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Capitolo 43

Alexa's pov

<<Sono stata abbastanza chiara?>> appoggio il gomito sul tavolo, in modo da poter sostenere il capo con il palmo della mano.

<<Sì sì, non so come ringraziarti! Con il tuo aiuto ora la chimica comincia a piacermi, ti sono debitore>> ammette Ricky, portandosi una mano al cuore.

<<Non ti preoccupare, sono sempre disponibile per dare una mano a chi si trova in difficoltà>> ribatto sorridendo, incastrando tra di loro le mie dita, per poi scrocchiarle.

<<Che ore sono?> domanda il ragazzo che risiede al mio fianco, sbilanciandosi per poter afferrare il mio polso e successivamente guardare l'orologio che indica le sei e mezza.

<<Oh, si è fatto tardi>> valuta, portando una mano dietro alla testa così da scompigliare i capelli <<Un ultimo sforzo, ci mancano ancora tre paginette... forza e coraggio!>>

<<Chiedo pietà>> si schiarisce la voce, avvicinandosi con la fronte al tavolo.

Si corica pure con le braccia sulla superficie cosparsa di libri, penne e cancelleria varia, facendomi sorridere lievemente.

<<È così che fate voi uomini? Quando il gioco si fa duro, alzate le mani in alto e vi arrendete? Alla faccia che siete considerati più forti delle donne... >> lentamente alza lo sguardo, mostrandomi un sopracciglio sollevato e la sua espressione sbigottita.

<<Ah, ma fai sul serio?>> annuisco energicamente, incrociando le braccia al petto prima di appoggiarsi comodamente allo schienale della sedia <<Ti sbagli di grosso>> conclude, sfidandomi con quell'aria superiore che cerca di camuffare la voglia di ammettere che - in effetti - le mie parole non sono sbagliate.

<<I fatti parlano chiaro>> esordisco, indicando lui e la sua poca voglia di portare a termine lo studio in preparazione del compito di domani <<E pensa, siamo appena a lunedì!>> continuo, ricevendo un paio di lamenti da parte sua per aver annunciato la realtà.

<<Ci mancava sentirtelo dire, grazie mille>> ribatte, prima di battere la testa sul tavolo <<Forza, prendi la vita con il sorriso! Manca veramente poco prima delle vacanze natalizie e di conseguenza ancora meno alla gita... dobbiamo mettercela tutta ora, così potremo rilassarci più tardi.>>

<<Non hai tutti i torti, sai?>> rivela, mostrandomi uno dei suoi teneri sorrisi <<Modestamente... >>

<<Da quando in qua sei diventata una ragazza modesta?>> chiede curioso, incontrando con lo sguardo le mie iridi verdi <<Sono solo ironica, perché non è nella mia natura essere sicura di me stessa>> dico, buttando alcuni schizzi sul foglio che assomigliano vagamente ad un fiore.

<<E tutta questa felicità deriva da qualcosa? O meglio dire, da qualcuno?>> arrossisco, cogliendo direttamente il secondo fine della sua frase <<Sono felice e basta... >> sussurro, ricevendo un cenno negativo con l'indice da Ricky.

<<Non pensare di rifilarmi una risposta del genere: si vede lontano un miglio che le cose tra te e Zayn vanno bene e questo ti porta ad avere un buon umore>> essendo abbastanza orgogliosa cerco di non assecondarlo, ma risulta alquanto difficile <<Si nota tanto?>>

<<Il giusto>> mi informa.

Rilascio un sospiro e porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<<A te piace tanto, vero?>> riprova, arrivando a colpire il tassello ricoperto da uno strato di nebbia fitta <<Sono molta confusa al riguardo.>>

Osservo come si avvicina piano piano a me, portando una mano attorno alle mie spalle per poi cominciare a cullarmi sotto alcuni gesti lenti delle sue soffici dita.

<<Parlarne non fa mai male... >>

Rilascio un sospiro pesante, prima di farmi forza per cominciare a mettere ordine tra i miei pensieri.

<<Probabilmente ti stancherai, perché è sempre la stessa storia... >>

<<Comincia a parlare, non farti problemi!>>

Sorrido dolcemente.

<<Penso sia inutile soffermarmi maggiormente sul fatto che tengo molto a Zayn, solo che non so spiegarmi il motivo: mi fa ridere con il cuore e riesce sempre a strapparmi un sorriso, però c'è da dire che sono state parecchie le volte in cui ho sofferto a causa sua. Non ti nascondo che sto cominciando a fare qualche pensiero su una probabile cotta per i - >>

<<La chiami cotta, questa? Tu sei innamorata, bella mia!>> interrompe il mio discorso, facendomi morire le parole in bocca.

Passo la lingua tra i denti, convinta che le sue parole siano un mucchio di esagerazioni.

<<Vola basso, ti prego. Ci tengo a ricordarti che tutto questo è nuovo per me, ma questo non significa che io sia stupida al riguardo. So distinguere una cotta adolescenziale da un vero amore, e il mio caso appartiene alla mia prima categoria. Ed è qui che nasce il problema: cosa devo fare? Nascondere quella parte di me che pende da ogni suo gesto mi risulta difficile, ma farmi avanti non è uno dei pensieri che sfiora neppure lontanamente il mio cervello. E se magari mi considera solo come una semplice ragazza che lo accompagnerà per questo lungo cammino scolastico, ma che poi abbandonerà appena le nostre strade si divideranno? Non posso affidarmi al tempo, perché potrei rimetterci il resto della mia vita. Se devo essere sincera, mi sono affidata al carpe diem: la cosa migliore è cogliere l'attimo, lasciando le insicurezze alle spalle per far posto al coraggio. Coraggio di vivere la mia vita e di vivere gli altri, con la consapevolezza che tutto questo non durerà per sempre. Sto sbagliando? Poco importa, sono felice ed è questo che conta.>>

<<Quindi, cos'hai intenzione di fare?>> chiede, infine <<Continueremo ad essere amici.>> concludo.

<<Ma voi due non sarete mai amici: due che si guardando in quel modo, che si perdono di continuo ed infine si ritrovano non possono essere semplici amici. Non posso essere amici due che devono sempre dare un peso alle parole e che hanno paura di compiere passi falsi. Non posso essere amici due come voi, che tra la folla cercherebbero disperatamente l'uno lo sguardo dell'altra. Per quanto vogliate credere a questa bugia, voi non siete amici... ma non siete nemmeno innamorati. Voi siete tutto e niente allo stesso momento. Io - come chiunque altro - vi vedo e vi capisco: vi volete, in qualche modo assurdo e strano - contro ogni logica.>>

Abbasso il capo, non sapendo cosa dire. Tutto il discorso do Ricky mi ha lasciata a bocca aperta, non me lo sarei mai aspettata da parte sua.

<<Forse hai ragione.>>

La mia frase esce come un debole sussurro e successivamente cala il silenzio tra di noi.

<<Abbiamo parlato di Zayn, che sta al centro della tua vita... ma - non vorrei risultare egocentrico, cerco di sciogliere la tensione - solo mi piacerebbe sapere cosa pensi di me. Che mi dici della nostra amicizia?>> lo ringrazio mentalmente per aver cambiato discorso e rilascio un sospiro di sollievo.

<<Ci conosciamo relativamente poco, ma questo non significa che siamo dei semplici compagni di classe, perché durante i miei momenti di difficoltà tu sei stato al mio fianco a farmi da colonna portante. E ti ringrazio infinitamente per questo. Non voglio di certo sminuire il nostro rapporto a confronto con quello di Zayn, solo che stiamo parlando di due persone completamente diverse. Ultimamente stiamo passando dei bei momenti insieme e questo è un cosa positiva, le basi per una grandissima amicizia ci sono. Per quanto riguarda me, la volontà di averti nella mia vita c'è e penso che tu l'abbia anche capito... >> informo, convinta di aver detto tutto ciò che mi frulla in testa, senza peli sulla lingua.

<<Stai tranquilla, non me la prendo. Mi fa piacere sentirti dire queste cose, perché sono un'ulteriore conferma che ciò che stiamo costruendo è solido e reale... ci sarà tempo per conoscerci meglio, non temere! In ogni caso, sarei lieto di poter far parte della tua umile vita, mia cara signorina Alexa!>>

Le sue braccia afferrano le mie per poi unirle tra di loro, sigillando un abbraccio.

Mi rifugio nel suo corpo, trovando i suoi gesti così delicati nei miei confronti.

<<Sei una persona speciale>> mi sussurra all'orecchio, lasciando poi un bacio appena sotto al lobo.

Rabbrividisco un po', causando un stretta maggiore attorno al suo collo.

<<Anche tu, Ricky.>>

...

<<Ecco qua, abbiamo finito tutto!>> canzona con aria felice Ricky, richiudendo il libro con una mossa sola <<Felice?>> domando, mentre nel frattempo sistemo il gran trambusto creato dagli appunti sparsi sulla tavola, bicchieri di plastica vuoti che emanano una fragranza di caffè e dai cellulari che hanno catturato ogni tanto la nostra attenzione a causa delle vibrazioni dei messaggi, costringendoci a fare più pause del previsto.

<<Di più!>> scoppio a ridere a causa della sua espressione entusiasta, talmente tanto da far luccicare i suoi occhi azzurri.

Si sono fatte ormai le otto e la biblioteca scolastica dovrebbe chiedere a momenti, anzi molto probabilmente stiamo sforando il limite.

<<Andiamo via subito, se qualcuno ci becca ancora qui ci farà il terzo grado>> annuncio, portando lo zaino dietro alle spalle.

Ricky infila il suo cappotto e mi guida fuori dalla stanza.

Camminiamo per gli infiniti corridoi della scuola - visto che la biblioteca è l'aula opposta all'uscita - fino a quando le luci cessano all'improvviso, facendomi spaventare.

A questo punto, un urlo esce dalle labbra di entrambi, ma in particolare dalle mie - considerata la mia fobia per i luoghi bui - .

Ruoto il capo verso Ricky che mi fissa teso e immobile, con gl'occhi spalancati.

<<Porta miseria, ci mancava solo questa!>> sbotta nervoso, preso da un momento di panico <<Ehi, arrabbiarsi non porterà ad una soluzione finale. Corriamo alla porta e confidiamo in qualcuno lassù che non sia chiusa... >> propongo.

Ricky annuisce, sistemando i capelli dentro al suo cappuccio nero di cotone.

Ci avviamo con grandi falcate alla porta principale dell'istituto, nella speranza di poter uscire da questa specie di incubo.

Raggiunta la porta, aggiungiamo contemporaneamente pressione sulla maniglia in modo da aprirla, ma nulla.

I responsabili non si sono accorti della nostra presenza.

Mi affaccio alla finestra e noto le innumerevoli gocce di pioggia che scendono lungo il vetro.

<<Grandioso, piove! Oltre al black-out, siamo rimasti chiusi dentro alla scuola e per questo posso affermare che le cose stanno andando di male in peggio!>> commento, portandomi le mani in testa <<Dobbiamo chiamare rinforzi, ci rimane da fare solo questo.>> dice il castano, dopo aver raggiunto il pavimento per sedersi e domare la sua frustrazione.

<<Ci penso io, so chi fa al caso nostro.>>

Con le mani tremanti, afferro il cellulare e scorro tra la lista dei contatti per selezionare il nome che mi interessa.

Aspetto vari minuti, mentre il solito rumore che si trasmette per attirare la chiamata al mio destinatario si diffonde nelle mie orecchie.

<<Pronto?>> la sua solita voce roca e profonda mi fa rilascia un sospiro di solievo <<Zayn, grazie al cielo! Ho bisogno di te. Ti abbono i dettagli, devi solo sapere che sono rinchiusa a scuola al buio, perché c'è stato un black-out, insieme a Ricky... >> racconto velocemente, camminando avanti e indietro per una piccola porzione di spazio.

<<Che cosa ci fai a scuola a quest'ora? Ma soprattutto, perché sei insieme a Ricky?>>

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