•09 Ad ogni costo
Shikamaru era posto davanti a noi e ci guidava da diversi minuti. Mentre Ino ed io eravamo molto confuse e non facevamo altro che guardarci in faccia.
<<Sei sicura che quello lì sappia la destinazione giusta?>> domandò lei, avendo ben cura di tenere bassa la voce.
<<"Quello lì" ti sente>> replicò il mio migliore amico, pochi metri più avanti.
Ino alzò gli occhi al cielo e continuò a camminare.
Trattenni un risolino alla scena e superai la ragazza, per affiancare il mio migliore amico.
Gli davano abbastanza noia le persone appiccicose o le ragazze in generale, ma mi lasciò fare quando lo presi a braccetto, limitandosi semplicemente a sbuffare.
<<Certo che sei proprio un orso>> commentai io, ottenendo in risposta uno sguardo leggermente tagliente.
<<Non farmi pentire di aver preso sul serio questa gara. Lo sto solo facendo per non sentirvi starnazzare dopo.>>
Questa volta toccò a me alzare gli occhi al cielo, ma mi lasciai scivolare le sue parole addosso.
Ormai conoscevo da troppi anni quel ragazzo per prendere seriamente ogni sua parola.
<<Lo so che mi vuoi bene>> commentai.
<<Come ne voglio al paio di sandali di Ino>> rispose lui. Shikamaru era una causa persa.
Lasciai cadere ogni tentativo di conversazione e mi limitai semplicemente a camminare al suo fianco, avendo ben cura di non lasciare il suo braccio. Non erano molto frequenti i contatti tra di noi, ma erano sempre capaci di darmi un calore che nessun'altra cosa al mondo riusciva a darmi.
Lui era una figura indispensabile nella mia vita e lo stesso per lui, anche se non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
<<Almeno dicci dove stiamo andando>> impose Ino con tono autoritario, affiancandoci nel mentre.
Shikamaru le volse lo stesso sguardo che si usava rivolgere ad un insetto fastidioso, ma a quanto pare non aveva molta voglia di imporsi e si limitò a rispondere.
<<Kakashi Hatake significa rispettivamante "spaventapasseri" e "campo coltivato". Guarda caso il nostro custode ha un campo dietro la scuola con uno spaventapasseri per tenere lontani i corvi>> spiegò lui, lasciandoci decisamente di stucco.
<<Io non ne sapevo nulla. Come fa una persona pigra come te, che lascia a malapena la sua stanza, a saperlo?>> domandò Ino.
<<Quante chiacchiere voi donne>> si limitò semplicemente a rispondere lui, mandando su tutte le furie Ino.
Riuscii con fatica a placare gli animi e in breve tempo raggiungemmo il suddetto campo.
L'istituto vantava ettari ed ettari di proprietà e per tale nemmeno io sapevo dell'esistenza di quello spaventapasseri, anche perché il piccolo campo in questione era molto distante dall'edificio principale.
Ino quasi si lasciò scappare un gridolino di gioia quando arrivammo sul posto.
Camminammo con cura in mezzo al campo, avendo la premura di non calpestare nemmeno un germoglio, e ci posizionammo davanti allo spaventapasseri.
Il manichino era particolarmente brutto e ci fissava con i due bottoni che aveva al posto degli occhi. I vestiti erano sgualciti e sfilacciati, mentre il cappello di paglia iniziava a perdere colore.
Doveva essere lì da un bel po'.
Lasciai da parte l'analisi del suo aspetto quando notai il sacchettino che portava attaccato al collo.
<<Questi sono... fiori di ciliegio?>> domandai, fissando i delicati petali rosa racchiusi nel sacchetto trasparente.
Shikamaru ed Ino mi affiancarono e soppesarono con lo sguardo il contenuto.
<<Forse il Mister li ha presi dal piccolo boschetto attorno al perimetro? Quello vicino al laghetto artificiale è parecchio rigoglioso in questo periodo>> disse la bionda.
<<Sicuramente è così>> risposi, voltandomi giusto in tempo per vedere tre figure in lontananza.
Sasuke, Naruto e Kiba. La squadra numero 1.
<<Ci mancava solo questa, anche loro ci sono arrivati>> dissi.
<<Vorresti dire che Sasuke ci è arrivato. Figurati se quel selvaggio e quella testa vuota hanno qualche merito in tutto questo>> replicò Ino, lasciando trasparire la leggera ammirazione che ancora provava nei confronti del corvino.
Adesso c'era Sai nei suoi pensieri, ma non avrebbe mai dimenticato del tutto Sasuke.
<<Conviene sbrigarci allora>> replicai io, trascinandomi dietro Shikamaru per niente deciso a camminare.
<<Che seccatura>> mormorò semplicemente lui.
Man mano che ci avvicinavamo al terzetto sentivo il chiacchiericcio di Kiba e Naruto aumentare. Quei due erano disgraziatamente compagni di stanza e non facevano altro che litigare dal primo anno.
Avevano due caratteri abbastanza simili, tanto che erano entrambi testardi ed impulsivi, e questo li portava a scontrarsi irrimediabilmente. Il loro essere due teste calde, oltretutto, non li aiutava per niente.
La loro ennesima lite questa volta vertiva sulla gara in corso. Kiba stava accusando Naruto di aver rallentato la squadra e Naruto accusava Kiba di non avergli dato ascolto in merito alla scorciatoia che avrebbe desiderato prendere precedentemente. Sasuke sembrava sull'orlo di una crisi di nervi e camminava in testa al gruppo con il viso contratto in una smorfia poco rassicurante. Se solo avesse potuto avrebbe preso volentieri a calci i due ragazzi pur di farli tacere.
Ci scambiammo un leggero cenno di saluto.
Per il resto cercai di tenere un profilo basso e di evitare lo sguardo di Naruto, ma lui mi notò proprio mentre credevo di essere passata inosservata ai suoi occhi.
Nei tre giorni precedenti non c'erano stati incontri diretti, in quanto io avevo apertamente evitato ogni contatto con lui, solo che adesso mi risultava impossibile fuggire.
Quando notai il suo sguardo su di me deviai immediatamente il mio, puntandolo sul terreno sotto i miei piedi.
Sentivo le mani iniziare a sudare in maniera fastidiosa e l'imbarazzo crescere dentro di me.
Passai accanto a lui in pochi secondi e nel farlo le nostre mani si sfiorarono leggermente. Il contatto mi fece trasalire, ma cercai di restare impassibile.
Io e il mio gruppo riuscimmo a fare appena tre metri prima di subire un'interruzione.
L'interruzione in quel caso era la mano di Naruto attorno al mio polso ed il suo sguardo implorante davanti a me.
<<Per favore, aspetta un secondo>> mi disse lui, stringendomi leggermente il polso come per paura di vedermi andare via.
Ino si intromise immediatamente e fronteggiò il ragazzo, causando il suo allontanamento dal mio corpo.
<<Abbiamo una gara da vincere e lei non ha tempo da perdere con una testa quadra come te>> lo liquidò lei, strattonandomi immediatamente il più lontano possibile da lui.
Voltai leggermente la testa verso il ragazzo, mentre la mia migliore amica mi trascinava via, e nel farlo lessi il dolore più profondo nei suoi occhi.
Era visibilmente dispiaciuto, ma non riuscivo a perdonarlo del tutto. La ferita era ancora troppo fresca.
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