68 - ha la sindrome del lama
Mi asciugo le lacrime che continuano a bagnarmi le guance, senza che possa controllarle. Ho raccontato tutto quello che ho sentito e visto a Wesley, gli ho parlato della faccenda dei numeri facendogli sentire la registrazione.
Ora sta guidando in silenzio verso il campus. Era sopreso quanto me, ma so che in fin dei conti sapeva degli affari loschi di Byron.
《Posso inviarti l'audio e la foto per sicurezza?》chiedo ancora singhiozzante e Wesley annuisce guardandomi per alcuni secondi. Ora che ho delle prove concrete non vorrei perderle.
Ripenso a ciò che ho sentito e ancora mi sembra tutto così surreale. Sono stati loro a uccidere mio fratello, ma come? Sapevo che non fosse un incidente casuale, devo però capire il modo in cui l'hanno causato. Quando li denuncerò voglio essere sicura che le prove siano schiaccianti e quegli schifosi marciscano in prigione.
Mi concentro sul mio respiro riuscendo a controllarlo e quindi a smettere di piangere. Me lo ha insegnato la terapista con cui ho parlato appena dopo la morte di Matthew.
Arriviamo al mio college e Wesley spegne il motore. Prende il suo cellulare e noto che sta studiando con attenzione la foto dei "numeri" che gli ho inviato.
《Credo sia un traffico di droga, ne sono quasi sicuro. Cercherò in capire meglio le tratte così da poter rintracciare le consegne e accumulare più prove》il suo ragionamento non fa una piega ed è pienamente in linea con il mio.
《Forse è meglio che ora io vada... Ma come devo comportarmi?》ci sono troppe persone coinvolte in tutto ciò.
《Mantieni un profilo basso, ormai li abbiamo in pugno e riusciremo a mascherarli. Non andare al Black Tiger da sola, per favore. Inoltre, stai attenta anche Brick potrebbe essere coinvolto attivamente e se scoprisse ciò che sai non finirebbe bene》Annuisco e prima di scendere mi specchio nel parasole. Che dire, è ben evidente che ho pianto.
《Ci sentiamo presto. Grazie》lascio l'auto di Wesley e mi dirigo verso il mio dormitorio. Spero di non incontrare nessuno, ma dato l'orario credo che sarò fortunata.
L'anonimo questa volta ci ha azzeccato in pieno, ho scoperto qualcosa di importante.
Ci sono però due chiodi fissi che mi martellano i pensieri: cosa c'entra la sorella di Samuel; e mio fratello aveva una relazione con Victoria?
○•○
Stamattina sono andata a lezione, pensavo di potermi distrarre, ma non è stato così. Non ho fatto altro che pensare a ciò che è successo ieri sera. Fortuna che non c'era Samuel con me, altrimenti avrei dato di matto. Continuo a pensare a sua sorella, e ai segreti che nasconde. È morta? Non so nulla, e non so come scoprire qualcosa.
《Chloe!》mi volto allarmata e alle mie spalle c'è Nicholas. Tiene un libro dalla copertina rossa in mano e con l'altra il cellulare.
《Hai proprio la testa fra le nuvole! Ti avrò chiamata dieci volte e non ti sei mai girata》ridacchia fra sè e vedere il suo sorriso mi solleva per un attimo dai miei pensieri.
《Mi dispiace, volevi qualcosa?》lui saprà della relazione fra Matthew e Victoria e di sicuro anche chi sia la sorella di Samuel. Ma se tirassi fuori questi argomenti smetterebbe di sicuro di parlarmi, e saremmo tornati indietro al punto di partenza.
《Ehm, no, cioè si》si gratta la nuca avanzando di un passo verso di me.
《Ti va di pranzare insieme?》rimango ammutolita e sbalordita dalle sue parole. Ha per caso battuto la testa? Si sarà svegliato dalla parte giusta del letto? È avvenuto un miracolo? Sto per piangere, ma di gioia.
Annuisco non appena mi rendo conto di non aver risposto e sembra essere sollevato. Si aspettava che rifiutassi? Beh, d'altronde ieri ha fatto una scenata per nulla e mi ha fatto incazzare. Ma, non posso perdermi quest'occasione.
《Andiamo?》lo seguo fuori dell'edificio e camminiamo fianco a fianco come due normali studenti.
《Mi porti a mangiare con te perché non hai spiccioli?》sarebbe un suo comportamento tipico scroccare il pranzo. L'ha sempre fatto. Lui è la tipica persona che ti mangia tre quarti del cibo che hai sul piatto. È un bisonte, e ho scoperto che non è il solo, Crawford potrebbe essere un suo buon avversario.
《Credo di essere io a doverti il pranzo in realtà》ride tranquillo. Per favore, qualcuno mi dica come ha fatto a diventare così gentile e buono. Voglio che sia così sempre.
《Me ne devi di pranzi》lo ammonisco seguendolo nella risata.
Andiamo nel ristorantino in cui sono stata a inizio anno con Lyla. Non ci sono più tornata dopo quel giorno. Forse anche perché ho perso inspiegabilmente il cellulare.
Ci sediamo in un tavolo da due, ma non ho bisogno di sfogliare troppo il menù per decidere, qui è tutto buonissimo e oggi nessuno mi imporrà di mangiare sano.
Ordiniamo quando la cameriera arriva e constato che i suoi gusti non sono cambiati.
《Sei proprio un ciccione》mi copro gli occhi con una mano. Non mi ricordavo quanto imbarazzante fosse uscire a pranzo con un pozzo senza fondo.
《Ma va, ho pensato anche per te》alzo un sopracciglio, consapevole quanto lui che la quintalata di cibo che ha ordinato la mangerà lui.
《Sicuro, voglio proprio vedere quando mangerai dopo》alzo un sopracciglio, sapendo già di aver ragione.
《Ti aiuterò a finire ciò che non riesci a mangaire. Sono una persona caritatevole io》si giustifica aprendo le braccia.
《Proprio un santo. San Nicholas, ti si addice bene》congiunge le mani in preghiera e finge di dispensare benedizioni a tutto il locale.
《Smettila dai, che ci cacciano》gli faccio abbassare le mani, prima che qualcuno ci veda e chiami l'ospedale psichiatrico.
《Ti ricordi quando ci hanno cacciato dal ristorante al mare?》torno indietro con i ricordi e mi vergogno ancora oggi.
《Tutto per colpa vostra》alzo gli occhi al cielo ripensando all'imbarazzo.
Io avevo 15 anni e Nicholas e Matthew erano più grandi, ma non di cervello. Quello mai.
I miei genitori erano andati a cena da soli, mentre noi optammo per un ristorantino vicino alla spiaggia dove lavorava una ragazza per cui Nick aveva una cotta. Io mangiavo i miei spaghetti ai frutti di mare, mentre Nicholas e Matthew avevano preso del pesce. Fra i vari pesci nei loro piatti c'erano anche delle ostriche, che si mangiano ingoiandole intere. Mentre Nick stava mangiando un'ostrica Matthew disse: "Sta arrivando Becca! È appena entrata!" colpendolo per girarsi in direzione della ragazza. Nick, ancora oggi mi chiedo come, sputò l'ostrica che stava ingoiando e che finì in testa a una signora nel tavolo vicino al nostro. Tutti se ne accorsero e loro due ebbero il coraggio di dare la colpa a me, con testuali parole: "Scusatela è una ragazzina disturbata, a volte sputa il cibo. Ha la sindrome del lama".
《Non potevo dire a tutti che era arrivata Becca e quindi avevo per sbaglio sputato la mia ostrica》si giustifica, come se ciò che ha fatto fosse lecito.
《Ma, dire che io ho la sindrome del lama andava bene, vero?!》alzo un pò la voce mentre Nick riparte a ridere.
La cameriera finalmente arriva con il mio ordine e tutto ciò che ha ordinato Nicholas.
《Vedi di non sputare niente stavolta, o inventarti qualche strana malattia che io possa avere》lo ammonisco iniziando a mangiare la mia piadina ripiena. Mi fa una linguaccia e inizia a mangaire anche lui.
Mangiamo in silenzio finché non riprende a parlare
《Comunque mi dispiace per ieri》 quasi mi sembra di essermelo immaginato.
《Cosa, cosa?》
《Mi spiace, insomma non volevo fare quella scenata》sorrido internamente prendendo una delle sue patatine. Nick che ammette la sua colpevolezza e si scusa è più unico che raro. Dovrò segnarmelo nel calendario.
《Non so cosa mi sia passato per la mente, ma devi ammettere che la situazione era compromettente》poso la mia piadina sul piatto e lo guardo fisso negli occhi. Ci mancava che non dovesse avere comunque una parte di ragione anche lui.
《Spero tu stia scherzando》lui in risposta scuote la testa ficcandosi altre patatine in bocca.
《Sei sempre il solito》come farò a dirgli che sto con Samuel? Quello ci ammazza entrambi. Prendo altre delle sue patatine per chiudere il discorso. Il cibo è sempre un buon espediente.
《E tu sempre la solita, non puoi andartene in giro per il dormitorio maschile》mi ammonisce alzando un dito e scuotendo la mano a destra e sinistra.
《Sveglia, non ho più 5 anni》mi indico tirando le labbra in un sorriso. Anche se sono super sbadata e alle volte idiota, non significa che sia ancora una bambina.
《Per me si》cala il silenzio e smetto di masticare. Ho sentito bene? Devo essere felice o prenderlo a pugni?
《Non voglio che ti accada qualcosa》so che implicitamente si sta riferendo a Matthew, ma nessuno dei due ha la forza o le parole per dirlo.
Sposto lo sguardo sulle sue iridi chiare, lo specchio delle mie e quelle di Matt. Tre paia di occhi azzurri, diversi ma al contempo uguali.
《Grazie》è l'unica parola che riesco a pronunciare. Forse pian piano sta tornando tutto come prima.
Forse c'è ancora una speranza per noi.
Riprendo a mangiare e ormai la mia piadina è finita. Prendo una delle due ciotoline con le patatine fritte, si ne ha ordinate due per sé.
Sento il suo sguardo su di me, mentre inizio a mangiare le sue patatine
《Che c'è? Non vorrai mica mangiare anche queste?》scrolla le spalle e avvicino la ciotolina.
Che domande idiote faccio? Potrebbe mangiare questa e altre ancora.
《Se non le finisci ti aiuto》
《Che caritatevole che sei, veramente》se continuo a dirgli che è caritatevole si convince anche. Magari diventa davvero più buono.
《Mamma mi ha chiamato l'altro giorno, e vuole sapere se torni a casa per il giorno del ringraziamento》alzo lo sguardo.
《Tu torni a casa?》credo che tornerò solo se lo farà anche lui. Non avrebbe senso non essere tutti insieme.
《Credo di si》
《Torno anche io》dico immediatamente dopo. Sarà un test, vedremo se riusciremo a vivere per due giorni nella stessa casa senza scannarci.
《Bene, allora avviso mamma, sarà contenta》sorrido annuendo.
《Ah, visto che sei così caritatevole, mi daresti un passaggio? Io non ho la macchina qui》devo assolutamente tornare qui con la mia auto poi. Nell'ultimo periodo ho speso un sacco di soldi in taxi o ho scroccato passaggi qua e là.
《Si, torniamo insieme》sorrido felice.
Si alza e prende la giacca posandosela sulle spalle.
《Dove vai?》
《A pagare idiota》ridacchia scuotendo la testa e mi ruba una patatina prima di dirigersi alla cassa. Ha fatto in tempo a finire di mangiare per tre e io sto ancora finendo, e ho ordinato per uno.
Finisco il cibo che mi rimane sul piatto mentre Nicholas è in fila per pagare.
La suoneria di un cellulare mi attira e noto che lo smartphone di mio fratello è proprio davanti a me. Deve essergli arrivato un messaggio.
Magari è importante, dovrei controllare. Cerco di convincere me stessa a non farlo, ma prima di rendermene conto ho già il suo cellulare fra le mani. Lo abbasso in modo che non lo noti, in fondo che c'è di male? Siamo fratelli.
Nella barra delle notifiche c'è un messaggio di Shane.
《La situazione non è buona, ho...》provo a sbloccare lo schermo, ma è protetto da una password. Inserisco velocemente la sua data di nascita, poi la mia e quella di Matthew, ma non si sblocca. Nick non è mai scontato. Devo accontentarmi dell'anteprima e di queste poche parole. Ma che cosa sta succedendo?
Rimetto il cellulare dov'era prima che possa tornare, sta pagando proprio ora. Per fortuna questa volta un aggancio ce l'ho: conosco Shane.
Angolo autrice
Non è lunghissimo, ne sono consapevole, ma fatico davvero a scrivere.
Forse è un insieme di fattori, non lo so, ho già in mente come deve finire la storia, ma non riesco a buttare giù le parole quindi ci vorrà più del dovuto.
In ogni caso come sta andando? Spero davvero che stiate tutti bene: voi e anche le vostre famiglie.
Se qualcuno ha bisogno io ci sono.
qotd: fate lezioni online?
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