Capitolo 32
Zayn's pov
Mi allontano senza cercare di spiegare, perché in realtà non ho nulla da dire.
Tiro fuori dalla tasca anteriore della mia felpa un pacchetto di sigarette, che tengo in caso di bisogno estremo - come in questo momento - .
Ne prendo una e - dopo aver usato l'accendino per bruciarle la punta - la porto alle labbra, aspirando profondamente.
Appoggio la mano libera sul tavolino di legno, mentre l'altra avvicina ed allontana la sigaretta ad intervalli regolari.
Appena schiudo le labbra una nuvoletta grigiastra si fa spazio nell'aria, facendomi rilassare.
L'unica cosa che mi fa tremendamente arrabbiare è il fatto che io debba ricorrere alla nicotina per calmarmi, penso tra me e me.
Nel giro di poco tempo la finisco e qualcosa dentro di me fa sì che le mie dita afferrino di nuovo il pacchetto con su scritto 'il fumo uccide'.
Appena srolotolo la seconda dalla scatola bianca, una mano precede ogni mia azione e la butta a terra.
Mi giro contrariato e abbastanza infastidito da questo gesto accorgendomi della presenza di Josh, con un'espressione arrabbiata.
<<Scusa, hai qualche problema amico?>> chiedo prima di abbassarmi per raccogliere ciò che mi appartiene <<Quello che ha dei problemi sei tu, ma stiamo parlando di quelli di tipo mentale>> sbotta acido, agitando le mani per aria.
<<Senti, sono già abbastanza irascibile di mio. Non ti ci mettere pure te.>> ribatto ed intanto mi allontano dal mio migliore amico per prendere posto sulla sedia di legno che circonda il tavolo.
<<Hai visto che hai combinato di là? No, perché se vuoi ti faccio un disegno>> mi sta dando sui nervi parecchio il suo tono, ma lascio perdere <<Non ho bisogno dei tuoi consigli su come cercare di non perdere una persona, ma ti ringrazio per l'impegno>> affermo convinto mentre incrocio le mani la petto.
<<Secondo me, invece, tu sei disperato da far schifo. Dall'altra parte c'è la tua migliore amica che sta soffrendo a causa di questi tuoi tira e molla, vedi di metterti in riga.>> sbatte una mano al tavolo, facendomi sussultare dallo spavento.
È la prima volta che lo vedo così arrabbiato e di certo non è un buon segno.
<<Ho solo detto le cose come stanno. Se a me manca la mia ragazza sono dannatamente cavoli miei e mi dispiace che Alexa ci rimanga male, ma la verità dei fatti è questa. La sua reazione è esagerata: solo perché ho detto che con Lucy sarebbe andato tutto meglio deve scoppiare a piangere? Per me tutto questo è infantile, nulla di più, perciò non cercare di farmi sentire in colpa quando non ho fatto niente di male nei suoi confronti.>> spiego impassibile, cercando di tenere il mio volume basso così da non farmi sentire dalle ragazze.
<<E ti sei magari chiesto perché a lei non va a genio Lucy? O preferisci far finta di nulla e litigare ogni volta che ne avete l'occasione?>>
<<Mi sono stancato di parlare di questo discorso, lasciami solo.>> comando diretto, senza tanti giri di parole inutili.
<<Zayn, te lo dico da migliore amico quale sono, non scappare dai problemi: questa sarà la decima volta che litigate sempre per lo stesso motivo. Ciò significa che c'è un problema di base e si dà il caso che sia arrivato il momento di risolverlo.>> esordisce prima di avvicinarsi a me con il dito puntato verso la mia direzione.
<<Vai da lei e chiarite una volta per tutte>> mi alza di peso e mi spinge verso il ponte, dove alloggiano Alexa e Brook.
<<Sappi che questa me la pagherai, insieme al fatto delle sigarette>> gli ricordo, allontanandomi intanto, scrutando comunque il moro mentre annuisce poco convinto prendendosi gioco di me.
Lo lascio perdere e continuo il mio cammino verso la mia meta.
<<Brook, potresti lasciarci soli?>> domando gentilmente appena raggiungo le ragazze, senza incontrare lo sguardo di Alexa.
La mora si alza e corre dal suo ragazzo dopo avermi sussurrato un 'Io e te faremo i conti più tardi'.
Sorvolo questo particolare e rivolgo l'attenzione alla ragazza dagl'occhi arrossati e stanchi.
Mi siedo a gambe incrociate davanti a lei senza spiccicare parola.
<<Cosa sei venuto a fare?>> ecco come decide di spezzare il silenzio, senza creare un contatto visivo <<Sto diventando matto, non so più dove sbattere la testa. Questo nostro rapporto sta diventando addirittura scomodo, perché qualsiasi cosa io faccia o dica, porta ad una tua reazione negativa. Voglio sapere il motivo, tutto qui.>> confesso tutto d'un fiato, collegando il cervello alla bocca in modo da non sparare scemenze.
<<Tutto ciò parte da un tuo bipolarismo: da una parte fai il fidanzato felice con Lucy, ma dall'altra prendi il posto del migliore amico nella mia vita, dicendomi cose dalla portata elevata. Sai, tutto ciò è frustrante. Devi prendere una posizione, perché così non possiamo andare avanti: è palese che tu abbia scelto Lucy, perciò con me ti dovrai frenare ad un certo punto. Ma devi farlo sul serio. D'ora in poi finiranno le smancerie, le nottate insieme e pure gli abbracci. Tutto ciò mi fa prendere troppa confidenza, la quale mi viene tolta dal momento in cui le tue labbra menzionano la tua ragazza, com'è giusto che sia. Vuoi che io sia sincera con te, no? Ecco, la mia finora è stata una specie di gelosia. Però bisogna guardare in faccia la realtà: la gelosia non è per me, c'è già qualcun'altro che deve darsi da fare per imporsi. Come tu hai Lucy io potrò avere qualsiasi altra persona, ad esempio Ricky, quindi ognuno per la sua strada.>>
A sentire l'ultima frase, il mio corpo di riempe di brividi e nello stomaco si apre una voragine pronta a risucchiarmi.
Tutto il suo discorso è basato su un ragionamento logico giusto, non posso obiettare perché farei solo la figura del vigliacco.
<<Sono d'accordo con te, mi duole dirlo ma penso che questa sia l'unica soluzione per essere entrambi felici>> ribadisco, mentre passo la mano tra i capelli.
Azzardo, alzando il capo di poco, e la vedo annuire.
<<Allora, tutto risolto quindi?>> chiedo infine, cercando di tirare le somme da tiro questo discorso <<A quanto pare... >> dice con tono basso, appoggiando le mani sulle sue ginocchia per poi alzarsi.
<<È arrivato il momento di tornare dagl'altri... >> commento, compiendo la sua stessa azione per poi sistemarmi i pantaloni della tuta nera.
Lei non risponde. Si limita ad infilare le mani nelle tasche e in religioso silenzio raggiunge Josh e Brook, seguita da me.
...
<<La ringraziamo per il fantastico giro, ci siamo proprio divertiti!>> esordisce contenta Brook, in nome di tutti.
Ci congediamo con il responsabile del molo e ritorniamo al nostro hotel, o meglio al parcheggio dove troviamo la macchina già pronta con tutte le nostre borse ordinatamente sistemate nel bagagliaio.
Ringraziamo ancora una volta dell'ospitalità e dopodiché, ognuno prende posto nell'auto.
Ed è qui che mi trovo in una posizione non proprio perfetta - non sapendo dove mettermi - ma alla fine arrivo alla conclusione di potermi sedere accanto a Josh, evitando del tutto Alexa.
<<Forza gente, è giunto il momento di tornare a casa!>> conclude Josh, battendo le mano tra di loro cercando di accelerare i nostri ritmi <<Amico, rilassati! Abbiamo ancora molto tempo... >> gli faccio notare, dato che il mio orologio segna appena le quattro del pomeriggio.
<<Certo, visto che non sei tu a guidare, il tempo non ha mai fine>> ribatte, facendomi scoppiare in una risata, contenuta rispetto alle solite.
Gli batto la mano sulla spalla cercando di infondere la forza necessaria in lui, che intanto si sgranchisce le ossa del collo.
Le ragazze prendono posto nei sedili posteriori e dopo aver sigillato le porte nello stesso momento diamo il via a questo lungo viaggio di ritorno verso la nostra cara e vecchia Bradford.
...
<<Sono a casa!>> urlo non appena sorpasso la porta, appoggiando i miei bagagli all'entrata.
Sento qualcuno scendere le scale di velocità e successivamente saltarmi in braccio: sposto i lunghi capelli neri di mia sorella che mi invadono il viso per poter vedere la faccia contenta di Waliyha.
<<Non ti sono mancato per niente, eh?>> borbotto ironico, facendola ridere leggermente <<Tanto, direi>> confessa prima di lasciarmi un bacio sulla mascella, sapendo che adoro quando fa così.
Scende dal mio corpo e si sistema, per poi guardarmi con sguardo interrogativo.
<<Sbaglio o sei leggermente giù di morale?>> domanda prima di corrugare le sopracciglia <<No no, va tutto bene>> cerco di sviare il discorso, nonostante io sia consapevole che la ragazza che si trova di fonte a me non mollerà finché non otterrà mie spiegazioni
<<Lo senti?>> chiede, imitando la smorfia che si è soliti fare quando si sente nell'aria un cattivo odore.
Inspiro un paio di volte, ma nulla viene catturato dal mio olfatto.
<<Cosa dovrei sentire?>>
<<L'odore di questa grandissima bugia. Sul serio è una cosa disgustosa!>> alzo gl'occhi al cielo davanti alla sua esclamazione e scoppio a ridere, dopo averla spinta leggermente dalla spalla.
<<Sputi il rospo oppure dovrò rimanere all'oscuro di tutto ancora per molto?>>
<<Dirigiti in camera mia e aspettami lì. Devo andare a trovare una persona prima di fermarmi e parlarne con te... >> la metto al corrente del mio piano e subito un'espressione maliziosa ricopre il suo volto.
<<Oh, e posso sapere di chi si tratta?>> ammicca prima di darmi una gomitata sul mio braccio, scherzando ovviamente <<Per ora no. Quando tornerò ti dirò pure questo>> sussurro mentre mi avvicino a lei, afferrando la sua guancia tra due dita per poi tirarla leggermente, facendola mugugnare un po'.
Senza tanti ripensamenti, faccio inversione su me stesso ed esco fuori dalla porta, correndo velocemente per raggiungerla.
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