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•26 Abisso

<<Signorina Abe, sarebbe così gentile da ripetere alla classe le ultime parole da me dette?>> mi chiese il professore di filosofia.
<<Eh? Ah sì>> commentai, alzandomi di scatto dalla mia sedia.
Sentii qualcuno ridacchiare ma decisi di non farci caso.
<<Dunque, stava discutendo con noi della prefazione di Friedrich Nietzsche in merito al suo primo saggio "Umano, troppo umano", con particolare attenzione alla parte dove cita il sospetto, ma anche il coraggio e l'audacia>> dissi. Fortunatamente nonostante il mio vagare con lo sguardo fuori dalla finestra avevo ascoltato spassionatamente i suoi discorsi complicati e riuscii a tirarmi in salvo.
<<Torni immediatamente a sedere e non si azzardi più a guardare altrove mentre spiego, altrimenti avrà tutto il tempo per pensare agli affari propri in detenzione>> mi disse lui.
Non era da me farmi rimproverare a lezione e mi scusai con un cenno del capo.
Da quando Naruto mi aveva baciata, quel sabato prima, mi veniva molto difficile concentrarmi. Non facevo altro che ripensare alla sua espressione carica di colpa poco dopo e a tutte le scuse che mi aveva rifilato una dietro l'altra.
Aveva dato la colpa alla situazione e allo spazio angusto, tanto che alla fine l'atmosfera si era risollevata ed eravamo tornati indietro come se nulla fosse successo. Si era anche tenuto le foto e tornati all'istituto aveva addirittura fatto qualche battuta, ridendo sulla bizzarra vicenda.
Eppure quella mattina il ragazzo si era comportato fin da subito in modo più distaccato, anzi forse distratto era il termine più giusto.
Anche in quel momento, accanto a me, lo vedevo fissare il professore senza tuttavia guardarlo davvero. Il suo sguardo sembrava passargli attraverso, altrove. Tanto che non si smosse di un centimetro nemmeno quando suonò la campanella.
<<Naruto?>> lo richiamai.
<<Eh? Dimmi pure.>>
<<La lezione è finita. Siamo rimasti solo noi in classe>> gli feci notare.
Naruto iniziò subito a guardarsi intorno per accertarsi della cosa e quando la verificò si alzò di scatto e imbarazzato dal suo banco, invitandomi a seguirlo fuori.
<<È da stamattina che ti comporti in modo strano. Sei sicuro che sia tutto a posto? Pensi ancora a quello che è successo sabato?>> chiesi.
<<In un certo senso ci penso ancora, non riesco a perdonarmi per averti strappato quel bacio senza il tuo volere. Non so davvero cosa mi sia preso in quel momento. È solo che tu eri così vicina e io->>
<<Non serve giustificarsi ancora. Ormai è successo, no? Non serve farsene un cruccio. Piuttosto posso farti una domanda, se non sono indiscreta?>> chiesi.
Lui mi fece cenno di continuare.
<<Non voglio sembrarti un'egocentrica o una che si fa film mentali, però quello che è successo mi ha dato da pensare. Sul treno mi hai parlato di un'altra ragazza per cui temi di nutrire un interesse e alla luce di quanto è successo non è che per caso parl->>
<<Non sei tu>> mi bloccò lui <<lo so che visto che ti ho baciata la cosa adesso sembri fraintendibile, ma non sei tu. Quindi puoi stare tranquilla.>>
<<Bene, questo in un certo senso mi solleva. Perché sei ben a conoscenza della mia situazione con Gaara e tutto è già abbastanza intricato per me>> gli dissi.
<<Per quanto odi ammetterlo hai proprio ragione. Quello stupido mostriciattolo ti dà già abbastanza da pensare, sarebbe troppo strano se adesso saltassi fuori anche io. Per fortuna che non è così>> disse lui <<non che tu sia brutta, eh! Per carità! Anzi sei bellissima, non fraintendermi, ma->>
<<Naruto, stai rilassato. Ho capito>> commentai, ridendo davanti a tutte quelle sue frasi impacciate. Lui si lasciò trascinare e mi rilassai totalmente.
Finalmente tutto era chiarito tra di noi e le cose potevano tornare come erano sempre state.
La nostra amicizia non era mai stata così salda.

<<Tutti quei tuoi discorsi sul dimenticarti di Gaara sarebbero più convincenti se non lo fissassi come si fissa un dolce dopo quattro mesi di dieta>> mi disse Ino, pungulandomi il braccio con una delle sue unghie.
<<Non lo stavo fissando>> mentii prontamente, massaggiandomi il punto colpito.
<<Ah no? Ma se hai quasi la bava>> mi fece notare lei, facendo scoppiare a ridere Tenten.
<<Va bene, lo stavo fissando. Adesso vuoi una medaglia?>> le chiesi, alzando gli occhi al cielo.
<<Non voglio una medaglia, ma piuttosto vederti fare pace con te stessa. Non puoi continuare a dire di non importartene e di essere a un passo dal dimenticarlo, se poi ti sento piangere tutte le notti nel tuo letto>> mi bisbigliò lei, attenta a non farsi sentire dalle persone attorno a noi che non c'entravano niente.
<<Ci sto provando, dico sul serio. Solo che lui è così... è così...>> cercai di dirle, senza tuttavia riuscirci.
<<Ne sei innamorata. Non è un reato federale e nemmeno io posso dire niente in merito alla sua bellezza, solo che devi prendere una decisione. Lasciarlo andare davvero oppure alzare il culo e cercare di conquistarlo, non sono tollerate le vie di mezzo>> mi spiegò <<tu cosa vuoi fare?>>
Mi presi qualche secondo per pensarci, osservandolo correre sul bordo del campo e asciugarsi il sudore dalla fronte con la sua maglietta. Così bello, così proibito.
Il mio cuore cercò di imporsi nella scelta, iniziando a battere violentemente non appena il suo sguardo acquamarina intercettò il mio.
Non si era più avvicinato a me da quel dopopartita in periferia, ma aveva continuato a provocarmi da lontano. Guardandomi con sfida, senza mai sbilanciarsi troppo per non darmi la soddisfazione.
Ero ancora pazza alla follia di lui, inutile negarlo o girarsi intorno.
<<Io lo voglio ancora. Lo voglio con tutta me stessa>> confessai, prendendo finalmente la mia decisione.
<<Allora riportarlo da te, prima che sia troppo tardi>> mi consigliò Ino.
<<Lo farò>> le dissi.

TADAN
Allora... io qua ho la domanda d'obbligo.
Tifate per Gaara o per Naruto?

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