Capitolo 6 -Home-
-Ed è per questo che adesso mi rimangono meno anni di vita da passare con voi.-
Avevo appena finito di raccontare a Pan ed Hermione della cena con Sirius e Rem, e dalle loro facce sconvolte ero certo di aver reso perfettamente l'idea di quello che io avevo vissuto soltanto la sera prima.
-Quindi mi stai dicendo che la Drarry farà da testimone di nozze alla Wolfstar? Ti rendi conto di quale evento sia questo? Avremo la possibilità di fare delle foto stupende!-
Dovevo immaginare che a mia sorella sarebbe importato soltanto di quello...
Hermione sorrise, intenerita dalla presa di posizione della sua ragazza, prima di congratularsi con me per il ruolo appena ottenuto.
Mi strinsi nelle spalle. Non era di certo qualcosa che avrei potuto attribuire alle mie doti, ma accettai di buon grado.
Ero eccitanto quanto lei all'idea di essere parte integrante di un momento tanto importante nella vita di alcune delle persone che sentivo parte della mia nuova famiglia.
-Andremo a fare shopping. Compreremo degli abiti stupendi. Ovviamente non metterete in ombra gli sposi, ma credo che dovreste avere anche voi dei completi coordinati. Magari verde acqua... oddio sarete stupendi.-
Ormai Pan aveva cominciato a farneticare, confabulando con se stessa, come se nel suo cervello stesse avendo luogo una riunione a dir poco affollata.
Mi portai i capelli indietro e li legai pigramente con l'elastico che avevo al polso.
La canotta ormai era diventata una seconda pelle, attaccata com'era, a causa del sudore.
Il sole mi scottava le spalle, facendomi rimpiangere il momento in cui avevo deciso di intrattenermi a parlare con le ragazze sotto il sole cocente della terrazza del bar all'angolo della strada principale.
Richiamai l'attenzione della cameriera con un cenno del capo, e mi feci portare un the freddo, approfittando per prendere anche una ciambella e un caffè freddo a Draco.
Lo avevo lasciato più di un'ora prima, ancora dormiente nel letto, ma ero certo che a momenti si sarebbe risvegliato.
Come a rispondere al mio pensiero, il cellulare squillò, segnalandomi l'arrivo di un messaggio da parte del biondo. Sorrisi istintivamente.
Buongiorno amore mio.
Il letto era vuoto senza di te.
-il tuo futuro marito
Buongiorno a te, amore.
Mi dispiace averti lasciato solo. Dovevo vedermi con le ragazze. Ma prometto di tornare da te nel minor tempo possibile.
-quello che ti aspetterà all'altare
Non preoccuparti, rimani pure con loro.
Io sto uscendo. Ci sono delle cose delle quali mi devo occupare.
P.S. chi ha detto che sarai tu quello ad aspettare all'altare?
-È successo qualcosa? Stavi sorridendo fino ad un attimo fa.- Pansy mi mise una mano sul braccio, accertandosi che stessi bene.
Io sbuffai come un bambino capriccioso.
-Volevo portare la colazione a Dray, ma a quanto pare lui ha altri piani.-
-Oh andiamo, non essere così ingiusto. Sono certa che abbia qualcosa di importante da fare.- Lo difese, con il solo risultato di farmi imbronciare di più.
-Non lo giustificare.-
-Non lo sto giustificando, sto soltanto dicendo che lo capisco.- Anche Pan si imbronciò, cominciando a ticchettare fastidiosamente le unghie sul tavolo. -Insomma Harry, non diciamoci stronzate. L'unico motivo per cui a volte Draco non ti dice le cose come stanno, è che il suo lavoro è il suo lavoro. Non lo ha mai dovuto condividere con nessuno, nemmeno con me. E sai bene anche tu, quanto abbia cercato di tenermi fuori da tutto questo. Probabilmente pensi che essere stato in una banda per te sia un vantaggio, ma per lui sei soltanto il suo ragazzo. Il ragazzo che tenta di proteggere e tenere il più lontano possibile da tutta questa merda.- Sembrava nervosa.
-Certo... si vede che lo capisci. Far combattere Hermione rientra nel tenerla lontana da questa merda?- Sapevo di essere cattivo nei suoi confronti, ma non riuscii a trattenermi.
-Fai sul serio? Credi che io stia facendo di Hermione una Serpe? Credi che io voglia che abbia una pistola e che si metta in pericolo insieme a me? Sei davvero fuori strada coglione. L'unico motivo per cui si allena nel combattimento, è che ho paura per la sua incolumità. Non posso costringerla a rinunciare a me, non è nemmeno quello che voglio. Ma se mai dovesse arrivare il giorno in cui il mio lavoro dovesse metterla in difficoltà, voglio che sappia come proteggere se stessa.- La diretta interessata si fece piccola piccola, indecisa se mettersi in mezzo alla discussione o meno.
-Non c'è bisogno che tu dica niente.- La misi al suo posto, prima ancora che fosse in grado di dire qualcosa.
Poi mi alzai, allontanandomi con uno sbuffo.
Prendermela con mia sorella non avrebbe risolto i miei dubbi, e di certo non mi avrebbe fatto stare meglio a livello emotivo.
-Per favore, se non ti è di disturbo, potresti eliminare l'ordine del caffè?-
Sorrisi nel modo più carino possibile, per evitare che la barista mi imprecasse contro, e le lasciai una banconota sul bancone per pagare il resto del conto.
-La ciambella la vuole lo stesso?- Aveva agguantato la pinza per gli alimenti, attendendo la mia risposta, con un sacchetto di carta aperto nell'altra mano.
Non volevo contrariarla con una mia risposta negativa, così annuii. Non appena si voltò dall'altro lato, sospirai.
-Sai, dovresti essere meno accomodante. Non tutte le persone al mondo meritano la tua pazienza, ne tantomeno la tua comprensione.-
Mi voltai nella direzione della ragazza che aveva parlato. Non avevo neppure visto ci fosse qualcuno in fila dietro di me, eppure lei era lì, esattamente al mio fianco, mentre guardava pigramente il cellulare. Dalla sua espressione, era quasi come non avesse aperto bocca, ma ero certo che fosse stata proprio lei a parlarmi. Aggrottai le sopracciglia.
-Ci conosciamo?-
Era il mio modo gentile per farle rendere conto che non era minimamente nella posizione di darmi dei consigli, soprattutto se questi ultimi erano non richiesti.
La ragazza alzò finalmente lo sguardo, fulminandomi con i suoi occhi neri.
Quasi non rabbrividii per la freddezza che emanavano.
-No, non credo ci sia stato modo di presentarci. Sono Delia.- Si mise il cellulare nella tasca posteriore dei jeans attillati, prima di avvicinare la sua mano verso di me.
Fu in quel momento che mi resi conto che non era la prima volta che la vedevo.
Era la ragazza che ci aveva servito lo champagne al locale.
Fui sul punto di commentare la coincidenza, ma il mio sesto senso mi fece bloccare sul nascere.
-Sono Harry.-
Accennai, invece, un sorriso forzato e le strinsi la mano. La sua era fredda, e allo stesso tempo morbida come quella di un bambino.
-Ecco qui la sua ciambella e il suo resto. Le auguro una buona giornata.- La barista mi passò il sacchetto, e qualche moneta, che mi affrettai a prendere, voglioso di terminare il contatto fisico appena avuto con la ragazza.
-Bhe, è stato davvero un piacere conoscerti. Adesso vado.- Non le diedi nemmeno il tempo di dire qualcosa di più, che già ero in dirittura di arrivo verso il tavolo, dove Herm e Pansy mi guardavano con un misto di finta indifferenza e curiosità.
-La conosci?- La domanda uscì dalle labbra mie e di mia sorella nello stesso istante, mettendoci entrambi in una posizione scomoda. Lei stava ancora tentando di tenere il punto con me per quanto riguardava Draco, ed io non ero da meno.
Sospirai e mi strinsi nelle spalle.
-Speravo fossi tu a dirmelo.-
-La città è piccola, è difficile incontrare qualcuno senza averlo visto nemmeno una volta in giro.- Il suo tono era leggermente basso, mentre fissava nella direzione del bancone, dove la ragazza era ferma a chiacchierare con la barista.
-Quindi stai dicendo che lei ti sembra sospetta?- Diedi voce ai suoi pensieri.
Mia sorella scosse la testa.
-Non sto dicendo nulla. Soltanto che non credo di conoscerla.- Borbottò. Alzai gli occhi al cielo. Era raro che litigassimo, ma quando c'era qualcosa che non le andava a genio, mia sorella riusciva ad essere davvero antipatica. E la maggior parte delle volte, era proprio in quei momenti che io mi defilavo, troppo pigro per starle dietro.
-Vado a fare un giro, ci vediamo dopo al Manor. Sempre se non abbiate anche voi qualcosa di importante da fare...- Lasciai il sacchetto con la ciambella davanti alla mia migliore amica, e rivolsi un'occhiata a Pan, prima di andarmene.
-Siete davvero fratello e sorella.-
Sentii Hermione commentare. Non potei fare a meno di trattenere un sorrisetto.
Erano passate ore da quando ero tornato in camera mia, e dopo aver fatto una doccia, aver guardato due puntate di una nuova serie tv, ed essermi messo lo smalto nero, non mi rimaneva niente da fare.
Avevo mandato un messaggio ad Adhane, nella speranza che potesse risollevarmi il morale, ma lui e Theo erano a lezione, e anche se non lo fossero stati, probabilmente avrebbero dovuto comunque studiare.
Ron era uscito insieme a Blaise.
Mi aveva detto che sarebbero andati a pranzo fuori per festeggiare solo lui sapeva quale occasione, e che non sarebbe tornato prima di quella sera.
Sbuffai, poi decisi di prendere in mano la situazione e scrivere a Draco.
Non lo avevo più risposto da quando mi aveva detto di avere da fare...
Ne hai ancora per molto?
Dondolai con i piedi, seduto sul bordo del letto, sospirando.
Nessuna risposta.
Forse Pansy aveva ragione. Forse dovevo soltanto smettere di voler entrare nei suoi affari. Infondo, se provavo a vedere le cose dal suo punto di vista, probabilmente io mi sarei comportato allo stesso modo.
Entrai nuovamente su Whatsapp con l'intenzione di cancellare il messaggio, prima che Draco lo leggesse, ma lo trovai online.
📍13 Shakespeare St, Holmewood, Inghilterra
Riesci a raggiungermi?
Puoi usare una delle macchine del Manor, ho già chiesto a Rem.
Una posizione? Che diavolo stava combinando? Era in pericolo?
Arrivo.
Non ci pensai due volte, infilai il telefono in tasca e corsi nel garage, afferrando le prime chiavi che trovai a portata di mano. Non ero mai stato un asso nella guida, ma entrai ugualmente nella volvo v40 parcheggiata al mio fianco e misi in moto. Mi ci volle qualche secondo per capire il gioco di frizione e partire.
Provai a chiamare Draco per assicurarmi che stesse bene, ma ovviamente non rispose. Accelerai. Se fosse stato in pericolo non mi avrebbe mandato la sua posizione su whatsapp, no? Risi di me stesso. Se fosse stato in pericolo con tutta probabilità non mi avrebbe neppure chiamato. Forse avrebbe chiamato Sirius, o Pansy... ma io... io sarei stato l'ultimo a saperlo.
Diedi una sbirciata alla mappa, per assicurarmi che stessi seguendo la via giusta, poi tornai a guardare la strada. Il navigatore segnava la mia meta a qualche isolato di distanza. Mi trovavo in un quartiere tranquillo, la cui strada era costeggiata da villette in mattoni, quasi tutte dello stesso colore rossastro. Alcune avevano l'aria di essere in disuso da tempo, altre, invece, sembravano fresche di ristrutturazione, e sfoggiavano fiori colorati e piccole siepi curate.
- Che diavolo ci fa in un posto del genere? -
La sua macchina era parcheggiata al lato della strada, davanti ad una delle villette. Accostai, prima di affrettarmi a scendere dall'auto.
-Hai fatto in fretta...- Draco sorrise, quasi fosse fiero della mia velocità.
-Dio Santo, Draco. Stai bene? E' successo qualcosa? Sei ferito?- Lo afferrai per un braccio, controllando che avesse tutti gli arti al proprio posto.
-Sto bene.- Rise.
-Ti sembra il momento di ridere? Non rispondi ai miei messaggi e poi te ne esci mandandomi la posizione? Mi hai fatto prendere un colpo...-
-Ehi, ehi, ehi... calmati amore. Guarda che sei tu a non rispondere ai miei messaggi da questa mattina. L'unico a doversi sentire offeso qui sono io.- Mise il muso, aggrottando le sopracciglia e incrociando le braccia al petto. Era parecchio buffo, ma mi trattenni dal ridere per non dargliela vinta, anche se sapevo che avesse ragione.
-Come vuoi tu.- Borbottai a mezza voce. -Allora? Cosa ci faccio qui?- Ero certo che nessuno dei nostri amici o conoscenti vivesse nei paraggi. Diedi un'altra occhiata alla casa: a differenza delle altre in giro per il quartiere, questa era stata ridipinta di un tenue verde petrolio, che risaltava magnificamente grazie al bianco degli infissi. La veranda in legno era ricoperta di piante rampicanti, quasi fosse una piccola rappresentazione della natura circostante, anche se la cosa più bella, rimaneva il giardino curato che delimitava l'area della casa.
-Oh avanti, non essere arrabbiato con me. Non voglio che ricordi questo momento così. Stiamo pur sempre per andare a vedere casa nostra...- Il fiato mi mancò.
-Casa. Nostra?-
-Te lo avevo promesso, no?- Draco sorrise. -Ho passato l'intera mattina a firmare i documenti. Volevo che fosse ufficialmente di nostra proprietà, prima di portarti qui.- Mise le mani in tasca e ne tirò fuori un mazzo di chiavi, che ondeggiò furbamente davanti al mio viso, del tutto sconvolto. Ero completamente senza parole. Non riuscivo neppure a capire quale fosse il modo più diretto per comunicare tutto quello che stavo provando. Mi limitai, quindi, a correre verso di lui, aggrappandomi alla sua vita con le gambe, mentre lo stringevo più forte che potessi.
Il quella stretta c'era la mia gratitudine, la mia felicità, la mia fiducia, e tutto il mio amore. E ancora una volta mi diedi dello stupido. Prendermela con Draco soltanto perché il suo modo di amarmi era differente da ciò a cui ero abituato non era affatto giusto nei suoi confronti, e forse, non era giusto neppure nei miei. Meritavo le sue attenzioni, meritavo di essere tenuto al sicuro, meritavo di avere il posto più importante nella sua vita.
-Ti amo. Lo sai, questo?-
-Harry. Stai piangendo?- Draco mi scostò leggermente, soltanto per riuscire a guardarmi negli occhi pieni di lacrime. Non me ne ero neppure reso conto, eppure continuavano a scendere sulle mie guance arrossate, facendomele pizzicare.
-Sono soltanto felice.- Annuii, tirando sù con il naso.
-Anche io lo sono. E non parlo solo della casa. Sono felice che tu sia qui, Harry. Perché la verità è che non ci serve una casa, non ci è mai servita. Perché la mia casa è ovunque sia tu.-
-Beh, amore, se la tua intenzione era quella di farmi piangere ancora di più, ci sei riuscito.- Singhiozzai, incapace di fermarmi. Lui scoppiò a ridere, ma anche i suoi occhi sembravano leggermente lucidi.
Lo baciai. Non per passione, ma per affetto. Un bacio a stampo, che durò soltanto qualche secondo, ma che per me fu tanto piacevole quanto fare l'amore con lui.
-Penso che tu già lo sappia, ma ti amo anche io.- Draco sorrise ancora una volta, prima di appoggiare il capo sul mio.
-Quindi è così. Nene e Theo se ne vanno, e adesso tocca anche a voi.- Pansy sbuffò, continuando a mordicchiarsi un'unghia, nervosamente. Hermione, accanto a lei, le prese la mano, per evitare che si mangiasse anche tutto il dito.
-Pan, avanti... sii ragionevole. Non potremo stare tutti insieme per sempre.- Blaise alzò gli occhi al cielo, quasi come se si stesse chiedendo quale motivo ci fosse per essere tanto drammatici.
-Blaise ha ragione, Pan.- Draco si strinse nelle spalle.
-La fai facile. Ma mettiti nei miei panni, Draco: sto per perdere gli unici fratelli che abbia mai avuto. Come pensi che possa stare?- Mi fece male al cuore sentirglielo dire.
-Ehi... nessuno ha mai pensato di abbandonarti, Pan. Andiamo a vivere a meno di dieci minuti di strada da qui, e sai che sarai sempre la benvenuta.-
-Ma non sarà più la stessa cosa. Voi vi rintanerete nella vostra bolla, e pian piano smetterete di tornare qui, o di uscire con noi... pian piano smetterete di essere giovani e comincerete a comportarvi come quelle coppiette che si vedono in quelle noiosissime serie tv che passano su quei canali che non guarda più nessuno. Mi vengono i brividi al solo pensiero.- Pansy si prese le gambe al petto, inorridita dai suoi stessi pensieri. Fu il mio turno di alzare gli occhi al cielo.
-Non pensi che questo sia un po' esagerato?-
-No, non lo credo affatto.- Mise il broncio. Diedi un'occhiata a Draco, supplicandolo di intervenire. Lui scosse la testa, poi sospirò.
-Prometto di mandarti una foto di me ed Harry ogni mattina.- Biascicò. Lo fulminai.
-Cinque.- Contrattò Pansy.
-Due.- Concluse il biondo.
-E meno male che dovevamo trasferirci per avere un po' di privacy.- Massaggiai le tempie. Forse prendere quella casa ci avrebbe portato più stress di quanto non avessimo mai avuto al Manor.
-Hai detto qualcosa, Harry?-
-No, affatto.-
-Bene. Dato che adesso abbiamo ristabilito la pace, possiamo smettere di brontolare e tornare a divertirci?- Blaise si alzò, tendendo la mano a Ron e trascinandolo verso la pista.
Avevo quasi dimenticato che eravamo al Trinity Club, lo stesso locale in cui eravamo stati soltanto qualche sera prima, insieme ai Corvi.
Ci eravamo rintanati un uno dei privè, per parlare con più calma, ma adesso che l'ansia di annunciare il nostro trasferimento, aveva abbandonato il mio corpo, mi rendevo conto che la musica era ancora tanto forte da far male.
-Tieni, hai la faccia di uno che ha bisogno di bere.- Draco mi passò il suo drink, che accettai volentieri, finendolo in un sorso. Lui mi abbracciò.
-Andrà tutto bene.- Mi rincuorò. -Pansy se ne farà una ragione.-
-Guardate che sono ancora qui! E no, non me ne farò una ragione. Questo è alto tradimento.- Si impuntò, sbattendo i piedi a terra, proprio come una bambina.
-Amore, andiamo... credi che se ci fosse la possibilità di andare a vivere insieme, solo io e te, noi ce la lasceremmo scappare?- Hermione le accarezzò i capelli, dolcemente.
-Una casa insieme? Solo io e te?- Pansy pareva sorpresa, come se fosse la prima volta che l'idea le balenasse alla testa. -Pensi possa succedere?- I suoi occhi erano pieni di speranza.
-Non credo che possa succedere.- Il suo viso si fece più cupo, ma Hermione le afferrò il viso, portandolo vicino al suo. -Sono certa che accadrà, Pan.- Il bacio che scoccò, fu solo l'inizio di una lunga limonata che le avrebbe viste impegnate per un bel po'.
-Sul serio, sono stufo dei sentimentalismi.- Draco si rigirò il bicchiere vuoto tra le mani.
-Disse quello che si è messo a piangere davanti ad una casa nuova.- Lo rimbeccai.
-Io non ho pianto.-
-Certo, amore.- Gli scombinai i capelli, costringendolo a legarli nuovamente.
-Non ho pianto per la casa, d'accordo? Ho pianto per quello che significa.- Borbottò.
-E cos'è che significa?-
-E' il luogo che incarna il mio amore per te.- Fece sincero. Ed ero colpito, davvero colpito da quello che aveva detto, ma non potei frenare in alcun modo la risata spontanea che fuoriuscì dalle mie labbra.
-Credevo fossi stufo dei sentimentalismi.- Gli pizzicai una guancia.
-Tu sei la mia eccezione, amore.- Mi afferrò per la nuca, trascinandomi su di sé. Riuscii a sedermi sulle sue gambe, prima che le sue labbra si schiudessero sulle mie. Le mie mani corsero alle sue gambe, stringendole mentre il suo bacino si inarcava su di me. Gemetti.
-Bagno?- Proposi.
-Bagno.-
Angolino autrice:
Ehiiii c'è nessuno? Sono iooo, sono tornataaaaa. Purtroppo per voi torno sempre. In questo caso è già passato un anno dall'ultima volta che ho aggiornato la storia, e devo dire che Wattpad mi è mancato più di quanto mi piaccia ammettere. Non so quanto durerà questo mio slancio creativo (soprattutto perché oltre al lavoro, sto cercando di scrivere il mio secondo romanzo)... la mia intenzione, però, è quella di portare a termine questa storia, e probabilmente pubblicarne un'altra (ovviamente drarry) che ho nelle bozze da tempo. Cosa dire... spero che qualche leoncino sia ancora qui a fare compagnia a questa sola e vecchia autrice di Drarry. Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate, lasciando una stellina e/o scrivendo un commento qui sotto ❤️✨
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