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16 - segreti

《Sei proprio sicura che fosse Nicholas?》ripenso al ragazzo biondo con la maglia bianca, che ho visto ieri. Sì, era proprio uguale a mio fratello. Annuisco convinta. So che non è possibile che fosse lui, ma dentro di me sento qualcosa che si è accesso, forse la speranza di essergli più vicina.

《Mi zia non ti dirà mai niente, tua mamma nemmeno, l'unica cosa che puoi fare è aspettare di tornare a casa e parlare direttamente con lui》fra quattro giorni mi metterò in viaggio per tornare a casa dopo sei mesi. Me ne sono andata dopo un mese dal funerale di Matthew e non sono più tornata. I miei genitori sono felici di vedermi e ci tengono che io torni, allo stesso tempo però, non hanno voluto dirmi niente su mio fratello.

《Speriamo ci sia anche lui》mi raccolgo i capelli con l'elastico che ho sul polso e la mora mi passa una mano sulla schiena.

《Io ora vado a letteratura inglese, sicura di non voler venire?》scuoto la testa e Lyla si arrende. Non voglio vedere nessuno, né uscire dall'appartamento.

Ieri sera quando sono tornata ed il mio telefono ha squillato, era arrivato un messaggio sconosciuto, un altro.
"La piccola Chloe sta male mentre va a trovare chi non dovrebbe"
Ethan lo ha visto mentre mi passava il cellulare, mi ha guardato con uno sguardo pieno di disapprovazione, da colpirmi dentro. Poi se n'è andato. Ripenso alla delusione che i suoi occhi mi hanno trasmesso, mi ha fatto davvero male. Ho sempre imparato a non curarmi del giudizio di nessuno, soprattutto di chi non conosco, ma gli occhi Ethan mi sono rimasti impressi.

Samuel ha cercato di parlarmi ma ho finto di essere stanca e l'ho liquidato, so che vuole sapere, ma non gli posso dire nulla, non voglio. Se andassi a lezione lo vedrei ed in qualche modo riuscirebbe a parlarmi, per ora voglio rimanere qui, sono abituata a stare da sola, credo che ognuno debba abituarsi a stare solo con se stesso.

《Ti chiamo quando finisco》sorrido a Lyla che esce. Per fortuna che c'era lei con me ieri, conosce i miei "svenimenti" che non sono altro che cali di zuccheri. È stata colpa mia, dopo essere stata al cimitero non ho cenato e ieri mattina non ho pranzato, troppa era l'amarezza e la tristezza che avevo. Sicuramente ha influito la vista del ragazzo che assomiglia a mio fratello, che mi ha portato a perdere i sensi.

Non riesco ancora a capire a che cosa si riferiscano i messaggi anonimi, ma se l'ultimo si riferiva al mio svenimento significa che questa persona è intorno a me, ha detto
"va a trovare chi non dovrebbe" questa frase potrebbe essere riferita a Samuel, stavo andando da lui. Forse dovrei iniziare a preoccuparmi, qualcuno potrebbe essersi seriamente fissato con me.

Due battiti sul legno della porta mi fanno voltare distogliendomi dai miei pensieri. Forse è Patty, ieri sera è stata gentilissima con me, continuava a chiedermi come stessi e si è anche improvvisata cuoca. Che dire, non è stata la cena migliore del mondo ma non è stata neanche così pessima, ho apprezzato lo sforzo, almeno non ha mandato a fuoco la cucina.

Mi alzo dal divano trascinando i piedi sul pavimento. I calzettoni di lana grigi che mi ha fatto la nonna sono un ottimo isolante termico, gliene chiederò altri.

Apro la porta e mi si presenta davanti Samuel. Non faccio in tempo a richiuderla perché lui la blocca, quel maledetto piede, prima o poi glielo taglio. Seconda volta che succede, devo affinare le mie mosse.

《Ciao, cosa vuoi?》incrocio le braccia cercando di sembrare tranquilla. Non dovrebbe essere a lezione ora?

《Dobbiamo parlare》sputa in tono fermo. Questa volta però non mi farò manipolare. Entra nel mio appartamento con troppa irruenza per i miei gusti, certo non mi aspettavo saltellasse come Heidi con le caprette, ma nemmeno che fosse diventato un elefante.

《Di cosa?》chiedo innocente conoscendo già la risposta.

《Che cosa sta succedendo?》chiude gli occhi in due fessure avvicinandosi bruscamente a me. Mi mordo la lingua per non scoppiare a ridere, quando sono sotto pressione lo faccio sempre, ecco perché nessuno mi prende mai sul serio.

《Cosa dovrebbe succedere?》mi ucciderà se continuo a rispondere così. Il suo petto si gonfia ed io indietreggio. Forse una bella risata ci starebbe.

《Perché non vuoi parlarmi? Dove sei stata l'altro giorno?》mando giù la saliva e lui continua a fissarmi. Mi porta una mano sotto il mento alzandomi il viso. Il suo corpo mi sovrasta totalmente, non ho vie di scampo e per completare il tutto sono sicura di essere rossa come un pomodoro. La sua vicinanza non mi fa bene, in nessuna circostanza.

《Non riesci nemmeno a guardarmi! Che cosa ti ho fatto? Sto solo cercando di aiutarti! Sei solo un'egoista.》sbraita visibilmente arrabbiato. La bomba sta per fare boom.

《Io non ho bisogno di aiuto!》esclamo togliendo la sua mano dal mio viso. Il leggero calore che mi stava trasmettendo il contatto con il suo corpo, scompare. Si sposta da me facendo un giro su sé stesso, visibilmente frustrato. Alza le braccia per poi riabbassarle e portarle ai fianchi.

《Sei così testarda!》il suo comportamento mi sta seriamente spaventando. Non riesco a proferire parola, so che lo farei solo incazzare di più.

《Guardati! Non parli con nessuno! Pensi solo a te stessa.》mi punta il dito contro con gli occhi fuori dalle orbite.

《Io? Forse si, penso solo a me stessa, ma tu non c'entri nulla con tutto questo》ripenso all'egoismo che ha fatto allontanare mio fratello da me e che ha separato una famiglia già distrutta. Sono dannatamente egoista, ma cosa potrei fare? Lui non c'entra niente con me, si sta fasciando la testa per niente.

《Tutto questo che cos'è?》ringhia portandosi a pochi centimetri dal mio corpo. Respiro affannosamente ormai al culmine della sopportazione.

《Lo schifo che c'è nella mia vita, e fidati non dovresti farne parte.》Poggio una mano sul suo petto e sento calore passarmi dalla punta delle dita fino ad irradiarsi a tutto il corpo. Esercito una leggera pressione allontanandolo, ma senza successo.

《Io scoprirò tutto, e poi sarai costretta a parlare》mi guarda un'ultima volta per poi andarsene. Lui non può e non deve scoprire nulla, né su mio fratello, né sui messaggi. Non ha motivo di voler sapere, lui è il mio tutor niente altro.

Cosa devo fare ora? Aspettare che scavi nel mio passato? Non ci riuscirà. Lyla non parlerebbe neanche sotto tortura e Samuel non riuscirà a sapere nulla.

Ora come ora, voglio solo tornare a casa e non vedere più nessuno di loro.

Estraggo dal maglione la targhetta e la stringo forte fra le dita.

Allo stesso tempo però non posso scappare dai problemi, mi ricorreranno facendosi sempre più grandi e difficili da risolvere. Che cosa avrebbe fatto la Chloe di un anno fa?

Sarebbe andata a parlare con loro per sistemare tutto ciò, ma devo accettare il fatto che non sono chi credevo di essere.

Afferro il cellulare riguardando i messaggi anonimi. Corro in camera e indosso qualocosa di decente, prendo le scarpe ed il cellulare. Forse è ora di capirci qualcosa sul serio. Stringo di nuovo la collana quasi come mi potesse dare la forza, che non sono sicura di avere.

Tornare nel dormitorio maschile in ascensore mi terrorizza un pò, ma non ci penso nemmeno a fare le scale, altrimenti muoio davvero. Ethan condivide il parcheggio con me e Patty, questo significa che è nella stanza 48. È vicinissima a quella di Samuel quindi devo prestare molta attenzione. Odio far star male le altre persone, ma Samuel non può pensare di catapultarsi nella mia vita, e leggermi come un libro spalancato.

Mi aggiro fra i corridoi furtiva, le probabilità di trovare Ethan nell'appartamento sono molto basse, ma il primo passo è crederci.

Arrivo alla stanza in questione, ora o mai più. Sono folle a fare tutto ciò.

Busso ed aspetto alcuni secondi finché non sento la serratura scattare.
La porta si apre piano per poi rivelare il biondo dagli occhi di ghiaccio che alza lo sguardo su di me, rimanendo pietrificato.

《Ciao》mi mordo il labbro inferiore mentre lui si discosta per farmi entrare. Prendo un grosso respiro e mi muovo all'interno. Sento la paura crescere in me come un fiume in piena, non so perché sto così.

Tengo le mani intrecciate e mi guardo intorno aspettando che dica qualcosa.
Rimaniamo a fissarci immobili e decido di rompere il silenzio.

《Vorrei parlarti》lui annuisce, certo che lascia fare proprio tutto a me.

《Per i messaggi, so che li hai visti》estraggo il cellulare porgendoglielo. Lo afferra ma non li va a vedere, si limita a fissarlo a schermo spento.
Che cosa vuole fare?
Pensavo volesse leggere tutto.

《So che non ti sto troppo simpatica, forse mi odi》mi blocco ma da lui non ricevo alcun tipo di reazione, così continuo a parlare.

《Ma ho bisogno del tuo aiuto, o di sapere cosa ne pensi》alza lo sguardo su di me e non riesco a decifrare la sua espressione. Sembra quasi dispiaciuto, forse è lo sguardo meno riprovevole che mi abbia mai rivolto.

《Io non posso aiutarti》mi porge il cellulare e lo fisso interdetta. Lui sa qualcosa che io non so.

《Solo, sta attenta》afferro il telefono e mi volto indignata.

《Che cosa sai?》chiedo in tono fermo scandendo una ad una le tre parole. Solleva un sopracciglio per poi riabbassarlo soprirando.

《Abbastanza per dirti che dovresti stare attenta》ripete lo stesso concetto cambiando le parole.

《Ho il diritto di sapere!》esclamo battendo un piede a terra. È la mia vita, dovrei almeno avere la possibilità di conoscere ciò che mi riguarda.

《Chloe, per favore, ascoltami》mi volto ormai al termine della sopportazione, odio chi gioca con me.
Sento l'amaro in bocca, per uno stupido ragazzo che non ha abbastanza coraggio di parlare.

《Cosa?》ringhio arrabbiata ma lui scuote la testa. Quanto vorrei prenderlo a sberle.

《Niente》lo guardo un'ultima volta ma non incontro il suo sguardo. Esco frustata. Com'è possibile che prima si dimostri interessato alla faccenda, e poi quando è ora di agire non sappia nulla? Sa troppo, e non dice niente.

Odio come le persone si dimostrino false, come tutti dicano di esserci nel momento del bisogno e poi ti voltino le spalle per seguire ognuno la propria felicità. So che gli sto chiedendo qualcosa di cui non gli importa, perché le persone a cui importa di più di noi, siamo proprio noi stessi. Però, nel momento in cui si presenta un problema è facile dare le spalle, nel suo caso mi fa ancor più imbestialire perché sa qualcosa che io non so. Magari si tratta di un serial killer o qualcuno di pericoloso, so che mi riempio sempre la testa di mille pare mentali, ma a volte ci può essere un briciolo di verità.

"Chi fa da sè, fa per tre" credo sia proprio vero, so che potrei coinvolgere Lyla, ma ha già sopportato troppo, si è rovinata la vita abbastanza per me.

Il fine dell'uomo è la felicità diceva Aristotele, ma forse non è così facile raggiungerla, non lo è di certo.

Angolo autrice

I'm back! Sono in ritardo lo so, ma mi spiace.

Cosa ne pensate di questo capitolo? Le reazioni di Samuel, e di Ethan cosa significano?

Che cosa sa Ethan che non vuole dire a Chloe?

Ripropongo la domanda del cast, vi piacerebbe che ci fosse? O preferite immaginarvi i personaggi da soli? Nel caso in cui lo voleste mi dovrete consigliare, vi avviso ahah.

qotd: vi piacciono gli animali?

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