•Missing moment 1•
Dal capitolo 92
•È finita davvero?
~È finita davvero.
•Patrick's pov•
Oggi sono particolarmente nervoso; fin troppo. Purtroppo è sempre così quando non riesco a dimostrare quello che posso fare realmente durante un allenamento o una partita. Oggi è mercoledì e, sabato pomeriggio, ci sarà Spal-Milan, partita per cui il mister ci sta preparando bene perché, ovviamente, non possiamo permetterci errori, come è successo contro l'Udinese. Io mi sento carico per domenica, ma oggi ero un insieme di pensieri che mi hanno portato ad allenarmi malissimo. Passaggi semplicissimi sbagliati, goal sotto porta mangiati, pochissimo controllo di palloni... diciamo che non è stato il mio miglior allenamento.
Ora sono in macchina, diretto all'appartamento di Mati: stasera avremmo dovuto cenare insieme. Sto cercando di calmarmi perché, con i nostri caratteri, quando siamo nervosi alla minima cosa rischiamo di alterarci e di concludere con una litigata dovuta a una cazzata.
Immerso nei miei pensieri, mi accorgo di essere arrivato nei pressi del suo palazzo e, fortunatamente, trovo subito posteggio, cosa alquanto difficile in questa zona, soprattutto dopo l'apertura del Citylife Shopping Centre. Arrivo al portone, citofono e alla domanda <<Chi è?>> rispondo <<Il tuo attaccante preferito>>. Dopo che ebbe aperto il portone, andai verso l'ascensore, che mi portò fino al quinto piano. Trovai la porta di casa già aperta, ma avrei voluto non esserci mai entrato.
<<Senti, sta arrivando Patrick. Domani, durante la nostra pausa, ti spiego perché è un problema dirlo a Patrick, nonostante non vorrei nasconderglielo. Glielo direi anche stasera, ma non posso farlo preoccupare prima di una partita che serve per mantenere buono l'inizio della ripresa del campionato. Perché so che si preoccuperebbe troppo e non voglio rovinargli la settimana per questo motivo. Devo proprio andare ora, ci sentiamo domani>> credo che avrei voluto essere in un sogno in quel momento. Mati non si era accorta di me e, quindi, non immaginava che avessi sentito quanto bastava per farmi venire un sacco di dubbi. Non avevo la forza di fare niente; fermo sulla soglia di casa sua, con il borsone caricato in spalla a guardarla mente posava il telefono sul divano del soggiorno. Poi, finalmente, si accorse di me e, vedendomi immobile, si avvicinò a me e iniziò a parlare:
<<Ehi amore, come stai? Come è andato l'allenamento?>> e cercò di abbracciarmi, ma prima che ne avesse la possibilità, mi scansai.
<<Cos'è la storia del 'ti spiego perché è un problema dirlo a Patrick, nonostante non vorrei nasconderglielo'?>> le chiesi con un tono di voce che non usavo praticamente mai, ma, soprattutto, non lo usavo mai con lei.
<<No ti prego, non saltare a conclusioni affrettate. Non ti sto tradendo, se è quello che pensi, non c'è un altro ragazzo a cui pensare al di fuori di te, non voglio nessun altro se non te. Patrick, ti amo giuro, non dubitarne mai>>
<<Mi chiedi di non saltare a conclusioni affrettate? Mi vuoi spiegare di cosa stavi parlando?>>
<<Senti, mi stai facendo incazzare. Cosa significa 'Mi chiedi di non saltare a conclusioni affrettate'? Qui entra in ballo la tua fiducia per me; ma se mi chiedi una cosa del genere, evidentemente, c'è mancanza di fiducia nei miei confronti>>
<<C'è anche da parte tua eh; altrimenti a quest'ora saprei di cosa stavi parlando quando sono entrato in casa>>
<<Non è mancanza di fiducia nei tuoi confronti, Patrick. Lo sto facendo per non comprometterti la settimana e, di conseguenza, la partita di sabato>>
<<Vuoi capire che ora me lo devi dire? Non intendo uscire di qui senza sapere quello che devi dirmi>>
<<Possiamo parlarne con calma dopo cena? Ora siamo troppo nervosi e rischieremmo di mandarci a fanculo>>
<<Mati, non questa volta. Prova a metterti nei miei panni>> le lacrime iniziavano ad accumularsi; non volevo dimostrarmi fragile, ma ci tengo a lei. E mi fido anche, per carità; ma i dubbi vengono quando la persona che ami non vuole dirti subito quello che ti sta nascondendo.
<<Ti prego Patrick; vederti così, con le lacrime agli occhi, mi fa stare male. Ci calmiamo, mangiamo e ne parliamo con calma. Fidati di me, ti prego>>
<<Non riuscirei a mangiare ora; non puoi semplicemente dirmi di cosa si tratta?>>
<<Io te lo dico, ma tu devi farmi finire il racconto senza interrompermi. Non devi trarre conclusioni finché non finisco il racconto e devi promettermi di controllare la tua reazione alla fine di esso. So già come potresti reagire e non vorrei ritrovarmi il fidanzato in carcere>>
<<Così non aiuti però; che cosa vuol dire 'So già come potresti reagire e non vorrei ritrovarmi il fidanzato in carcere'? Devo picchiare qualcuno?>>
<<Patrick, inizi già male. Ora sta' zitto e ascolta fino in fondo. Non aprire bocca finché non ti dirò che potrai farlo>>
Avrei voluto risponderle che non le prometto nulla, ma non posso... altrimenti non parla.
<<Allora, hai presente gli studi Sky, no? Ecco, sul mio piano siamo tre ragazze e tre ragazzi... hai presente l'anonimo che ci scriveva su Ask.fm cose tipo 'ancora insieme voi due' e simili? Stamattina ho scoperto che è uno dei miei colleghi. Ti blocco prima che tu possa aprire bocca. Nell'ultima settimana, in effetti, era un po' strano con me, come se ci stesse provando. Mi portava tutte le mattine il caffè al mio ingresso in ufficio, mi chiedeva sempre se volessi un passaggio a casa... Nell'ultima settimana, gli ho ripetuto più volte di essere felicemente fidanzata con te, ma a lui sembrava non importare. E, dulcis in fundo, stamattina mi ha chiesto di uscire. Si è beccato uno schiaffo sulla guancia e un bel po' di insulti. Io non sapev->>
<<Io lo ammazzo; giuro che non la passerà liscia. Si crede chissà chi solo perché ha qualche anno in più di me, ma non mi interessa. Se la vedrà con me>> dire che ero incazzato era un eufemismo. Non capisco perché c'è gente del genere in giro.
<<Patrick avevi promesso>>
<<Io in realtà non ho detto nulla; hai fatto tutto da sola>>
<<Senti, non voglio difenderlo, ma capisci perché non volevo dirtelo prima della partita? Ora sei di malumore a causa mia. Non sapevo come dirtelo perché volevo evitare che reagissi così>>
<<E avresti preferito nascondermelo?>> mi stavo scaldando troppo, ma non riuscivo a fare diversamente.
<<Assolutamente no, Patrick. Ci tengo a te, prima di tutto come amico, e poi come qualcosa di più. Non sarei riuscita a tenertelo nascosto ancora per molto, ma ti prego non fare nulla di cui, in un futuro, potresti pentirtene>>
<<Devo pensarci, Mati>>
<<In che senso?>>
<<Non lo so... non lo so. Al momento sono molto confuso; ho bisogno di pensare>>
<<C-cosa stai dicendo?>> vederla lì, davanti a me, con gli occhi ormai pieni di lacrime e sentire la sua voce tremare, mi faceva sentire uno stronzo... ma in quel momento, l'unica cosa che sentivo di volere, era del tempo per pensare alla situazione.
<<Che ho bisogno del tempo per pensare, Mati. Non è mancanza di fiducia in te, ma sono io il problema. Ho davvero bisogno di qualche giorno per me, poi sarò di nuovo da te>>
<<Scusa Patrick, ma qua siamo in due e le decisioni si prendono in due. Non ci sto nella pausa. In una relazione o ci si lascia o si sta insieme. E, se a te serve del tempo per pensare, vuol dire che non siamo pronti a stare insieme o che, forse non siamo fatti l'uno per l'altro...>>
<<Mi stai lasciando?>>
<<Cosa devo fare? Aspettare i comodi del signor Cutrone, fino a quando non si decide? No grazie, preferisco rimanere single a questo punto. Quando sarai pronto e ti sarai preso tutto il tempo del mondo, sarò qui per parlare molto probabilmente. Non dimenticherò questi quattro mesi di relazione e non smetterò di amarti in un giorno. Anzi, probabilmente non smetterò di amarti... mi mancherai, ma credo che sia la soluzione migliore>>
Crack
Quello era il rumore del mio cuore in questo momento. Non sono pronto a lasciarla andare via, ma non sono neanche pronto per tentare di tenerla. Forse sono troppo piccolo per lei, senza nessuna esperienza ed è meglio lasciarla andare per la sua strada.
Quando chiusi la porta di casa sua, chiusi anche un capitolo della mia vita meraviglioso, forse il più bello di tutti. Lasciai indietro la donna che amavo, ma forse era meglio così. Magari era un segno del destino che voleva dirci che eravamo le persone giuste al momento sbagliato.
Mi diressi verso la porta e, prima di uscire per sempre da quella casa e, quindi, dalla sua vita, pronunciai quelle parole che non credevo di pronunciare:
<<È finita davvero?>>
E fu la sua risposta, pronunciata mentre mi guardava con quei suoi occhi meravigliosi ormai pieni di lacrime come i miei, a farmi crollare del tutto:
<<È finita davvero>>
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montimatilde ha appena pubblicato una foto:
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//È meglio aver amato e perso, che non aver amato mai//
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patrickcutrone63 ha appena pubblicato una foto:
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//Non piangere perché qualcosa si è conclusa, ma sorridi perché è successa//
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