17 // Decisione
T/N's POV
"C-Ciao, Rin", sorrisi.
Il ragazzo mi abbracciò senza che avessi modo di reagire, e mi irrigidii lanciando una velocissima occhiata a Sosuke che aveva alzato lo sguardo per osservare la scena. Mi sentii sprofondare.
"Sei davvero bellissima oggi", mormorò Rin contro i miei capelli.
"Ok, ok, Rin!" risi imbarazzata distaccandomi dal suo abbraccio. "Come mai qui?"
"Sosuke mi ha detto che aveva voglia di un gelato e ho pensato di accompagnarlo. Già che ci siamo potremmo andare tutti insieme, che ne dici?"
"V-Va bene..."
Ci avviammo a passo lento in direzione della gelateria, e Rin si affiancò subito a me lasciando l'amico a camminare da solo alle nostre spalle. Sembrava particolarmente su di giri rispetto al solito e mi era capitato davvero poche volte di vederlo comportare in quel modo, mentre Sosuke, in austero silenzio, andava avanti a testa bassa scrutando le mattonelle del marciapiede. Gli lanciavo spesso veloci occhiate mentre ascoltavo il mio ex fidanzato ridere raccontandomi fatti avvenuti nel loro club di nuoto, e la cosa mi strinse il cuore in una morsa. Mi dispiaceva vederlo così distaccato e potevo solo provare ad intuire come si erano svolti i fatti. Probabilmente Rin era venuto a conoscenza delle mie uscite con Sosuke ed era arrivato al punto di farsi chissà quali idee in merito decidendo di accompagnarlo per controllare di persona. Se fosse stato davvero così, il comportamento di Sosuke sarebbe stato più che giustificato, ma non quello di Rin che si sarebbe rivelato da persona particolarmente gelosa senza un particolare motivo.
Giungemmo alla gelateria e, dopo aver ordinato, prendemmo posto ad uno dei tavoli esterni. Mi cadde subito l'occhio sulla scelta dei gusti di Rin ed alzai un sopracciglio: vaniglia e cioccomenta. Alzai lo sguardo e scoprii che Sosuke, seduto davanti a me, mi stava osservando con un mezzo sorriso sul volto dopo che aveva notato la mia reazione davanti al gelato di Rin ed entrambi trattenemmo una leggera risata; probabilmente il ragazzo ricordava ancora il discorso fatto durante la nostra prima uscita riguardo ai gusti del gelato correlati alla personalità.
"Eh?" sbuffò Rin notando il nostro sorriso complice. "Che succede?"
"Niente, niente. Semplicemente quei gusti sono proprio da te", risposi.
"Che cosa intendi dire?"
"C'è stato uno studio che correlava le personalità ai gusti del gelato e direi che ci azzeccano anche con te. Vaniglia sta a persone idealiste, facilmente suggestionabili ed impulsive. Cioccomenta invece indica qualcuno di prudente, ragionevole e a tratti polemico."
Sosuke sbuffò mostrandomi un mezzo sorriso, cercando poi di tornare composto inclinando la testa di lato e posando il mento sul palmo di una mano.
"Fa ridere?" chiese Rin rivolto all'amico alzando un sopracciglio.
"Non puoi dire che non ci abbia preso, Rin. Soprattutto l'ultima parte", commentò l'amico con tono monocorde.
"Che cosa vorresti dire con questo?!" sbottò scattando in piedi.
"Ecco, appunto."
In base ai loro toni, compresi subito quanto l'atmosfera si stesse scaldando velocemente, ed ero arrivata al punto di essere talmente tesa da percepire dei piccoli brividi percorrermi la schiena. Decisi così di intervenire temendo che la situazione sarebbe potuta peggiorare ancora di più.
"R-Rin, calmati. Sono cose buttate lì ed è divertente riderci sopra. Non prenderla troppo seriamente", sorrisi imbarazzata.
"Sì, sì, lo so." sbuffò rimettendosi seduto.
Quell'uscita si stava rivelando sempre più strana con il passare dei minuti e sperai che si sarebbe conclusa senza particolari danni data la tensione palpabile tra i due. Spostai gli occhi su Sosuke e lo scoprii intento ad osservarmi mentre si portava lentamente un cucchiaino di gelato alle labbra, ma poco dopo, deviò lo sguardo come se si vergognasse di quel minimo contatto. Mi sentivo bloccata tra due fuochi prossimi a divampare, ed arrivai al punto di temere quello che sarebbe successo nelle ore successive.
Concludemmo i nostri gelati nel più completo silenzio mentre facevo scorrere spesso gli occhi tra i due per controllare la situazione, ma entrambi non accennarono nemmeno per un istante a spostare la loro attenzione dalla propria coppa di gelato.
"Allora, T/N", parlò Rin voltandosi verso di me. "Sosuke mi ha detto che ti sta aiutando ad abituarti all'acqua. Come sta andando?"
"S-Sì, è vero..." ammisi. "Sta andando bene, grazie per averlo chiesto."
"Tutto qui? Non mi dici altro?"
Mi sentivo tesa ed una forte ansia mi rapì nel profondo riportando a galla vecchie sensazioni. Non ce la facevo più. Avrei voluto passare uno dei nostri soliti pomeriggi piacevoli in compagnia di Sosuke, ma da quando era comparso Rin mi ero sentita continuamente sotto esame e non era quello di cui avevo bisogno in quel momento specifico della mia vita.
"Perdonatemi, vado a casa", annunciai alzandomi e raccogliendo le mie cose.
"A-Aspetta, ho detto qualcosa che non va?" chiese Rin tendendo una mano nella mia direzione.
"No, tranquillo. E' stata una giornata pesante e sono un po' stanca."
"Ti accompagno", disse lui mettendosi in piedi.
"N-No, non ce n'è bisogno."
"Insisto", disse osservandomi con un'espressione particolarmente seria.
"V-Va bene allora..." sospirai.
"Ci vediamo al dormitorio, Sosuke", concluse Rin iniziando a muoversi verso la stazione, ma non ottenne alcuna risposta dal ragazzo.
Io però rimasi immobile osservando Yamazaki e sperando che notasse il mio sguardo dispiaciuto per l'evolversi di quel pomeriggio. Alzò poi gli occhi su di me e ci guardammo con aria malinconica per qualche secondo prima che Rin mi richiamasse all'ordine incitandomi ad andare con lui.
"Non preoccuparti per me", sospirò il ragazzo deviando lo sguardo. "Se hai bisogno non esitare a scrivermi o a chiamarmi."
"V-Va bene. Scusami tanto", sospirai iniziando ad allontanarmi.
Raggiunsi Rin ed entrambi ci incamminammo verso la stazione in silenzio mentre mi sforzavo oltre modo di non voltarmi indietro, o sapevo che sarei stata capace di gridare a Sosuke i miei sentimenti fregandomene della folla e soprattutto del mio ex che mi camminava a fianco. Fu davvero difficile.
Quando giungemmo ad Iwatobi nessuno dei due aveva ancora detto una parola e, non appena misi piede nel piazzale poco affollato, sentii i passi di Rin fermarsi alle mie spalle.
"Ho insistito nell'accompagnarti perché volevo parlarti di una cosa", disse.
"Di che si tratta?"
"Non qui", disse guardando le poche persone che ci circondavano. "Andiamo in un posto più tranquillo. Vieni con me."
Ero ormai esausta di quei comportamenti, e decisi di seguire il ragazzo per dare un'eventuale chiusura definitiva a quella storia. Rin mi guidò in una strada stretta e deserta poco lontana dalla stazione e solo allora fermò i suoi passi.
"Rin, ti prego. Non ne posso più di tutta questa storia. Dimmi cosa c'è e..."
"Come la prenderesti se sapessi che Sosuke ha finto tutto il tempo?" mi interruppe lui voltandosi verso di me.
"Che intendi dire?"
"Già dalla prima volta che vi ho visto insieme in quel corridoio semi buio qualcosa non mi tornava, e sono finalmente riuscito a capire il perché", disse avvicinandosi tanto da farmi sentire il suo respiro sfiorarmi il viso, mentre io rimasi immobile tremendamente curiosa di scoprire dove volesse andare a parare. "È stata Gou a chiedergli di starti vicino, fin dalla prima volta. Poi quando tu stessa le hai detto che la presenza di Sosuke ti rilassava, ha spinto fino a chiedergli di avvicinarsi a te più del necessario. Il suo è stato solo un favore."
"Non stai dicendo sul serio", sospirai. "Rin, ma ti senti? Io non so cosa sia successo tra te e Sosuke o cosa pensi ci sia tra di noi, ma vedi di smetterla."
"Cosa penso ci sia tra voi? Sono io quello che dovrebbe chiederti se sei seria."
"Basta, va bene così", dissi dandogli le spalle. "Non so perché non mi sia imposta quando hai detto che mi accompagnavi a casa, ma ora puoi andare. Sono praticamente arrivata."
Iniziai ad allontanarmi, ma il ragazzo mi afferrò un braccio costringendomi a voltarmi.
"Davvero non hai provato nulla quando ci siamo baciati a bordo piscina quella notte? Niente di niente?" chiese.
"Ma cosa c'entra adesso?"
"Ce l'hai ancora con me per quella volta? Sai che non volevo, mi sono anche scusato!"
"Rin, davvero, basta!" sbottai liberandomi dalla sua presa. "Sei stato tu a lasciarmi, non vedo perché tu adesso debba essere così geloso nei miei confronti."
"Perché il mio è stato un errore! A quei tempi ero confuso e avevo troppe cose per la testa tanto da non riuscire a vedere ciò che avevo davanti. Per me sei importante, T/N."
Mi strinsi nelle spalle ripensando a tutti i momenti felici passati insieme ma soprattutto a quell'evento che aveva segnato per sempre il nostro rapporto, rompendo definitivamente ogni scheggia rimasta che avrebbe potuto di ricomporre la nostra relazione in un modo o nell'altro, ma non c'era più nulla di riparabile.
"Ti voglio bene, Rin. Questo non posso negarlo, come non posso mentirti sul fatto che sarò sempre affezionata a te, qualunque cosa accada", mormorai. "Ma...Ma non posso. Ora scusami, devo andare. Scusami davvero."
Iniziai a camminare verso casa sentendo il pesante sguardo del ragazzo sulle spalle e, nonostante i gravi sensi di colpa nell'abbandonarlo lì da solo, mi sforzai di non cedere ai miei istinti. Non appena uscii dalla stradina, iniziai subito a correre in direzione di casa. Volevo dimenticare tutto; ogni sguardo, ogni parola di quella giornata e soprattutto il lontano ricordo di ciò che era successo nei mesi dopo che ero stata lasciata da Rin. Erano pensieri troppo pesanti per poterci ragionare contemporaneamente. Mi tornarono poi in mente le parole di mio fratello riguardo la spalla di Sosuke, ed il forte desiderio di parlarne con lui tornò a farsi sentire più forte di prima.
In quell'istante, giunsi ad un'incrocio e notai che una delle strade dava sulla spiaggia. Non so bene perché, ma mi fermai all'istante . Lasciai che i miei occhi vagassero lungo la linea dell'orizzonte e le onde che, dato il mare particolarmente calmo, segnavano linee morbide e leggermente frastagliate sul pelo dell'acqua. Per un momento, riuscii ad intravedere una particolare bellezza in quell'immagine e mi sentii trascinare dal quel momento quasi surreale. Mi avvicinai a passo lento e, quando giunsi sul piccolo marciapiede che costeggiava la spiaggia, mi sedetti lentamente, non distaccando nemmeno per un attimo gli occhi dal mare. In quel momento, sembrava la cosa più rilassante che avessi mai visto in tutta la mia vita, soprattutto grazie al movimento lento delle onde ed i gabbiani intenti a volare in lontananza in un cielo che iniziava a scaldarsi per l'arrivo del tramonto, andando a cozzare sonoramente con il mare nero dei miei ricordi. Appena rividi quell'orrenda scena nella mia mente, piegai la testa nascondendo il viso tra le ginocchia per cercare di scacciarla, e mi sforzai di abituarmi al suono del rifrangersi delle onde sentito da quella distanza ravvicinata.
Avevo un assoluto bisogno di parlare con qualcuno, almeno per tentare di sfogare la valanga di emozioni che mi stava soffocando dall'interno e per fare chiarezza su tutta la situazione che mi aveva circondata fino a quel momento, così presi il telefono tra le mani.
Aprii la casella dei messaggi che scambiavo con Sosuke, e gli scrissi senza pensarci due volte.
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