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幸せな過去 (Shiawasena kako)

Yuki strinse con dolcezza la mano di Moonbin mentre si preparavano all'atterraggio nella capitale giapponese.
Il ragazzo poteva immaginare il suo nervosismo, anche lui al suo posto lo sarebbe stato, ma allo stesso tempo era felice per lei, voleva davvero che incontrasse la sua famiglia e che dopo tanto tempo provasse ad essere felice. Durante il volo non avevano parlato molto, la sua testa si era dolcemente appoggiata sulla sua spalle e si era addormentata, come se in quel modo potesse allontanare tutto lo stress che il viaggio le stava procurando. Nella mano stringeva ancora il post-it lilla con su scritto l'indirizzo di casa dei suoi genitori. Lo teneva così stretto che i polpastrelli delle dita erano diventati bianchi, mentre continuava a fare respiri lenti e regolari.
Era così carina, così piccola che a Moonbin venne voglia di stringerla in un dolce abbraccio senza lasciarla mai andare. -Ho paura- confessò lei ad un certo punto voltandosi a guardarlo, -posso immaginarlo, ma presto potrai abbracciare di nuovo la tua famiglia come tanto desideravi- rispose Moonbin cercando di tranquillizzarla, sapeva che era molto nervosa, ma voleva che continuasse a pensare positivo, che credesse che tutto sarebbe andato per il meglio. -Ti va di raccontarmi ancora la storia della principessa e il pescatore?- le domandò Moonbin cercando di distrarla e a quella richiesa Yuki sorrise dolcemente. Le venne in mente quando era solo una bambina, quando si sdraiava sotto le coperte e sua madre veniva a darle il bacio della buonanotte prima che si addormentasse, in quel lasso di tempo le raccontava una storia, una storia che adorava e che si sarebbe fatta raccontare all'infinito.
La storia narrava di un pescatore, un povero pescatore che partiva da un'isola della Corea e per colpa di una tempesta terminava in Giappone, proprio nel porto di quella grande città incontrava una bellissima principessa di cui si innamorava perdutamente. Adorava quel racconto, perché sin da bambina sapeva che quella storia narrava dei suoi genitori, del loro primo incontro di come fosse nato l'amore al primo sguardo. Non voleva mai che quella storia potesse terminare, che avesse una fine, ma sapeva che aveva un meraviglioso lieto fine e sperava che continuasse ad averlo.
-Era anche la mia storia preferita da bambina- rispose Yuki voltandosi a guardare il suo ragazzo dritto negli occhi, -era la storia di come i miei genitori si fossero conosciuti, solo che mia madre si è divertita a romanzarla un pochino- continuò la ragazza, mentre Moonbin spalancava gli occhi per lo stupore. Non se lo immaginava, pensava che quella storia fosse frutta di una mente molto fantasiosa, ma invece quella storia racchiudeva un fondo di verità. Sorrise dolcemente e successivamente baciò con dolcezza sulla guancia la piccola Yuki, -anche su di noi racconterai un giorno una bella storia?- domandò Moonbin convinto che la loro storia d'amore non avrebbe mai cessato di esistere. Yuki annuì dolcemente con un cenno del capo, sorridendo allegra, -sarà la storia più bella, perché sarà la mia e narrerà di un principe che con la forza delle sue parole salvò una ragazza insignificante dall'oblio- disse la ragazza cominciando già a pensare alla trama per quella futura storia da raccontare. -Una principessa- disse Moonbin richiamando la sua attenzione, -salvò una principessa che non pensava di esserlo- continuò lui per poi baciarla teneramente sulle morbide labbra. 

L'atterraggio fu un po' brusco, ma riuscirono ugualmente a trovare l'uscita dell'aeroporto tutti insieme. Moonbin e Yuki si separano successivamente dal resto del gruppo, avvertendo che sarebbero arrivati in hotel più tardi e che prima avrebbero fatto delle commissioni. Non entrarono molto nel dettaglio, non voleva sbandierare ai quattro venti quello che sarebbero andati a fare insieme. Chiamarono un taxi e quando vi si sedettero sui sedili posteriori, Yuki consegnò il post-it con l'indirizzo all'autista, che dopo averlo letto si mise subito in viaggio.
-Dovrei essere felice, ma ho paura- disse Yuki continuando a stringere la mano del ragazzo, che a quel gesto sorrise teneramente per infonderle coraggio. -Andrà tutto bene, loro ti amano- rispose Moonbin e alle sue parole Yuki annuì con un cenno del capo, cercando di convincere anche se stessa. Aveva paura che dopo quella fuga i suoi genitori non volessero più vederla, aveva paura che potessero odiarla, che non volessero più avere nulla a che fare con una figlia come lei... forse Moonbin aveva ragione, doveva smettere di pensare in negativo, i suoi genitori l'amavano, non le avrebbero mai fatto del male in alcun modo. Si sforzò a mostrare un sorriso, cercando di allontanare tutto quel nervosismo che le impediva di pensare positivo. Lasciò che le sue dita intrecciassero quelle del ragazzo e guardò fuori dal finestrino. Non tornava a Tokyo da molto tempo, si ricordava ancora come fossero fatte Shinjuku, Shibuya, Harajuku... le erano mancate. Tutte quelle vie le aveva sempre frequentate, non c'era luogo che lei non avesse esplorato di quella grande città. La macchina si fermò improvvisamente davanti ad una grande abitazione, aveva due macchine straniere parcheggiate nel box, mentre tutto intorno all'abitazione erano state sistemate rose rosso fuoco, i fiori preferiti di sua madre. Continuò a guardare quelle meravigliose pareti bianche, ricordando quante volte da bambina avesse giocato nel giardino sul retro. Pagarono il taxi e scesero dall'auto, mentre Yuki continuava a guardare con assoluta tristezza quella grande casa dove aveva vissuto e che aveva abbandonato in un momento di disperazione. Moonbin si trovava accanto a lei e non le lasciava nemmeno per un minuto la mano, guardava anche lui l'abitazione senza dire una sola parola.
Yuki si avvicinò al vecchio porticato e guardò il campanello dell'abitazione cercando di trattenere le lacrime. Lo spinse con l'indice, producendo all'interno della casa un suono che si udì anche all'esterno. Si sentì la voce di una donna che parlava ad un uomo e successivamente la porta si aprì di scatto. In un primo momento la donna guardò prima il ragazzo e successivamente la giovane confusa, come se non riuscisse a capire per quale motivo si trovassero lì, successivamente lo sguardo della donna si concentrò con più ardore sulla giovane Yuki, che aveva il volto rigato di lacrime. -Yukiko?- le domandò la donna portandosi una mano alla bocca sorpresa e la ragazza annuì con un cenno del capo, lasciando che le lacrime continuassero a bagnarle le guance. 

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