3 // Invito
T/N's POV
"A presto", disse Sosuke allontanandosi e salutandomi con un lieve gesto della mano.
"A presto..." sospirai.
Quando passò accanto a Rin, quest'ultimo gli disse qualcosa che non riuscii a sentire, e Sosuke riprese a camminare sparendo nel corridoio dopo avergli annuito.
Io e Rin rimanemmo completamente soli e ci limitammo ad osservarci in silenzio. Dopo qualche secondo, durante il quale non riuscii a comprendere cosa volesse dire lo sguardo malinconico del ragazzo, raccolsi da terra la lattina di cola e la finii gettandola poi nel cestino al mio fianco.
"Va tutto bene, Rin?" chiesi piegandomi nuovamente per prendere anche la bottiglietta d'acqua regalata da Sosuke e, quando raddrizzai la schiena, fu giusto in tempo per vedere Rin intento ad avvicinarsi con passo deciso.
Mi abbracciò con forza ed i suoi lunghi capelli mi sfiorarono delicatamente il volto. Era una sensazione che mi era parecchio mancata fino a qualche anno prima quando vivevo nel desiderio di vederlo fare il suo ingresso nella zona arrivi dell'aeroporto. Nonostante ciò, mi imposi su quei ricordi fin troppo malinconici e forzai la sua stretta allontanandomi da lui.
"Cosa ti prende adesso?" chiesi. "Hai avuto un anno intero per contattarmi e non ci hai nemmeno provato."
"Hai ragione, perdonami. Pensavo che non avessi intenzione di vedermi", rispose abbassando lo sguardo come se fosse colpito da un profondo senso di colpa.
"Mi sembra solo una scusa."
"Non lo è, lo giuro, non volevo disturbarti. Piuttosto..." mormorò riportando i suoi occhi su di me. "Come sta andando quella cosa?"
Sapevo bene a cosa si stesse riferendo, e strinsi la bottiglietta d'acqua tra entrambe le mani al solo ricordo.
"Ho iniziato la terapia. Come ti avevo promesso", risposi.
"Davvero?" sorrise. "Ne sono davvero contento! Spero che ti stia aiutando."
Vedere quel suo bellissimo sorriso mi procurò una forte fitta al cuore, e compresi molto bene ciò che stavo provando in quel momento. Sentii gli occhi inumidirsi per l'enorme quantità di malinconia che provai, ma non riuscii ad abbassare lo sguardo.
"Sì..." ammisi. "Ora scusami, ma devo andare."
Iniziai a muovermi verso il corridoio ma, quando superai il ragazzo, lui mi afferrò un polso costringendomi a fermarmi.
"Per quel che vale..." mormorò. "Mi sei mancata."
Il mio stomaco si contorse togliendomi il respiro e mi liberai dalla sua presa per potermi allontanare il più velocemente possibile; non riuscivo più a sopportare i suoi occhi carichi di malinconia posati su di me.
"Anche tu, Rin", ammisi prima di riprendere a camminare a passo svelto e di sparire nel corridoio principale lasciando il ragazzo indietro e completamente solo.
- - -
La mattina seguente mi misi a sedere sul letto mentre le immagini viste in sogno quella notte mi si ripresentarono nuovamente davanti agli occhi. Stranamente non avevo sognato il mare in tempesta o imbarcazioni intente a ribaltarsi colpite da altissime onde, ma ero riuscita a rivivere, in maniera molto disordinata e confusa, la giornata appena trascorsa. Sosuke era diventato un punto fermo che non riuscivo a togliermi dalla testa, ma giunsi alla conclusione che era probabilmente dovuto al fatto che, anche se non mi conosceva, era stato parecchio gentile con me; non mi era mai successo nulla di simile con uno sconosciuto. I suoi occhi mi erano rimasti impressi in maniera particolare e, grazie alla dilatata bolla temporale che i sogni concedono, ero riuscita ad osservarli persa nella freddezza carica di malessere che trasmettevano, ma nonostante ciò, riuscii ad alzarmi sentendomi molto più rilassata. Quel ragazzo mi intrigava, ma non riuscivo a venire a capo del tipo di sentimento che stavo provando.
Presi in mano il telefono iniziando subito a scorrere i messaggi e ne trovai uno da parte di Gou che mi invitava a fare shopping con lei quella stessa mattina; anche se non era un qualcosa che amavo particolarmente, accettai senza neanche pensarci troppo. Dopo essermi lavata e vestita, scesi le scale per mettere qualcosa sotto i denti e non appena misi piede nella sala da pranzo, notai Hayato, il mio fratello maggiore, intento a fare colazione. I suoi occhiali erano posati sui suoi capelli mossi dai toni castani mentre scrutava con attenzione il giornale del giorno sorseggiando di tanto in tanto dalla sua tazza di tè verde.
"Buongiorno", mi salutò apatico come suo solito.
" 'Giorno", risposi avviandomi verso la cucina ed iniziando a prepararmi da mangiare.
"Ti ricordo che tra poco più di un mese ci sarà l'anniversario. Verrai con me questa volta?"
Mi bloccai di fronte a quella domanda ma, dopo aver preso un profondo respiro, raccolsi una spatola di riso per poi versarla nella mia ciotola.
"Sì, quest'anno sì", risposi.
"Ottimo."
Hayato non era mai stato un ragazzo di molte parole, soprattutto dopo l'incidente. Quando era venuto a prendermi all'ospedale a seguito di quel malaugurato evento, aveva provato più volte a chiedermi di raccontargli ciò che era avvenuto, ma non ne avevo mai trovato il coraggio. Era stato poi costretto ad interrompere i suoi studi a Tokyo per diventare medico accontentandosi di conseguire il titolo di infermiere a seguito dei suoi pochi anni di università per poter badare a me, e temevo che mi avesse sempre incolpato di quella scelta obbligata nonostante fosse stato un qualcosa fuori dal mio controllo. Erano ormai anni che non avevamo un dialogo come si deve e, in fin dei conti, era un qualcosa che andava bene ad entrambi.
Uscii di casa dopo aver concluso il mio pasto e raggiunsi Gou alla stazione per poter prendere il treno e spostarci in una città poco lontana dotata di un centro commerciale. La giornata prese completamente un altra piega davanti al sorriso della ragazza che riusciva a tirarmi su di morale grazie al suo entusiasmo; le dovevo davvero molto.
Una volta all'interno della grande e luccicante hall gremita di avventori, Gou puntò immediatamente il negozio di una nota catena di vestiti e si fiondò all'interno trascinandomi.
"T/N, posso chiederti una cosa?" domandò la ragazza mentre lasciava che i suoi occhi vagassero su alcuni dei vestiti in esposizione.
"Certo."
"Ieri non ti sei sentita bene, vero? Durante la staffetta."
"Beh, giusto un po'. Sono andata a prendermi qualcosa da bere e sono stata meglio. A proposito, avevi detto qualcosa a Sosuke?"
"Uhm? No, perché avrei dovuto?" domandò voltandosi nella mia direzione.
"È venuto a parlare con me", sospirai con un mezzo sorriso ricordando le meravigliose sensazioni che mi aveva fatto provare. "Mi... Mi aiutato a distrarmi."
In quel momento, Gou si bloccò sul posto e si avvicinò a me con aria incuriosita. Mi osservò in silenzio per qualche istante per poi afferrarmi entrambe le mani guardandomi direttamente negli occhi con un'espressione fin troppo decisa.
"T/N. Ti interessa Sosuke?" chiese.
"EH?! A-Aspetta un momento..." sbottai imbarazzata.
"Riconosco quell'espressione. Dai, ammettilo."
Non riuscivo a comprendere se la cosa l'avesse potuta infastidire o meno data l'aura carica di serietà che emanava, ma decisi di essere completamente onesta con lei.
"Beh... Sì", ammisi. "Ma è solo un semplice interesse, e in più non saprei dirti il motivo preciso per cui..."
"Waaaah!" squittì lei abbracciandomi con forza. "Non c'è bisogno di una motivazione per interessarsi ad uno come lui, hai ottimi gusti, T/N! Sono troppo contenta! Era da tantissimo che non ti vedevo sorridere in quel modo, ti ho scoperta subito!"
"G-Gou, c'è gente..." mormorai arrossendo mentre cercavo di divincolarmi dalla sua presa sotto agli occhi incuriositi degli altri clienti del negozio. "E poi ho solo detto che mi interessa, non che ci sposiamo il mese prossimo."
"Eheh", rise lei sotto i baffi liberandomi dal suo abbraccio. "Magari non il mese prossimo, ma chi lo sa."
"Credo che tu stia correndo un po' troppo", sbuffai portando gli occhi verso alcuni degli abiti in esposizione per cercare di distrarmi.
"Io credo di no."
"E poi..." mormorai abbassando lo sguardo. "Anche se fosse, è il migliore amico di Rin. In ogni caso, non sarebbe così semplice."
"Uhm... Hai ragione, ma se vi piacete non vedo dove sia il problema."
"Gou, ti prego. Ci ho parlato una volta ed è stato semplicemente gentile. Non farti strane idee", sospirai.
"Rimediamo subito allora."
Sentendo quelle parole ambigue, mi voltai nella sua direzione e la scoprii con il telefono in mano intenta a premere sulla tastiera.
"C-Che cosa stai facendo?" chiesi alzando un sopracciglio e temendo la sua risposta.
"Ieri io e Sosuke ci siamo scambiati i numeri. Gli sto chiedendo di uscire con noi uno dei prossimi pomeriggi", rispose lei.
"A-ASPETTA, NO!"
Mi avventai su di lei tentando di strapparle il telefono dalle mani, ma riuscii a raggiungerlo quando era ormai troppo tardi. Sullo schermo spiccava il suo messaggio pieno di emoji in cui chiedeva a Sosuke di incontrarsi, e la mia presenza a quell'appuntamento era stata ben specificata in una frase a parte, come se avesse voluto dare importanza alla cosa.
"Gou..." mormorai passandomi una mano tra i capelli. "Tu mi ucciderai un giorno di questi, ne sono sicura."
"Dai, dai! Niente lagne! Andrà tutto bene!" rise la ragazza battendomi una mano sulla spalla. "Sono sicura che un giorno mi ringrazierai."
"Non credo proprio."
In quell'istante, il telefono della ragazza emise un trillo ed abbassai lo sguardo per scorgere la notifica.
'Va bene. Dimmi dove e quando.'
Fu la semplice e diretta risposta di Sosuke all'invito della mia amica e, alla vista di quelle parole che rilessi innumerevoli volte, un fremito mi trapassò il cuore. Non riuscivo a credere che avesse accettato con tanta leggerezza e una parte di me iniziò a saltare di gioia all'idea che lo avrei potuto rivedere così presto.
"Visto?" sorrise la ragazza portando il suo volto sorridente nel mio campo visivo. "Ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene. Sosuke è un bravissimo ragazzo."
In fin dei conti, l'entusiasmo smisurato di Gou era riuscito a compiere un passo che pensavo di non essere in grado di fare, ma sapevo che non era ancora detta l'ultima parola. Speravo solo che un giorno avrei potuto ringraziarla per davvero.
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