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2- In debito

Appena a casa salutai i miei genitori e mi misi sotto la doccia, lavandomi con l'acqua calda, una goduria per il mio corpo. 

Una volta uscita dalla doccia e vestita, entrai in camera e chiudendo la porta mi diressi al balcone della mia stanza, mentre mi strofinavo i capelli bagnati con l'asciugamano, e guardavo il cielo stellato. 

Qualcuno però sbucò dal nulla e con uno slancio si sedette sulle scale in metallo difronte il mio balcone.

-Ci si rivede, bellezza- disse salutandomi con la mano Spider-Man, mentre giocava con le gambe a penzoloni. Roteai gli occhi e lo salutai.

-Ciao- dissi non curante, voltandomi altrove.

-Cos'è, il gatto ti ha tagliato la lingua? - mi chiese con tono divertito il ragazzino, per poi alzarsi e saltare sulla ringhiera del mio balcone, facendomi indietreggiare. 

Gli feci una smorfia, vedendolo ridere di più, con una mano sugli addominali, mentre scendeva dalla ringhiera per posare i piedi sul pavimento, a pochi passi da me.

-Altro che Spider-Man, sei più una sottospecie di stalker- dissi voltandomi e dirigendomi nella mia stanza ma qualcosa si appiccicò alla mia schiena.

-Non di nuovo- dissi, mentre mi sentivi tirata, ma questa volta ero pronta: appena difronte a lui gli diedi una ginocchiata nei gioielli.

-AH! - disse lasciandomi libera vedendolo accasciarsi a terra, mentre scoppiai a ridere divertita.

-Non sono così ingenua, ragazzino- dissi per poi guardarlo meglio: mi abbassai e vidi uno squarcio nella sua tuta.

-Ma sanguini! - urlai vedendolo alzare di colpo la testa e guardarsi il corpo.

-Dove?!- chiese, riprendendosi di colpo.

-Aspettami qui, vado a prendere il necessario- vidi che si stava osservando il brutto taglio e andai nel bagno della mia stanza prendendo il necessario. 

Chiusi la porta a chiave, non vorrei che i miei facessero domande. 

Lo feci sedere sul mio letto, vedendolo con metà tuta abbassata, facilitandomi il lavoro per curargli la sua ferita. 

Indossava comunque la maschera e non avrei potuto vedere il suo viso, comunque. 

Ogni tanto lo sentivo mugolare di dolore.

-Sei proprio un ragazzino- dissi ridendo, mentre passavo il batuffolo di disinfettante sulla ferita ancora viva.

-Volevo vedere te in queste condizioni- disse con tono duro. 

Alzai lo sguardo e lo fissai: dopo tutto se aveva una ferita del genere doveva pur aver aiutato qualcuno o evitato una catastrofe.

-Scusa- dissi vedendo i suoi occhi tecnologici spalancarsi, mentre ritornai a focalizzarmi sulla sua ferita.

-Fatto- dissi mettendo gli attrezzi apposto. Mi voltai per qualche secondo e lui non c'era più.

-Un grazie potevi anche dirlo!- urlai vedendo la finestra della stanza spalancata. 

Poi mi accorsi che sul letto c'era qualcosa: un piccolo fiore. Quello era il suo ringraziamento.

-Ragazzino...tsk- dissi appoggiando il piccolo fiore sul comodino e andando a letto abbastanza stanca. 

L'indomani incontrai come ogni giorno, Ned e Peter davanti ai cancelli della scuola, salutandoli con un cenno del capo, per poi dirigerci tutti nella scuola.

-Hai studiato per la prova, Savannah?- mi chiese sbucando dal nulla Flash, mentre chiusi l'armadietto con la fronte aggrottata.

-Che prova?- chiesi guardando interrogativa Ned e Parker che spalancarono gli occhi.

-Quella di biologia, è l'ultima del semestre!- urlò Ned, facendomi preoccupare.

-Diavolo! Me ne sono scordata- dissi vedendo correre via Flash che rideva sotto i baffi. 

Ned si diresse in classe, mentre vidi Parker avvicinarsi a me, che ancora ero con la mano appoggiata all'armadietto, sprofondata nella vergogna di una F nel mio vasto repertorio di A+.

-Savannah, tranquilla ti aiuto io- disse Peter, posando una mano sulla mia spalla, sorridendomi amichevolmente.

-Dio, mi stai salvando, sono in debito con te!- dissi risollevandomi il morale.

-Potrai chiedermi qualsiasi cosa!- dissi poi mentre stavamo andando in classe per la prova.

-Va bene!- urlò euforico, mentre ci sedevamo vicini per la prova. 

Prontamente mentre il prof girava per la classe, Peter fece scambio dei nostri fogli, dandomi già il suo pieno di crocette sbarrate, non le lessi nemmeno e sorrisi ringraziandolo ancora mentalmente, vedendolo abbassare lo sguardo imbarazzato e sorridere. 

L'ora successiva era in palestra e mentre ringraziavo ancora Peter nel tragitto, rimanemmo solo noi per cambiarci negli spogliatoi, così io nel bagno e lui affianco al mio, ci cambiammo. 

Io uscii per prima, vedendo la porta del bagno di Peter socchiusa e vedere il suo fisico asciutto e non troppo muscoloso.

Aguzzai la vista e notai una benda: scossi la testa e mi diressi alla porta spalancandola.
Peter si girò di scatto spaventato e mi guardò negli occhi.

-Quella ferita...- spostai lo sguardo dalla ferita al suo volto.

-Tu sei...ragazzino! - urlai vedendolo chiudere la porta dietro di me con velocità. Mi appoggiai ad essa più sorpresa di lui.

-Bene, adesso che lo sai, devi sdebitarti: non dirlo a nessuno- mi disse rimettendosi velocemente la maglietta grigia per la lezione.

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