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22

-Che fai stasera?- le chiese Luke, al telefono.
Talia era nello scantinato del locale, durante una pausa.
Aveva notato la chiamata persa di Luke e non aveva esitato a richiamarlo.
-Piper mi ha chiesto di vederci, a casa sua.
Penso voglia parlarmi di Jason.
-È una settimana che non ci vediamo, Talia...
-Lo so, lo so.
-Sei la mia ragazza, dannazione. Non dovrei avere la precedenza?!
Talia sorrise, inevitabilmente.
Lei era la sua ragazza. Ancora non le sembrava vero.
Era così bello alzarsi la mattina e sentire di appartenere a qualcuno.
-Luke, stai facendo il bambino. Ci vediamo domani.
-No, non ci vediamo domani. Ti passo a prendere stasera, quando avrai finito di parlare con Piper.
-No. Non provarci neanche!
-Perché? Che problema ci sarebbe?
-Piper sta ancora male per Jason. Dovresti portarle rispetto.
Il ragazzo sbuffò:- Come ti pare. Ma se provi a non essere disponibile neanche domani sera ti sequestro.
La ragazza rise, prima che la porta si aprisse. Jason la guardava, interrogativo:- Dovresti essere su di sopra a servire caffè, invece di parlare al telefono con il tuo ragazzo.
-Dici così solo perché sei geloso! Piper ancora non ha accettato le tue scuse, o sbaglio?
Suo fratello la guardò in cagnesco, poi chiuse la porta e se ne andò.
-È meglio se attacchiamo, Luke. Ci vediamo domani.- gli disse Talia.
Attaccò, ma prima di salire le scale le sembrò di sentire delle voci provenienti da dentro un vecchio scaffale.
Si avvicinò, notando che c'era un foro piuttosto grande nella parete.
Prese una vecchia torcia, e ringraziò il cielo quando vide che funzionava.
Per quanto vecchia, le pile non si erano ancora scaricate del tutto.
La puntò del foro, e dopo qualche istante un urlo terribile squarciò il silenzio.
Un occhio, un solo occhio la fissava dal foro.

***

L'ora di punta era passata più tranquilla del solito, e Percy non si era stupito troppo quando Talia gli aveva detto che si sarebbe presa una pausa.
Sapeva che sarebbe andata a chiamare Luke, così come non ignorava che si erano messi insieme.
Non riusciva ancora a capacitarsi di come lui gli aveva tenuto nascosta la sua breve storia con Annabeth, e di conseguenza non lo aveva ancora perdonato.
Certo, una parte della colpa era attribuibile anche ad Annabeth, ma in quei pochi giorni in cui lei non era entrata a far parte della sua giornata erano stati tremendi.
Annabeth gli serviva, gli era indispensabile.
Gli serviva sentire la sua risata almeno una volta al giorno, gli serviva farla ridere.
Gli serviva perdersi nei suoi occhi, nel suo profumo.
Si stava abituando ad ogni cosa, di lei, ma al tempo stesso scopriva ogni giorno un lato diverso di lei.
E quello che non faceva arrabbiare Percy, era che vedeva le sue stesse necessità in Talia. Lei era innamorata di Luke, ma ancora non se rendeva conto.
Uno scampanillio annunciò l'entrata di un nuovo cliente.
Si stupì, e non poco, quando Piper si sedette al bancone, davanti a lui.
-Ehi- esordì lui- è un po' che non ti si vede in questo posto.
-Lo so. Ho avuto qualche... problema, ultimamente.
In quell'istante, Jason si affacciò nel locale, bloccandosi immediatamente quando vide la sua ex ragazza.
-Dov'è Talia?- domandò dopo qualche altro secondo.
-Nello scantinato, in pausa.- rispose Percy.
Rivolse poi il suo sguardo a Piper, leggermente più pallida di prima.
Scosse la testa.
Chi le aveva inventate le pene d'amore?!
Qualche minuto dopo Jason rientrò nel suo studio, sbattendo la porta.
Allora Piper afferrò la sua borsetta, pronta ad andarsene, quando si sentì risuonare un urlo fortissimo dallo scantinato.
Jason fu il primo a precipitarsi fuori dal suo studio, scendendo velocemente le scale.
Aprì la porta.
Una torcia, ancora accesa, era per terra. In un angolo, Talia era seduta, si teneva le ginocchia con le braccia e fissava uno scaffale.

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