Sei un pazzo!
Preparo lo zaino infilando due libri, l'astuccio e il mio portatile. Indosso un paio di jeans che avevo lasciato sul letto e metto la maglietta bianca con scritto "Tomorrow" in giallo. Sistemo i capelli e credo di essere piuttosto pronta. Non so perché mi stia preoccupando di come Jungkook mi vedrà. Già, oggi devo andare da lui per finire la ricerca. Scendo in cucina e prendo una mela dal cestino della frutta. Guardo cosa le altre persone hanno pubblicato su Instagram e sono pronta per uscire di casa.
Prendo l'auto di mia madre e la metto in moto. Quella santa donna, in primavera, ama andare a lavoro in bicicletta.
Parcheggio davanti alla villetta di Jungkook e mi dirigo verso l'ingresso. Busso due volte alla porta e la domestica mi apre. Ludwika indossa un vestito a fiori blu, i capelli biondi chiarissimi sono raccolti in una coda bassa e le spalle larghe le danno un aspetto più imponente. I tratti del viso sono molto netti, ma quando sorride tutta la geometria salta.
«Volevo fare le mie scuse per come mi sono comportata con lei.» le dico subito. La donna mi sorride e alza le spalle.
Automaticamente percorro le scale e arrivo davanti alla camera di Jungkook. La porta è chiusa, ma si sente la musica provenire dall'interno. Busso per essere educata e apro. Non c'è Jungkook. C'è solo la sua bellissima ragazza seduta a gambe incrociate sul letto. Indossa solo la t-shirt di Jungkook, i capelli neri sono completamente disordinati e appena mi vede sorride. Si alza in piedi e le gambe perfette camminano verso di me.
«Ehi Y/n!» dice salutandomi con un bacio.
«Jung mi ha detto che saresti passata.» mi dice continuando a sfoggiare quel sorriso perfetto. Vorrei odiarla, ma non posso. E poi, "Jung"? Che razza di soprannome è? Prima che il silenzio diventi troppo imbarazzante, Jungkook arriva alle mie spalle e mi chiede di farlo passare. È appena uscito dalla doccia, copre la zona dell'ombelico al ginocchio con un asciugamano azzurro chiaro. I capelli bagnati sono appiattiti contro la fronte. Distrattamente cerca un paio di boxer e di pantaloncini dal cassetto. A petto nudo mi ripassa accanto e torna nel bagno.
«Scusami se ti sta facendo aspettare. L'ho rallentato io.» dice Lexa. Io annuisco e vorrei andarmene. Vorrei uscire da questa casa e lasciare l'imbarazzo tutto qui.
Dopo svariati minuti Jungkook ritorna vestito ed entra in camera.
«Amore» gli dice a lui «Vi lascio studiare, a dopo.» e si avvicina per baciarlo. Distolgo lo sguardo per non essere troppo invadente e faccio finta di rispondere ad un messaggio.
«Ciao Y/n!» mi dice lei uscendo dalla stanza con i vestiti in mano.
Jungkook si siede sul letto e apre il libro da dove ci eravamo fermati l'altra volta. Io mi siedo accanto alla scrivania e gli leggo la nuova parte che ho scaricato da internet. Lui annuisce e si appunta qualcosa.
Continuiamo a studiare per quasi tutto il pomeriggio. Ludwika entra nella camera e appoggia un vassoio sulla scrivania.
«Y/n mi passi un biscotto?» dice lui continuando a guardare il computer.
«Se facessimo una pausa?» propongo io aggiustandomi gli occhiali da vista.
«Non credevo che le secchione facessero pause.» ridacchia lui. Io alzo gli occhi al cielo e gli porgo un bicchiere di aranciata.
«Hai messo a posto la stanza eh.» dico guardando in giro.
«Dovevo fare bella figura con Lexa.» spiega Jungkook. Dopo questa frase cala un silenzio insostenibile per la seconda volta.
«Sei tornata sana e salva a casa dopo la discoteca?» mi chiede lui.
«Direi di sì.» anche se, il comportamento di Jimin è stato piuttosto assurdo.
«Come va con Lexa?» chiedo.
«Non potrebbe andare meglio.»
Ancora silenzio. Silenzioso e spesso silenzio.
Jungkook, c'è qualche problema?» chiedo.
«Dovrebbero esserci problemi?»
«Dopo il falò hai fatto finta di non vedermi.»
«Disse quella che invece cambiava corridoio quando mi incrociava.» risponde lui. Ha ragione, ho cercato di evitarlo, di non vederlo.
«Ho sbagliato. Non sapevo come affrontare le cose.» ammetto.
«Y/n, non è successo nulla. Nulla è cambiato, nulla è da affrontare. Fine della storia.» e questa sua frase, detta con così distacco, mi ha gelato le ossa. Una sensazione fredda mi pervade, una sensazione spiacevole.
Mi volto verso il computer e scrivo, scrivo per finire questa dannatissima ricerca il più presto possibile. Scrivo per uscire da questa casa, da questa camera dove poche ora fa c'era lui a scopare con la sua ragazza.
Improvvisamente la porta della camera di Jungkook si apre. Una signora di quarantacinque anni circa entra. Indossa una camicia e una gonna a vita alta, il tutto abbinato alla perfezione. I capelli rossi sono acconciati alla perfezione e il trucco leggero nasconde le rughe. È una bella donna: alta, magra e fiera.
«Jungkook, felice di vederti sui libri per una volta.» dice con voce bassa.
«Mamma, ben tornata.» risponde Jungkook. Sua madre? Non si assomigliano per nulla, sono due persone diverse.
«Questa ragazza è la tua fidanzata?» domanda. Sto per rispondere di no, quando Jungkook mi precede.
«Si mamma.»
«Una che ti vuole per il tuo cervello. Notevole.» dice squadrandomi dall'alto al basso. Perché mai Jungkook le ha mentito. Perché mai ha detto che io, proprio io, sono la sua ragazza.
«Non credevo fosse il tuo tipo, ma almeno ti sta facendo studiare.»
Certo che non sono il suo tipo di ragazza ideale: non ho le gambe perfette, il viso perfetto e il culo perfetto. La mamma di Jungkook esce dalla stanza e io mi volto verso il figlio.
«Sei un pazzo!»
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