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POSTA VIA GUFO E IL PAIOLO MAGICO

Harry Potter non si era mai sentito così isolato in tutta la sua vita.

Aveva pensato che, dopo aver ricevuto la conferma di possedere la magia, di non essere un mostro come i suoi parenti amavano pensare, ma di avere amici che lo supportavano e amavano per il semplice fatto di essere Harry, le cose avrebbero potuto solo migliorare.

Soprattutto dopo aver ricevuto le loro lettere.

Dopo cinque settimane senza notizie dai suoi amici, a causa di una disastrosa telefonata, Harry si era rassegnato a rimanere solo, come era stato per l'estate precedente.

L'unico miglioramento che Harry poteva vedere era Edvige. Dopo aver promesso, giurato e pregato un po', zio Vernon aveva accettato di lasciare libera la sua civetta almeno per la notte. 

Probabilmente, rifletté Harry, il vero motivo dietro l'accordo di suo zio era stato il rumore che Edvige aveva cominciato a fare ogni notte fino a che l'uomo non aveva accettato.

Comunque, la notte prima del suo compleanno, Harry aveva appena finito di scrivere di Guendalina la Guercia e aveva finalmente osservato la sveglia luminosa sul comodino.

Era l'una di notte.

Aveva tredici anni già da un'ora, senza saperlo.

Certo, non era che Harry avesse un motivo per aspettare con ansia i suoi compleanni.

Non aveva mai ricevuto un biglietto d'auguri in tutta la sua vita.

E i Dursley avevano completamente ignorato l'evento nei due anni passati, e non c'era motivo di credere che si sarebbero ricordati di questo.

Harry sospirò. Sarebbe stato bello avere Edvige con lui, almeno l'unica altra creatura vivente che non sussultasse ogni volta che lo guardava, ma che, anzi si prendeva cura di lui.

Ma Edvige era via da due notti ormai.

Non che Harry fosse preoccupato per lei. Era stata lontana da casa altrettanto a lungo prima di allora, ed era estremamente intelligente.

Harry, benché ancora piuttosto piccolo e mingherlino per la sua età, era cresciuto di qualche centimetro nell'ultimo anno. I suoi capelli nerissimi, comunque, erano quelli di sempre: ostinatamente in disordine, qualunque cosa facesse. Gli occhi dietro le lenti erano verdi e brillanti, e sulla fronte, chiaramente visibile attraverso il ciuffo, c'era una sottile cicatrice a forma di saetta.

Harry scrutò il cielo stellato alla ricerca di un segno di Edvige, magari di ritorno con un topo morto penzolante dal becco, in attesa di lodi.

Il suo sguardo vagava assente sui tetti, così ci mise qualche secondo a capire cosa fosse
ciò che gli si parò davanti agli occhi.

Stagliata contro la luna d'oro, sempre più grande man mano che si avvicinava, c'era una grande creatura stranamente sghemba, che volava verso di lui.

Harry rimase immobile a fissarla.

Per un attimo esitò, la mano sulla maniglia della finestra, chiedendosi se non fosse il caso di chiuderla rapidamente. Avrebbe potuto essere pericoloso.

Ma poi la bizzarra creatura planò su uno dei lampioni di Privet Drive, e Harry, che finalmente aveva capito cosa fosse, fece un balzo di lato per farla passare.

Dalla finestra entrarono tre gufi.

Due di loro sorreggevano il terzo, che sembrava privo di sensi.

Atterrarono con un morbido flump sul letto di Harry, e il gufo in mezzo, che era grosso e grigio, si rovesciò su un fianco e giacque immobile.

Aveva un voluminoso pacco legato alle zampe.

Harry riconobbe subito il gufo privo di sensi: si chiamava Errol, e apparteneva alla famiglia Weasley.

Harry balzò subito sul letto, slegò le corde attorno alle zampe di Errol, prese il pacco e portò l'uccello nella gabbia di Edvige.

Errol aprì un occhio appannato, fece un debole verso di ringraziamento e tuffò il becco nella vaschetta dell'acqua.

Harry si voltò verso gli altri uccelli.

Uno dei due, una grossa civetta candida, era la sua Edvige.

Anche lei portava un grosso pacco, e sembrava estremamente soddisfatta di sé.

Diede a Harry un colpetto affettuoso col becco mentre lui la liberava del fardello, poi volò attraverso la stanza per raggiungere Errol.

Harry non riconobbe il terzo gufo, un bell'animale fulvo, ma capì all'istante da dove veniva perché, oltre a un terzo grosso pacco, portava una lettera con il sigillo di Hogwarts.

Quando Harry gli prese il pacco, il gufo arruffò le piume con aria d'importanza, spalancò le ali e spiccò il volo nella notte attraverso la finestra. Qualcuno aveva un ego.

Harry si sedette sul letto e prese il pacco di Errol, strappò l'involucro e scoprì un regalo avvolto in carta dorata, insieme al primo biglietto d'auguri della sua vita.

Con dita tremanti, aprì la busta.

Ne scivolarono fuori tre fogli di carta: due lettera e un ritaglio di giornale.

Il ritaglio proveniva chiaramente dal quotidiano dei maghi, La Gazzetta
del Profeta, perché le foto in bianco e nero erano animate.

Harry lo prese, lo dispiegò e lesse:
DIPENDENTE DEL MINISTERO DELLA MAGIA VINCE GROSSO PREMIO

Arthur Weasley, Direttore dell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani al Ministero della Magia, ha vinto il primo premio della lotteria annuale Super Galeone d'Oro della Gazzetta del Profeta.Il signor Weasley, soddisfattissimo, ha dichiarato alla Gazzetta del Profeta: "Useremo il premio per una vacanza in Egitto, dove mio figlio maggiore, Bill, lavora come Spezzaincantesimi per la Banca dei Maghi Gringott" La famiglia Weasley trascorrerà un mese in Egitto, ma tornerà in tempo per l'inizio del nuovo anno scolastico a Hogwarts, dove attualmente sono iscritti cinque dei sette ragazzi Weasley.

Harry guardò la foto animata, e un gran sorriso gli si allargò in volto quando vide tutti i nove Weasley che lo salutavano agitando freneticamente un braccio, in piedi davanti a un'alta piramide.

La piccola e rotondetta signora Weasley, l'alto signor Weasley, sempre più stempiato, sei figli e una figlia, tutti quanti (anche se dall'immagine in bianco e nero non si vedeva) forniti di capelli rosso fiamma.

Proprio al centro della foto c'era Ron, con il topo Crosta sulla spalla e il braccio attorno alle spalle della sorellina Ginny.

Per Harry nessuno meritava di vincere un bel mucchio d'oro più dei Weasley, che erano molto simpatici ed estremamente poveri. Prese la lettera di Ron e la aprì.

Caro Harry,
Buon compleanno!
Senti, mi dispiace davvero per quella telefonata. Spero che i Babbani non ti abbiano strapazzato. Ho chiesto a papà, e ha detto che non dovevo urlare.
È bellissimo qui in Egitto. Bill ci ha portati a vedere le tombe e non ti immagini nemmeno tutte le maledizioni che quegli antichi maghi egizi ci hanno ficcato dentro.

La mamma non ha voluto che Ginny mettesse piede nell'ultima.

Era piena di scheletri mutanti, di Babbani che erano riusciti a entrare e gli erano cresciute delle teste in più e roba del genere.

Non ci potevo credere quando papà ha vinto il Super Galeone d'Oro della Gazzetta.

Settecento galeoni!

Li abbiamo spesi quasi tutti per questa vacanza, ma mi compreranno una nuova bacchetta magica per il nuovo anno scolastico.

Harry ricordava fin troppo bene la circostanza in cui la vecchia bacchetta di Ron si era spezzata.

Era successo quando l'auto volante con cui stavano andando a Hogwarts si era schiantata contro un albero nel cortile della scuola.

Certo, alla fine aveva funzionato in loro favore, ma comunque... Era contento che Ron avesse finalmente una bacchetta funzionante.

Torneremo una settimana prima dell'inizio della scuola e andremo a Londra a comprare la mia bacchetta e i libri nuovi.

Ci vediamo là?

Non farti mettere sotto dai Babbani!
Cerca di venire a Londra.
Ron

P.S. Percy è diventato Caposcuola. Ha ricevuto la lettera la settimana scorsa.

Harry guardò di nuovo le fotografie.

Percy, che frequentava il settimo e ultimo anno a Hogwarts, aveva l'aria particolarmente compiaciuta.
Un nuovo distintivo d'argento scintillava sul fez che portava sopra gli occhiali cerchiati di corno.

Poi Harry rivolse la sua attenzione al regalo e lo scartò.

Dentro c'era quella che sembrava una trottola di vetro in miniatura.
Sotto c'era un altro biglietto di Ron.

Harry, questo è uno Spioscopio Tascabile.
Se nei dintorni c'è qualcuno di cui non fidarsi, dovrebbe accendersi e cominciare a girare.
Bill dice che è robaccia per maghi in vacanza e che non ci si può far conto, perché ieri sera ha continuato ad accendersi per tutta la cena.
Ma non si era accorto che Fred e George gli avevano messo degli scarafaggi nella minestra.
Ciao da Ron

Harry posò lo Spioscopio Tascabile sul comodino, dove rimase fermo, in equilibrio sulla punta, a riflettere le lancette luminose della sveglia.

Lo guardò con gioia per qualche secondo, poi prese la seconda lettera che Errol aveva portato.

Ciao Harry!
Come te la cavi da quei babbani? Serve un nuovo salvataggio?
Purtroppo abbiamo perso la macchina, come siamo sicuri tu sappia, ma possiamo essere inventivi!
Non ci fidiamo di Errol per spedire il regalo, ma non volevamo che credessi ci fossimo dimenticati di te!
Buon compleanno!
Dai tuoi battitori e Weasley preferiti.
Fred e George

Harry sorrise.

Non si aspettava che i gemelli avrebbero mai fatto gli auguri.

Ma era una piacevole sorpresa.

Probabilmente quando li avesse visti avrebbe dovuto scusarsi per non avere potuto rispondere, ma non poteva rischiare Edvige per spedire una lettera.

E non voleva perdere la compagnia dell'unica che tenesse a lui.

Poi rivolse la propria attenzione al pacco portato da Edvige.

Anche lì dentro c'erano un regalo incartato, un biglietto e una lettera, questa volta da parte di Hermione.

Caro Harry,
Ron mi ha scritto raccontandomi della sua telefonata con tuo zio Vernon.
Spero che tu stia bene.
Sono in vacanza in Francia al momento e non sapevo come fare a spedirti questo pacco: e se per caso lo aprivano alla frontiera?

Ma poi è spuntata Edvige!

Credo che volesse essere sicura che tu ricevessi qualcosa per il tuo compleanno, tanto per cambiare.
Ti ho comprato questo regalo via gufo, c'era la pubblicità sulla Gazzetta del Profeta (me la faccio recapitare qui, è bello tenersi aggiornati sulle novità del mondo della magia).
Hai visto la foto di Ron e della sua famiglia una settimana fa?
Scommetto che sta imparando un sacco di cose, sono davvero invidiosa: i maghi dell'antico Egitto erano affascinanti.
Anche qui ci sono tracce di un passato di stregoneria, comunque.
Ho riscritto tutto il tema di Storia della Magia per inserire alcune delle cose che ho scoperto.
Spero che non sia troppo lungo, sono due rotoli di pergamena in più di quello che ha chiesto il professor Rüf.
Ron dice che sarà a Londra l'ultima settimana di vacanze.
Tu ce la farai?
Tua zia e tuo zio ti lasceranno venire?
Spero proprio di sì.
Altrimenti ci vediamo sull'Espresso di Hogwarts il primo settembre!
Tua
Hermione
P.S. Ron dice che Percy è diventato Caposcuola. Ci scommetto che ne è felice. Ron invece non sembra troppo contento.

Harry rise di nuovo, mise da parte la lettera di Hermione e prese il suo regalo.

Era molto pesante.

Conoscendo Hermione, era certo che fosse un grosso libro pieno di incantesimi molto difficili: e invece no.

Il cuore di Harry diede un gran balzo mentre lui strappava la carta.

Quello che vide fu una custodia di pelle nera, con su scritto a lettere d'argento: Kit di Manutenzione per Manici di Scopa.

"Wow, Hermione!" sussurrò Harry, aprendo la cerniera.

C'era un grosso barattolo di Lucido per manici Extra Lusso Il Quercione, un paio di lucenti Forbici coda-ciuffi d'argento, una piccola bussola d'ottone da assicurare al manico durante i lunghi viaggi e un Manuale fai-da-te intitolato La Manutenzione dei Manici di Scopa.

Oltre ai suoi amici, la cosa di Hogwarts che a Harry mancava di più era il Quidditch, lo sport più popolare del mondo della magia: altamente pericoloso, molto eccitante, si giocava su manici di scopa.

Harry eccelleva nel Quidditch; era il più giovane giocatore degli ultimi cento anni.

Una delle cose più preziose che Harry possedeva era la scopa da corsa Nimbus Duemila.

Mise da parte l'astuccio di pelle e prese l'ultimo pacco.

Riconobbe immediatamente lo scarabocchio sulla carta marrone: era di Hagrid, il guardiacaccia di Hogwarts.

Strappò il primo strato di carta e intravide qualcosa di verde, apparentemente di pelle, ma prima che finisse di scartarlo il pacchetto ebbe uno strano fremito, e il suo contenuto, qualunque cosa fosse, fece uno schiocco secco e forte, come se avesse le mascelle.

Harry si sentì gelare.

Hagrid aveva sempre avuto una percezione del pericolo molto diversa sa tutti gli altri esseri viventi.

Una volta, convinto che Aragog non avrebbe mai ferito amici di Hagrid, aveva mandato Harry e Ron nella loro tana, e questo aveva portato ad una fuga precipitosa, una quasi morte da parte di entrambe, e una macchina leale e abbastanza pericolosa come salvatore improbabile.

Harry tastò nervosamente il pacco.

L'oggetto misterioso schioccò di nuovo.

Harry afferrò saldamente la lampada sul comodino e la levò alta sopra la testa, pronto a colpire.

Poi afferrò con l'altra mano il resto della carta che avvolgeva il pacco e tirò.

Ne uscì un libro.

Harry ebbe appena il tempo di notare la bella copertina verde, con sopra inciso a lettere d'oro il titolo Il Libro Mostro dei Mostri, prima che il volume scattasse in equilibrio sul bordo dandosi alla fuga di traverso sul letto come un granchio bizzarro.

"Oh oh" borbottò Harry.

Il libro cadde dal letto con un tonfo sordo e attraversò rapido la stanza.

Harry lo seguì, guardingo.

Il libro si era nascosto nello spazio buio sotto la sua scrivania.

"Ahia!"

Il libro si chiuse di colpo sulla sua mano e poi corse via sbatacchiando, sempre di sghembo sui bordi della copertina.

Harry avanzò carponi, si slanciò in avanti e cercò di appiattirlo.

Dalla camera accanto giunse un grugnito sonnolento di zio Vernon.

Edvige ed Errol osservarono con interesse Harry che afferrava il libro e lo stringeva saldamente fra le braccia, correva verso il cassettone e ne estraeva una cintura, che strinse attorno al curioso oggetto.

Il Libro Mostro fu scosso dalla rabbia, ma non poteva più aprirsi e chiudersi di scatto.

Così Harry lo gettò sul letto e prese il biglietto di Hagrid.

Caro Harry,
Buon compleanno!
Credo che troverai questa cosa interessante per il prossimo anno. Non ti dico altro adesso. Ti dico quando ti vedo.
Spero che i Babbani ti trattano bene.
Stammi bene.
Hagrid

A Harry parve alquanto allarmante che Hagrid considerasse utile un libro mordace, ma mise il suo biglietto vicino a quelli di Ron, Fred e George e di Hermione, con un sorriso più largo che mai.

Restava solo la lettera da Hogwarts.

Notando che era più voluminosa del solito, Harry aprì la busta, estrasse il primo foglio di pergamena e lesse:

Caro signor Potter,
Ci pregiamo di informarla che il nuovo anno scolastico comincerà il primo settembre. L'Espresso di Hogwarts partirà dalla stazione di King's Cross, binario nove e tre quarti, alle undici in punto.
Gli studenti del terzo anno hanno il permesso di visitare il villaggio di Hogsmeade in alcuni finesettimana stabiliti. La preghiamo di restituirei l'autorizzazione allegata, firmata da un genitore o da un tutore.
Allego la lista dei libri di testo per il prossimo anno.
Cordialmente,
Professoressa M. McGranitt
Vicepreside
P.S. Il professor Albus Silente si unisce a me nell'augurarti un felice compleanno, Harry.

Harry estrasse l'autorizzazione e la guardò, senza più sorridere.

Sarebbe stato meraviglioso poter visitare Hogsmeade nei finesettimana; sapeva che era un villaggio abitato esclusivamente da maghi, e non vi aveva mai messo piede prima.

Ma come avrebbe fatto a convincere gli zii a firmare il permesso?

Guardò la sveglia. Erano le due del mattino.

Harry decise che avrebbe pensato a Hogsmeade al suo risveglio, tornò a letto e si sporse per cancellare un altro giorno sulla tabella che contava giorni mancanti al suo ritorno a Hogwarts.

Poi si tolse gli occhiali e si distese, a occhi aperti, fissando i quattro biglietti di compleanno.

Per quanto fosse un ragazzo decisamente insolito, in quel momento Harry Potter si sentì proprio come chiunque altro: felice, per la prima volta nella vita, che fosse il suo compleanno.

Ovviamente, tutto era dovuto andare all'aria quando Marge aveva fatto il suo arrivo.

Farla espandere non era stato previsto, anche se minacciare suo zio con la bacchetta era stato liberatorio.

Ma adesso, dopo essere rimasto in mezzo alla strada babbana senza alcun possibile aiuto, anche dopo che il Nottetempo lo aveva trovato, dopo che il ministro lo aveva raggiunto e rassicurato sul suo futuro nel Castello, assumendo che gonfiare zie non equivaleva ad essere espulso o arrestato, Harry si sentiva ancora solo.

Prima di tutto, la libertà che gli era stata data sembrava troppo stretta.

Come poteva passare da mangiare pochi avanzi una volta al giorno, pulire e seguire ogni capriccio dei suoi zii e suo cugino, a alzarsi a che ora preferiva, mangiare quello che voleva e andare dove volesse?

Era strano, gli stava dando alla testa, ed Harry stava continuando ad aspettare che l'altra scarpa cadesse.

Certo, il Ministro aveva detto che non poteva lasciare Diagon Alley, che doveva sempre rimanere nel sobborgo magico e non avventurarsi dal lato babbano di Londra, ma perché Harry avrebbe dovuto volere lasciare il lato magico?

Diagon Alley aveva molti negozi, molti dei quali Harry non aveva mai nemmeno notato, sempre distratto da altre questioni, come scoprire di essere un mago, o incontrare Allock per la prima volta, dopo un viaggio non propgrammato a Knocturn Alley. Harry stava ancora cercando di capire quale fosse il momento peggiore tra i due.

La prima cosa che però fece il primo giorno fu subito rispondere ai suoi amici.

Le lettere di Hermione, Ron e Hagrid vennero fuori facilmente.

Quella per i gemelli, invece, era in qualche modo più difficile.

Erano amici, certo, ma Harry non era particolarmente vicino a loro.

Erano battitori nella squadra di Quidditch, ma avevano anche due anni in più e, a parte le partite e gli allenamenti, non spendevano troppo tempo insieme.

Certo, l'anno precedente erano stati molto coraggiosi a infrangere la legge magica per salvarlo dai Dursley, o a ridere del fatto che potesse essere l'erede di Serpeverde, ma a parte quello non avevano davvero parlato.

Dopo aver stracciato un numero svariato di fogli, Harry finalmente poteva ritenersi soddisfatto della risposta.

Ciao Fred e George!
Grazie per gli auguri!
E no, nessun salvataggio quest'anno, ho optato per fare da solo.
Certo, niente come volare su una macchina, o qualcosa di eroico come buttare mio zio dalla finestra al tentativo di prendermi, ma faccio quello che posso.
Mi dispiace di non aver risposto prima, non potevo mandare Edvige troppo lontano o avrebbero richiuso la sua gabbia.
Ci vediamo a Diagon Alley quando verrete per fare gli acquisti.
Harry.

Harry si svegliò l'ultimo giorno delle vacanze pensando che almeno avrebbe incontrato Ron e Hermione il giorno dopo, sull'Espresso di Hogwarts.

Si alzò, si vestì, andò a dare un'ultima occhiata alla Firebolt e stava pensando a dove pranzare quando qualcuno lo chiamò costringendolo a voltarsi.

"Harry! HARRY!"

Erano lì tutti e due, seduti a un tavolino della gelateria di Florian Fortebraccio.

Ron era incredibilmente lentigginoso, Hermione molto abbronzata, e tutti e due lo salutavano freneticamente con la mano.

"Finalmente!" disse Ron, sorridendo a Harry che prendeva posto al loro tavolo. "Siamo andati al Paiolo magico, ma ci hanno detto che eri uscito, e poi al Ghirigoro, e da Madama McClan, e..."

"Ho comprato tutte le cose per la scuola la settimana scorsa" spiegò Harry. "Come facevate a sapere che sto al Paiolo magico?"

"Papà" disse Ron semplicemente.

Il signor Weasley, che lavorava al Ministero della Magia, doveva aver sentito tutta la storia di zia Marge.

"Hai davvero gonfiato tua zia, Harry?" chiese Hermione in tono molto serio.

"Non volevo" rispose Harry, mentre Ron scoppiava a ridere. "È che ho... perso il controllo".

"Non c'è niente da ridere, Ron" disse Hermione seccamente. "Davvero, mi stupisco che Harry non sia stato espulso"

"Anch'io" ammise Harry. "A parte l'espulsione, credevo che mi avrebbero arrestato" Guardò Ron. "Tuo padre non sa perché Caramell mi ha lasciato andare?"

"Probabilmente perché sei tu, no?" disse Ron scrollando le spalle, con un'ultima risatina. "Il famoso Harry Potter eccetera eccetera. Preferisco non sapere che cosa farebbe a me il Ministero se gonfiassi una zia. Comunque dovrebbero prima tirarmi fuori dalla fossa, perché mamma mi ucciderebbe di sicuro. Puoi sempre chiederlo direttamente a papà stasera. Anche noi dormiamo al Paiolo magico! Cosi domattina possiamo andare insieme a King's Cross! E c'è anche Hermione!"

Hermione annuì sorridendo. "I miei mi hanno accompagnata qui stamattina con tutte le mie cose per Hogwarts"

"Ottimo!" disse Harry allegro. "Allora avete già tutti i libri nuovi e il resto?"

"Guarda un po'" disse Ron.

Estrasse da una borsa una lunga scatola piatta e l'aprì. "Bacchetta nuova di zecca. Quattordici pollici, legno di salice, con un crine di coda di unicorno incorporato. E abbiamo tutti i libri" disse indicando una grossa borsa sotto la sedia. "Forti, quei Libri Mostri, eh? Il commesso si è quasi messo a piangere quando gli abbiamo detto che ne volevamo due".

"E quelli cosa sono, Hermione?" chiese Harry indicando non una, ma tre borse stracolme sulla sedia accanto a lei.

"Quest'anno seguirò più corsi di te" disse Hermione. "Sono i libri per Aritmanzia, Cura delle Creature Magiche. Divinazione, Studio delle Antiche Rune, Babbanologia..."

"Perché anche Babbanologia?" chiese Ron, sgranando gli occhi. "Tu sei di famiglia Babbana! I tuoi genitori sono Babbani! Sai già tutto dei Babbani!"

"Ma sarà affascinante studiarli dal punto di vista dei maghi" disse Hermione entusiasta.

"Hai intenzione anche di mangiare e dormire ogni tanto, quest'anno, Hermione?" chiese Harry mentre Ron ridacchiava.

Hermione fece finta di niente.

"Ho ancora dieci galeoni" disse controllando il portafogli. "Fra poco è il mio compleanno, e mamma e papà mi hanno dato dei soldi perché mi comprassi un regalo in anticipo"

"Un bel libro, magari?" chiese Ron con fare innocente.

"No, non credo" rispose Hermione seria. "Vorrei proprio un gufo. Voglio dire, Harry ha Edvige e tu hai Errol..."

"Non è mio" disse Ron. "Errol è il gufo di casa. Io ho solo Crosta". Estrasse il suo topo dalla tasca. "E voglio fargli dare un'occhiata" aggiunse, deponendo Crosta sul tavolo. "Temo che l'Egitto non gli abbia fatto troppo bene".

Crosta era più magro del solito, e i baffi gli ricadevano flosci.

"C'è un negozio di creature magiche proprio laggiù" disse Harry, che ormai conosceva Diagon Alley come le sue tasche. "Tu potresti vedere se hanno qualcosa per Crosta, e Hermione può comprarsi il suo gufo".

Così pagarono i gelati e attraversarono la strada fino al Serraglio Stregato.

Dopo che Ron aveva mostrato al commesso Crosta, e aveva ricevuto la medicina per guarirlo, un grosso gatto, o una tigre piccola, aveva assalito Ron, facendolo correre dietro al topo, subito seguito da Harry.

Avevano avuto abbastanza sorpresa sia a Diagon Alley sia ad Hogwarts. Meglio evitare di averne ancora.

Poi, ovviamente, Hermione era uscita con quel gatto/tigre.

Non sorpreso che i due continuassero a litigare per tutta la strada verso il Paiolo Magico, Harry fu piacevolmente sorpreso di vedere il signor Weasley era al bar a leggere La Gazzetta del Profeta.

"Harry!" disse con un sorriso, alzando lo sguardo. "Come stai?"

"Bene, grazie" disse Harry mentre lui, Ron e Hermione si sistemavano con tutti i loro acquisti.

Il signor Weasley mise da parte il giornale e Harry vide il viso ormai familiare di Sirius Black che lo guardava.

"Non l'hanno ancora preso, allora?" chiese.

"No" rispose il signor Weasley in tono molto serio. "Al Ministero ci hanno dispensato dagli incarichi ordinari per concentrarci tutti sulle ricerche, ma finora non abbiamo avuto fortuna"

"C'è una ricompensa se lo prendiamo?" chiese Ron. "Non sarebbe male, un po' di soldi..."

"Non essere ridicolo, Ron" disse il signor Weasley, che da vicino appariva molto stanco e teso. "Black non si farà prendere da un mago di tredici anni. Saranno le guardie di Azkaban a riacciuffarlo, vedrete".

In quel momento entrò la signora Weasley, carica di borse e sacchetti, seguita dai gemelli, Fred e George, che stavano per cominciare il quinto anno a Hogwarts, dal neoeletto Caposcuola, Percy, e dalla più piccola della famiglia, l'unica femmina, Ginny.

Ginny, che aveva da sempre una grande passione per Harry, fu ancora più imbarazzata del solito quando lo vide, probabilmente perché lui le aveva salvato la vita l'anno prima a Hogwarts.
Diventò tutta rossa e mormorò 'ciao' senza guardarlo.

Percy, invece, gli tese la mano con solennità, come se lui e Harry non si conoscessero, e disse. "Harry. Che piacere vederti".

"Ciao, Percy" replicò Harry cercando di non ridere.

"Spero che tu stia bene" disse Percy pomposo, stringendogli la mano.

Era un po' come essere presentati al sindaco.

"Molto bene, grazie..."

"Harry!" esclamò Fred, dando una gomitata a Percy per toglierlo di torno e facendo un profondo inchino. "È semplicemente magnifico vederti, ragazzo..."

"Meraviglioso" disse George, spingendo Fred da una parte e afferrando la mano di Harry. "Assolutamente splendido".

Percy li guardò storto.

"Ora basta" disse la signora Weasley.

"Mamma!" esclamò Fred, come se l'avesse vista solo in quell'istante. E poi, afferrandole la mano: "È fantastico vederti..."

"Ho detto basta così" disse la signora Weasley depositando i sacchetti su una sedia vuota. "Buongiorno, Harry caro. Hai sentito la bella novità, vero?"
Indicò il distintivo d'argento nuovo di zecca appuntato sul petto di Percy. "È il secondo Caposcuola in famiglia!" disse, orgogliosa.

"E l'ultimo" mormorò Fred fra i denti.

"Non ne dubito" disse la signora Weasley, improvvisamente accigliata. "Voi due non siete diventati Prefetti, a quanto ne so".

"E perché dovremmo?" chiese George, inorridito alla sola idea. "Toglierebbe tutto il gusto".

Ginny ridacchiò.

"Dovreste dare il buon esempio a vostra sorella!" esclamò la signora Weasley.

"Ginny ha altri fratelli che possono darle il buon esempio, mamma" disse Percy altezzoso. "Salgo a cambiarmi per la cena..."

Scomparve su per le scale, e George sospirò. "Abbiamo cercato di chiuderlo in una piramide" disse a Harry. "Ma la mamma ci ha scoperti"

Harry rise, e Fred strinse il ragazzo, posando un braccio sulle sue spalle.
"Ma ho sentito che gonfi zie, Harry."

Il ragazzo arrossì, guardando Hermione che, però, stava parlando con Ron e non fece caso alle parole del gemello.

"È stato involontario. Non ho davvero pensato di gonfiarla, è solo...successo."

"No, no, no. Non lasciare che il senso di colpa ti colga, Harry." Scosse la testa George.

"È l'occasione di rimanere fregati nelle regole e perdere ogni divertimento dalla vita." Annuì Fred e Harry rise.

"Va bene, ho capito. Ma non è stato davvero volontario. Stava parlando e poi ha iniziato a fluttuare verso il cielo."

Fred e George scoppiarono a ridere, stringendo Harry, prima di allontanarsi con uno sguardo valutativo.

"Uhm, che avete?" Chiese Harry, non contento di trovarsi alla fine della loro attenzione.

Non portava mai a niente di buono, l'attenzione dei gemelli.

"Vieni dopo nella nostra camera? Abbiamo il regalo per te."

Harry sorrise, prima di sentire Ron chiamarlo.

Salutando i gemelli, si sedette vicino a Ron, non notando lo sguardo fisso su di lui da parte loro.

***

Dopo cena tutti erano sazi e sonnolenti.

Harry era stato pronto a dormire dopo aver sistemato il suo baule, quando sentì un'esplosione di voci dall'altra parte della parete.

Incuriosito, era andato a vedere che cosa fosse successo.

"Il mio distintivo da Caposcuola è sparito" disse Percy.

"Anche lo Sciroppo Ratto di Crosta" disse Ron, lanciando una serie di oggetti fuori dal suo baule. "Forse l'ho lasciato giù al bar..."

"Tu non vai da nessuna parte finché non salta fuori il mio distintivo!" strillò Percy.

"Vado io a prendere le cose di Crosta, io ho già finito" disse Harry a Ron, che sorrise grato, e scese le scale.

Ovviamente, Harry aveva trovato lo Sciroppo Ratto, ma aveva anche origliato una conversazione tra i signori Weasley.

Normalmente, non lo avrebbe fatto. Non avrebbe mai voluto ascoltare una conversazione personale, ma poi, aveva sentito il proprio nome, seguito poco dopo da quello di Black.

Ed era rimasto ad ascoltare.

Harry aveva poi aspettato finché non sentì chiudersi la porta della camera dei Weasley, ed era tornato di sopra, per riconsegnare lo Sciroppo Ratto a Ron e chiudersi nella sua stanza a riflettere.

Fred e George erano nascosti nell'ombra del pianerottolo e si rotolavano dalle risate mentre Percy smantellava la sua camera alla ricerca del distintivo.

"Ce l'abbiamo noi" sussurrò Fred a Harry. "L'abbiamo migliorato"

Ora sul distintivo c'era scritto Zuccaposcuola.

Harry scoppiò in una risata forzata, consegnò la boccetta a Ron, si chiuse in camera e si distese sul letto.

E così Sirius Black lo stava cercando.

Questo spiegava tutto: Caramell aveva chiuso un occhio con lui perché era contento di trovarlo vivo.
Gli aveva fatto promettere di rimanere a Diagon Alley dove c'erano un sacco di maghi a tenerlo sotto controllo.
E mandava due auto del Ministero per portarli alla stazione il giorno dopo, in modo che i Weasley potessero sorvegliarlo finché non fosse salito sul treno.

Harry rimase disteso ad ascoltare le grida soffocate nella camera accanto e a chiedersi perché si sentisse così poco spaventato.

Sirius Black aveva ucciso tredici persone con un solo incantesimo; i Weasley erano convinti che Harry sarebbe stato preso dal panico se avesse saputo la verità.

Ma Harry era d'accordo con la signora Weasley, il posto più sicuro del mondo era quello dove si trovava Albus Silente; non dicevano tutti che Silente era l'unica persona di cui Voldemort avesse mai avuto paura?
Di sicuro Black, il braccio destro di Voldemort, lo temeva allo stesso modo.

E poi c'erano le guardie di Azkaban, di cui tutti parlavano.

Pareva potessero far impazzire la gente di paura, e se si piazzavano attorno alla scuola, le probabilità che Black riuscisse a entrare sembravano molto remote.

No, tutto sommato la cosa che più turbava Harry era che la possibilità di andare a Hogsmeade era ormai ridotta a zero.

Nessuno gli avrebbe permesso di allontanarsi dal castello, l'unico posto sicuro finché Black non fosse stato catturato; in effetti, Harry sospettava che ogni suo movimento sarebbe stato strettamente sorvegliato fino alla fine dell'emergenza.

Fissò imbronciato il soffitto buio.

Mentre rimuginava, la porta si aprí e Fred e George entrarono sorridenti.

"Sí?" Chiese Harry e i due si guardarono prima di fissare Harry.

"Il tuo regalo." Dissero in sincronia, facendo arrossire Harry che se ne era dimenticato completamente.

Fred e George si sedettero ai lati di Harry, appoggiando la schiena alla testata del letto e avvolgendo con un braccio ciascuno le spalle di Harry.

"Avanti, Harrikins...."

"...apri il tuo regalo."

Una scatola gli fu posta in grembo e Harry sbattè le palpebre, prima di aprirla.

Davanti a lui, una collana con uno strano simbolo, forse una runa, lo aspettava.
Harry la guardò, prima di guardare Fred e George.
"Grazie, è molto bella. Ma non pensavo fosse il vostro genere."

Fred e George sorrisero, prima che George iniziasse a dire. "Caro Harry..."
"...quella collana è molto più che solo una cosa molto bella..."
"...Ci offende a morte che tu pensi così poco di noi, ma lo imputeremo alla tarda ora e all'euforia di essere lontano dai Dursley."

"No, quel ciondolo ha una potente runa di protezione su di esso, quindi, in breve..."
"...ti protegge dall'essere afferrato, rubato, portato via senza la tua espressa volontà."

"Inoltre, ha un fascino di non notare che farà dimenticare alle persone la tua presenza, a meno che non sappiamo che tu debba essere lì o tu non li avvisi della tua presenza."

"Aspetta, nessuno può afferrarmi o spingermi in giro?"

George scosse la testa mentre un sorriso si diffondeva su entrambi i gemelli, e Fred rispose. "Se qualcuno osasse farlo, beh, si troverebbe spazzato via."

"Più malevolo era l'intento, più sarà doloroso il contraccolpo."

Harry sorrise, pensando ad Allock e Caramell e, ancora meno piacevole, tutte le volte in cui i suoi zii lo avevano afferrato e picchiato quando era più giovane.

Come sarebbe stato comodo, allora!

Sorridendo entusiasta, strinse in un forte abbraccio i due Weasley, facendo fare a entrambi un "Oof!" sorpreso e soffocato.

"Lo adoro! Grazie!"

Una risata lasciò i due ragazzi, che scrollarono le spalle, dicendo. "Sapevamo avresti apprezzato, Harry."

Harry sorrise, e George, poi, chiese. "Ma cosa ti ha fatto preoccupare così?"

"Non è niente, George."

Uno sguardo sorpreso passò tra i due gemelli, ma Fred insistette, pungolando il fianco di Harry. "Non chiuderti in te stesso, Harry. Fidati di noi, dai."

"Okay, bene. Sapete che Sirius Black è scappato da Azkaban, no?"

"Non ne avevamo idea, grazie Harry." Fred rispose e George annuì, serio. "Sí, non potevamo girare senza esserne a conoscenza."

Harry li guardò trattenendo un sorriso, estremamente divertito. "Era solo doveroso dirvelo."

Fred e George sorrisero sorpresi, ma Harry andò avanti. "Ero rimasto sorpreso quando Caramell non mi ha punito per la magia accidentale, ma poi ho...ascoltato una conversazione tra i vostri genitori, adesso. Black è scappato per dare la caccia a me. Apparentemente, vuole uccidermi."

Fred e George si scambiarono uno sguardo e Fred annuì. "Sí, è abbastanza comprensibile essere sconvolto da un serial killer che ti vuole morto."

"Non è quello. Sono sconvolto perché, adesso che so che Black mi dà la caccia, non ho nessuna possibilità di convincere la McGrannith a firmare per me il permesso per Hogsmeade."

George sbuffò e disse. "Priorità Harry. Un serial killer ti vuole morto, non puoi essere almeno un po' spaventato?"

"Ho un serial killer che mi vuole morto da quando sono nato. Voldemort ha cercato di uccidermi almeno tre volte al primo anno e poi al secondo c'era un basilisco nel castello. Entrambi gli anni, le persone sono passate a idrolatrare tutto quello che facevo, a detestarmi, per cose che non erano colpa mia in primo luogo. Al primo anno per i punti persi, nonostante la McGrannith a Malfoy ne avesse tolti solo venti mentre a noi cinquanta a testa. Qualcuno ha chiesto cosa fosse successo? No, a nessuno importava che un drago era nel Castello e che abbiamo dovuto chiamare io, Ron ed Hermione Charlie per sistemare il suo trasferimento. Il secondo anno? Parlo con i serpenti, cosa che non sapevo nemmeno di poter fare, nonostante l'incidente con il boa allo zoo, lo avevo supposto una magia accidentale anche quella, e vengo additato come un signore oscuro in erba. Ho sentito i Tassorosso parlare di me come una minaccia al potere di Voldemort, un suo degno concorrente e poi fare finta di niente subito dopo. Perché hanno il diritto di dire tutto quello che vogliono su di me e io non posso farci niente. Quindi, no, non mi interessa avere un seguace di Voldemort dietro di me, non dopo due anni passati a sopravvivere con il solo aiuto di Ron ed Hermione, mentre tutti gli altri se ne fregavano e mi offendevano come se non sentissi nemmeno! Dannazione, al primo anno alcuni Grifondoro mi hanno picchiato! Una dannata famiglia, se sono i Dursley il riferimento allora sì, proprio una famiglia. Quello che mi da fastidio è che ho perso, di nuovo, la possibilità di essere un normale adolescente, che anche quest'anno non ho possibilità di godermi un anno senza non dovermi guardare le spalle. Quindi, George, non si tratta di priorità in ordine o meno. Sono io che sono stanco di essere circondato da adulti menefreghisti e incompetenti e di altri ragazzi a cui non importa! Piton è stato il più utile e mi odia! È stato lui a minacciare Raptor e a fermarlo quando ha maledetto la scopa durante la partita di Quidditch. La McGrannith? Sono andato da lei per la Pietra e non ha nemmeno ascoltato!"

Harry si fermò dal suo discorso e si rese improvvisamente conto di avere urlato contro Fred e George.

"Scusate."

"Non scusarti per dire la verità o provare i tuoi sentimenti." Disse George, la voce roca.

Fred disse. "E hai anche me e George."

"Non con i punti. Percy mi ha detto che una volta avete perso duecento punti per avere scherzato con Piton. Lui e Oliver erano gli unici a non trattarmi come spazzatura."

"Non lo facevamo nemmeno noi!" Si difese George e Harry lo guardò. "Non mi chiamavate nemmeno Harry. Ero il Cercatore o lui. Era come essere tornato a Privet Drive. Solo che al posto di Freak ero Cercatore. Il disprezzo era lo stesso."

Fred e George si guardarono e poi entrambi si girarono con uno sguardo estremamente serio.

"So che non siamo Ron ed Hermione o un adulto responsabile..." Iniziò George e Fred, sorridendo, disse. "...o adolescenti responsabili, ma siamo lì per te, okay?"

"Sia per infrangere le regole, sia per sgattaiolare ad Hogsmeade, sia per allenamenti di Quidditch..." "...persino per studiare con te, se proprio vuoi."

Harry rise alla frase di Fred, prima di dire. "Non dovete sentirvi in obbligo. Ho Ron ed Hermione, non mi serve altra compagnia."

Fred e George scossero la testa e Fred disse, seriamente. "Saremo lì per te. Non per obbligo o altro, ma perché vogliamo esserlo."

"Hai salvato Ginny, Harry."

"Era la cosa giusta da fare, ragazzi."

"E per noi, essere lì per te è la cosa giusta da fare." Harry sorrise ai due, alzando le mani in segno di resa. "Va bene, vi credo."

George, dopo un po', disse. "Anche se non siamo prefetti come Percy, siamo competenti a scuola, nonostante quello che la mamma dice."

"Penso solo che sia un peccato che non siate prefetti. Almeno, uno dei due non lo sia."

Fred gemette. "Anche tu, no!"

"Cosa? I prefetti possono andare dove vogliono a qualsiasi ora, hanno le parole d'ordine per ogni Casa e ne conoscono la posizione. Conoscono le pattuglie dei professori e i loro turni in generale. Inoltre, hanno anche un bagno incredibile. Davvero, impressionante. E con uno dei due prefetto e un'intera scuola incapace di riconoscervi?"

Fred e George lo guardarono.

"Amico, ti corromperemo cosí tanto..."

"...non che sembri richiedere tanto tempo come ipotizzato precedentemente."

Harry sorrise a loro e Fred tornò sobrio. "Ad Hogwarts parleremo di... Alcune cose che hai detto. Soprattutto sui tuoi parenti e sui due anni qui."

"E quali Grifondoro dobbiamo maledire."

Harry corrugò la fronte. "Quali Grifondoro?"

"Quelli che ti hanno picchiato."

"Hanno lasciato Hogwarts. Non li troverete di certo al castello quest'anno."

Fred e George si guardarono prima di sorridere a Harry.

"Sarà un discorso per la prima sera al Castello." Promise Fred e George annuì. "Mi raccomando, adesso riposa."

"Sì, non vorremmo sconvolgere il tuo equilibrio sonno veglia, amico." Fred fece un occhiolino e Harry rise divertito, osservando i due uscire dalla stanza.

Quando si stese, Harry non stava pensando a Black o Voldemort e nemmeno ad Hogsmeade.

L'unica cosa che stava guardando era la collana che i gemelli gli avevano fatto perché sapevano che ne aveva bisogno.

Tranne Ron ed Hermione, nessuno lo aveva mai fatto per lui.

Sorridendo, si infilò la collana al collo e si stese per dormire.

Angolo autrice

Ho cambiato un po' il tutto ed unito i primi due capitoli per il copiright (mi è stato fatto notare che erano molto simili al canon)

Alla prossima
By rowhiteblack

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