Atto II
Stremata com'ero, per la notte in bianco, presi sonno.
Quando mi svegliai era sera e un calore mi circondava: appena mi voltai vidi il pelo marrone di Jacob: stava riposando anche lui, con il capo poggiato sulla terra, ma appena sentì i miei movimenti, aprì gli occhi e mi guardò.
Mi appoggiai alla schiena di Jacob, riscaldandomi e osservando gli altri lupi giocare senza problemi.
-Si divertono sempre così tanto?- chiesi verso Jacob che con un rumore gutturale, rispose. Appena Emily si avvicinò a me, Jacob si alzò e se ne andò con gli altri.
-Dormito bene?- mi chiese Emily sedendosi affianco a me.
-Grazie al calore di Jacob, molto- dissi sorridendo.
-Ora sei una ragazza lupo anche tu, cioè non proprio. Jacob te ne ha parlato?- mi disse Emily interrogativa.
-Di cosa doveva parlarmi?- chiesi guardandola curiosa.
-Emily!- la richiamò Sam.
-Scusa- disse verso di me, per poi alzarsi e lasciarmi da sola.
Mentre mi alzavo per prendere il mio libro e ritornare alla macchina, mi voltai un'ultima volta a guardare i lupi giocare tra di loro, notando come Jacob non smetteva di seguirmi con lo sguardo, anche se veniva travolto dagli altri lupi per giocare.
Arrivai a casa e continuai a leggere il libro: "L'imprinting per i lupi Quileute è simile a un colpo di fulmine, ma differisce da esso per due aspetti: innanzitutto perché è eterno, e poi perché, al contrario del colpo di fulmine, l'imprinting si può avere anche con un bambino di due anni o con un neonato. In questo caso non c'è niente di romantico, o almeno non subito: è definito come uno spostamento di gravità.
Basta guardare per un attimo negli occhi una persona e, se lei è la metà che si cercava, niente, mai e poi mai, sarà più importante di lei: in un istante ci si rende conto di potersi trasformare in tutto ciò di cui lei ha bisogno, che sia un protettore, un fratello, un amico o un amante"
-Interessante...-dissi prima di chiuderlo e andare a dormire.
Quella notte mi venne difficile dormire, visto che avevo già riposato mentre ero con Jacob alla casa nella foresta, così mi alzai e mi avvicinai alla finestra.
La mia finestra dava alla foresta come panorama e tra gli alberi notai una sagoma a forma di lupo molto familiare: era rivolta verso casa mia e appena mi sporsi per guardarla meglio, ululò e scappò via.
-Chi poteva essere?- dissi curiosa. Ormai mancavano poche ore all'alba e mi diressi come ogni mattina a scuola di Tyler e appena lo lasciai, sgommai via e mi diressi nella foresta: grazie alla nostra Volvo molto sportiva, riuscii ad entrare con essa nella foresta e appena arrivai alla casa scesi. Nessuno era in casa ma sentii delle voci.
-Sam com'è possibile? Non la conosco nemmeno?!- disse qualcuno.
-Jacob, io non conoscevo Emily e appena l'ho vista è successo. Non è qualcosa che possiamo decidere- disse severo Sam uscendo dalla camera fermandosi poi alla mia vista per poi sorpassarmi sorridendo a malapena. Ricambiai e vidi che lentamente Jacob si diresse verso di me.
-E' successo qualcosa?- chiesi ammirando il suo fisico muscoloso e scolpito. Un ghigno fu la sua risposta: così lo seguii.
-Hai avuto l'imprinting con qualcuno?- chiesi. Subito si fermò e a denti stretti si voltò a guardarmi, mentre mi ringhiava.
-E tu cosa ne puoi sapere?- mi disse guardandomi da capo a piedi.
-So che è qualcosa più forte di una cotta, di un colpo di fulmine, qualcosa che ti stravolge- dissi prima che Jacob mi interruppe.
-Sì, hai ragione. Sicura di non essere una succhia-sangue?- mi chiese nero in volto.
-Succhia-sangue?- chiesi scuotendo la testa, non capendo.
-Un vampiro- mi disse marcando la parola.
-Esistono anche loro?- chiesi tremante. Jacob cambiò espressione vedendomi tremare, guardandomi preoccupato mi mise le mani sulle braccia guardandomi negli occhi.
-Sta tranquilla, ti proteggerò io da loro...- mi disse mentre sentivo il suo calore sul mio corpo, appoggiò la sua fronte sulla mia per poi voltarsi e trasformarsi, lasciandomi sola.
Ancora tremante, vidi Sam in lontananza e facendomi forza, lo chiamai.
-Sam!- dissi urlando, mentre camminavo verso di lui.
-Esistono i vampiri?- chiesi stringendomi con le mani intorno al mio busto. Serrò la mascella e guardò in direzione degli alberi.
-Jacob...Sì, Claire, esistono- mi disse a braccia conserte.
-Sono...insomma, sono qui?- chiesi cercando di tranquillizzarmi.
-Sì, ma sono dalla nostra parte- disse. Volevo diventare piccola, trasparente...lupi, vampiri...
-Esistono anche le fate per caso?- chiesi cercando di essere sarcastica, per non essere melodrammatica e nascondere la mia paura.
-Quelle cose ci sono solo nei libri che leggono ai bambini, Claire!- disse divertito.
-Dove sono tutti gli altri?- chiesi poi guardandomi intorno.
-A fare la ronda- mi disse per poi andarsene anche lui.
Scettica e ancora spaventata, camminai senza meta.
Non mi resi nemmeno conto di essere in mezzo alla strada e una macchina veniva contro di me: continuava a suonare il clacson ma io non riuscivo a muovermi, la guardavo soltanto.
Qualcosa però mi prese e mi levò dalla strada.
Appena riaprii gli occhi vidi Jacob che aspettava che mi svegliassi.
-Ma a cosa stavi pensando?! Potevi morire se non fossi stato lì!- mi disse alzando la voce.
Scossi la testa, lentamente mi alzai e mi appoggiai all'albero, per non perdere l'equilibrio.
-Perché mi hai salvato?- chiesi. Si girò fulminandomi con lo sguardo, per poi continuare a camminare sul posto, nervosamente.
-Hai avuto l'imprinting con me?- chiesi preoccupata. Le sue attenzioni erano insolite: il salvataggio, quella frase...
-Sì...- disse con voce bassa.
-E' così brutto?- chiesi rammaricata. In poche falcate si avvicinò a me, prendendo il mio volto fra le sue mani e combaciando le nostre fronti: il suo respiro caldo e pesante si scontrava con il mio volto freddo.
-Non fare mai più una cosa del genere...- mi disse facendo toccare i nostri nasi: era estremamente dolce, rassicurante, caldo, protettivo...e questo mi piaceva.
Lasciò cadere le sue mani dal mio volto appena si rese conto della nostra vicinanza.
-Scusa, non riesco a controllarmi- disse a disagio, indietreggiando.
-Mi dispiace se questa cosa è così spiacevole per te- dissi delusa dal suo comportamento.
-E' come se il mio mondo girasse solo intorno a te: non esiste famiglia, branco, amici, problemi. Ci sei solo tu nella mia testa: ieri sono venuto a controllarti e appena ti ho visto alla finestra sono andato via...avrei voluto passare con te la notte, abbracciati nel letto, sentire il tuo odore...proteggerti- mi disse mettendosi le mani nei capelli, scompigliandoli.
-Non...smettila di frenare gli impulsi che hai: ora ci sono anche i vampiri- dissi facendo un passo verso di lui. Si avvicinò ancora a me, cingendo i miei fianchi con le sue mani.
-Se osano solo toccarti...- mi disse, teso come una corda. Misi le mie mani sulle sue guance: gli accarezzai il volto, poi i capelli, vedendo come pian piano si rilassava mentre con gli occhi chiusi riprendeva a respirare normalmente.
-Per me tutto questo è nuovo: aiutami- dissi sorridendogli. Aprì gli occhi, sorridendomi e mostrando i suoi denti bianchi, a contrasto con la sua pelle scura.
-Con piacere- mi disse guardandomi, sorridente.
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