Congelerò per te
L'ho evitata tutto il giorno.
Ho fatto in modo di andare a fare colazione prestissimo, quando ancora c'erano pochi compagni di scuola e anche a pranzo e cena ho mangiato velocemente e me ne sono tornato in sala comune.
Non potevo rischiare di vederla. Soprattutto se questo significava vederla con l'altro.
Il sangue ancora mi ribolle al pensiero delle dita di quel maledetto attorno alla vita di Lily e gli tirerei un altro cazzotto se già questo scherzetto non mi fosse costato una settimana di punizione tradotta in una settimana a spolverare tutti i trofei della scuola: evviva! Grazie, Potter.
E adesso? Vado semplicemente a prendere un libro in biblioteca e la trovo lì.
In piedi, davanti ad uno scaffale. Ha preso un libro e ne ha aperto la copertina per leggere la prima pagina.
Faccio per andare da lei quando vedo una ragazza raggiungerla e appoggiarsi allo scaffale con il volto piuttosto arrabbiato.
E' Alice, la sua migliore amica, la ragazza di cui Albus è innamorato.
Da come la sta guardando sembra un po' arrabbiata con lei e mi chiedo cosa sia successo.
Mi avvicino leggermente e le sento parlare o, forse dovrei dire bisbigliare.
"Si può sapere cosa ti prende?" le chiede Alice, ma Lily continua a tenere il naso dentro al libro e sembra non averla sentita.
Allora non ha un problema solo con me. E' un suo problema.
"Tutto ad un tratto sembri impazzita" Alice sembra quasi voler rendersi inudibile da come è divenuto lieve il sussurro.
Lily alza finalmente lo sguardo " sto bene, Aly" dice, ma io posso vedere che i suoi occhi sembrano davvero stanchi.
"Stanotte mi sono svegliata e tu non eri a letto, Lily".
Poche parole sussurrate ed il mio volto fino ad allora pallido prende fuoco, così come le mie vene s'incendiano.
Non era nel suo letto?
"Devi dirmi dov'eri, Lily... mi stai facendo preoccupare" le dice Alice e la sua voce mi sembra davvero disperata.
"So che quello che è successo con Hallen..."
Lily chiude il libro di scatto e continua a tenerlo con entrambe le mani, una per lato come se avesse paura che si potesse riaprire.
E' tipico di lei voler tenere tutto sotto controllo ed io lo so.
Per un attimo mi tornano in mente i suoi occhi nei miei mentre facciamo sesso.
"Non è successo niente con Hallen" la voce lapidaria di Lily mi riporta alla realtà.
Devo smettere di pensare a quando abbiamo fatto sesso. Non capiterà più.
"Sai benissimo che non voglio parlare di lui..."
"Lily".
"No, Alice. Se volevo una ramanzina lo raccontavo ad Albus... io volevo solo un'amica" le dice e anche se non posso vedere bene la sua espressione, riesco ad immaginare ogni tratto del suo viso.
Mi sembra di poterla vedere mentre guarda Alice con un misto di rabbia e delusione negli occhi.
"Avrai sempre un'amica in me" la rassicura Alice "ma proprio perché ti sono amica ti devo dire che il tuo comportamento è autodistruttivo".
Lily ride leggermente " hai letto un manuale di psicologia, Aly?" le chiede e Alice sospira.
"Lily, da una settimana a questa parte non ti vedo studiare, mangiare e neanche andare agli allenamenti di Quidditch".
"Non ne ho voglia".
"Non mi costringere a parlare con Albus".
"Alice, non mi costringere a non esserti più amica".
Vedo Alice assumere una posizione decisa: le mani puntate sui fianchi e gli occhi seri e arrabbiati.
"Se servirà a farti tornare in te, va bene. Non voglio più coprirti".
"Ok, non farlo e dillo ad Al. Non mi importa" le dice allontanandosi da lei di qualche passo " e non ti preoccupare più per me. Non mi importa neanche questo" aggiunge prima di voltarsi e andarsene.
Santo Merlino che bomba.
La vedo uscire dalla biblioteca e prima di potermi imporre di star fermo, le mie gambe la stanno già seguendo.
Lei si ferma dopo pochi passi e io mi chiedo se mi abbia udito o abbia sentito il mio profumo perché mi parla senza neanche voltarsi.
"Non seguirmi" mi dice e io assottiglio gli occhi.
Chi si crede di essere per potermi dire cosa fare?
"Dico sul serio" e il suo tono pieno di ammonizione provoca una tale rabbia in me che ricomincio a camminare.
A quel punto si volta e alza una mano " Malfoy, lasciami in pace" mi dice e il suo sguardo è così particolare.
Ha delle sfumature che non credo di aver mai colto in lei, e dire che frequento casa sua da quando lei era solo una bambina fastidiosa.
Faccio un altro passo in avanti continuando a tenere gli occhi fissi su di lei.
Voglio che mi guardi, voglio vedere se ha paura, repulsione o se riesco ad individuare cosa prova per me.
Ma i tempi in cui era un semplice ragazzina alla quale bastava fare un sorriso e arrossiva o semplicemente bastava guardarla negli occhi per capire a cosa pensava, quei tempi sono decisamente finiti.
Adesso ha uno sguardo adulto e quasi indecifrabile.
"Potter..."
Mi fermo. Ci sono tante cose che vorrei dirle e sono una più umiliante dell'altra per me e non posso proprio.
Come posso chiederle dell'altra sera? Come posso dirle dell'effetto che ha fatto e che fa su di me?
Come posso dirle quanto la voglio?
"Torno alla torre di Grifondoro e smetti di seguirmi" mi dice semplicemente "basta che poi ci resti" mi viene spontaneo dire e mi verrebbe voglia di prenderla per le braccia e farle confessare dove era ieri sera.
La mascella mi si contrae al pensiero del damerino e per un attimo, un folle attimo, la penso tra le sue braccia.
Il pensiero basta a scaraventare una candela galleggiante contro il muro.
Lei la segue con gli occhi e sorride. Di nuovo quel sorriso.
Perché la cosa la rende felice? Cosa c'è di divertente in tutto questo? In noi?
"Se resto o non resto nella torre non sono affari tuoi" replica e io sbuffo dal naso " hai ragione il nostro piccolo siparietto sessuale non è stato nulla, no?" convengo, anche se in realtà dentro mi sento come se un altro me volesse uscirmi dal corpo e gettarsi su di lei.
Lei scrolla le spalle "Nulla... non è stato niente di nuovo".
La sua ultima frase mi fa perdere il controllo e prima che lei possa anche solo pensare di allontanarsi, elimino in pochi passi la distanza che c'è tra di noi e stringo le sue braccia portandola verso di me.
Subito il suo profumo di malva mi entra nelle narici e il cuore aumenta i suoi battiti.
"Non mentire. Non ti permetto di prendermi in giro" le dico e poi la bacio.
La bacio con passione e con rabbia.
La bacio senza lasciarle le braccia e conficcando le mie dita nella sua carne fino a sentirne la profondità.
La bacio mentre il battito del mio cuore mi rimbomba anche nelle orecchie.
La bacio e mi sembra così giusto. Così perfetto.
Mi sembra che sia il pezzo mancante. Quello che mi permette di tornare a respirare.
Dopo poco più di un minuto però lei punta le mani sul mio petto e mi allontana bruscamente.
"Non ci saranno repliche" mi dice mentre riprende fiato ed i suoi occhi sembrano emettere saette da come sono pieni di rabbia.
"Non ne sarei così sicuro" ribatto io e mi giro andandomene.
Sono orgoglioso di me per essermene andato.
Quella strega ammaliatrice, era quasi riuscita a farcela di nuovo.
Ed io che volevo farmela e lasciarla. Come si dice: sedurla e abbandonarla; in fondo poteva essere una giusta vendetta.
Certo, probabilmente, dopo Albus avrebbe voluto appendermi per le palle dentro l'aula di Pozioni, ma ne sarebbe valsa la pena.
Rientro in sala comune pensando a quel bacio. A quanto mi abbia sconquassato tutti gli organi.
Mi sento come se mi fosse appena passato sopra uno schiacciasassi: tutto è compresso dentro di me, tutto è rivoluzionato.
Credo che il cuore sia finito accanto allo stomaco.
Vedo Albus seduto sul divano. Sta finalmente meglio.
Da una parte ne sono felice e dall'altra un po' meno.
Albus è il mio migliore amico e dove va uno va l'altro e quindi riuscirò a stare lontano da Lily, o meglio, sicuramente la vedrò, ma sarà in maniera ufficiale, con il suo fratellone accanto e quindi non succederà niente.
Da l'altra il pensiero di non poterla più baciare, odorare, toccare, mi manda fuori di testa.
Ricomincio a sentirmi come se ci fosse qualcosa che mi comprime i polmoni, come se non riuscissi a respirare fluidamente.
"Ehy, amico, finalmente sei arrivato" mi accoglie festoso.
Io lo guardo cercando di isolare il pensiero che Lily è sua sorella, che hanno la stessa forma del viso, le stesse labbra o lo stesso mento.
"Ero andato in biblioteca" gli dico mostrandogli il libro " vedo che stai meglio" aggiungo, prima che possa anche solo chiedermi se avevo visto Lily.
"Sì, la febbre è quasi scomparsa. Domani credo di poter tornare a lezione".
Annuisco con un sorriso di facciata, ma Albus ha già notato che non è un sorriso sincero.
Unisce le mani e le porta in grembo, fa sempre così ogni volta che deve dire qualcosa che potrebbe farmi arrabbiare.
Lui dice che fa così anche in famiglia. Mi ha sempre spiegato che da lì si nota anche che lui non sarebbe mai potuto essere un Grifondoro come i fratelli.
Loro sono diretti e non cercano scappatoie. Lui a volte sì.
"Allora?" mi chiede "adesso che sto bene, vuoi dirmi cosa succede?"
Io devio lo sguardo verso l'arazzo da cui stanno entrando un gruppo di compagni, tra cui anche Hallen e mi chiedo cosa abbia voluto dire Alice con: quello che è successo con Hallen.
Se solo ha provato a farle del male...scrollo la testa. Non fai niente, anche in quella eventualità non fai niente mi dice la mia testa.
Lily non è la damigella in pericolo da salvare.
Poi mi accorgo dello sguardo di Albus e mi ricordo che devo ancora rispondergli " niente" affermo.
Lui segue il mio sguardo e poi si volta di nuovo verso di me.
"Ah sì? Allora devo dedurre che il tuo splendido umore fosse causato dalla mia mancanza?" ipotizza, ma posso vedere dai suoi occhi verdi che non ci crede neanche un po'.
Sospiro " Al, non è niente davvero... non posso raccontarti tutto" concludo irritato " e da quando?" mi chiede sorpreso.
Da quando mi sono portato a letto tua sorella. Rispondo, ma per fortuna questa risposta resta nella mia mente.
"Da quando ho bisogno di pensarci il meno possibile".
Albus sorride e lo fa nello stesso modo di Lily. La rabbia mi sale nel giro di pochi secondi.
"Non c'è niente da ridere" dico con una freddezza tale che se Albus non mi conoscesse così bene, probabilmente si spaventerebbe.
"Avevo ragione. Sapevo che si trattava di una ragazza" dice invece trionfante.
Io alzo gli occhi al cielo e lui riprende " è rientrata Cristal e aveva un sorriso da orecchio a orecchio... mi sembrava di aver sentito il tuo nome".
Salazar, quella cretina l'ha già detto a tutti?
"Come mai quella faccia?" mi chiede Albus " Cristal è una delle più belle del sesto anno" dice e io annuisco più per abitudine che non perché lo pensi davvero.
"E allora dov'è il problema?"
Ha ragione. So che ha ragione.
Non c'è nessun problema perché sono andato a letto con una persona bellissima che ne è così felice che lo ha già raccontato a metà dei compagni di casa e che adesso probabilmente mi vorrebbe di nuovo.
Ma il problema è che lei non è Lily.
Non è Cristal che voglio, non sono le sue labbra che voglio baciare o la sua pelle che voglio toccare e, per quanto quest'ultimo pensiero mi sorprenda, non è il suo cuore che voglio tentare di aprire.
"Scorp" Albus mi guarda stranito mentre mi riporta per l'ennesima volta alla realtà " ti chiedevo qual è il problema" ripete paziente e io chiudo gli occhi per un secondo.
"Niente" affermo " è tutto fantastico" aggiungo alzandomi in piedi " buonanotte" lo saluto e mi avvio al dormitorio.
Sento il suo sguardo su di me. So che non è convinto e che tornerà nel discorso, ma non posso affrontare l'argomento con lui.
E' troppo difficile.
***
I miei occhi si aprono di scatto.
So che è notte inoltrata e me lo conferma il mio orologio che mostra le tre, ma non riesco a dormire.
Ho sognato Lily per la seconda volta e stavolta mi ha svegliato la rabbia che provavo mentre lei mi diceva che non erano fatti miei.
Non posso continuare ad immaginarla tra le braccia di un altro e non posso picchiare ogni ragazzo Grifondoro dal quinto anno in su.
Devo decisamente parlarle.
Inizialmente cerco di riaddormentarmi. Mi stendo di nuovo sul letto e mi giro verso la porta.
Ma più la guardo e più mi rendo conto che Lily potrebbe non trovarsi nel suo letto neanche stasera.
E se fosse con qualcuno? Salazar, penso che potrei davvero fare qualche sciocchezza e forse stavolta mi butterebbero fuori da Hogwarts.
Scuoto la testa e mi volto dalla parte opposta.
Non guardare la porta e non pensare a lei, m'impone la mia coscienza, ma dura davvero poco.
Mi alzo a sedere e poggio i piedi nudi sul pavimento, per un attimo una sensazione di sollievo si espande nel mio corpo a bollore, ma è solo un secondo prima che il pensiero di Lily torni a tormentare il mio cervello.
Guardo il baule di Albus. Ci sarebbe un modo semplicissimo per vedere se Lily è nel suo letto oppure no.
Mi do dello stupido e mi arrabbio con me stesso per il fatto che mi importi sapere dov'è, ma poi quel piccolo pezzetto di carta ha per me lo stesso richiamo di una sirena.
Apro piano il baule di Albus e la trovo quasi subito.
Osservo quel foglio di carta ingiallito che è la Mappa del Malandrino e sussurro piano la formula.
Quando vedo che effettivamente non è nel suo letto il cuore mi si attanaglia in una morsa.
Maledetta. Maledetta Lily Potter.
La cerco e sento che il mio respiro si sta facendo pesante.
Non la trovo da nessuna parte e ormai le mie vene sembrano pulsare da come il mio sangue scorre veloce.
Mi vesto il più velocemente e silenziosamente possibile poi esco in sala comune.
"Lumus" sussurro e continuo a cercarla mentre esco anche dalla sala comune.
I quadri accompagnano il mio cammino a suon di imprecazioni e rimproveri, ma io ancora non la trovo.
Riesco solo ad immaginarla dentro la stanza delle necessità tra le braccia di un altro e decido che andrò fuori dalla stanza ad aspettarli.
Sì, devo vederlo con i miei occhi. Devo vedere il ragazzo che lei sta condannando a morte.
Continuo a salire le scale, ma a quel punto la trovo: è un piccolo puntino nella torre d'Astronomia.
Cerco subito un nome accanto o nelle vicinanze, ma non c'è nessuno.
C'è solo un professore ancora sveglio e si trova a qualche piano di differenza quindi non c'è pericolo.
Mi sento così stupido.
Stupido ad essermi alzato, vestito e partito in quarta per trovarla, adesso che la vedo, o meglio, vedo il suo nome sulla carta tutto sembra diverso: più tranquillo, più semplice.
Dovrei tornare nei sotterranei e lei non lo verrebbe neanche mai a sapere, ma ho bisogno di sapere, di parlare con lei, quindi continuo a salire le scale fino a quando non arrivo nella torre.
La vedo seduta sul bordo, le gambe che spenzolano di fuori e lo sguardo perso verso il vuoto.
"Spero tu stia pensando a me" le dico prima di potermi fermare e lei si volta.
I suoi occhi sono spaventati, sicuramente non si aspettava di essere trovata e men che meno da me.
"Scorpius" dice. E' talmente sorpresa da chiamarmi per nome e io sento una scarica al suono del mio nome pronunciato da lei.
"Hai usato la mappa di mio fratello" mi dice alzandosi in piedi.
Ed io ghigno mostrandole la mappa stretta nella mia mano " devi lasciarmi in pace" mi dice e mi supera per uscire.
"Stavolta no" dico fermandola per un braccio e lei si volta verso di me.
Il fuoco nei suoi occhi castani " Cosa vuoi da me, eh?" mi chiede piena di rabbia " ti ho già dato tutto quello che potevi volere" continua e la sua rabbia mi fa assottigliare gli occhi.
"Magari non mi basta" dico con la cattiveria impressa nella voce.
E' possibile che riesce sempre a farmi uscire di testa e a riempirmi di rabbia in un modo tale che non riesco più a ragionare?
"Magari ne voglio ancora" le dico e per un attimo mi sembra che nei suoi occhi passi un moto di tristezza.
"Mi hai detto che eri una sgualdrina..." non le dico che so benissimo che non è vero. Che sono stato il primo per lei.
Mi sento uno schifoso, ma lei se lo merita.
Mi guarda per un secondo e poi, quasi fosse una parola chiave per avere il suo corpo, si avventa su di me.
Mi bacia e si stringe a me in una replica di due giorni prima.
Per un breve secondo mi rimprovero, mi dico che non posso e non devo farlo.
Mi ripeto che è un errore, esattamente come il giorno prima.
Ma poi le sue mani mi slacciano i bottoni della camicia e risalgono il mio petto e mentre cerco di controllare la mia eccitazione, sento le mie mani scendere immediatamente sui suoi glutei e con un gesto brusco l'attiro ancora più vicino a me.
Poi le cose ci sfuggono di mano in men che non si dica.
Prima che possa dire qualsiasi cosa lei mi sta già sganciando i pantaloni e inizia ad accarezzarmi.
Mi sembra quasi di non avere il controllo di niente.
Ogni volta che mi avvicino a lei, lei si allontana.
La tocco e lei si sottrae scendendo con le labbra sulla mia intimità.
"Perché?" le chiedo quando riesco a riportarla su da me, ma lei non mi risponde.
Perché vuole che sia tutto così meccanico? Perché non darsi modo e tempo di assaporare tutto il piacere che potrei darle?
Mi guarda e si distende in maniera eloquente e mi stendo sopra di lei.
Sento la pietra fredda sotto le mani e per un attimo mi chiedo se non le farà freddo, ma non mi è concesso di avere un pensiero gentile per lei, perché Lily mi sta già facendo perdere di nuovo la testa.
Mi toglie la camicia e la tiene tra le mani, poi mi abbassa i pantaloni e i boxer tirando fuori la mia erezione.
"Sei così bella" mi sfugge in un soffio, ma la vedo chiudere gli occhi come se l'avessi appena fatta godere.
Le prendo la mia camicia dalle mani e gliela metto sotto la testa poi, senza riuscire a trattenermi, le accarezzo il volto.
Lei si lascia accarezzare e per un attimo sembra che si possa lasciare andare, che possa accettare me e non solo il sesso che fa con me, ma poi afferra di nuovo il mio membro e lo posiziona a pochi millimetri da sé.
Salazar, non posso decisamente rimproverarmi se la prima volta l'ho creduta esperta.
Tutto in lei sembra gridare esperienza.
"Cosa aspetti?" mi chiede e sembra quasi rinfacciarmi le mie parole.
Come se mi dicesse che è tutto quello che voglio da lei.
Per un attimo la guardo negli occhi, sono tentato di dirle che è quello che voglio da lei, ma non è tutto quello che voglio.
Poi però lei mi morde il lobo di un orecchio e io perdo definitivamente quell'unico barlume di lucidità che mi era rimasto e con una spinta decisa entro dentro di lei.
La sento irrigidirsi per un secondo ed io resto fermo guardandola, fino a quando lei non annuisce e non ricomincia a muoversi, lentamente come l'altra volta.
Io seguo il suo ritmo esattamente come la volta scorsa e per quanto con un'altra questa cosa mi farebbe esasperare con lei non è così.
Anzi è eccitante. Vedere i suoi occhi nei miei, mi sembra che in questo momento riusciamo a capirci.
Forse è l'unico momento nel quale riusciamo a comunicare.
I miei occhi ed i suoi sembrano parlare, danzare, accordarsi.
Lei aumenta il ritmo e chiude gli occhi ed io inizio a spingere anche di mia iniziativa.
Spingo forte, facendomi leva sulle braccia per uscire da lei e poi rientrarci con più passione di prima.
Le sue mani si spingono sulla mia pelle e sembrano strisciate di lava fusa che la percorrono.
Mi abbasso a prendere tra le labbra un suo capezzolo e sento il suo respiro divenire affannato.
Con l'altra mano alzo leggermente una sua gamba per entrare ancora più in profondità dentro di lei.
Emette un verso gutturale ed apro gli occhi vedendo i suoi talmente offuscati di piacere che stavolta so che è quello a farla gemere e non il dolore.
"Guardami" le dico mentre spingo ancora e lei lo fa e stavolta mi sembra di leggere qualcosa di strano nei suoi occhi.
Che sia vero desiderio? Che mi voglia davvero anche lei?
"Perché?" le chiedo di nuovo, anche se sembra più un ansimo di piacere che una parola.
Lei non risponde e volta il viso ed io spingo di nuovo.
"Perché?" le chiedo di nuovo e stavolta in maniera più decisa.
Ho bisogno di sapere. Di capire perché si comporta in questo modo con me.
Lei non mi guarda neanche e io mi fermo nei movimenti. Apre di nuovo gli occhi e prova a muoversi contro di me senza emettere una parola, ma le faccio cenno di no con la testa.
Se io non collaboro lei non può fare niente.
"Perché?" chiedo di nuovo. Lei capisce l'antifona e mi guarda con rabbia, ma poi con mia sorpresa risponde "perché è quello che volete tutti da me".
Il fatto che parli al plurale mi fa andare fuori di testa.
So che era vergine e so che non dev'essere un mio problema quello che ha appena detto, ma lo ha detto di nuovo con quella voce di rabbia mista a dolore che mi ferisce.
E i suoi occhi. Sembravano taglienti come lame.
Spingo di nuovo e la vedo rilasciare il respiro.
Allora anche lei si sente come se non potesse respirare, anche lei ha bisogno di me.
La accarezzo completamente rimirando tutto il suo corpo. E' bellissimo. E' la ragazza più bella che abbia mai visto.
Lo è molto più di Cristal. Non avrà la sua perfezione, ma sono proprio i suoi difetti a renderla bella ai miei occhi.
Spingo e spingo ancora, sempre più forte e mi accorgo che sono vicino a venire.
Ad ogni mio movimento lei chiude gli occhi e si morde le labbra. Sono sicuro che non mi voglia dare la soddisfazione di farmi sentire quanto le piace e io sorrido.
Stavolta ne uscirò vincitore.
Le piace ed io posso sfruttare la cosa. Spingo più forte e non mi interesso più a lei.
Una parte del mio cervello mi dice che sono un vigliacco e l'altra mi ripete che mi pentirò della mia vendetta, ma non li ascolto.
Annullo i miei pensieri, Annullo ogni attenzione verso di lei, comincio a spingere sempre più forte, pensando solo a me e al mio piacere ed in poche spinte vengo.
Mi lascio pochi secondi per permettere al cuore di riposizionarsi al centro del petto e poi mi alzo in piedi.
Il mio cervello registra che non l'ho spogliata neanche stavolta: indossa ancora la gonnellina a pieghe e la camicetta è aperta ma è ancora su di lei.
Stavolta però non la guardo. Non mi permetto di sentirmi in colpa.
Mi riaggancio i pantaloni e raccolgo la bacchetta e la mappa da terra, quando rialzo il viso mi sembra di vedere le lacrime brillare nei suoi occhi e stavolta sorrido io, anche se dentro in realtà mi sento un verme schifoso.
"Hai ragione" le dico e me ne vado lasciandola ancora stesa sul pavimento.
Uno pari, Potter, penso dentro di me.
Solo questo pensiero mi impedisce di girarmi e correre di nuovo da lei.
Il fatto che stavolta ho vinto io. Ma allora perché mi sento come se avessi perso di nuovo?
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