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☙2❧

- Tutto bene? Sembri scossa- mi chiede Elena seduta al bar del museo apparentemente da sola.

- Tutto bene, ho solo avuto una conversazione strana con un signore - spiego, ancora esterrefatta - Cosa ci fai qui da sola? - continuo.

- Aspetto Martina. Cosa ti ha detto? - domanda, allarmata.

- No no niente di che, solo cose che non hanno senso - la tranquillizzo, anche se sto quasi iniziando a pensare fosse uno stalker. Vengo distratta dai miei pensieri dall'entrata di alcuni ragazzi al bar, e subito mi colpisce uno sguardo inconfondibile. Resto impietrita. Quegli occhi blu li conosco benissimo, fanno parte dei miei sogni da settimane ormai.

- Ma guarda un po' che bei tipetti -  sento la voce di Elena. La guardo e noto che sta osservando con interesse il gruppo di ragazzi che è appena entrato. Io non riesco a dire nulla, voglio solo vedere a chi appartengono quegli occhi blu. Il ragazzo è alto, con un fisico asciutto, muscoloso, capelli neri scompigliati. Bellissimo insomma. Alza lo sguardo sentendosi osservato e mi fissa intensamente, con quei suoi bei occhi blu, in cui mi perdo, come se fossi sola nell'oceano. Mi fa un sorrisetto malizioso e io abbasso gli occhi, imbarazzata, sperando non sia diventata rossa come un pomodoro.  Nessun ragazzo mi ha mai fatto un effetto simile prima d'ora.

- Guarda che occhi! - continua Elena - non ne ho mai visti di un colore così bello -.

- Già, neanche io - rispondo, non sapendo che altro aggiungere. Il gruppo si siede qualche tavolo più in là del nostro, alle mie spalle. Meglio così, ho la scusa per non guardarlo. Il problema è che in questo modo hanno tutta l'attenzione di Elena, che non si lascia sfuggire un ragazzo carino nemmeno fosse ad un chilometro di distanza.

- Emma, sono uno più bello dell'altro. Penso vadano in palestra insieme e si sono conosciuti lì. Guarda che muscoli! Quel bel moretto me lo mangerei! -

Alzo gli occhi al cielo, Elena è partita con i suoi commenti.

- Ti prego Ele, non iniziare la solita storia. Non mi interessa granchè...- anche se in effetti vorrei sapere del ragazzo dagli occhi blu, non per niente ma lo sogno in continuazione. Ovviamente non posso dirlo a Elena, altrimenti mi spedirebbe lì a presentarmi, e sarebbe un suicidio. Già mi immagino lì a boccheggiare come un pesce, facendo la figura dell'idiota.

- Ecco il tuo caffè, Elena -. La voce di Martina mi riporta alla realtà. Non mi sono accorta del suo arrivo.

- Manca una sedia. - evidenzia Martina, una bionda piccolina socievole con tutti. Non conosco nessuno a cui stia antipatica. Elena coglie la palla al balzo per la mossa che, sono certa, aveva intenzione di fare

- Vado a prendere una sedia a quel tavolo - e si alza. Mi giro e ovviamente il tavolo in questione, guarda un po', è quello dove sono seduti i ragazzi. Sorrido, solo lei è in grado di fare queste cose.

- Salve, ragazzi! Scusatemi è libera questa sedia? - la sento da qui, tutta gentile per fare colpo. Ma lei se lo può permettere: bionda, alta, magra, occhi verdi. Il ragazzo con gli occhi blu si sporge verso di lei e le fa un sorriso provocatorio.

- Solo se ti siedi tu qui con noi. - le fa l'occhiolino. Il mio cuore galoppa come se lo avesse fatto a me, e lo odio per questo. Elena intanto tira fuori uno dei suoi sorrisi più belli, ma parte con la sua tattica che ormai conosco alla perfezione.

- Beh, non posso lasciare le mie amiche ora. Ma magari...più tardi - inizia Elena. Occhi-blu ha già cambiato idea e mette i piedi sulla sedia. Inclina la testa con aria di sfida.

- In effetti, ora che mi ci fai pensare... no non è libera! Mi dispiace - risponde, ridendo. Tutti scoppiano a ridere, mentre Elena rimane di stucco. Ed io ancora di più. Mai nessuno ha preso in giro Elena. Così d'istinto mi alzo e vado da loro, completamente ripresami dall'imbarazzo.

- Scusami, ma le sedie sono fatte perché qualcuno ci si sieda sopra, non per tenerci i tuoi piedi! - sbotto irritata e prendo la sedia in malo modo. Ora tutti mi fissano sbalorditi, persino Elena. Guardo Occhi-blu che mi osserva incuriosito e me ne vado, portandomi dietro la sedia ed Elena.

- Wow. Chi sei tu e che ne hai fatto di Emma? - mi dice Elena stupita e divertita, mentre ci sediamo.

- Che c'è? Non mi piace che qualcuno risponda in questo modo. - ribatto io. Non se quel qualcuno ha gli occhi più belli del mondo, sogno da mesi e sia l'unico che mi abbia fatto arrossire in tutta la mia vita.

***

Ci stiamo avviando verso l'autobus per il ritorno quando Occhi-blu ci viene incontro.

-Ehi! Scusaci per prima, non volevamo prenderti in giro- si rivolge ad Elena. Ma guarda un po', ora ti sei accorto che sei stato un gran maleducato? Ad Elena già brillano gli occhi, mentre io sono irritata e scettica.

- Scuse non accettate. La prossima volta pensaci prima! - esclamo io. A quel punto si gira verso di me, e il mio cuore perde un colpo. Arrossisco.

- Ah, ci sei anche tu. - sbotta lui, seccato.

- Già, ci sono anch'io! - mi viene da prenderlo a schiaffi, che maleducato! Lui invece mi ignora totalmente.

- Sono Ian, piacere - tende la mano ad Elena. - Permettimi di offrirti un caffè per sdebitarmi. - le strizza l'occhio.

Ma guarda come si pavoneggia! Continua a piacermi sempre meno.

- Piacere, Elena. Certo, l'autobus parte fra una mezz'oretta - sorride Elena.

La guardo a bocca aperta, non so come diamine faccia a non essere irritata dalla sua arroganza. Entrambi mi stanno fissando e io ci metto qualche secondo a capirne il motivo, sembrando un'idiota.

- Ok...ehm... si, si ho capito - alzo le mani - Io vado via, anche perché non voglio bere un caffè con uno scostumato!- mi giro e salgo sull'autobus. Mi siedo e aspetto Elena, ripensando ad Occhi-blu. Lui è così bello, e mi ricorda tanto la persona dei miei sogni. Dopo quindici minuti interminabili vedo Elena tornare. È così bella anche lei, così particolare (i loro figli sarebbero bellissimi). Io invece sono una comunissima ragazza di diciassette anni: non molto alta, minuta, capelli scuri indomabili, con il solo unico particolare di avere gli occhi color ghiaccio. In confronto Elena sembra una super modella. Soprattutto oggi quell'Ian deve avermi scambiata per un pagliaccio. Elena sale sull'autobus e viene a sedersi accanto a me, raggiante.

- Sei incredibile! Dopo averti trattata in quel modo tu ci vai a bere un caffè??? - volevo fare questa domanda da quando l'ho lasciata.

- Daiii, ma lo hai visto? Come facevo a rifiutare!- mi risponde, con un sorriso a trentadue denti.

- Si, ma ha un caratteraccio - ribatto io, alzando le sopracciglia.

- Ma no, non puoi giudicarlo se non lo conosci! - mi fa l'occhiolino. Ok, Elena ormai è andata.

- A me sta antipatico, non ci posso fare nulla. Spero non debba più rivederlo -. Fisso Elena intensamente per farle afferrare il concetto.

- Tranquilla, tranquilla. Purtroppo era solo di passaggio, non sta qui. In realtà non è proprio italiano. Che peccato - fa un sospiro, immersa nei suoi pensieri.

- Ooh che peccato - le faccio il verso.

- Si! Che peccato! - ripete lei, quasi strillando e ridendo. Non rispondo più, quando Elena è convinta nessuno può farle cambiare idea.

Chiudo gli occhi e mi appare il ciondolo. A quel punto mi ricordo la strana conversazione con quell'uomo, il signor Core. Passo il resto del viaggio a pensare a questo. Tutto ciò che ha detto non ha senso e mi ha solo confusa. Lui afferma di essere un mago e a quanto ha detto anch'io lo sarei. Mi viene da ridere. Sto davvero pensando seriamente a tutto questo? Era sicuramente uno scherzo.

A pensarci bene, però, sapeva molte cose che io non ho detto a nessuno; mi sono successe davvero cose strane ultimamente, che non so spiegare. Come quella volta che stavo per far cadere un piatto ma non è mai arrivato a terra, o quel giorno di pioggia quando ho desiderato che smettesse ed è uscito il sole. Ma credevo che queste fossero solo coincidenze e allucinazioni. E i sogni...l'amuleto che cercano... e quello che è successo al museo. Se tutto questo è dovuto alla magia allora non sono pazza come credevo, ma sarei comunque pazza se credessi alla magia.

Oppure no?

Mi ha fatto anche quel trucco, quello con la fiamma; quello sembrava vero. E poi come fa a sapere dove abito? Il mio è un piccolo paesino sperduto, e sono sicura di non averlo menzionato.

Ora sono spaventata. Chi è quell'uomo e come fa a sapere queste cose? Mi segue? Non ho mai notato nulla, e poi perché avrebbe dovuto? Se avesse voluto rapirmi, o roba del genere, non avrebbe aspettato a parlarmi in un museo e non mi avrebbe dato appuntamento in un bar. E poi perché parlare di magia? Perché mentirmi?

-Stasera esci? - mi chiede Elena, mentre camminiamo verso casa.

Chiudo gli occhi e mi faccio cullare dalla brezza tiepida del crepuscolo.

- Non penso, non mi va-.

Non sono una ragazza che esce tutte le sere, preferisco stare a casa a leggere un libro o guardare un film.

- Non fare la solita asociale. Dai, volevo chiedere anche alle altre di andare a mangiare una pizza... - comincia Elena, cercando di pianificare la serata.

- No davvero, stasera non mi va - .

In realtà ho deciso di andare a chiedere altre spiegazioni al signor Core, ma non posso dire a Elena che devo incontrare uno sconosciuto per parlare di magia. Mi terrebbe chiusa in casa, legata a qualche sedia.

- Non pensare finisca così, ti tartasseremo tutta la sera! Hai capito? - mi da un colpetto alla spalla e si dirige verso casa sua.

Nota dello scrittore

Riuscirà Emma ad incontrare il signor Core?  E' davvero chi dice di essere?
Lettori se la storia vi sta  piacendo vi invitiamo a lasciare una stellina;  se avete degli appunti da farci commentate  qui sotto.❤🌸
Le vostre care
F & L

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