Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 37

Questo capitolo contiene varie frasi in corsivo, sottolineate e in grassetto (prese da una canzone italiana): ho selezionato le parti importanti, che mi hanno fatto pensare alla mia coppia incasinata. Buona lettura

----

Alexa's pov

Chiudo le mie iridi verdi e mi abbandono a quel contatto sbagliato, che dovrei evitare a tutti i costi.

Ad un centimetro dalle sue labbra prendo in mano le redini della situazione ed allontano il viso verso destra, spegnendo il suo desiderio.

Mi gratto con insistenza i capelli, presa sia dall'imbarazzo - a causa della posizione in cui ci troviamo - che per le intenzioni del ragazzo che si trova sotto di me.

<<Scusa, non volevo... sai, hai capito>> il suo volto si dipinge di un rosso accesso che si sfuma al colore chiaro della sua pelle, facendo risultare il suo stato d'animo al massimo.

Non sapendo cosa dire, scivolo dalla sua presa e mi rimetto in piedi, cominciando ad asciugare - per quanto mi è possibile - gli indumenti che ormai si sono attaccati al mio corpo, risaltando ogni forma.

Vedo la figura di Ricky alzarsi al mio livello e segue le mie azioni, finendo addirittura a togliersi in modo definitivo la maglia.

<<Che fai? Così morirai di freddo!>> lo rimprovero prima di portare una mano sulla bocca, non credendo a quel che ha appena fatto.

Mancano solo dieci giorni alla fine di ottobre e ciò significa che le temperature si stanno abbassando sempre di più.

<<Che sarà mai! È riconosciuto che gli uomini hanno il sistema immunitario più attivo e potente rispetto a quello delle donne, quindi stai sicura che non mi succederà nulla>>
<<Rimpiangerai questo momento, lo sai vero?>> ribatto ridendo, sapendo che è tutta una grande bugia.

<<Te lo assicuro, non mi capiterà nulla>> alza il pollice verso l'alto, convincendomi che andrà tutto secondo i suoi piani anche se sono poco fiduciosa.

<<Staremo a vedere. Ora, ti va di terminare il lavoro? Ci metteremo poco, te lo assicuro>> annuisce energicamente prima di afferrare i suoi attrezzi.

Mentre le mie mani continuano a sistemare e spazzare via i mucchi di erbacce, nella mie mente viene riproposto l'avvenimento che ci ha portati a stare ad una distanza molto ravvicinata: sono felice del fatto che non abbia voluto continuare a scavare la fossa - come si suol dire - così da aumentare la tensione tra di noi, ma ammetto di essere molto curiosa di sapere il motivo preciso delle sue azioni.

Non posso ipotizzare che si sia fatto prendere la mano dalla situazione, perché non avrebbe senso.

E tanto meno la storia che abbia una cotta per me, per il semplice motivo che me ne avrebbe parlato.

O sbaglio?

<<Okay, è definitivo: abbiamo finito>> la voce roca di Ricky mi riporta con i piedi a terra, facendomi notare che effettivamente ha ragione.

Ora il mio giardino è degno di chiamarsi tale.

<<Ottimo lavoro!>> ci battiamo il cinque a vicenda, sfoggiando entrambi due sorrisi splendenti <<Sei stanco?>> domando curiosa appena noto che si massaggia la schiena indolenzita.

<<No, solo che questa mia amica mi sta giocando dei brutti scherzi da qualche giorno>> commenta, riferendosi alla zona sopracitata <<Potevi dirmelo e ti avrei fatto fare poco, se non niente. Mi dispiace, non avevo intenzione di procurarti altre fitte>> mi avvicino e comincio a scorrere la mano sulla zona pulsante, cercando di alleviare il suo dolore.

<<Stai tranquilla, ora torno a casa e prendo una di quelle pastiglie che mi ha prescritto il medico... vedrai che mi passerà tutto nel giro di qualche minuto>> schiarisce la voce e subito pronuncia queste parole, provando a diminuire il senso di colpa che martella il mio petto.

<<Lo spero. Però adesso corri a casa e vedi di fare quello che mi hai appena detto... mi raccomando, voglio sapere più tardi come stai e non provare a mentirmi altrimenti te la vedrai con me>> lo minaccio con tono scherzoso <<Sì, signor capitano!>>

Sbatto una mano sulla mia fronte, rilasciando una piccola risata <<Sei senza speranze>> gli faccio notare, ottenendo un accenno positivo con il capo da parte sua <<Lo so benissimo. Se vuoi scusarmi, dovrei tornare nella mia umile dimora... me lo concede?>> il suo tono di voce mi fa tremendamente ridere, proprio come l'espressione della sua faccia.

<<Vada e non cincischi!>> canzono rivolta al ragazzo, che mi saluta con un gesto veloce della mano.

Rimango inerme a fissarlo mentre la sua figura passeggia lungo la mia via, finché si ferma.

Mi acciglio e capisco il perché della sua piccola fermata appena alle mie orecchie giungono due starnuti, uno dietro all'altro.

Apro bocca per parlare, ma vengo battuta sul tempo dal ragazzo davanti a me <<Non una parola.>> mi zittisce, inoltre, mostrandomi l'indice che risulta - per me - la goccia che fa traboccare il vaso.

Scoppio in una fragorosa risata, seguita dal gran buffone che però continua comunque il suo cammino verso casa, a passo spedito.

----

*Il giorno seguente*

<<Forza ragazzi, abbiamo da dare una riposta alle domande che sono state scartate all'inizio. Avete pensato che me ne fossi dimenticato, eh? Mi dispiace deludervi, ma vi è capitato il professore dalla memoria più lunga dell'istituto e ciò significa che finiremo per bene le cose iniziate, nonostante ci sia poco tempo a disposizione>> esordisce il professore Philips, quello di religione.

Come sempre, una buona ventina di minuti vanno buttati all'aria perché i miei compagni di classe si divertono a sghignazzare e prendere in giro l'abbigliamento datato del nostro insegnante.

<<Bene, partiamo con il primo dilemma di oggi: l'orgoglio può vincere in un rapporto? >> porto il palmo della mano alla fronte, sfregandola fortemente.

Non possono tirare in ballo determinati discorsi proprio quando il mio rapporto con Zayn sta andato in rovina.

Sbuffo silenziosamente, cercando comunque di risultare il più naturale possibile.

<<No.>> ribatte una voce calda e armoniosa, che richiama la mia attenzione <<Zayn, vorresti spiegare al resto dei tuoi compagni il perché di questa tua risposta?>>

Il moro si schiarisce la voce e si mette comodo sulla sua sedia <<Sono dell'idea che litigare è umano e la stesso vale per la riappacificazione: se due persone discutono significa che di base tengono a quel legame che li unisce, altrimenti non soffrirebbe - >>

<<E se l'altra persona fosse stanca di soffrire?>> ribatto di colpo, sentendomi presa direttamente in causa <<Parlano chiaro i suoi occhi, i suoi modi di fare e come un broncio le ricopre le labbra>> commenta, riferendosi ovviamente a me.

Alzo gl'occhi al cielo e scuoto la testa, rimanendo dell'opinione che la colpa in gran parte sua.

<<Riprendendo il discorso che stavo intrattenendo, sono sicuro che l'orgoglio non possa allontanare del tutto due persone, perché ci sarà sempre quella che cederà e ammetterà la mancanza>> conclude, lanciandomi un ultimo sguardo fuggente.

<<Qualcosa da aggiungere, Alexa?>> domanda il professore, trasferendo l'attenzione di tutta la calsse su di me - mettendomi in soggezione - .

<<A dir la verità, sì. Il mio compagno sta solo raccontando qualcosa di ipotetico, perché la realtà non è così. Quanti in questa stanza hanno mai messo da parte l'orgoglio per inseguire una persona? Pochi, forse nessuno. Siamo umani e ognuno ha dell'amor proprio, che lo spinge a rimanere con le braccia conserte. A questo punto, la domanda da porsi sarebbe un'altra: chi farebbe questo passo? E sa cosa le dico? Io sarei pronta a farlo, ma mi ritengo una persona ferita e al momento non mi sento in vena di compiere un passo più grande della gamba.>>

Alla fine del mio discorso, sento un peso nel petto farsi sempre più leggero, dopo aver influito con un mio parere in questa lezione.

Il suono della campanella non tarda ad arrivare, fiscale come al solito.

<<Vi ringrazio come sempre per l'attenzione, alla prossima!>> il signor Philips si congeda velocemente prima di afferrare il materiale e metterlo sotto braccio, per poi uscire dall'aula.

Fortunatamente questa è stata l'ultima ora, perciò tutti ci prepariamo velocemente per tornare a casa.

Esco fuori dall'edificio per incontrare Brook, dato che ci siamo prefissate l'incontro nel parcheggio della scuola.

<<Alexa!>> la voce della mia migliore amica mi richiama da lontano, sventolando le braccia in alto per farsi vedere tra la folla <<Eccoti>> dico prima di abbracciarla, proprio come siamo solite fare per salutarci.

<<Com'è andata oggi?>> chiede dopo essersi allontanata il giusto per potermi guardare dritta in faccia <<Bene grazie, non abb - >>

<<Scusami Alexa, posso rubarti la mia dolce ragazza per qualche minuto?>> il bel faccino di Josh appare d'improvviso, facendomi perdere qualche battito dallo spavento.

Annuisco e prendo posto sugli scalini, in modo da lasciarli soli per un pò.

Mi rinchiudo in un mondo tutto mio, lasciando i due piccioncini in disparte, focalizzando l'attenzione sulla mia situazione penosa: dovrei risolvere con Zayn?

O meglio, devo fare il primo passo oppure devo aspettare lui?

Gli ho lanciato un sacco di frecciatine durante la lezione di religione, ma sono convinta che i maschi tendono a non recepire le informazioni all'istante.

Non sarà che è arrivato il tempo di abbattere il muro di orgoglio che mi sono costruita?

<<Possiamo avere un'ultima occasione, per restare insieme senza una ragione>>

In sincronia con i miei pensieri scorgo lungo la mia visuale Zayn, impegnato ad osservarmi di nascosto - fallendo palesemente - .

Nel momento esatto in cui i miei occhi verdi incontrano i suoi zaffiri caramello è la fine.

<<Ti avrei voluto dire che ti sto aspettando.>>

Mordo il labbro inferiore, cercando di trattenere le lacrime.

Più lo guardo e più i ricordi mi assalgono, positivi o negativi che siano.

Penso a come sono stata bene durante la giornata al mare, ma subito dopo rivivo l'istante in cui la mancanza di Lucy l'ha rattristito in un battito di ciglia.

<<Ti avrei voluto dire che ne varrà la pena.>>

Potrà avermi ferita, usata e delusa ma senza di lui non ci so stare.

Per me, la sua presenza, è essenziale.

Mi alzo dal ripiano che mi ha sostenuta finora e lancio lo zaino a terra, senza preoccuparmi della brutta fine che faranno tutti gli oggetti che contiene dentro.

Asciugo un goccia d'acqua che scende veloce lungo il mio zigomo, tradendomi amaramente.

Inizio a correre più forte che posso, verso il ragazzo.

<<Stammi vicino quando tutti diranno di stare lontano da me.>>

Il moro, d'altro canto, mi aspetta a braccia aperte, facendomi capire che mi desidera con tutto se stesso.

Non mi pento di aver aspettato finora per farmi avanti, perché dopo tutto ciò che mi ha fatto passare mi è servito staccare la spina - da tutto e da tutti - per un po'.

Gli lancio un sorriso che esprime, in minima parte, la grandissima gioia che sto provando.

Arriva con estrema lentezza il momento tanto atteso, che fa unire i nostri corpi come due calamite.

<<Queste braccia sono così stanche, stanche di respingerti ora.>>

Le sue mani calde mi afferrano possessivamente, facendomi sentire direttamente a casa.

<<Queste braccia ti stanno aspettando ancora.>>

A questo punto piango, così tanto da esprimere tutta la sofferenza che ho provato in questa settimana, mascherata dai sorrisi falsi e dalle risate forzate.

<<Shh, piccola. Ci sono io con te e ti prometto che nulla mi porterà a commettere gli errori passati>> sussurra dolcemente all'orecchio, strofinandomi una mano lungo la colonna vertebrale, tanto da farmi venire la pelle d'oca.

<<Mi dispiace, non sai quanto>> detto questo, comincia a lasciare vari baci che viaggiano dal collo alla mascella, riuscendo a calmare il mio pianto liberatorio.

<<Sei un gran coglione, lasciatelo dire>> sorridere leggermente, di fronte a questo commento realista da parte mia, mentre io mi limito ad asciugare le guance arrossate e leggermente bagnate <<Lo so, ma di quello ne parleremo più tardi. Ora lasciati abbracciare, non sai quanto mi sei mancata.>> come i pezzi di un puzzle, i nostri petti si uniscono seguite dalle mie braccia attorno al suo collo.

Adesso mi convinco - più che mai - di star abbracciando la mia felicità.

<<Sono qui per questo, per riprovarci ancora.>>

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro