo cosa stesse succedendo, ma mi sono subito resa conto che Leonardo, con il cellulare tenuto in alto, stava facendo una ripresa. Per cui immediatamente mi sono alzata dalla cattedra, sono andata verso Leonardo e l'ho invitato a darmi subito il cellulare. Lui stava per farlo quando è sopraggiunto di corsa Bianchi, ha strappato di mano il cellulare a Leonardo, l'ha preso e velocemente si è girato verso il muro (voltandomi per un attimo le spalle), poi subito dopo si è girato di nuovo verso di me e mi ha fatto vedere che il cellulare era spento perché non aveva la batteria.

- Hai fatto una ripresa con questo cellulare - ribadivo io arrabbiatissima.

- No, è un cellulare ma è spento, è privo della batteria, vede ?- mostrandomi il cellulare privo della batteria.

- No, era acceso prima, l'ho visto acceso mentre correvi e lo tenevi in mano.

- Ma lei è matta! Il cellulare era spento, non ha la batteria!

- Va bene, allora ne parliamo con il Preside – ho interrotto io, visto che lui negava e voleva farmi passare da scema di fronte ai suoi compagni.

- No aspetti...!- con un tono preoccupato.

- No, adesso andiamo in Presidenza così fai vedere anche al preside il cellulare è spento! – aggiungo io con un tono ironico .

Ho citofonato alla bidella e le ho chiesto di sorvegliare la classe mentre io portavo l'alunno Bianchi in presidenza.

Lui mi ha seguito, con il suo cellulare privo di batteria in mano, e siamo andati in presidenza.

Arrivati lì il preside, con gli occhi di fuori per vedermi di nuovo insieme a Bianchi, mi ha detto:

- Cosa è successo ora? Lei era qui un attimo fa !!

Io inizio:

- Allora è successo che ... - ma lui non mi lascia finire e interviene.

- E' successo che ...- alzando il tono di voce.

- La prof dice che avevo il cellulare acceso, invece era spento, vede?- mostrandolo - è un cellulare privo di batteria. L'ho tirato fuori non volendo e lei sostiene che era acceso!

- Di chi è quel cellulare? – chiede il preside con voce calma.

- E' mio, ecco vede? - facendo vedere di nuovo il cellulare privo di batteria.

- E' mio, ma era spento! - sottolinea con voce sempre più alta.

- Non sono sordo !- risponde il preside seccato per il tono di voce che aveva Bianchi.

Poi guarda il cellulare e rivolgendosi a me:

- E' vero, è privo di batteria – mi dice mostrandomi il cellulare.

- Senta, io l'ho visto acceso, ora perché è privo della batteria non lo so, ma io l'ho visto acceso e il compagno lo teneva posizionato verso di lui mentre correva ridendo verso il muro. Penso che abbia fatto una ripresa non autorizzata in classe.

- No... no... Nooo! - ripeteva lui arrabbiatissimo.

- Bene !- interviene il preside - Io questo lo ritiro, i tuoi genitori verranno a riprenderlo domani in presidenza.

- E' un cellulare spento, Madonna...- e urlando scappa verso la classe mandando a fan culo il preside e tutti noi insegnanti.

In presidenza rimaniamo io e il preside, lui rimane in silenzio mentre io intervengo:

- Mi dispiace... ma io sono sicura di aver visto quel cellulare acceso – il preside non risponde, io saluto e mi incammino verso la classe.

Entro dentro, chiudo la porta, lui inizia a dirmi tante parole volgari ... è arrabbiatissimo, non riesce più a controllarsi, prende a calci le gambe dei banchi e delle sedie, dopo due secondi si sente bussare, è il preside, si alzano tutti, lui inizia a dire che il cellulare gli serve per telefonare ai genitori. Poi il preside chiede di far uscire Leonardo, escono insieme e dopo cinque minuti Leonardo rientra. E il preside chiede se ora può uscire Matteo. Matteo esce e rientra dopo due minuti. Viene da me e guardandomi fissa negli occhi mi dice:

- Lei è una stronza, un pezzo di merda e ...- non finisce di parlare perché il preside, che secondo me era fuori della porta e aveva sentito tutte le offese che mi aveva fatto, rientra di scatto:

- Allora? Ancora continui ? – rivolgendosi a lui.

- Il telefonino mi serve ...- il preside gli chiede di nuovo di uscire.

Lui esce e dopo qualche secondo rientra tutto sorridente insieme al preside.

- Alla fine dell'ora le devo parlare - mi dice il preside.

Sta ormai per suonare la campanella, il preside aspetta lì con me, i ragazzi si stanno preparando per l'uscita, mettono i libri dentro gli zaini, il preside vede che per terra c'è un foglio.

- Ecco, vede quel foglietto lì per terra? E' da lì che si vede come un'insegnante sa tenere la classe. Perché non ha fatto raccogliere quel foglio quando è caduto ?

- Ma quale foglio? – rispondo tutta stralunata io che a tutto pensavo in quel momento meno che al foglietto per terra.

Mi sposto un po' per guardare dove fosse il foglio e vedo per terra, sotto un banco, un foglietto.

- Quello lì, lo vede ? – indicandomi il foglietto per terra.

- Non so forse i ragazzi avranno avuto qualche materia nella quale ritagliavano, non so...-

- Eh no ! A lei può sembrare una cosa banale, ma è dal foglietto che si inizia!

Io non ne potevo più, ero sconvolta per tutte le offese che avevo subito da quel ragazzo e in questa situazione quello pensava al foglietto per terra! Mi sembrava tutto sbalorditivo!! Poi accompagno la classe fuori e subito dopo mi dirigo in presidenza dove il preside mi dice che voleva parlare con qualcuno dei suoi genitori, ma a prenderlo non c'era nessuno, mi avvisa che quando l'aveva fatto uscire dalla classe si era fatto dare la batteria del telefono perché, anche se lui negava, il compagno aveva confermato che il cellulare era acceso e ha rivisto il filmato, però poi ha deciso di restituirgli il telefonino perché così i genitori avrebbero visto quello che lui faceva in classe, (come se lui poi glielo avrebbe fatto vedere!). Infine, mi ha chiesto una relazione sull'accaduto.

Perché, caro diario, capitano tutte a me?

Ciao. Elisabetta

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