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Disagio

Attendo in auto che i ragazzini arrivino.
Un anno di differenza, non è  molto. Eppure a me sembra un decennio; mio fratello durante l 'infanzia ha avuto momenti duri, ma ora la serenità lo ammanta ed il suo atteggiamento ilare alla vita mi causa fitte, stilettate di invidia. Vorrei tornare indietro ad un anno fa.
Vorrei...

Il paesaggio sfila veloce, la calura di fine estate non dà tregua; i finestrini  abbassati danno un cenno di refrigerio appagante.
Amo Beacon, il luogo dove sono nato, eppure se potessi me ne andrei.

Mentre ci dirigiamo al Glam aggancio lo sguardo di Kallie nello specchietto retrovisore: ha enormi occhi che le divorano il volto.
Mi fissa per un istante, poi passa oltre.
Stephen sceglie la colonna sonora del viaggio e ne picchietta il ritmo sul cruscotto, lei tiene il ritmo con la testa.
Anziché mollarli nel parcheggio, come dovrei, decido di prendermi un caffè, sono in straritardo con Marissa, pazienza,  se ne farà una ragione.
Entriamo nel locale; lei prende posto accanto a Stephen, hanno già familiarizzato quei due, si scambiano qualche battuta, ridono, simpatizzano.
Sono perplesso per la fiducia che mio fratello accorda alla nuova arrivata, ma quello disincantato dalla vita sono io, ora.
Vado a prendere le comande e devio al juke box per mettere  su qualcosa a caso, la musica  è  il grido  dell' anima, senza,  solo caos; non resto a godermela, tornando al tavolo decido che è meglio andarmene, ora.
Faccio  loro un cenno con la testa, di saluto, inforco gli occhiali da sole e torno al suv, sulla soglia del locale mi giro un 'ultima volta a guardarli perplesso.
Loro raggiungeranno la compagnia; nei pomeriggio d' ozio stanziamo alle piste da skate, a due minuti a piedi dal locale.

Trascorrere il pomeriggio con Marissa , da quando ci siamo lasciati, è  una  situazione che mi pesa un sacco, preludio di una serata pesante.
Stasera ci sarà  la cena con mio padre,  glielo annuncio alle quattro come se la cosa  fosse imminente: casa sua mi soffoca.
Quell' uomo che mi ha messo al mondo, merita tutto il mio disprezzo , ma resto fedele alle promesse che ho fatto ; se ora tagliassi i ponti con lui: Stephen sarebbe perso, sono il suo migliore amico, e lui , beh, il fratello che non sapevo di avere e che amo avere accanto.
Tra noi non scorre lo stesso sangue , ma per me questo non ha mai fatto la differenza; ci sosteniamo, ci proteggiamo, sappiamo di potere contare, sempre, l ' uno per l 'altra.

Saltare  sul suv e girare  a vuoto, le casse che spaccano i timpani,  per  ore, sembra essere diventato il mio sport prediletto.
Così  calmo i demoni, così  taccio il rimorso.

Stephen non è ancora tornato, comunque è  presto.

Dopo essermi  fatti una doccia  e preparato per la farsa, esco sul balcone della mia camera da letto; adoro la vista del mare, calma sempre il subbuglio della mia anima; anche la dependance sembra deserta.

Nella sala grande papà sta prendendo l' aperitivo con dei clienti, dei soci, me ne presenta un paio poi torna ad ignorarmi; a questi eventi siamo solo i suoi trofei.
Sto decisamente meglio in disparte.
Sebbene mio  padre guardi l 'ora un paio di volte perplesso, Moussad annuncia la cena; Stephen e la ragazzina  non sono ancora rientrati.
Si presentano alla cena con una mezz'ora di ritardo, mio padre indulgente non li rimprovera. Non so se evita di richiamarli : per la presenza dei suoi ospiti o a beneficio della nuova venuta.
Gonzalo, la nostra domestica, sta servendo gli arrosti, quando mi alzo ed annuncio a mio padre che esco, vedo la vena in fronte pulsargli, ne è scocciato ; allora gli annuncio che mi vedo con Marissa, lui vuole che le cose con lei si sistemino, mi lascia andare.

Marissa, la mia ex ragazza.
Marissa, colei a cui ho fatto una promessa che avvelena il mio mondo.
Non vedo l'ora quest' anno finisca, diploma in tasca, me ne andrò  per ricominciare, senza rimpianti o legami contorti.
Nonostante Stephen.
Nonostante l 'amore che provo per questa casa, questa cittadina di mare.
Nonostante tutto.

Marissa  si sta preparando  ad uscire,
Le dico che non ne ho voglia, fa il broncio e di proposito si sfila l 'abito davanti a me, rimanendo in reggiseno e mutandine di pizzo; è  una visione, si butta sul letto ed accende lo stereo al massimo volume.
La guardo impotente, frustrato e nervoso; prendo la porta e scendo in taverna.
In questa villa, per mia fortuna, il mobile bar  è  sempre rifornito come si deve: mi servo diverse dosi di scotch liscio.
A complicare la situazione già grama di per sé,  i suoi non ci sono mai: due genitori assenti che ignorano i figli ed i problemi di questa età  ingrata.

Adam, suo fratello, mi trova al buio, mi propone di giocare a biliardo.
Lui sa della situazione con Marissa; sa ma non parla, non ne parlerà ad anima viva, mi guarda bere...
Ad un certo punto me ne vado.
Adam vorrebbe accompagnarmi a casa, non glielo permetto, sarà anche il mio migliore amico ma non è la mia balia.
Al mio arrivo a casa mi accorgo di non avere le chiavi per entrare.
Merda.
Cerco allora di avvicinarmi alla villa dalla spiaggia, forse nella dependance ho lasciato un mazzo di chiavi,in fondo quello era il mio posto prima del sopraggiungere della sconosciuta.
Non una luce, tutto spento; sarà fuori la tipa, deduco.
Perfetto.
Incontro una strana resistenza.
Poi l ' oblio.

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