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☙20❧




- Sei una favola! – esclama Elena riponendo l'ultimo pennello che ha usato per truccarmi nel beauty.

- Lo immagino; tu sei stupenda. – ha indossato quel vestito verde che le avevo già visto addosso. Si guarda allo specchio di camera mia e si liscia ancora una volta i capelli, che ha deciso di mantenere sciolti e lisci e di cotonarli all'indietro, con la mano. Non per vantarmi, ma ho fatto un ottimo lavoro con il trucco. Nonostante infatti non mi trucchi quasi mai, mi piace dipingere. Perciò da quando un giorno, per giocare, ho truccato Elena, mi sono accorta che non me la cavo male. Inutile dire che da allora, quando abbiamo del tempo libero, Elena mi costringe a vedere tremila video su youtube e si sottopone allegramente a fare la cavia. Non che Elena non sia brava, ma ogni tanto le piace essere coccolata un po'. Stasera ho usato tutte le sfumature calde del verde, aggiungendo glitter argentati per richiamare il vestito, in modo da enfatizzare ancora di più i suoi magnifici occhi. Essendo ormai pronta anche io, mi dirigo verso lo specchio accanto a lei quasi timorosa di vedere cosa abbia combinato la mia amica. Elena infatti ha insistito nel fare tutto lei, non ascoltando le mie lamentele sul fatto che sicuramente avrebbe esagerato. Aveva detto che io non avrei valorizzato un bel nulla, raccogliendo il ciuffo e mettendo il mascara. Sgrano gli occhi al mio riflesso. I capelli sono raccolti in uno chignon morbido e spettinato, come se li avessi raccolti in fretta (e non con un lavoro di un'ora), e lasciano l'intera schiena scoperta. Il trucco è scuro, ma non troppo pesante, in modo da risaltare il colore dei miei occhi; il tutto termina con un rossetto opaco quasi color carne. Sembro più grande del solito, almeno dimostro gli anni che ho. Ma con questo vestito mi sento nuda.

- Senti, non è che posso cambiare vestito? È troppo – inizio a blaterare contro Elena. Lei mi manda un'occhiata furiosa e prima che possa parlare il campanello suona.

- Ormai è tardi, vai ad aprire. Io sistemo le ultime cose. Ah, dovresti togliere quella collana! Non ci sta proprio! – allunga la mano verso il mio collo , ma prima che possa sfilarmela corro ad aprire la porta. Quando lo faccio, smetto di respirare. Ian è stupendo, con una camicia nera che evidenzia i suoi muscoli e jeans scuri. Porta delle Adidas bianche, ma l'attenzione cade sulla pelle del petto che si vede dalla camicia sbottonata dei primi due bottoni. Scorgo anche il luccichio dell'amuleto, che però è nascosto più giù. Solo ora alzo lo sguardo verso il viso. E ovviamente mi catturano i suoi occhi, sopra i quali i capelli neri spettinati a dovere vorrebbero solo farsi accarezzare dalla mano. Ha un'espressione meravigliata in viso, e mi sta letteralmente n squadrando come io ho fatto con lui. La sua bocca è leggermente socchiusa, devo sforzarmi di non mordere le mie labbra per via del rossetto.

Morderei molto volentieri le sue.

Appena questo pensiero mi balena in mente, sento di iniziare ad arrossire, maledetta me. Alza lo sguardo sul mio viso, come fosse affascinato. A questo punto chiude la bocca e sbatte più volte le palpebre, e io ricordo di farlo entrare. Mi sposto leggermente e lui mi passa accanto. Mi dimentico persino che oggi sono stata tutto il giorno arrabbiata con lui. Ian non mi ha detto niente su Chiara, non che gliel'avessi chiesto. Ciò non mi ha impedito di essere scorbutica con lui per tutto il giorno, fino a quando non lo avevo spedito via per l'arrivo di Elena. Ora me lo ritrovo davanti così, e beh, non riesco a tenergli il muso. Ian continua a rimanere zitto, ed io noto che i suoi occhi stasera sono di un blu acceso; brillano quasi. Penso di essere rossa come un peperone ormai, è davvero troppo bello e non siamo mai stati così in silenzio in presenza dell'altro.

- Stai... bene – dice dopo un po'. Io sorrido timidamente, abbassando lo sguardo.

– Vieni, ti mostro una cosa. – Mi porge la mano. Così siamo una di fronte all'altro. Mi prende l'amuleto, io dapprima resto sconcertata e mi irrigidisco, poi lo lascio fare.

- L'amuleto può assumere qualsiasi forma tu voglia. – Detto questo, mi poggia la collana sul braccio, e questa inizia a scivolare su di esso come fosse un serpente, per poi arrestarsi ed irrigidirsi in un bracciale rigido a spirale che si propaga da metà avambraccio fino al polso. La luna, poi, si poggia sul dorso della mano. Sorrido portando il braccio davanti a me per ammirare l'opera.

- Wow. Bellissima è dir poco – dico. Ian sorride e sta per aggiungere qualcosa, ma sentiamo il rumore dei tacchi di Elena così ci allontaniamo subito.

- Ehi scusate, ma non trovavo un orecchino – ci interrompe, agganciandosi un grande cerchio all'orecchio. Poi vede Ian, e fa un mega sorriso. Ian ricambia e ovviamente non può mancare il suo solito occhiolino, quindi si avvia verso l'uscita. Elena dietro gli mima con le labbra un fischio, poi verso di me un WOW enorme. Io sorrido di rimando, ed alzo gli occhi al cielo mentre mi infilo un giubbetto di pelle; anche se nemmeno io sono rimasta immune alla sua bellezza. Ci avviamo verso una bellissima macchina blu che non ho mai visto prima e mi chiedo di chi sia.

- E' tua questa macchina? – chiedo a Ian. Lui fa un cenno di assenso e sorridendo strizza di nuovo l'occhio, stavolta rivolto a me, mentre lo guardo dubbiosa. Non aveva mai accennato al fatto che avesse un'auto; e mi fa andare a piedi quando piove! Elena si fionda sul sedile anteriore, per cui sono costretta ad infilarmi su quello posteriore, sbuffando sonoramente. Mente avvia il motore, Ian decide di interrompere il silenzio.

- Ci raggiungeranno alcuni miei amici. Hanno saputo della festa e volevano divertirsi un po', se per voi non è un problema. –

- Più siamo, meglio è! – Elena alza anche il pugno destro per enfatizzare la cosa. Ian ride ed io non posso fare a meno di pensare che in fondo loro due sembrano stare bene insieme. Il viaggio prosegue silenzioso, o meglio Elena parla di non so cosa e Ian ride a qualche sua battuta, ma io non do molto peso al dialogo. Non so perché ma mi sento lievemente in imbarazzo mentre sfiliamo tra le luci della superstrada per arrivare al locale. Il Garden infatti è l'unica struttura per noi giovani che possa considerarsi tale e per questo è leggermente decentrato, in modo da rimanere ad una buona distanza da più centri abitati. Ed è anche per questo che solitamente il parcheggio è sempre pieno. Se non ci fosse stato Ian, avremmo dovuto prendere un taxi. Arriviamo al Garden e per nostra fortuna troviamo un parcheggio non troppo lontano.

- Dimmi, Ian. Stasera devi vederti con qualcuna? – attacca Elena, mentre ci avviamo verso l'entrata. La fisso a bocca aperta, non posso credere che gliel'abbia chiesto!

- Mh, non che io sappia – risponde lui, poi guarda me. Io invece cerco di essere più indifferente possibile.

- Non devi incontrare Chiara, la nostra compagna di classe? – chiede con non curanza Elena. Allora Ian si apre in un sorrisetto divertito.

- Ah, si. Me ne aveva parlato – risponde, e continua a sorridere guardando me.

- Ma come. Ti dimentichi di queste cose? Poi perché sei venuto con noi se poi devi stare con lei? – sbotto io, non facendocela più. Ian non smette di essere divertito, e questo mi irrita ancora di più. Che nervoso! Piega la testa da un lato e si mette le mani nelle tasche.

- Preferiresti passassi tutta la serata con te? – risponde. Elena mi guarda sorridendo, come se avesse scoperto l'America. Io invece ammutolisco, come mio solito. Poi alzo un bellissimo dito.

- Non ho detto questo, puoi fare benissimo quello che vuoi. Solo che mi sembra stupido venire con alcune persone per startene con altre. E togliti quell'aria da egocentrico dalla faccia. – Elena mi guarda a bocca aperta, in effetti non sa dell'intimità tra me e Ian. Lui invece si mette a ridere, una di quelle risate che ti prende con se, se non fossi imbronciata.

– Io entro! Fa abbastanza fresco qua fuori – borbotto sperando di togliere quell'aria da trionfo in Ian. Elena mi guarda per dire che io e lei dobbiamo fare un discorsetto e per questo procedo ancora più spedita, incrociando le braccia al petto per avere più calore.

- Guarda che le rughe rovinano il trucco! – mi urla dietro. Sarei tentata di fare un gestaccio anche a lei. Mentre facciamo la fila per entrare e toglierci il giubbetto, ritrovo Ian dietro di me. Reprimo un brivido e il pensiero che la sensazione del suo petto contro la mia schiena mi piace.

- È per questo che hai tenuto il broncio tutta la giornata? – mi sussurra all'orecchio.

- Puoi farti quelle che vuoi. Certo che però abbassarti a Chiara – rispondo quasi petulante. Accidenti a me, non volevo usare questo tono.

Indifferente, stai indifferente!

- Non sono stato con lei – risponde lui, pacatamente. Non mi giro, ma non posso fare a meno di rispondere.

- Non è quello che si dice in giro. –

- Sei gelosa. – recepisco il tono malizioso e divertito anche se non lo guardo. Sento ancora il calore del suo petto.

- Ti ho già detto di no! Puoi fare quello che vuoi! Ora per favore fammi divertire stasera – così dicendo entro, lasciando il giubbino e Ian indietro. Elena ci sta aspettando, facendo cenno a qualcuno di raggiungerci, molto probabilmente le nostre compagne. Noto già come qualche ragazzo mi guarda. Maledetto vestito! Cerco di muovermi il meno possibile, per quanto possa. Il clima però è ospitale e confortevole e in un attimo si sciolgono tutte le mie tensioni. Ian si avvicina ad un paio di ragazzi ed Elena gli sta subito dietro. Sono tutti, ovviamente, esageratamente carini. Per quanto mi riguarda vorrei ritirarmi in un angolino. Quando finalmente anche io ho raggiunto il gruppetto appena formatosi, noto Marig tra di loro. La sua silouette da modella non passa inosservata e a ben vedere a lei non dispiace affatto.

- Ciao Emma! Che piacere rivederti! – urla cercando di sovrastare il suono della musica. Io faccio un lieve sorriso e alzo timidamente la mano, mentre Elena cerca di capire in che modo io avessi conosciuto quella modella, e perché non le avessi raccontato il tutto. Non faccio in tempo a spiegare che gli altri si presentano mano a mano. Ovviamente non ricordo nessuno dei loro nomi.

- Ti ricordi come si chiamano? – dico ad Elena vicino a me, in modo da farmi sentire solo da lei. Lei per contro scoppia a ridere, negando con la testa. Rido anche io mentre lei si avvicina dando le spalle agli altri.

- Però il biondo qui è una bomba. Forse si chiama Marco, o Mark. Dio, non ricordo. – Io continuo a ridere buttando un'occhiata. Il ragazzo in questione sta parlando allegramente con Ian. Alto, con una camicia bianca che gli nasconde le ampie spalle. Quasi biondo, anche se non capisco molto con questa luce. Si apre in un sorriso notando che lo sto guardando, ma non è come quelli di Ian. Gli occhi chiari, forse verdi, non sono magnetici come i suoi. Tutto sommato è un bel tipo, certo non perfetto come Ian, ma bello. Butto un'occhiata anche agli altri due ragazzi che stanno parlando con Martina, che ha un aspetto quasi angelico con quel vestito di pizzo bianco. Sebbene uno sia un po' più basso, hanno tutti la stessa corporatura massiccia, gli occhi chiari e una catena al collo. Deduco tutti maghi quindi, miseriaccia! Ora mi sento in soggezione. Marig non è l'unica donna. Accanto a lei è presente una ragazza non troppo alta, con i capelli scuri e gonfi raccolti in una treccia, mi sembri si chiami Alba o qualcosa del genere. Sembrano dei militari, con Ian come loro capo. C'è un senso di venerazione e rispetto nei suoi confronti. Elena non mi da altro tempo e mi trascina, insieme alle altre, sulla pista da ballo. Qualche ragazzo ci avvicina per ballare, ma io non do loro molto peso. Dopo un po' andiamo verso il bancone del bar. Ordino un cocktail abbastanza leggero, mentre Elena fa cenno alla nostra strana compagnia di raggiungerci. Puntando anche io lo sguardo in quella direzione, noto Chiara che si avvicina a Ian e che gli altri li lasciano soli. Mordo la cannuccia talmente tanto che non passa più nulla. Due ragazzi si avvicinano. Uno alto e muscoloso, abbastanza carino. L'altro più basso ma non con meno muscoli.

- Ehi, come mai due così belle ragazze sono da sole stasera? – il più alto cerca di poggiare la mano sulla mia schiena, ma io evito.

- Stiamo aspettando qualcuno – dico io prontamente, con un sorriso di cortesia ma un un'occhiata che dice il contrario. Quello alto alza le mani come per scusarsi, poi si poggia al bancone vicino ad Elena. Lei intanto mi guarda con circospezione.

- Acida! –

Per contro le faccio la linguaccia. Giro un po' lo sguardo per il locale. Mi convinco che non è per tenere d'occhio qualcuno. Chiara ha un braccio intorno al collo di Ian, con un vestito aderente e striminzito che in confronto il mio sembra un abito da suora. Lui guarda qualcosa dietro di me, con il volto accigliato. Non faccio in tempo a girarmi perchè Elena mi distrae dalla vista indicando l'amico di Ian, quello carino, che viene verso di noi.

- Posso offrirvi qualcosa? –

- No grazie, abbiamo già preso – rispondo io stavolta sorridendo più apertamente. Poi rivolge la sua attenzione su Elena, e con la coda dell'occhio vedo Chiara che cerca di portare sulla pista da ballo Ian.

- Emma? – Qualcuno mi prende per una spalla. Mi giro e mi ritrovo davanti Davide, un ragazzo della classe superiore alla mia, con il quale avevo avuto un flirt un po' di tempo fa. Non che sia questa gran bellezza, con il suo fisico allampanato, ma ho sempre avuto un debole per i capelli ricci.

- Davide! Che piacere! – rispondo sorridendo e salutandolo.

- Sei un incanto stasera. Sei splendida! Ti offro qualcosa? –

- No, grazie. Già preso – rispondo facendo vedere il bicchiere, ormai vuoto. Se fosse per gli altri, a quest'ora sarei già ubriaca persa. Chiara è in pista, e si muove sensualmente su Ian. Ma lui guarda me. Distolgo lo sguardo immediatamente e continuo a sorridere al ragazzo che ho di fronte.

- Balliamo un po'? dai vieni! – e mi prende per un braccio. Elena si sta già scatenando con Marco, per cui non vedo che problema ci sia a divertirmi anch'io un po'. Inizio ad ancheggiare e sorridere per arrivare in pista, avvicinandomi comunque ad Elena. Davide è dietro di me e mi tira più vicino a sè. Non si muove troppo vicino e non mi mette in imbarazzo però, per cui acquisto più sicurezza. Inizio a sorridere e a lasciarmi andare con la musica. Dopo un po' lui mette una mano sui fianchi, ma io ci faccio poco caso. Solo quando la mano si sposta sulla schiena nuda mi ritraggo un po'. La musica si fa più dolce, e questo permette a Davide di avvicinarsi ancora di più, e di darmi un bacio sulla guancia, quasi vicino alla bocca. A questo punto mi irrigidisco e cerco di spostarlo un po', ma lui evidentemente capisce il contrario perché si avvicina ancora di più. Non so cosa fare, ma Davide si blocca, chiamato da qualcuno. Dietro di lui c'è Ian, che gli dice qualcosa all'orecchio. Non so cosa abbia detto, ma poco m'importa quando vedo Davide irrigidirsi un attimo per poi salutarmi e lasciarmi con Ian. La musica è ancora lenta, per questo lui si avvicina di più e poggia una mano sulla schiena. Il suo tocco, al contrario di quello di Davide, mi elettrizza, e una scarica di brividi va dal punto in cui ha appoggiato la mano verso il collo. Mimo un grazie e mi appoggio di più a lui, sentendo il profumo che lo caratterizza.

- Sei troppo esposta stasera – borbotta vicino al mio orecchio. Io alzo la testa e le sopracciglia.

- Nessun ragazzo stasera ti toglie gli occhi di dosso. – Allora io ovviamente arrossisco e sorrido lievemente.

- Allora Elena ha fatto proprio un buon lavoro con me – rispondo, del tutto imbarazzata. Stavolta è Ian ad alzare un sopracciglio. Mi catturano di nuovo i suoi occhi, talmente blu da vedersi neri con queste luci, e sono completamente nelle sue mani. Per fortuna la musica si fa più scatenata e io sorridendo inizio a muovermi di più, impedendo a Ian di continuare a parlare. Lui mi accorda, le sue mani si spostano dalla schiena ai fianchi ed infine le allaccia alle mie, mentre ci muoviamo a ritmo della musica. Ma questo clima dura poco. Ian d'un tratto si irrigidisce.

- Sono qui – mi dice soltanto.

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