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Capitolo 72

Alexa's pov

<<Buongiorno cara Alexa!>> esclama la mia migliore amica, accogliendomi nella cucina della mia abitazione con un sorriso sornione <<Ciao anche a te>> rispondo con la voce ancora impastata dal sonno, dato che sono reduce da una nottata abbastanza difficile e quasi del tutto in bianco.

<<Spero che apprezzerai le mie doti culinarie e l'impegno>> mormora, mentre estrae dal forno una crostata <<Dove trovi tutta questa voglia di cucinare? Se ne avanzi anche solo un po', sii buona e regalala a me>>dico ironica, ridendo leggermente insieme a lei.

<<Devo tutto a mia madre - dato lavora in una pasticceria - che cerca sempre di creare nuove ricette o di perfezionare quelle vecchie.>>

Mi avvicino a lei e scruto attentamente il dolce - dall'aspetto molto invitante - mentre viene tagliato a fette dalla mora.

<<Ti va una tazza di tè?>> domando d'un tratto, avviandomi nel mentre verso la credenza <<Certo>> annuisco e prendo una bustina, contenente il filtro dell'infuso.

<<Come stai?>> percepisco nell'aria il suo tono estremamente dubbioso e ciò mi fa ripensare alla notte precedente <<Come sempre>> appoggio entrambe le mani sopra al bancone e chiudo gl'occhi, tendando di trattenere le lacrime che cercano di fuoriuscire.

Eseguo dei respiri profondi, mantenendo la calma, e spero con tutta me stessa che la sofferenza non prenda il sopravvento da un momento all'altro.

Brook non ha intenzione di continuare ad infilare il coltello nella piaga, perciò rimane in silenzio ed insieme a lei pure io.

Passano i minuti e così finisco di preparare la bevanda calda, che verso su due tazze colorate.

Mi dirigo verso la tavola in contemporanea con Brook e cominciamo a fare colazione, continuando a non scambiarci alcuna parola.

<<Ti piace la crostata?>> chiede ad un certo punto, rompendo il ghiaccio <<È squisita, complimenti!>>

Le mostro un sorriso e mi convinco a non troncare la conversazione.

<<Comunque, ti ringrazio per essermi stata accanto ieri... è difficile superare tutto da sola, sono fortunata ad avere te in tutto e per tutto.>>

Prendo a coppa il mio viso con le mani ed appoggio i gomiti sulla superficie piana.

Le mie pupille si fanno più lucide e non riesco a definire con esattezza il contorno del suo viso a causa delle emozioni.

Mi affretto ad asciugare la prima goccia traditrice, che ha deciso di sgorgare all'esterno senza alcun preavviso.

<<Non concepisco ancora il motivo del suo cambiamento improvviso e - soprattutto - della sua assenza ingiustificata: se aveva intenzione di farsi odiare dalla sottoscritta, ci sta quasi riuscendo. Cosa dovrei pensare di una persona del genere? Non voglio un ragazzo al mio fianco che abbia paura di avere un confronto diretto con me, assolutamente. È cambiato e su questo potrei scommetterci la mia stessa vita.>>

Finalmente riesco ad esprimere per intero il tormento che provo da due giorni a questa parte.

<<Ascoltami... >> Brook si avvicina ancora di più, appoggiando le mani sulle mie ginocchia <<A me fa male vederti soffrire in questa maniera, non immagini nemmeno quanto, perciò ti consiglio di fare un semplice cosa: cercalo e parlate. I silenzi dividono, Alexa. Non lasciare che il tuo orgoglio personale prenda il controllo della tua relazione e vai a chiarire le cose con Zayn. Avrà sicuramente un motivo valido il suo comportamento... >>

Annuisco e convinco me stessa sempre di più del fatto che, in effetti, non ha tutti i torti.

<<Non posso più aspettare, vado a parlargli ora>> affermo convinta più che mai <<Spero non sia un problema per te aspettarmi qui fino a quando tornerò... >>scuote subito la testa <<Non ti preoccupare per me, hai questioni ben più importanti.>>

Alzo lo sguardo al cielo e rilascio un sospiro.

<<Vado a prepararmi.>>

Mi alzo dalla sedia e mi dirigo al piano superiore.

Dopo essermi lavata i denti e sciacquata il viso, corro in camera a vestirmi.

Poco mi importa dell'abbigliamento, infatti indosso dei semplici pantaloncini abbinati ad una mgliatta nera a maniche corte.

Infilo le vans ai piedi e - con il cellulare alla mano - raggiungo la mia migliore amica.

<<In bocca al lupo>> mormora con tono basso al mio orecchio, abbracciandomi forte prima di lasciarmi andare.

Non le rispondo, bensì cerco di calmarmi e fermare i brividi che scuotono il mio corpo.

Una volta sorpassato l'uscio di casa, proseguo con passo accelerato verso l'abitazione di casa Malik.

Corro alla massima velocità, fregandomene della presenza di altre persone lungo la via.

Raggiunta la meta stabilita, comincio a suonare il campanello ininterrottamente... ma non ricevo nessuna risposta.

A questo punto, dando la colpa al campanello per il scarso funzionamento, comincio a bussare. Imprimo un sacco di forza in questo gesto, tant'è che le nocche cominciano a farmi male e di conseguenza ad arrossirsi.

Non c'è nessuno.

Raccolgo le briciole di speranza che porto ancora con me e ritorno a casa, non potendo fare altro.

Dopo alcuni minuti la figura di Brook si presenta lungo la mia visuale e la sua faccia perplessa non mi stupisce affatto.

<<Non è andata bene?>> domanda, portando la mani sui fianchi.

<<Non c'è nessuno a casa.>>

...

Il soffitto bianco immacolato della mia stanza ha tutta la mia attenzione visiva, dal momento che quella mentale è riservata a Zayn.

Sono incantata su un punto fisso mentre cerco di pensare il meno negativo possibile alla situazione con il mio ragazzo.

Istintivamente porto una mano al collo, premendo i polpastrelli lungo la catenella che orna la zona inferiore al mento e mi soffermo sul cuore azzurro che risiede al centro.

Venezia e tutti gli avvenimenti che porto dentro di me scorrono davanti ai miei occhi, facendomi riaffiorare alla mente una serie infinita di bei momenti.

E tanto per cambiare, rilascio una lacrima. E poi un'altra. Ed infine, un'altra ancora.

In questi giorni non faccio altro che piangere e mi sento parecchio immatura, ma è l'unico modo che mi rimanere per esternare le mie emozioni.

Le parole sono superflue.

La lontananza di Zayn ha causato in me un sentimento di disorientamento: sono offuscata dalla paura di perderlo per sempre e non riesco più a ragionare razionalmente.

Ciò che mi da fastidio è non sapere il motivo, perché -per quanto mi riguarda - non ho mai fatto nulla di sbagliato nei suoi confronti per meritarmi questo trattamento.

Chiudo le palpebre per un secondo e poi le riapro, ritornando alla realtà a causa dello squillo del mio cellulare.

Il nome del mio ragazzo illumina lo schermo ed è così che il mio cuore perde qualche battito.

Non esito e rispondo all'istante.

<<Pronto?>>

<<Ciao Alexa... >>

La sua voce roca raggiunge le mie orecchie e mi provoca una miriade di brividi, come sempre.

<<Zayn>> ripeto il suo nome a voce alta, quasi incredula a questa chiamata.

<<Come stai?>> chiede.

Alzo un braccio all'aria, totalmente sconvolta.

<<Davvero? Sparisci per due giorni senza dirmi nulla e te ne esci con una domanda del genere? Spero vivamente che tu abbia una motivazione più che plausibile per esserti comportato così.>>

Sicuramente essere scontrosa non è nella mia natura, ma sono arrabbiata in questo momento e sta uscendo il lato peggiore di me in questa conversazione.

<<Posso spiegarti... >> ammette <<Ho avuto dei problemi in famiglia riguardanti la salute di mio nonno ed ho staccato la spina da tutto il resto. Mi dispiace essere sparito senza preavviso, ma quando si tratta dei miei cari non ragiono più>> conclude tristemente.

Ebbene sì: che i sensi di colpa abbiano inizio.

Mi maledico mentalmente per non aver ascoltato la sua versione dei fatti prima di partire con le accuse.

<<Oh... >> mormoro <<Io non so che dire, sono una maleducata di prima categoria>> sbatto una mano sulla fronte e scuoto il capo, anche se sono consapevole del fatto che non può osservarmi <<Ho preso tutto sul personale, dimenticandomi degl'altri>> proferisco ancora, tenendo un tono dispiaciuto <<Scusami tanto, spero solo che tuo nonno ora si sia ripreso.>>

Un lungo silenzio sussegue le mie numerosi frasi.

<<Tranquilla, va tutto bene adesso>> commenta, accantonando il discorso.

<<Ti va di vederci domani?>> propongo, recuperando un po' di quella felicità che avevo perso fino a poco fa <<Ehm... non so, penso di avere un paio di commissioni da svolgere>> risponde dubbioso, facendomi storcere il naso.

<<Non hai nemmeno mezz'oretta libera?>>

Non nascondo di esserci rimasta male, speravo in una risposta positiva.

<<Dubito, sono pieno fino al collo di impegni>> roteo gl'occhi e scompiglio i capelli presa dal nervoso <<D'accordo, fai come preferisci.>>

Nel suo tono di voce e nelle sue riposte traggo un leggero cambiamento, ovviamente non in positivo: il fatto che non riesce a trovare nemmeno un minuto da passare con me è strano, sopratutto perché lui ha sempre utilizzato ogni momento buono della giornata per stare insieme.

Magari non ha ancora superato la scossa della salute traballante del nonno e non sta ancora molto bene, perciò porto lascio perdere questi miei pensieri.

<<Ti lascio alle tue faccende, ci sentiamo>> annuncio, dato che non ha intenzione di aprire bocca e parlare di altro.

<<Alexa... >> il suo richiamo mi stupisce e per questo non metto fine alla chiamata.

<<Dimmi.>>

Subito dopo sento una serie di sbuffi pesanti e percepisco la sua difficoltà nell'esprimersi.

<<Mi sei mancata.>>

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