"Stanno cercando i Divergenti" aveva detto Tobias.
Mi resi conto che mi mancava il respiro, mi veniva da vomitare, la testa girava fortissimo. Mi sedetti sul marciapiede prima di cadere sotto il cedimento delle mie gambe.
Lui non deve sapere
Non lasciare che lo capisca
Tobias si sedette al mio fianco e mi mise un braccio intorno alla spalla.
"Va tutto bene?" Annuii, anche se era evidente il contrario.
"Sicura? Non c'è nulla che devi dirmi?" Feci segno di no con la testa. Lui si alzò in piedi e mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi. "Devo mostrarti una cosa." Mi disse. Camminammo verso i binari del treno, che a quell'ora era vuoto, come sempre, e saltammo sulla carrozza come avevamo già fatto. Eravamo sulla carrozza quando ad un tratto Tobias si voltò di spalle e tirò su la sua maglia, scoprendo il tatuaggio che gli copriva tutta la schiena. "Sono i simboli delle Fazioni. Perché li hai tatuati tutti?" "Io non voglio essere una cosa sola. Non voglio e non posso. Voglio essere coraggioso, altruista, onesto, intelligente e gentile. Su gentile ci sto ancora lavorando." sorrise. "Tu sei..." ero senza parole. "Sì. E tu? Non hai niente da dirmi? Qual è stato il tuo risultato al test attitudinale? Puoi fidarti di me Beatrice." "Divergente... ma ho scelto gli Abneganti perché non volevo lasciare la mia famiglia, avevo paura e ora me ne pento. So che è abbastanza patetico." "No non lo è... anch'io l'avrei fatto se avessi avuto una famiglia." disse con un briciolo di malinconia "Tu hai una famiglia. Hai tua madre, hai la tua Fazione, hai me" mi sorpresi a pronunciare quella parola.
Me.
Mi lasciò un bacio sulle labbra e mi strinse tra le sue braccia; sentivo il suo cuore che batteva veloce. Mi passò una mano tra i capelli e sussurrò "Grazie Beatrice" poi mi baciò di nuovo. Ci baciammo a lungo finché il treno non si fermò e scendemmo. "Saresti un'ottima intrepida" mi disse. "Dici? E come mi dovrei far chiamare? La spietata Rigida?" rise.
"Che ne dici di Tris? "
SÌ
Tris
"Davvero niente male, Tobias."