57 - forse non l'avrei mai conosciuta
Samuel's Pov
Mi aggiro fra i ragazzi puntando lo sguardo su ogni chioma bionda che scorgo, ma fin'ora non sono riuscito a trovarla. Chissà dove si sarà cacciata, questo posto è immenso. Entro nella cucina dove la musica è molto più bassa e la vedo girata di spalle che parla con un ragazzo. Questa attacca bottone anche con i sassi.
Mi avvicino a loro e non c'è dubbio sul fatto che sia lei. Tossisco rumorosamente attirando l'attenzione del pivello con cui sta parlando, che si zittisce fissandomi. Chloe continua a parlare a vanvera e sono sicuro sia, almeno in parte, ubriaca.
《Che c'è?》si interrompe notando che il ragazzo non le presta più attenzione e segue il suo sguardo arrivando a me. Ha le guance leggermente arrossate, segno che ha bevuto. Doveva parlare proprio con un cretino del genere? Non riesce nemmeno a reggere il mio sguardo. Se credeva di potersi approfittare di lei si è sbagliato di grosso.
《Ciao Samuel!》esclama felice sbattendo più volte le palpebre e, proprio mentre mi sta per presentare al suo nuovo amico lo fulmino con un'occhiata e gli faccio capire che se ne deve andare, e lo fa. Che sfigato.
《Uffa, l'hai spaventato》si lamenta appoggiandosi al bancone dietro di sé e portandosi le mani ai lati del corpo evidenziando ancora di più le sue forme. Si, l'ho spaventato eccome e me ne compiaccio.
《Non è vero》rispondo severo, ma lei non sembra del mio stesso avviso.
《Crawford aveva ragione》borbotta portando la testa all'indietro per poi scoppiare a ridere e non capisco di che cosa stia parlando. I capelli le ricadono morbidi sul viso e allungo una mano per scorstarglieli.
《Su cosa?》
《Che sei geloso》afferma seria per poi riprendere a ridere.
《Stronzate》ribatto sicuro di me. Forse sì, sono un pò geloso, ma perché ho paura che qualcuno si possa approfittare di lei.
《Ah, si?》mi porta una mano sulla spalla stuzzicandomi con le dita, e non capisco dove voglia arrivare. Con uno scatto mi attira a sé tirandomi per il colletto della camicia e i nostri volti sono a poca distanza uno dall'altro. Mantiene lo sguardo fisso nei miei occhi che trabocca seduzione, ingenuità e timidezza. Un mix letale che ti fotte il cervello.
Abbassa gli occhi sulle mie labbra facendo su e giù, e i nostri respiri si scontrano. Soffio leggermente sul suo viso finché non elimina definitivamente la distanza che ci separa. Congiunge la sua bocca con la mia e sento il sapore dell'alcol che conferma quanto sia ubriaca. Mi stringe a sé trattenendomi dalla camicia ed io sposto le mani sul suo corpo spingendola verso il bancone.
Sento il suo sapore nella mia bocca e inspiro il suo profumo. Questo bacio è dolce, ma la passione è evidente, entrambi lo aspettavamo da tanto.
Muove le dita fino ai miei capelli e si insinua fra di essi avvicinandomi a sé. Continuo ad attirarla sempre di più, come se potesse scappare, stringendola per i fianchi fino a far scontrare i nostri corpi. Porto una mano fino alla sua guancia e la accarezzo.
Ansima sulle mie labbra e si allontana per riprendere fiato ed io faccio lo stesso. Mi fermo a guardarla e mi perdo nei suoi occhi come non era mai successo.
Cosa stiamo facendo? Noto i nostri corpi ancora avvinghiati e le mie mani su di lei. Tutto questo è sbagliato.
《Chloe, no, basta!》cerco di allontanarla da me, ma mantiene la presa sui miei bicipiti, e sono costretto a staccarla a forza. Una marea di sensazioni diverse si avvicendano nel mio stomaco, confondendomi ancora di più. L'istinto mi spinge a ricreare questo legame perfetto che si è appena sciolto, ma la ragione ha la meglio.
《Perché?》chiede tentando di avvicinarsi a me, avvolgendo le braccia attorno al mio collo.
《Sei ubriaca marcia, e tutto ciò non sarebbe mai dovuto succedere!》sentenzio duro e autoritario. Se questo è l'unico modo per allontanarla allora terrò alta la linea dura. È fidanzata e ubriaca, non mi approfitterei mai di lei, non sono quel tipo di ragazzo. Ci siamo già trovati in una situazione simile a questa, a casa mia, quand'era ubriaca, e quella notte sono riuscito a fermarla. Questa volta no, ed è anche colpa mia. Ho ricambiato al suo bacio.
Non proferisce parola, e si limita a scrutarmi con gli occhi dilatati. Non starà per piangere spero.
《Forza, ti riporto a casa》se la lasciassi sola solo per un minuto dio solo sa che cosa farebbe.
《No!》si oppone come avevo immaginato, ma le prendo il braccio e la tiro nella mia direzione mentre è piantata con i piedi a terra.
《Tu..tu, pensi che io sia brutta?》spalanco gli occhi nel sentirle dire queste parole e mi chiedo se mi stia prendendo in giro. Abbassa di poco il capo e quasi quasi sembra tornare sobria. Stringe gli occhi in due fessure, e poi...delle lacrime iniziando a rigarle le guance. Questa è l'ultima cosa che mi sarei aspettato ora. Fa sul serio?
Continua a piangere e realizzo che non sta scherzando. Le circondo il volto con le mani cercando di tranquillizarla, ma questo metodo non sembra funzionare. Inizia a boccheggiare e impallidire e capisco che sta per avere un attacco di panico.
Sento una strana sensazione dentro di me, come se qualcosa si fosse rotto.
《Chloe, ascoltami》non è facile far calmare qualcuno da sobrio, men che meno da ubriaco.
《Guardami!》finalmente alza lo sguardo su di me e sembra riuscire a seguirmi. Non ho mai affrontato una situazione di questo genere e vedere che lei sta così male per qualcosa che ho detto mi fa stare ancora peggio. È colpa mia, non avrei dovuto trattarla così.
《Shh, calmati》si avvicina a me e mi abbraccia avvolgendomi il busto. Sento il suo volto aderire sulla mia pelle e le lacrime umide trapassare il tessuto leggero della camicia. Rimango immobile per alcuni secondi per poi avvolgere le braccia intorno a lei. Mi chino sulla sua testa e le poso un bacio fra i capelli mentre sento il suo respiro tornare regolare. In silenzio seguo il ritmo dei suoi respiri e mi sincronizzo involontariamente a lei. Muovo una mano su e giù lungo la schiena e traccio dei cerchi sul braccio.
Rimaniamo così per un pò, finché non decide lei di staccarsi, e quando lo fa sembra stare meglio.
《Ho fame》arriccia il naso congiungendo le labbra a cuore. Ok è definitivamente tornata in sé.
《Andiamo a casa》mantengo un tono calmo per non farla agitare di nuovo, è pur sempre ubriaca e potrebbe risuccedere.
《Ma io ho fame adesso》si impunta sbattendo un piede a terra. Siamo seri?
《Andiamo a casa, e potrai mangiare tutto quello che vuoi》le sorrido cercando di convincerla e allontanarci da questo posto, dove potrebbe solo fare danni o cacciarsi nei guai.
《Va bene》sembra essere convinta e si lascia guidare fuori dalla cucina. Torno nel salone dove abbiamo lasciato le nostre cose e le prendo senza perderla di vista nemmeno per un secondo.
《Noi andiamo, è troppo ubriaca》informo gli altri e cerco di farle indossare il suo cappotto, ma mi sembra di essere alle prese con una bambina capricciosa di cinque anni.
La tiro con me verso l'uscita, almeno i nostri amici la smetteranno di guardarci male.
《Chloe, vestiti, altrimenti ti ammali》la supplico per la terza volta, ma non mi vuole ascoltare. Ormai siamo a dicembre, e se gira senza giacca di sicuro si prenderà il raffreddore.
《No, non voglio》esclama infastidita. Quando è ubriaca esce il suo lato da bambina e quello da ragazza sexy... un bel dilemma.
Non passa nemmeno un secondo ed inzia a correre allontanandosi da me.
《Chloe, che cavolo fai! Vieni qui!》girano un sacco di macchine che potrebbero non vederla e investirla. Un'auto scura la sorpassa con un lungo suono di clacson e capisco che l'unico modo per fermarla è acchiapparla. Fortunatamente sono più veloce di lei e non ci metto troppo ad avvicinarmi, ma continua a fare a zig zag e l'impresa risulta più difficile del previsto.
《Dai, fermati!》continuo a chiamarla e alcuni si voltano a guardarci. Che hanno?
Mi appoggio la sua giacca su una spalla e con uno scatto la prendo in braccio mente si dimena lanciando urletti.
《Fai silenzio, non ti sto aggredendo》ora penseranno tutti che io sia un pedofilo. Si calma e la smette di urlare, in compenso sento il suo sguardo bruciare sulla mia pelle, come se stesse analizzando ogni singolo centimetro del mio volto.
《Sei bello》abbasso gli occhi sulle sue iridi chiare appena illuminate dalla luce fredda del lampione sopra di noi. Fa strano sentirselo dire da lei. Ho sempre saputo di esserlo, ma è diverso con lei.
《Anche tu》le sorrido vedendo che si sta calmando. La porto nella mia auto sul sedile del passeggero. Salgo ed ha chiuso gli occhi.
Ci siamo baciati... e domani probabilmente non se lo ricorderà nemmeno. Dovrei dirglielo o fare a meno? Dopo tutto lei sta insieme a Ethan, siamo amici e io ho baciato la sua ragazza. È tutto sbagliato. Ma forse un motivo c'è se è successo.
Non la voglio perdere. Non ora che sembra essere tornata a fidarsi di me.
Arrivati al campus la porto in braccio nella mia stanza visto che il suo appartamento è ancora inagibile. Nicholas non c'è stanotte me l'aveva detto, quindi posso farla dormire sul suo letto.
In ascensore inizia a svegliarsi ma non dice nulla. Incontro poche persone e posso solo immaginare quali pensieri malsani attraversino le loro menti.
《Samuel, ti devo dire una cosa》picchietta sul mio petto mentre sto aprendo la porta. Sposto lo sguardo sul suo viso arrossato per il freddo e gli occhi appena aperti.
《Dimmi》riesco finalmente a inserire la chiave ed entrare. Accendo le luci e immediatamente si copre gli occhi con le mani.
《Mi piaci tanto, ma non dire a Chloe che te l'ho detto》sussurra per poi ridacchiare e mi immobilizzo sul posto con i muscoli congelati da capo a piedi.
《Davvero? E ti ha detto altro di me?》provo a stuzzicarla per capire se davvero ho sentito bene.
《Che sei bello e hai dei bei capelli》allunga una mano verso di essi e li accarezza con i polpastrelli. Immobile la lascio fare chinandomi e assecondando i suoi movimenti la poso sul letto di suo fratello. Ritrae la mano e nel fare ciò mi sfiora il volto e si sofferma con gesti lenti.
Le tolgo le scarpe e mi allontano. Ho bisogno di allontanarmi da lei per un attimo. Stanno succedendo troppe cose. Devo metabolizzare il tutto. Apro la porta finestra e prendo una sigaretta dal pacchetto che tengo in un cassetto. Non sono un fumatore, non lo sono mai stato, ma in alcune occasioni quando sono molto agitato lo faccio. So che non mi fa bene, ed essendo un giocatore professionista non posso permettermi di prendere il vizio, ma l'ultima volta che l'ho fatto è stato alla morte di Matthew, quando anche mia sorella se n'è andata.
Mi siedo per terra dato che non abbiamo nessuna sedia fuori perché è inverno, e allungo le gambe avvicinandomi il piccolo porta cenere che teniamo, più per gli ospiti che per noi. Accendo la sigaretta portandomela fra le labbra e assaporo il sapore acre della nicotina che si diffonde dalla mia bocca alla gola.
Chiudo gli occhi e rimango così nel silenzio, e gli unici rumori che sento sono il mio respiro e il palpitio del cuore. Possibile che stia cambiando qualcosa in me? O forse il cambiamento è già avvenuto?
Esalo fuori il fumo dal naso, che si leva alto nella notte buia. Quella ragazza mi fotte il cervello.
Dal primo giorno in cui l'ho vista e sapevo benissimo chi fosse.
Quando ho trovato il suo cellulare per terra, l'avevo raccolto perché pensavo fosse il mio, ma poi rivoltandolo fra le mani avevo capito che non lo era. L'avevo acceso e mi era apparsa l'immagine della famiglia felice che tanto conoscevo. Nicholas, Matthew e Chloe. Non ero riuscito a sbloccarlo a causa della password, ma nella cover avevo notato un biglietto con il suo nome che confermava tutto. Era proprio lei. Ero tornato in camera mia e l'avevo poggiato al centro del mio letto, o meglio lanciato con poca grazia. Mi ero seduto sulla sedia e l'avevo fissato per una mezz'ora buona. Cosa dovevo fare? Andare da lei e darglielo, o fare finta di niente e portarlo all'ufficio oggetti smarriti?
Qualcosa in me si era accesso, non so spiegare neancora oggi che cosa, forse era curiosità. L'avevo già vista in giro qualche volta, e sapevo che Nicholas la voleva proteggere, me l'aveva detto. Non sapevo ancora che avrei dovuto farle da tutor, e sono stato dannatamente stupido e uno sbruffone. Quando la segretaria mi aveva contattato ero stato un cretino, ricordo ancora le sue parole:
"Buongiorno, ci sarebbero dei moduli da firmare per il tutoraggio" ricordo di aver riso a quella parola.
"Ah si?"
"Si, il ragazzo è stato assegnato in ordine casuale, ma dovrebbe venire in segreteria e accettare formalmente" ero seduto sul divano dopo l'allenamento, e di certo non mi sarei alzato per andare a firmare delle stupide scartoffie.
"Senta ora sono molto impegnato, non potrebbe fare una X al posto mio?" sono proprio un buono a nulla, lo so.
"Ehm si, cioè no. In questo modo, però, non potrà cambiare tutorato" non mi importava nulla di cambiare, avevo fatto ciò per avere dei crediti extra. Riuscii a convincere la segretaria con il mio tono persuasivo e la feci franca.
Mi chiedo che cosa avrei fatto se fossi andato lì e avessi letto il suo nome su quei moduli. Ora sarei qui così o forse non l'avrei mai conosciuta?
Schiaccio la sigaretta sul posacenere e mi alzo da terra chiudendo la porta a chiave. Mi dirigo nella mia stanza e sento la testa troppo pesante, troppo piena di pensieri e mille dubbi. La contemplo per un'ultima volta mentre dorme beata e tranquilla per poi gettarmi sul letto e addormentarmi subito.
Angolo autrice
Finalmente è uscito questo capitolo, che per me è molto importante. Ci ho messo un sacco a scriverlo e sistemarlo perché lo volevo perfetto, non è uscito così, ma va bene, spero apprezziate.
È arrivato il fatidico momento che molti aspettavano, o forse altri no.
Ve lo aspettavate? Che ne pensate? Cosa succederà d'ora in poi?
qotd: capelli lunghi o corti?
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