20th
Luke
Seguii Ashton fuori dal mio ufficio, seppur di malavoglia. In quel momento avrei voluto mandarlo a quel paese e stare un altro po' di tempo con Corinne, nonostante dovessi risolvere la misteriosa scomparsa dei preservativi dal cassetto in cui li tenevo di solito. Chissà, forse li avranno rubati le signore delle pulizie? Mi sembrava improbabile, ma comunque non dovevo escludere nessuna pista. Il pensiero che qualcuno avesse trovato il mio nascondiglio, comunque, mi faceva sentire a disagio: ormai ero stato scoperto.
Entrammo nell'ufficio di Ashton, molto più caotico rispetto al mio, e ci sedemmo alla scrivania. Ashton era davvero nervoso, si guardava attorno impaurito e tremava visibilmente. Il suo atteggiamento mi spaventò, tanto che cominciai a chiedermi cosa gli stesse succedendo. Temevo che fosse sul punto di svenire da un momento all'altro.
«Che mi devi dire?», chiesi, cercando di decifrare l'espressione vacua di Ashton, «Sappi che sto perdendo tempo prezioso, io e Corinne stavamo per-».
«Non avreste potuto fare niente», mi interruppe Ashton, abbassando lo sguardo, «L'ultimo preservativo che avevi nel cassetto l'ho rubato io settimana scorsa, quando tu non c'eri, perché Nat era venuta a farmi visita e abbiamo pensato che-».
Guardai Ashton inorridito. «Non dirmi che avete scopato nel mio ufficio, ti prego», lo implorai, facendolo ridere.
«Ehm... già, mi dispiace per quello. È stata un'idea di Natalie».
«Dio, che schifo!», sbottai, tra le risate di Ashton, «Non riuscirò mai più a guardare la mai scrivania come prima, che schifo».
Ashton scosse la testa, tornando subito serio. «Comunque non è questo il punto. Stamattina Natalie mi ha detto la causa del suo stato d'animo sballato».
Alzai un sopracciglio. «E sarebbe?».
«Natalie è... incinta, proprio come pensavo io».
Sorrisi istantaneamente alla notizia, sembrando molto più contento di Ashton. «Ma è una notizia fantastica, Ash!», esultai, alzandomi in piedi per abbracciare il mio migliore amico. Ashton lasciò che avvolgessi le braccia attorno al suo corpo, ma non ricambiò la stretta.
Mi staccai da lui fissandolo confuso. «Che è quel muso? Non sei contento?», chiesi, sedendomi di nuovo.
Ashton si passò una mano fra i capelli, gesto che ripeteva spesso quando era nervoso, il che non era proprio un buon segno. «Sono contento, sì... ma non era decisamente programmato, ecco. Per di più Natalie non mi sembra per niente felice, ieri ne parlava come se fosse un problema e ho paura che possa prendere decisioni avventate senza consultarmi - e poi tutta questa cosa dell'essere padre mi spaventa, non so se riuscirò ad essere un bravo padre per mio figlio... lo sai che non ho una figura paterna a cui appellarmi, dovrei iniziare tutto daccapo».
Gli diedi una pacca sulla spalla per rassicurarlo. «Sta tranquillo, Natalie non prenderà nessuna decisione riguardante il vostro futuro senza prima chiedere il tuo parere. E poi sono sicuro che sarai un padre fantastico, Alex ti adorava quando era piccola», lo rassicurai, facendolo sorridere brevemente.
Ero sicuro che la cosa non finisse lì, Ashton aveva tutta l'aria di dovermi raccontare qualcos'altro. «Ah, comunque devo dirti un'altra cosa», borbottò Ashton, quasi come se mi avesse letto nel pensiero, «Una cosa che avrei dovuto dirti prima, ma che pensavo fosse stata di poco conto... ma adesso che ho scoperto che Nat è incinta ha tutto molto più senso».
Alzai un sopracciglio. «Cosa ha molto più senso?».
Ashton sospirò. «Settimana scorsa ho visto Chanel entrare nel tuo ufficio, mi è sembrata una cosa sospetta quindi ho deciso di entrare anch'io e l'ho sorpresa ad armeggiare con i cassetti. Lei se n'è uscita dicendo che doveva prendere dei documenti per te, e sulle prime mi è sembrata una cosa normale... ma adesso, Natalie è incinta è l'ultima volta che abbiamo fatto sesso è stata nel tuo ufficio... usando un preservativo preso dal cassetto che Chanel aveva lasciato aperto».
«Quindi sospetti che Chanel abbia manomesso il preservativo in qualche modo», dedussi, interrompendolo, «Perché avrebbe dovuto farlo?».
Ashton mi guardò scettico. «Oh, andiamo, come se non sapessi perché avrebbe dovuto farlo. Vuole vendicarsi per il fatto che hai scelto Corinne e non lei, e conoscendoti, era sicura che prima o poi avresti fatto sesso con lei nel tuo ufficio - ma, purtroppo, io ho rovinato i suoi piani».
In effetti il ragionamento di Ashton non faceva una piega. Inoltre, Chanel mi aveva fatto capire che era intenzionata a rovinarmi la vita... ma mettere incinta Corinne penso avrebbe rovinato più la vita di quest'ultima, che la mia. «Non vedo perché prendersela con Corinne quando la colpa è mia, però», borbottai ad alta voce, facendo sbuffare Ashton.
«Credi che una gravidanza improvvisa di Corinne rovinerebbe la vita solo a lei? Hai pensato al putiferio che succederebbe con i tuoi, che comunque non accetterebbero la tua relazione con lei neppure in circostanze normali? Ti scuoierebbero vivo», sbottò Ashton, gentile come sempre, «E poi, ormai è chiaro che tu ami quella ragazza. Qualsiasi cosa che succede a lei colpisce anche te».
«È plausibile... ma io non credo di amare Corinne. Certo, mi piace, ma-».
Ashton mi interruppe, ridendo. «Eh no, smettila di mentire. Tu la ami, è palese», borbottò, «Ah, comunque ti conviene parlare con quella vipera di Chanel, magari minacciarla. Potrebbe ricorrere alle maniere forti, sai com'è fatta».
Sospirai. «Lo sai che le minacce non la scalfiscono. Dovrei soltanto ucciderla per mettere fine alle sue torture».
Ashton sorrise malizioso. «Beh, allora fallo. Una troia in meno nel mondo fa sempre bene».
Alzai gli occhi al cielo, alzandomi e salutando Ashton prima di uscire dal suo ufficio alla ricerca di Chanel. La trovai alla sua postazione, intenta a limarsi le unghie. Non appena mi vide avvicinarmi a lei mi salutò, sorridendomi a metà tra l'incazzato e il subdolo. «Luke, che piacere vederti! Stavo giusto pensando a te».
«Sei una stronza», sbottai, facendole perdere subito il sorriso.
Chanel alzò gli occhi al cielo. «Cos'avrei fatto, stavolta?», mi chiese, posando la limetta sulla scrivania ed alzandosi, fronteggiandomi.
«Tu lo sai cos'hai fatto», sputai arrabbiato, incrociando le braccia al petto.
Chanel si morse il labbro inferiore, guardandomi con occhi che rilucevano di finta innocenza. Se non la conoscessi, magari riuscirebbe a farmi fesso. «Io non ho fatto niente, Luke. Smettila di prendertela con me!».
Scossi la testa. «Hai bucato quel preservativo che tenevo nel cassetto della scrivania. Perché? Volevi che mettessi incinta Corinne, pensando che magari l'avrei lasciata dopo averlo scoperto?», rivelai quanto sapevo, facendo impallidire Chanel.
«Beh, non pensavo funzionasse. E comunque lo so che tu non la lasceresti, ma verresti costretto a lasciarla dai tuoi genitori, il che è più o meno la stessa identica cosa», spiegò Chanel, sorridendo malefica, «Vincerei in ogni caso».
«Se proprio vuoi saperlo non ha funzionato, purtroppo Ashton ha usato quel preservativo prima che potessi farlo io», dissi facendole cadere il sorriso dalla faccia, «Non importa cosa farai, tu perderai sempre, Chanel. Io voglio Corinne, e starò con lei nonostante tutto, lo sai questo vero? E anche se mai dovessimo lasciarci, io con te non ci tornerei neanche morto».
Chanel scosse la testa, avvicinandosi a me. Io indietreggiai, spaventato dall'espressione di malizia che aveva curvato il suo viso. «No, caro mio. Tu non starai con lei nonostante tutto. Avete un miliardo di ostacoli, la sua famiglia, la tua famiglia, io anche. Faremo tutti in modo che vi lasciate, in un modo o in un altro. E poi non mi importa che tu torni con me o meno, io voglio che tu sia solo. Se non posso averti io, Hemmings, allora non ti avrà nessuno».
«N-non riuscirete a dividerci», balbettai io, finendo contro il muro, «Nessuno ci riuscirà».
Chanel rise malefica, tenendomi alle strette. Mi puntò un dito sul petto, facendolo scendere fino alla cintura dei miei pantaloni. «Uh, io non ne sarei così sicura», mugolò seducente, avvicinando il suo viso al mio, «Aspettati di tutto da me, Luke. Ho detto che ti trascinerò all'inferno, l'hai dimenticato?», ridacchiò a qualche centimetro dalle mie labbra.
«Sai, è difficile ricordarsi le cose che dici, visto che sei brava a dare aria alla bocca», ribattei, allontanandola da me, «E poi le cose irrilevanti tendo a dimenticarle».
Chanel indietreggiò guardandomi vagamente offesa. Sorrisi compiaciuto. «Oh, non avresti dovuto dirlo».
Alzai un sopracciglio. «Che peccato. Adesso cosa mi fai, mi pugnali con la limetta per le unghie?».
«In questo momento vorrei davvero ucciderti, ma prima devo rovinarti la vita», replicò Chanel, andandosi a sedere, «Quindi, non torni dalla tua bella ragazza? Dovresti godertela prima che sia troppo tardi, non sai mai quando potrebbe succedere qualcosa che vi faccia lasciare».
Scossi la testa, dirigendomi alla porta. Prima di aprirla, però, mi voltai verso Chanel. «Lo sai, mi saresti piaciuta di più se non fossi stata una psicopatica ossessionata da te stessa e dall'idea di avermi solo ed esclusivamente per te», le dissi, guardandola quasi dispiaciuto prima di lasciarla, entrando nel mio ufficio.
Corinne mi aspettava seduta su di una sedia; non appena entrai si alzò e mi guardò preoccupata. «Che ti ha detto Ashton?».
Sospirai. «Natalie è incinta», dissi, non riuscendo ad essere contento come avrei dovuto essere. La conversazione con Chanel, dovevo ammetterlo, mi aveva scosso. Non riuscivo a non pensare al fatto che avesse ragione, la mia relazione con Corinne era davvero piena di ostacoli ed ero sicuro che non sarebbe bastato amarci per superarli.
Corinne mi sorrise. «Non sei contento? È una cosa bellissima», mi chiese curiosa, appoggiandosi con il sedere sulla scrivania.
Mi avvicinai a lei, posando una mano sulla sua coscia. «Certo che lo sono, come non potrei?», dissi sarcastico, appoggiando la testa sulla spalla di Corinne, «Il problema è che è colpa di Chanel, se Natalie è incinta ora».
Corinne mi costrinse ad alzare il viso, mi guardò con un'espressione tra lo sconvolto ed il divertito stampata in volto. «Ti rendi conto che ciò che hai detto è assurdo?», borbottò, facendomi ridere, «Spiegati meglio».
«Ashton e Natalie hanno fatto sesso usando il preservativo che prima stavo cercando nel cassetto... ma quel preservativo è stato bucato da Chanel, lei sapeva che prima o poi l'avrei usato con te», spiegai, facendo impallidire Corinne che si portò una mano alla bocca, «Lo so, sono sconvolto anch'io».
«È una psicopatica», borbottò Corinne, scuotendo la testa, «Solo una psicopatica potrebbe fare una cosa del genere. A che scopo, poi?».
«Vuole rovinarmi la vita», risposi, stringendo la coscia di Corinne, «Sa che, se ti mettessi incinta, i miei genitori me la farebbero pagare cara, costringendomi sicuramente ad allontanarti e a non riconoscere il bambino, così rovinerebbe la mia e la tua vita in un solo colpo».
«Beh, se proprio lo vuoi sapere anche i miei genitori te la farebbero pagare cara, allontanandoti da me», commentò Corinne, facendomi stranamente ridere, «Però credo che ti costringerebbero a riconoscere il bambino a tutti i costi».
«Beh, io lo riconoscerei e basta, al diavolo i miei genitori», sbottai, avvicinando il mio viso a quello di Corinne, «Possono togliermi tutto, se posso avere te mi va bene».
Corinne scoppiò a ridere mentre la baciavo. «Uhm, è un po' presto per fare questi discorsi, non credi?», borbottò, abbracciandomi, «Stiamo insieme da neanche un mese e già parliamo di bambini».
Alzai gli occhi al cielo. «Era un discorso ipotetico, Cori».
«Hey, lo so, geniaccio», mi prese in giro lei, staccandosi da me, «Beh, in ogni caso... posso dire che sono contenta che il preservativo l'abbiano usato Ashton e Natalie? Sarei morta se avessi scoperto di essere incinta a venti anni».
Alzai le spalle. «Puoi esserlo al 50%. Adesso Chanel continuerà a tormentarci finché non avrà ottenuto ciò che vuole», mugugnai rammaricato, sospirando.
Corinne si morse il labbro inferiore. «Beh, può provarci quanto vuole, non ti cederò mai a lei», borbottò determinata, «Anzi, ho un'idea».
Alzai un sopracciglio, guardandola alzarsi dalla scrivania. «Devo preoccuparmi?».
«Forse. Ti dispiacerebbe sorreggermi per un braccio?».
Afferrai Corinne per un braccio, guardandola stranito mentre si infilava la mano nella gonna. «Che cazzo stai facendo?».
Corinne si voltò verso di me, sorridendomi malefica. Notai i suoi slip scivolarle lungo le gambe. «Progetto qualcosa per far incazzare quella sottospecie di troia», disse sotto sforzo, alzando un piede e barcollando leggermente. Afferrò gli slip con la mano destra e li appallottolò nel suo pugno, poi mi fece cenno di seguirla.
Venni praticamente trascinato da Corinne fuori dal mio ufficio, nella stanza dove si trovava la scrivania di Chanel. Corinne mi spinse contro il muro, io la guardai sconvolto mentre poggiava le labbra sulle mie in modo famelico, passando la mano sul cavallo dei miei pantaloni. Gemetti fra le sue labbra, capendo le sue intenzioni, e decisi di aiutarla, stringendo il suo sedere.
«Hey, vacci piano gattina», ansimai, staccandomi da lei.
Corinne si morse il labbro inferiore, ancorandosi al mio corpo. Era tutta finzione in quel momento, certo, ma io non potevo fare a meno di ritrovarmi con un'erezione fra le gambe. Quella ragazza era assurda. «Scusa, mi sono fatta prendere la mano - uhm, sarà meglio che vada, la pausa pranzo è praticamente finita».
Sorrisi malizioso, appoggiandomi al muro. «Una delle migliori pause pranzo di sempre», commentai, «Non mangiavo così bene da una vita», allusi poi, tracciando il contorno del sedere di Corinne con le mie dita.
Corinne si morse il labbro inferiore, stavolta per trattenere le risate. Mi consegnò i suoi slip facendo in modo che Chanel ci vedesse. «Un piccolo ricordino», disse, allungandosi per baciarmi di nuovo giusto perché io stavo per scoppiare a ridere.
«Aspetto che ricambi il favore, comunque», le dissi quando ci staccammo, «Ci vediamo dopo, gattina!», aggiunsi, schiaffeggiandole il sedere quando lei si voltò per andarsene.
Restai a fissarla con i suoi slip in mano, ridendo a me stesso quando notai lo sguardo infuriato di Chanel. «Oh, mi dispiace per lo spettacolo, sai... Corinne è incontenibile a volte», borbottai, voltandomi per andarmene.
«Goditela finché puoi, Luke, io te l'ho detto», ripeté Chanel, con un filo di voce. Sembrava quasi sul punto di piangere.
Io mi voltai verso di lei, rivolgendole un occhiolino. «Oh, credimi, lo farò».
***
[A/N] Holaaa
Volevo postare non appena avessi finito di scrivere il prossimo capitolo, ma, sorpresa sorpresa, non ho la minima idea di come finirlo quindi ho deciso che è meglio non farvi aspettare troppo (e sono di nuovo indietro con i capitoli, fml)
Vabbè, bando alle ciance e parliamo di questo capitolo. Molti di voi già si aspettavano quale fosse la notizia di Ashton, quindi suppongo non siate rimasti molto sorpresi - non è una novità che io sia un cliché che cammina AHAHA
L'ultima parte l'ho scritta di getto, giusto per allungare il brodo. Ah, e non fate come Luke che non se ne fotte proprio, temete Chanel. Tra due capitoli ci sarà una piccola rivelazione a danno di Luke sempre ad opera sua, ma adesso sto spoilerando quindi mi sto zitta. 🙊
Ci vediamo venerdì prossimo con il capitolo 21! ♥
(ci credete che siamo a quasi dieci capitoli dalla fine? oh god) (dico quasi perché non so con precisione se siano trenta capitoli, di più o di meno ahahaha)
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