Istintivamente
Jungkook mi ha invitato al primo e ufficiale appuntamento. Mi ha detto di vestirmi bene perché saremmo andati in un posto speciale. Per il resto non so nulla. Ho più emozione che acqua in corpo e non vedo l'ora di vedere Jungkook e capire cosa abbia per la testa. Resto in attesa davanti alla porta con indosso un abito nero semplice e i capelli lisci.
«Non arriverà prima se continui a fissare l'uscio.» dice il fidanzato di mia madre che è sempre in questa casa ultimamente. Non la capisco.
Alle venti e trenta la macchina di Jungkook accosta vicino a casa mia. Esco velocemente e lo raggiungo. Entro in auto e mi allaccio la cintura.
«Sai che voglio sapere?» dico voltandomi verso di lui. Indossa una giacca blu sopra la maglietta bianca e un paio di jeans.
«Sai che è una sorpresa.» dice.
Nel viaggio in auto parliamo di cose varie, nessun argomento troppo impegnativo per il momento. Mi ha raccontato di come suo fratello Edward aveva fatto lo sciopero della fame quando diedero una camera da letto più grande a Jungkook. Mi parla di come Alice l'ha sempre trattato bene e di come tenesse a lui.
Probabilmente dovrei raccontargli di mio padre o forse lo sa già e per gentilezza non chiede.
La macchina rallenta fino a fermarsi del tutto. Scendo dall'auto e mi ritrovo davanti ad una enorme struttura moderna bianca. Mi volto verso di lui senza capire. Jungkook infila due dita nella tasca interna della giacca e estrae due biglietti. Hanno la forma e il colore di quelli del cinema. Me li porge e io li esamino per bene.
«Ma come...?» chiedo emozionata capendo che sono biglietti per una mostra di Monet.
«È il tuo preferito, vero?» mi domanda.
«Lo adoro!»
Così ci avviciniamo all'ingresso. Essendo una mostra notturna tutti sono eleganti e particolari come gli artisti. Prendo per mano Jungkook ed entriamo. Sono tutte piccole stanze tappezzate dagli enormi quadri con le ninfee. Sono entusiasta, ammirare un'opera dal vero è come interagire con l'autore stesso. Da questo punto posso notare la tridimensionalità delle pennellate e la scelta azzecca dei chiari e degli scuri.
«Jungkook, grazie.» dico con il sorriso più vero di sempre.
«Lieto di aver fatto la scelta giusta.» dice guardandomi.
La serata continua positivamente, il mio cuore non credevo che riuscisse a sopportare Jungkook e Monet, eppure sta tutto andando per il verso giusto. Nessun ragazzo aveva mai fatto qualcosa del genere per me. L'appuntamento più "emozionante" è stato quello in un Fast Food decadente.
Finita la mostra, Jungkook mi riporta a casa. Continuo a parlare di quanto mi sia piaciuto tutto. Di quanto sia stato perfetto lui.
«Y/n, rilassati okay?» mi dice ridacchiando. Rido anche io e mi lascio cadere sul sedile. Parcheggiamo e usciamo dalla macchina. Contemporaneamente arriva mia madre con il suo ragazzo. Lei mi guarda e squadra Jungkook.
«È il tuo fidanzato?» mi chiede l'uomo. Ma che domande sono? Divento rossa e senza pensarci rispondo:
«Chi lui? No, è mio amico. E basta.»
«Oh dai, lasciamoli soli.» dice mia madre.
Mi volto verso Jungkook per scusarmi della mia "famiglia", ma il suo sguardo profondo non vuole sentire questo.
«Amici e basta? Tu mi consideri un amico? Fai così con tutti gli amici? Anche con Hoseok e Namjoon?» mi chiede con tono tagliente.
«No, non faccio così con nessuno.» rispondo.
«Siamo amici quindi?» mi chiede. Si sposta i capelli e continua a guardarmi.
«Jungkook non intendevo dire questo.» dico.
«Io credo di sì.» dice andandosene. Gli afferro la mano e la stringo non permettendogli di entrare in auto. I sentimenti che provo per Jungkook sono forti, come se fossero tempeste e uragani che mi sconvolgono la testa. Il problema è che ho paura, paura di sbagliare tutto.
«Jungkook non andartene. Parliamo, ti prego.» dico.
«Cosa c'è da dire? Non ti interesso, okay.»
«Jungkook, Cristo, è ovvio che tu mi interessi. Non potevo dire a mia madre che sei...» dico senza riuscire a finire di parlare.
«Cosa sono?» dice con il tono della voce più dolce.
«Sei la persona migliore che abbia mai conosciuto. Voglio cambiare solo per te, o forse ho paura di farlo perché potresti smettere di interessarti.» sospiro e «Voglio stare con te e morire di gelosia se Daphne ti si avvicina e ridere con te quando fai una battuta, pessima di solito.» continuo.
«Non mi sono mai sentita così. Ho solo paura, Jungkook.» concludo guardandolo. Lui senza parole mi abbraccia. Mi stringe come se potessi scomparire da un momento all'altro.
«Y/n io voglio stare con te, quando vorrai, quando ti sentirei pronta: dimmelo.» sussurra stringendomi il viso tra le mani. Poi si avvicina e azzera la distanza tra di noi. Il cuore mi balza nel petto e non riesco a fare altro che baciarlo. Questa volta non c'è passione o foga, solo amore e tenerezza. È un bacio tranquillo, un bacio sincero.
Entro in casa e vorrei ignorare mia madre con il suo compagno, ma lei si mette tra me e le scale, perciò mi fermo e sbuffo.
-Si?- dico e seguo mia madre che si siede attorno al tavolo della cucina. Silenziosamente mi porge la busta e riconosco subito il logo. È della Brooklyn College, è la lettera di ammissione o di bocciatura.
-Avremmo fatto entrare il tuo ragazzo se non ci avessi mandato via.- dice il compagno di mia madre. Ignoro il suo commento idiota e apro la busta. Le mani mi tremano e sono sudate. Ho fatto richiesta per la borsa di studio e ho inviato il mio curriculum. Il foglio ripiegato è giallognolo. Leggo ad alta voce per farmi coraggio.
-Gentilissima signorina Y/n Y/s, siamo lieti di annunciarle che è stata ammessa alla Brooklyn College CUNY New York- rido e le lacrime di gioia escono automaticamente.
-Saremo lieti di averla tra i banchi della nostra prestigiosa scuola d'arte.- continuo portandomi una mano sul petto.
-Mamma, ce l'ho fatta.- dico abbracciandola istintivamente.
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