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☙34❧

Ok, lo ammetto. Ora inizia a farsi sentire un po' d'ansia. Il fatto che ci sia una calma quasi inquietante non aiuta. Le nostre piccole barche viaggiano lungo il lago per un bel tratto. Ian mi sfiora un braccio, al cui movimento mi spavento. Sono tesa come una corda di violino.

- Stai, calma. Non c'è motivo di essere così tesi. – So che omette di dire per il momento. Capisco che lo fa per calmarmi, ma adesso odio questo suo tono.

Forse.

Quando finalmente scorgiamo la riva, noto due figure ad attenderci. Siamo arrivati. Tocco lo zaino per controllare che ci sia ancora il piccolo bonsai, poi lo metto sulle spalle facendomi un po' di spazio. Quando ci avviciniamo, riesco a scorgere meglio i due elfi. Non capisco a prima vista se siano maschi o femmine, sembrano essere androgine. Quando arriviamo, però, mi rendo conto che ho di fronte due maschi, di una bellezza allucinante. Sono entrambi biondi e il colorito della loro pelle sembra porcellana. Non hanno una minima imperfezione, sono snelli e longilinei. Il viso allungato non ha un filo di barba ed è evidenziato dai capelli lunghi. La prima cosa cui penso è dove abbiano lasciato i peli, non si scorgono nemmeno dal petto semivisibile dalla camicia, di lino e con un bello scollo a V lunga fino a metà coscia. Sembra una specie di casacca cui si abbina un pantalone bianco attillato. I piedi solo scalzi. Gli occhi di entrambi sono dello stesso verde della foresta ch ci circonda. Non riesco a dire se siano fratelli. Ian mi pizzica leggermente un braccio per destarmi dal sogno e ricordarmi cosa mi hanno detto. Distolgo lo sguardo dai due elfi e lo concentro su ciò che gli circonda. Stiamo arrivando su un molo simile a quello che abbiamo lasciato. Dietro di loro, mi pare di scorgere un sentiero tra gli alberi maestosi e verdissimi. In questo periodo dell'anno non dovrebbero avere foglie, eppure tutto qui sembra nuovo, come se fossimo in piena primavera. La nostra barca si ferma, facendo approdare prima quella di Marij, la quale agilmente scende in terra e fa un lieve inchino ai due elfi. Anche noi facciamo lo stesso. Ian mi ha spiegato che avremmo incontrato delle guardie. Mostriamo loro i nostri inviti. Non posso far a meno di notare le loro mani, sembrano quelle dei musicisti. Solo dopo aver letto, l'elfo a destra parla.

Mi sconvolge sentirlo parlare, è come se sentissi musica nelle mie orecchie. Non capisco nulla di quello che dice, ma risponde una voce più gutturale che mi entra dentro. Rabbrividisco prima di volgere il capo e capire che proviene da Ian. Vorrei tapparmi le orecchie. È quasi troppo. Ian e Marij mi hanno detto che non sanno benissimo l'elfico, ma a quanto vedo non se la cavano male.
Dopo uno scambio di battute, i due elfi si voltano verso il sentiero perfettamente coordinati. Solo in questo frangente riesco a scorgere le loro orecchie prima nascoste dai capelli. Non sono particolarmente grandi, ma sono davvero a punta.

Non capisco bene chi dei due seguire quando si dividono prendendo due sentieri diversi. Marij mi prende per mano e mi guida con lei a seguire l'elfo di sinistra. Ian invece si ferma. A questo punto mi blocco e mi volto verso di lui.

- Cosa succede? – chiedo, non capendo perché i due vogliono fare due cose diverse.

- Ci dobbiamo separare momentaneamente. – Una lieve sensazione di gelo mi scende nel corpo. Nessuno mi aveva avvisata di questa parte.

- Ma...tu hai.. – inizio a balbettare. A questo punto lui mi prende delicatamente la mano libera con la sua, facendo dei lievi cerchi col pollice. Mi guarda intensamente negli occhi.

- Puoi stare tranquilla. c'è Marij con te. Non lo sapevamo neanche noi, ma dobbiamo dividerci – sussurra lievemente, poi si gira velocemente per notare se l'elfo che accompagna lui sia ancora lì. Dopo un'ultima stretta va verso di lui, mentre io e Marij continuiamo dalla parte opposta . So che Marij vale quanto Ian, ma non posso fare a meno di sentirmi non esattamente sicura al momento.

- So che non eravamo preparati a questo, ma non è nulla di che. Ci hanno detto che non ci possiamo presentare così vestiti davanti al loro re e che hanno dei sarti appositi per gli ospiti. Dobbiamo solo vestirci – mi sussurra Elena, mentre seguiamo ancora l'elfo. Avrà capito la mia esitazione.

- Speriamo – rispondo di rimando io, con volume ancora più basso.

Dopo cinque minuti di cammino arriviamo in uno spazio un po' più largo tra gli alberi, dove è presente una struttura in legno grezzo, di forma rotondeggiante, quasi fosse il tronco di un albero. L'elfo, con quel suo suono musicale, annuncia qualcosa. Fa un lieve inchino e, dopo aver aspettato che noi ricambiassimo, va via.

- Dobbiamo entrare – mi traduce Marij. Così entriamo in quella struttura, all'interno della quale troviamo varie stoffe. Per la prima volta incontro un'elfa femmina. Ha le orecchie leggermente più grandi che spuntano dai capelli biondi estremamente lunghi. Anche lei è di straordinaria bellezza, con un volto così perfetto e liscio da far invidia. La veste che indossa è così morbida da sembrare di vapore e svolazza al suo passaggio. È davvero alta rispetto a me, supera anche Marij. Apre la bocca per emettere quelle note cristalline.

- Si chiama Lyanna, ci aiuterà – mi dice Marij. Io annuisco e mi inchino lievemente. Ci dona delle vesti simili alle sue. La stoffa è così liscia che ci farei passare le mani per sempre. Quando lo indosso, vedo che mi arriva alle caviglie e alcune parti sono trasparenti. Le maniche si allargano dall'avambraccio, per proseguire oltre i polsi. Sembrano delle calle dato anche il colore bianco. Non è male la sensazione che dona, sa di comodità. Lyanna ci da anche una borsa in cui mettere le nostre cose. Ci infilo direttamente lo zaino.

Ci mettiamo meno di quanto pensi e, volendo arrivare il prima possibile da Ian, cerco di fomentare Marij ad andare.

- Possiamo andare? – chiedo quando vedo che lei si è inchinata all'elfa e sta uscendo. Marij ridacchia e con nota divertita mi risponde.

- Devi provare a nascondere di più il fatto che Ian ti piaccia. Soprattutto se vuoi che lui non lo sappia. – Mi guarda eloquente, per farmi afferrare il concetto. Arrossisco lievemente, ma allo stesso tempo cerco di mantenere lo sguardo. Non penso sappia che ci siamo baciati e per questo non può sapere che Ian sa da tempo che mi piace. E posso essere quasi sicura che ricambia in qualche modo. Magari non come me, ma non gli sono indifferente.

- Non è come pensi. È che sono in ansia se non stiamo tutti insieme. – Lei non ribatte ma fa segno di andare verso l'elfo che ci ha scortate fin là e che magicamente è ricomparso. Marij mi tratta anche con fin troppo rispetto, mi fa sentire strana. Non ci allontaniamo di molto quando incontriamo nuovamente Ian. Resto a bocca aperta. È vestito come gli altri elfi, con una camicia bianca molto scollata che gli arriva alle cosce e un pantalone aderente dello stesso colore. A piedi scalzi, con la sua chioma scura si distingue da tutti gli altri. Inutile dire che preferisco mille volte lui. Non riesco a distogliere lo sguardo, è praticamente perfetto. Non posso neanche evitare di mangiarmelo con gli occhi, lo ammetto. Dal canto suo lui mi ignora completamente e volge tutta la sua attenzione a Marij e agli elfi.

Perfetto.

Lo stesso elfo che ha accompagnato me e Marij fa una domanda, cui Ian risponde con una brevissima parola. Come prima, però, appena sento la sua voce prendo fuoco. Mi dà una strana sensazione che parte dallo stomaco per dirigersi fin sui capelli, rabbrividendo al suo passaggio. Penso di avere la faccia come un pomodoro. Marig lo nota e, quando Ian prende fiato per continuare, lei lo blocca e interviene al suo posto. Da quando Marig ha manie di protagonismo? Anche Ian dapprima sembra sconcertato, poi, come se avesse realizzato, si tira indietro e mi guarda. Lo faccio anche io con un'espressione interrogativa, non capendo, ma lui distoglie subito lo sguardo. Allora quando ci mettiamo in marcia mi avvicino a lui.

- Cosa avete detto? - gli chiedo continuando a camminare.

- Il re e la regina sono pronti a riceverci. – Un moto d'ansia mi sale dallo stomaco fino in gola. Finalmente potremmo venire a capo della questione e scoprire se loro possono aiutarci. Solo che qualcos'altro mi passa per la testa. E ovviamente la mia curiosità non riesce ad aspettare.

- Perché Marij si comporta così stranamente? Sembra che non voglia mai contraddirmi mentre con tutti gli altri è diversa. – Spero non mi senta, sta continuando a conversare con i due elfi davanti a noi e sono abbastanza sicura di avere un tono di voce abbastanza basso. Ian ridacchia e si allaccia le mani dietro la schiena.

- Beh, sai...non è da tutti conoscere il protagonista di una profezia. – Resto basita, a bocca aperta. Nel senso letterale.

- Stai scherzando? Insomma, guardami! – ribatto indicandomi con le braccia lievemente allargate per inquadrarmi per intero. Lui mi passa in rassegna, dal viso ai piedi.

- Lo sto facendo – mi risponde. Anche queste tre parole riescono a suscitare reazioni in tutto il mio corpo. Mi sento stranamente nuda con questo velo addosso sotto il suo sguardo. Evito di coprirmi. Mi sa che il mio cervello lavora troppo ultimamente, ormai ragiona solo a doppi sensi. Mi riprometto che questa cosa deve finire.

- Ecco, non sono niente di che. E poi anche tu sei nella profezia. – E non ho detto che ci credo, comunque. Sono troppo banale per essere chissà chi.

- Si ma io non devo fare nulla, se non tenerti al sicuro. Cosa alquanto impossibile comunque, con te. Basta vedere dove ci troviamo. – Indica il luogo che ci circonda. Siamo ancora tra gli alberi, anche se il suolo è ricoperto interamente di erba. Nessuna foglia è a terra. Faccio finta di non ascoltarlo e chiedo un'altra cosa.

- Perché ha voluto assumere il comando? – a quelle parole Ian si irrigidisce per un secondo, poi si sfrega alla base della testa, come fosse impacciato. Non ci credo, non pensavo potesse provare qualcosa come l'imbarazzo. Comunque mi risponde.

- Ecco, si dice che la lingua elfica sia un potente afrodisiaco per due amanti. Se senti parlare in elfico una persona che ti attrae fisicamente, beh, ti invoglia a...– butta lì. Io alzo le mani per bloccarlo. Ho avuto la prova che questa storia è vera.

- Ok! Ho capito!– Ian ride e io divento nuovamente rossa. Marij avrà intuito la situazione, ma mi sorge un dubbio. Lo ha fatto solo per me, o anche per lei? Non voglio conoscere la risposta.

Ian ridacchia e io gli do un pugno scherzoso sul braccio, poi mi guardo intorno per cogliere la bellezza del posto. La strada sulla quale stiamo camminando si fa sempre più grande, fino a scorgere un paesaggio meraviglioso. Siamo sulla cima di una collina ai piedi della quale si estende una sorta di villaggio. Le case sono uguali alla struttura in cui siamo stati prima. In legno grezzo, quasi tutte collegate a un albero. Alcune si trovano tra gli enormi rami degli stessi. Ammiro stupita la veduta.

Perché ancora non mi sono voltata.

Ian mi volta e indica la mia destra e solo così scorgo delle alte mura che terminano a guglia. Ho di fronte il lato di un castello fatto di alberi intrecciati tra loro. Le aiuole sono un tripudio di colori e girano intorno ad esso, così come facciamo noi per arrivare all'entrata, che si affaccia sul villaggio. L'edera è attaccata per metà della corteccia mentre verso l'estremità si notano le fronde di quegli alberi altissimi. L'enorme porta è aperta ad accoglierci. L'interno non è meno votato alla natura. Sembra proprio essere all'interno di un albero. Si sente l'odore della corteccia, ma se si notano i particolari si vede che c'è molto altro. Tipo quella piccola cascata sulla sinistra o quelle due creature che ci aspettano da un palchetto in fondo alla sala circolare. Non sono vestiti diversamente da noi, se non per le corone che portano sul capo. Non sono per niente le stesse dei nostri re storici. Sono strette fasce d'oro che sulla fronte formano una goccia nella quale è incastonata una pietra, sembra diamante per la regina e ambra per il re. Sono entrambi di indiscussa bellezza. I capelli di entrambi sono quasi argentei e gli occhi sono di un verde puro, che varia dal foresta per quelli del re ad un colorito un po' più dolce per quelli della regina. I lineamenti, come tutti gli elfi, sono perfetti e la loro pelle è senza ombra di alcuna cicatrice. Neanche a pensare di indovinarne l'età, sembrano sulla trentina ma so che sono molto più antichi. Non sembrano avere alcuna espressione, e questo mi fa salire l'ansia più di tutto il resto. Quando arriviamo ad una distanza ragionevole, i nostri due elfi di scorta si allontanano e noi tutti ci inchiniamo con in mano il nostro dono. I nostri ospiti si avvicinano ad Ian. Sapendo il rituale, trattengo il fiato ora che so cosa mi fa sentire Ian parlare in elfico. Poi passano a me, e a quel punto mi chiedo se per Ian sia la stessa cosa.

- Aran, Tàri. – Spero di aver detto "Re, Regina" nel modo giusto.

- Sairon – rispondono in sincrono, riconoscendomi come maga. La loro voce è ancora più musicale di tutte le altre che abbia sentito fin ora, rabbrividisco pur non volendo.

- Emma – rispondo con il mio nome. A questo punto prendono il dono, sorridono lievemente e passano a Marij. Faccio uscire il respiro, ho superato l'unico momento in cui dovevo dire qualcosa. Quando anche l'ultimo dono è stato accettato la coppia torna nuovamente verso il centro. La regina dice un'unica parola, che ovviamente non capisco. Marij inizia a parlare, quindi deduco che abbia chiesto cosa ci facciamo qui. Ad un certo punto Marij viene interrotta e cala un silenzio pesante. Marij cerca di rispondere ma la regina la interrompe nuovamente. Prende parola Ian, con quel suono che sento dentro, delicato ma profondo. Quindi accade qualcosa che non avrei mai immaginato.

- Quindi non parli elfico, sei una bambina ancora. – la voce dolcissima e melodiosa della regina parla la mia lingua. Io resto un attimo perplessa prima di capire che è rivolta a me.

La regina sta parlando con me, nella mia lingua. Mi schiarisco la voce, sperando di apparire abbastanza sicura.

- No. non ancora, mi spiace. – Evito di riguardare il concetto che ha dei bambini. Lei fa un mezzo sorriso.

- Perché sei venuta qui? – Non avevamo preso in considerazione nessuno scenario che prevedesse che la regina volesse parlare con me. Ovviamente aspetta una risposta. Ian sbianca immediatamente. Spero di non farci uccidere.

- Abbiamo bisogno di avere delle informazioni riguardo un pugnale. – Inizio, la regina mi blocca subito.

- E perché chiedete udienza al nostro popolo? – Sento il cuore nelle orecchie per quanto va veloce. Deglutisco.

- Pensiamo sia un vostro manufatto. Non abbiamo nessun riscontro nelle nostre biblioteche. – A questo punto interviene il re. Con le mani congiunte inizia a fissarmi.

- Perché avete bisogno di conoscere questo manufatto? – Inutile dire che Ian e Marij sono tesi come una corda di violino. Ricordo quello che mi ha detto Ian sul loro conto. Hanno trovato il punto debole e si divertono a mettermi in difficoltà. Bene, io non mollo.

- Pensiamo sia nelle mani sbagliate e non sappiamo cosa sia in grado di fare. – La regina cerca di parlare ma io continuo senza darle il modo. Ian mi butta un'occhiataccia.

- Probabile ci vadano di mezzo tutti i popoli, il vostro compreso, se non li fermiamo prima. – Forse ho azzardato un po' troppo, considerando la reazione del re degli elfi.

- Cosa ti fa pensare che qualcuno possa nuocerci? – chiede Infatti. Le guardie cambiano percettibilmente posizione, pronte ad intervenire. Gioco il tutto per tutto, cercando di capire i loro ragionamenti. Gli elfi si considerano un popolo superiore, cui nessuno penserebbe di andare contro.

- Abbiamo il sospetto che qualcuno voglia accedere al marasma e probabilmente c'è la possibilità di riuscita proprio grazie a questo pugnale. Se arrivassero alla fine, il potere che assumerebbe sarebbe estremamente elevato. – Passano alcuni minuti di tensione. Anche Ian sembra sconcertato. Non so come mi sia venuto in mente questo sospetto, ma so che l'intuizione è giusta. Probabilmente ho fatto due più due tra le mie visioni, la profezia e tutto quello che ho scoperto fin'ora.

Sono quasi sicura che i nostri ospiti stanno decidendo se impiccarci o trucidarci al momento. Poi il re degli elfi batte per una sola volta le mani. Parla in elfico, quindi non capisco cosa abbia detto, ma dal rilassamento di Ian e Marij capisco che è positivo. La regina si avvicina a me e dall'alto della sua bellezza mi sorride arrivando a sembrare una dea. Almeno così le immagino io.

- Hai un enorme potere e un'immensa capacità di comando. Non dimenticartene. – Così dicendo gira i tacchi e va via, lasciandomi incapace di commentare. Era un complimento? Una volta usciti di scena, si fa avanti uno dei nostri precedenti accompagnatori verso l'uscita.

- Penso di aver appena ricevuto un complimento dalla regina – sussurro avvicinandomi ad Ian. Lui mi tira una ciocca di capelli sorridendo.

- Non montarti la testa. Il capo qui sono io. – Marij si avvicina a sua volta.

- Oltre al fatto che avresti potuto condannarci a morte certa. –

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