Aggiustare tutto.
Perché ho rovinato tutto?
Perché ho rovinato tutto, di nuovo?
Se rovinare tutto fosse uno sport, sarei campionessa olimpica.
Sono coricata sul letto con la testa appoggiata sul cuscino morbido e fisso il soffitto ripensando a tutto quello che è successo. Ho davvero distrutto tutto quello che io e Jungkook avevamo creato. Lo so, non era molto, ma mi bastava.
Mio padre prima di andare in carcere mi ha scritto una lettera. Era consapevole di non esserci quando sarei stata un'adolescente in preda agli ormoni. Aveva scritto che in questo periodo strano della vita, ogni emozione sarebbe stata amplificata. Mi ha avvertito che avrei pianto e anche tanto, ma io da bambina quale ero, non ci credetti. Ma ehi, Y/n del passato, non ho mai sentito il bisogno di piangere fino ad oggi. Sono sola, sola e persa.
Ho bisogno di parlare con Beta, ho seriamente la necessità di parlare con un'amica vera.
Così, con la voglia di vivere pari a zero esco dalla mia stanza. Scendo i gradini faticosamente, mi sento come se avessi i piedi ricoperti di catrame. È come se non avessi più forza, è devastante non riuscire a fare nulla.
Arrivo nella hall e vorrei voltarmi e tornare indietro. C'è Jungkook che sta suonando degli accordi con la chitarra a Hoseok entusiasta del nuovo brano.
«Ehi, Y/n. Che ne pensi?» domanda Hoseok ingenuamente. Jungkook alza gli occhi su di me. Raccoglie i fogli con gli spartiti e va via, senza dire una parola. Appoggia la chitarra sulla spalla e imbocca le scale.
«Oh Dio, non credevo aveste litigato fino al punto di non parlarvi.» mi dice. Forse è anche peggio. Io non commento e mi dirigo verso la stanza di Beta. Busso un paio di volte e lei mi apre.
«Ciao.» mi dice. Io la guardo ed entro.
«Meno male che ci sei tu. Ho bisogno di parlarti.» sussurro.
«Cosa non va?»
«Ho litigato con Jungkook davvero pesantemente.» dico.
«Ah, per questo sei venuta. Non hai più il tuo amico del cuore e allora ripieghi su di me.» mi dice. Ma che le è preso?
«Di che stai parlando?»
«Ormai parli sono con Jungkook e se parli con me, parliamo di lui. Tu mi stai usando e basta! Non hai davvero bisogno di me!» urla. Rimango senza parole e la guardo silenziosamente.
«E poi sai cosa odio? Che non mi chiedi mai nulla di Candice! Cristo, parliamo sempre di te e di me mai! Ti sembra una vera amicizia?» continua urlando.
«Tutto questo te lo ha messo in testa la tua ragazza?» chiedo.
«No! Riesco a usare il mio cervello da sola! A differenza tua, che hai sempre bisogno di qualcuno dietro! Pensa con la testa e non con la vagina!»
«Cazzo Bettany! Ma che ti è preso? Cos'è? Una settimana che non scopate?» dico acidamente.
«Oh no, noi facciamo del gran sesso a differenza tua.»
Mi alzo senza dire una parola, vado davanti a lei e le tiro uno schiaffo. Uno di quelli pieni di odio, rancore e sincerità. Il suo viso si tinge di rosso e rimane a bocca aperta.
«Se ti augurassi quello che ho provato io, meriterei solo la morte.» detto questo esco dalla stanza cercando di non farle capire quanto io sia distrutta per tutto questo.
Corro in camera mia, preparo la valigia tra un singhiozzo e l'altro. Sono distrutta. Nel giro di quarantotto ore è cambiato tutto. Non credo di aver nessuno più accanto.
Con la valigia in mano scendo le scale per l'ultima volta. Lascio la chiava alla receptionist e cerco la mia auto nel parcheggio.
Chiudo il bagagliaio pronta per partire. Accendo la radio per non pensare troppo e ingrano la marcia. Sono le diciannove e l'asfalto sfreccia sotto le ruote dell'auto.
Il cellulare suona e vedo che Hoseok mi sta chiamando. Evito di rispondere, ma dopo un paio di minuti, ritenta.
«Pronto?» dico. Non vorrei parlare, non vorrei interagire con loro. Eppure ieri li chiamavo amici. Hoseok si merita la mia risposta, non mi ha fatto nulla.
«Ehi, Y/n, come stai? Dove sei?» domanda preoccupato.
«Oh, non sono stata troppo bene e ho pensato di tornare a casa prima.»
«Ma Y/n! Stai male e guidi? Ma è pericoloso! Potevi chiedere a Beta...» mi dice. A quelle parole mi gela il sangue. Riesco solo a pensare a tutte le cattiverie che ha detto e alla facilità in cui lo abbia fatto. Ricordo il suo viso: tirato di rabbia e con un sorriso tagliente beffeggiante.
Ed è in questo che sento uno schianto. Prima il suono e poi la botta mi percuote. Un dolore lancinante si sprigiono da sotto il seno e cerco di coprire la ferita con la mano. Vorrei chiamare aiuto, però mi sento molto debole e stanca. Chiudo gli occhi e appoggio la testa sul voltante.
Realizzo di star perdendo conoscenza.
Spero solo di potermi risvegliare.
Spero solo di aver l'occasione di aggiustare tutto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro