17
Eren venne svegliato da un debole raggio di sole invernale, e si stropicciò un occhio passandoci la mano chiusa a pugno come un bambino. Provò a stiracchiarsi, ma si ritrovò nella stretta di Levi, tra le sue braccia. Voltò leggermente la testa, per vedere la sua espressione mentre dormiva: in volto non aveva il solito cipiglio contratto di tutti i giorni, anzi al contrario le sopracciglia erano stese e rilassate, e le labbra schiuse. Però le occhiaie erano sempre le stesse, leggermente più marcate. Cavolo, lo rendevano estremamente sexy.
Si girò nell'abbracciò e lo baciò sulle labbra, ripensando a come era stato dolce la notte scorsa, e passò delicatamente un dito sul livido nero che gli aveva provocato con quella gomitata. Levi ancora ad occhi chiusi ricambiò il bacio infilandogli la lingua fra i denti e tirandolo a sè per la nuca.
- Buongiorno moccioso - proferì quando si staccò dal bacio, aprendo gli occhi si trovò a pochi centimetri dal naso un pomodoro al posto di Eren.
- 'Giorno - rispose imbarazzato il ragazzo, fissando i suoi occhi in quelli dell'uomo, che finalmente dopo sei anni passati a desiderarlo era lì, con lui.
Rimasero qualche secondo così, a fissarsi, ognuno cogliendo il più piccolo cambiamento di sfumature nelle iridi dell'altro, finchè Eren non decise di staccarsi dal quel breve legame, più per imbarazzo che per voglia.
Ma Levi non glielo permise. Il ragazzo arrossì di più se possibile, finendo per aggiudicarsi il soprannome pomodorino da parte del moro, che aveva deciso di stuzzicarlo.
Stizzito e allo stesso tempo giocoso il castano prese il cuscino e lo tirò con forza in faccia al compagno, sedendo sulle sue gambe.
- Vecchio - lo chiamò scherzoso; non l'avesse mai fatto.
- Vecchio a chi? - lo guardò truce e con un movimento del bacino lo portò sotto di sè, iniziando a fargli il solletico.
Eren iniziò a ridere come un matto, fino a diventare rosso e lacrimare dallo sforzo; a quel punto Levi si fermò e lo guardò, mordendosi il labbro di sotto. Desiderava quel moccioso che giá gli aveva sconvolto la vita.
D'altro canto anche Eren era giá abbastanza su di giri, guardando il corpo scolpito del compagno su di sè; si tormentò anche lui il labbro e accergendosi del suo sguardo predatore, quello che più volte gli aveva riservato lui stesso, raccolse il suo coraggio e fece il primo passo.
Tirò sù il busto e circondò il collo del più grande con le braccia, mordicchiandogli e leccando il labbro che si stava torturando poco prima. Il corvino rimase sorpreso inizialmente, ma ricambiò, spingendolo dolcemente di nuovo contro il letto ed accarezzandogli una guancia.
Chiese di approfondire il bacio, ricevendo subito il permesso del ragazzo che schiuse le labbra: non ne poteva più di aspettare, così come il moro che decise di mandare a fanculo dubbi e i giudizi della gente.
Eren si fece molto audace, muovendo i fianchi e strusciando la patta contro quella del compagno spinse entrambi a chiedere di più, mugolando in quel bacio che di casto non aveva proprio niente.
Impaziente Levi fece scorrere le mani sui suoi fianchi fin sulle natiche, fermandosi un attimo per stringerle nei palmi e continuò poi sotto le cosce, strappando vari sospiri al castano.
Quello in tutta risposta gli calò subito i boxer e poi fece scorrere le mani sul sedere per arrivare alle spalle, premendo a tratti i polpastrelli sulla schiena; quelle attenzioni stavano giá mandando in estasi entrambi.
Il moro gli sfilò velocemente i boxer e il più piccolo non attese neanche di essere preparato, che allacciò le gambe attorno al bacino del più grande e lo tirò giù in un bacio più passionale dei precedenti.
Levi venne letteralmente travolto da quel giovane uragano ed entrò piano in lui, nonostante la foga del momento, tenendolo per i fianchi e poi fermandosi per lasciarlo abituare, non badando alle unghie del ragazzo che gli stavano graffiando la schiena, esisteva solo Eren ed il suo piacere, non gli avrebbe fatto provare altro dolore.
Eren in tutta risposta gemette e si inarcò all'indietro, muovendo subito il bacino verso quello del compagno come se il dolore stesso gli provocasse piacere.
- Dio Levi.. aah~ - gemette quando si trasformò completamente in piacere ed il moro iniziò a muoversi in lui, stringendogli i fianchi; portò le mani fra i capelli corvini dell'altro e rispose al suo bacio, mugolando. Nella stanza risuonavano i loro ansiti, i gemiti e gli schiocchi dei bacini che cozzavano, che si scambiavano piacere. Si stavano donando completamente uno all'altro come avrebbero voluto fare da mesi, anni, ed Eren pensò quasi fosse un sogno finchè le spinte che arrivarono a colpire ripetutamente il suo punto debole non lo distolsero completamente dalle sue elucubrazioni. Gli confermarono che stava davvero facendo l'amore con il suo Levi.
Venne macchiando il ventre di entrambi, ansante e stringendo a sè il compagno, che raggiunse il culmine in lui gemendo il suo nome.
Arrossì sulle guance, guardandolo negli occhi e poi rispondendo al lungo bacio in cui lo coinvolse.
Levi uscì piano, senza staccarsi da lui e lo strinse a se coprendoli, carezzandogli poi la schiena e il fianco con la mano del braccio libero.
- Non ti facevo un tipo da coccole a letto, Ackerman.. - sussurrò sulle sue labbra guardandolo, poggiando la testa sulla sua spalla.
- Ci sono tante cose che non ti aspetteresti da me, Jaeger - lo guardò di rimando ghignando malizioso, facendo intendere a cosa si riferisse.
Il ragazzo rabbrividì di aspettativa, ma anche per il dito che il compagno stava passando lascivo sul suo fianco, e si strinse a lui.
- Allora sono nei guai ~ -.
¤¤¤
Lo so lo so avete ragione
Avevo detto a settembre dell'anno scorso, ma poi sono dovuta ripartire subito con la scuola.
Non che ora sia un momento migliore, tra un mese ho la prima prova, ma ho avuto come un'epifania per scrivere la fine del capitolo e bum, eccolo qua. Fa schifo ed è corto, ma spero compensi che abbiano fatto bunga bunga ~
Al prossimo capitolo, i casini devono ancora arrivare ~
- cit. SilviaSilvia--
Ma quanto sono pucciiii *^*
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