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Il posto era come se lo ricordava: una grande stanza con un piano bar ben fornito per deliziare il palato degli spettatori, soprattutto dei più affiatati che scommettevano. Al centro, primeggiava il ring sopraelevato, circondato dalle consuete tre corde blu.

Una parete in cartongesso separava l'area del ring da quella degli attrezzi per allenarsi: pesi, assi sollevate da terra, sacchi per la boxe e addirittura un tapis-roulant.

Sulla sinistra c'erano i camerini dove i pugli si cambiavano, e appese alla parete, sulla destra, vari guantoni rossi e blu con i rispettivi caschi [?] protettivi.

- Nell'armadietto ci sono dei pantaloncini -
- Sempre organizzati eh -
- Bhe a volte capita che ci siano incontri all'ultimo minuto e di solito, puntualmente uno dei due non ha la roba - sbuffò Connie portando una mano alla testa.
- Come funziona lo sai, io torno su - chiuse la porta, il ragazzo lo sentì salire la scala a chiocciola.

Si tolse la divisa e indossò i pantaloncini, rimanendo a petto nudo; decise di cominciare dai pesi per formarsi un po di muscoli, in quel posto dove era stato rinchiuso aveva perso talmente tanto peso che sembrava uno stecchino.

***

Sono passati quattro giorni e neancora mi hanno trovato; questa sera ci sará un incontro e spero in un avversario facile da battere.

Anche se mi sono allenato tre giorni sono rimasto fermo per tanto tempo.
Per avere un posto dove dormire ho dovuto raccontare parte di ciò che mi è successo a Connie, che mi ha gentilmente offerto la stanza dove tengono le scorte, e anche un ricambio decente.

Mi alzo, scostando la coperta che mi ha dato il barista, indosso i pantaloni neri e la felpa rossa ed esco.

Al banco, la ragazza castana, credo si chiami Sasha se non ricordo male, sta chiacchierando con il mio amico, che sta passando un panno sempre nello stesso punto. Gli faccio un cenno a cui risponde distrattamente, poi mi dirigo negli spogliatoi per farmi la barba: non mi dona affatto, in più non la sopporto.

- SONO RIUSCITO AD OTTENERE UNA SERATA CON LEI! - entra improvvisamente il pelato urlando; menomale mi stavo mettendo la schiuma, altrimenti mi sarei tagliato con il rasoio nel sobbalzo.

Mi giro verso di lui alzando un sopracciglio, cosa che lo fa scoppiare a ridere.

Gli chiedo cosa ci trovi di divertente e mi risponde "nulla, signor Babbo Natale".

- Mhn - mi giro verso lo specchio, prendendo in mano il rasoio - anyway, dove andate di bello? -
- A mangiare una pizza in centro, poi se vuole pensavo di portarla a ballare -
- Il classico -
- Io avevo proposto subito di andare a ballare, la pizza è stata una sua idea -
- E quando sarebbe questo evento? -
- Scemo. Comunque domani sera. -

***

- E dai Levi, esci con noi, ti serve un pò di svago! - mi prega Hanji.
- Sarei solo il terzo incomodo, e poi ho giá un impegno stasera..-
- Non è vero che saresti il terzo incomodo lo sai benissimo, ma la segretaria.. - insinua sghignazzando, guardandomi in modo perverso.
- Smettila di impicciarti, piuttosto divertiti con Erwin. -
- Certo! - mi schiocca un bacio sulla guancia ed esce raggiante, raggiungendo il fidanzato appoggiato alla macchina.

Mi avvicino alla finestra e li guardo allontanarsi verso la zona dei pub; se fosse entrata due minuti prima la quattrocchi avrebbe sicuramente visto la borsa della palestra, che ho velocemente provveduto a nascondere tra la poltrona e il divano.

Prenso il borsone, afferro le chiavi sul tavolino nell'ingresso ed esco.

Arrivo con qualche minuto di ritardo al bar, c'era un traffico pazzesco.
Entro dalla porta di servizio, salutando con un cenno della mano Connie dietro il bancone e filo dritto nella sala del ring tramite le scale a chiocciola. C'è giá gente che beve e chi sta ancora scommettendo, ma l'aria è strana, c'è come un'agitazione speciale.

Lascio perdere i loro discorsi e mi infilo velocemente nel camerino, tirando la tendina.
Mi tolgo le scarpe, sfilo i pantaloni della tuta e la felpa rigorosamente neri e indosso i miei pantaloncini da boxe blu.

Esco dal camerino e prendo gli stivaletti dall'apposito scaffale, infilandoli; mi avvio verso il ring.

La pedana mi arriva allo stomaco: ho sempre odiato questa cosa.
Con le mani faccio leva su essa e rotolo sotto le corde, mi rifiuto di usare lo scaletto.

La stessa cosa fa il mio avversario in pantaloni rossi, ma con molta più facilitá: mi supera di circa dieci centimetri, giá lo odio.

Si alza, e quando si gira entrambi spalanchiamo gli occhi.
- Ackerman - afferma in un misto tra sorpreso e beffardo.

"Max?".

☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆

Che ve ne pare del capitolo?
Se vi piace lasciate una ☆, purtroppo è l'unico modo che ho per capirlo.

Ditemi se vi pare troppo corto, ma io preferisco i capitoli corti e sensati piuttosto che allungarli con tante descrizioni. Ho paura di annoiare >.<

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