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Non le piaceva alzarsi presto.
Non le piaceva nemmeno il gusto del caffè di primo mattino, e anche il solo odore la disgustava.
Forse perché lavorava in un bar, Star, ed era anche troppo abituata all'odore del caffè.
Si alzò dal letto, di malavoglia, sbuffando e rischiando di inciampare nelle sue stesse gambe.
Maledisse mentalmente suo fratello, che adorava fin troppo quel locale, e si costrinse a sorridere davanti alla sua immagine riflessa nello specchio del bagno.
Capelli nerissimi tagliati corti, occhi decisamente troppo azzurri, Talia Grace si reputava una bella ragazza.
Forse erano le lentiggini, che le ricoprivano il naso e gli zigomi alti, o forse quegli stessi occhi azzurro elettrico, ma sapeva che in lei c'era qualcosa di diverso dalle altre ragazze.
La sua aria da cattiva ragazza, la sua voglia di libertà, d'indipendenza...
La suoneria del suo cellulare la riscosse da quei pensieri.
Corse in camera sua, scrutando lo schermo di rispondere.
-Percy, dimmi.
-Si può sapere dove diavolo sei?- rispose bruscamente il ragazzo all'altro capo del telefono.
Talia osservò l'orologio. Era in ritardo, come al solito.
-Sono ancora a casa.
Il ragazzo sospirò:- Vedi di darti una mossa. Sai che ci serve tutto l'aiuto possibile la mattina.
-Sarò lì tra mezz'ora- disse Talia, senza dare il tempo a Percy di ribattere qualcosa, attaccò.
Ritornò in bagno, si spogliò, e nel giro di qualche minuto si fece la doccia.

***

Quando uscì di casa, pronta per aiutare suo fratello e suo cugino al bar, non era propriamente felice.
Il lavoro al locale la annoiava.
Niente di nuovo ed eclatante, sempre gli stessi clienti, alla medesima ora di ogni santissimo giorno.
Sbuffò, mentre saliva a bordo della sua auto.
Mise in moto il suo pick-up, e pian piano si allontanò dal suo mini appartamento.
Il traffico a quell'ora non le permetteva però di sfrecciare velocemente per la strada, come amava fare di solito.

***

-Si può sapere perché ogni dannato giorno sei in ritardo?!- disse Percy, nel momento esatto in cui Talia varcò la soglia del locale.
Il ragazzo era al bancone, intento a servire una ragazza bionda, piuttosto alta, e con gli occhi caratterizzati da una strana sfumatura grigiastra.
Lei gli sorrise, ringraziando, e lui fece altrettanto.
Talia non degnò di uno sguardo suo cugino, dirigendosi nel retro.
Bussò alla porta di Jason, suo fratello, e senza attendere risposta, entrò.
Jason le sorrise, mentre digitava qualcosa al computer.
Il suo ufficio era alquanto spoglio: l'unico oggetto personale era rappresentato dalla foto di lui, Talia e Percy il giorno dell'inaugurazione di Star.
Una scrivania in legno non troppo grande occupava circa metà dello studio, e sopra di essa erano accatastati centinaia di fogli e un piccolo computer.
-Ancora in ritardo?- domandò il ragazzo.
-Non ti ci mettere anche tu...- sospirò Talia.
Jason rise, accentuando la cicatrice sul labbro superiore:- Sono certo che Percy ha già detto il fatto suo.
In quel momento, Percy entrò come una furia nello studio.
Non degnò di uno sguardo Talia, ma appoggiò le mani sulla scrivania di Jason, sporgendosi in avanti.
-Non ci crederai mai!- disse.
Talia alzò gli occhi al cielo. Ancora? Quale sarebbe stata la sua prossima conquista?
-Cosa?- disse Jason.
-Ho conosciuto una ragazza.
-E...
-Si chiama Annabeth.
-Cognome?- domandò a quel punto Talia.
Percy aggrottò le sopracciglia:- Non mi sono spinto così in là.
So però che studia architettura ed è al terzo anno di università.
-Studia alla New York University?- domandò questa volta Jason.
-Esatto.
-Di dov'è?
-Questo ancora non lo so.
Talia sorrise, un'idea già in mente.
Si mise il grembiule, ed uscì dallo studio.
Servì un paio di persone, poi la vide. Annabeth.
Era seduta ad un tavolino vicino all'ingresso, e leggeva un libro tenendo un evidenziatore nella mano destra.
Ogni tanto lo posava e scribacchiava qualcosa su un quaderno a spirale.
Talia la osservò ancora per qualche minuto.
Non sembrava il tipo di ragazza che Percy avrebbe voluto frequentare... quella sua faccia da santarellina la convinceva poco.
Ma poi incontrò il suo sguardo, e vi lesse determinazione pura.
Ecco cosa la rendeva veramente attraente agli occhi di Percy.
Nel locale non c'era più nessuno da servire, quindi si avvicinò.
Si sedette al tavolo della ragazza, ma lei non alzò subito lo sguardo.
Così Talia tossicchiò leggermente, e solo in quel momento la ragazza le mostrò attenzione.
-Ciao, io sono Talia. Te sei Annabeth?
La ragazza apparve per un attimo sorpresa, poi annuì.
-Ecco... volevo metterti in guardia da mio cugino, Percy.
-L'ho conosciuto stamattina. - rispose Annabeth.
-Certo, lo so. Vedi... ha messo gli occhi su di te e... a volte può essere una testa calda...
Annabeth scoppiò a ridere, e Talia si interruppe.
-Vedi Talia- rispose dopo Annabeth- non ho mai permesso a nessuno di fregarmi, in vita mia, e non ho intenzione di cominciare ora.
Fu in quell'istante che Talia capì che sì, lei e quella ragazza sarebbero diventate ottime amiche.

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