❀ XI ❀
Luke
Preso dal panico, non potei fare altro che rotolare sul letto e nascondermici dietro, il tutto mentre Ashton si alzava da esso in modo agitato. Davanti alla porta, Marlene e Calum ci fissavano interdetti: Marlene era letteralmente sconvolta, i suoi occhi chiari e leggermente lucidi erano sgranati e le guance arrossate, forse più dall'alcool che dall'imbarazzo della situazione; Calum, invece, continuava a far vagare il suo sguardo imbarazzato da Ashton a me, al momento nascosto per metà - quella incriminata, ovviamente - dal letto. Soltanto la mia testa faceva capolino da esso. Avrei voluto sotterrarmi volentieri, dovevo ammetterlo. Forse ognuno di noi nella stanza avrebbe voluto farlo.
«Tu hai un bel po' di cose da spiegarmi, bambolina», mi accusò Marlene, facendomi arrossire dalla vergogna.
«Uh... certo. Puoi aspettare che mi renda un po' più presentabile, però?», mugugnai sentendomi in colpa ed in imbarazzo.
Era normale, per me, sentirsi così in colpa, visto che ero passato dal custodire Angel come un segreto a farmi scoprire da praticamente chiunque... ma in un certo senso, era colpa mia. Avrei potuto aspettare che se ne fossero andati tutti, prima di mostrare Angel ad Ashton, oppure chiudere la porta a chiave. Nella foga del momento (e con il pensiero di Ashton con indosso quella dannata camicia e quella fottuta giacca) non avevo pensato lucidamente e avevo fatto soltanto ciò che l'istinto mi diceva di fare, ovviamente combinando un grosso guaio.
«Eh no, tu adesso mi racconti e basta! Credi di scamparla così? Che io non voglia sapere perché sei vestito da femmina?! Ti sbagli! Ti sbagli di grosso!», strillò Marlene, arrabbiandosi.
Calum la afferrò per le spalle, accarezzandole. Mi accigliai a quanta complicità ci fosse in quel gesto. Calum non sapeva neanche il nome di Marlene, da quanto ricordassi!
«Marlene, Luke ha ragione. Lasciagli il tempo di rendersi più presentabile, poi ti dirà tutto», cercò di farla ragionare il moro, facendola sospirare.
«E va bene! Aspetterò», sbottò Marlene, facendomi sospirare di sollievo.
«Grazie, Mar», le dissi riconoscente, alzandomi seppur molto imbarazzato. Mi passarono davanti tutti i momenti che avevo passato con Calum e quasi mi venne la nausea, a farmi vedere conciato così da lui.
Marlene si fece scappare una risatina. «Però le gonne ti stanno bene», si complimentò, facendomi arrossire.
«Ehm sì, grazie», borbottai imbarazzato, chiudendomi in bagno. Grazie all'imbarazzo della situazione mi era passata tutta la voglia di fare sesso con Ashton; non sapevo quanto fosse positivo, ma forse ritrovarsi con un'erezione di fronte alla mia migliore amica avrebbe reso il tutto ancora più imbarazzante.
Mentre mi rivestivo con gli abiti di Luke, ne approfittai per origliare la conversazione che stavano avendo i tre dall'altra parte della stanza. Beh, è maleducazione origliare, ma stavano parlando di me quindi almeno avevo una giustificazione valida.
«Allora, cosa stavate per fare voi due?», chiese Calum ad Ashton, in evidente curiosità. Era palese che gli avrebbe chiesto una cosa del genere, conoscendo Calum avrebbe voluto sapere i dettagli nonostante sapesse che non fosse successo quasi niente.
«Uh, beh... non era evidente?», borbottò Ashton in risposta, facendomi arrossire. Mi metteva in imbarazzo sapere che Calum e Marlene sapessero che io ed Ashton eravamo in procinto di fare sesso - ma beh, comunque se n'erano resi conto da soli.
«Ma... scusate un secondo», si intromise Marlene, suonando comfusa, «Perché io sono l'unica sconvolta da questa cosa? Avete visto un ragazzo vestito da donna e vi comportate come se niente fosse successo!».
«Uh... glielo dici tu, Ashton?».
«No dai, diglielo tu».
«No, tu!».
«E che diamine! Diglielo tu!».
«Ma insomma, qualcuno me lo vuole dire?!», sbottò Marlene, arrabbiata. La sua rabbia quasi mi faceva ridere; l'unica cosa che me lo impediva era che fosse rivolta a me, altrimenti sarei già riverso a terra a sbellicarmi dalle risate.
«E va bene, glielo dico io. Marlene, io ed Ashton già sapevamo di Luke», disse Calum.
Per un po' ci fu silenzio, un silenzio davvero imbarazzante. Poi Marlene cominciò a battere i pugni contro la porta del bagno e ad urlare.
«Sei uno schifoso traditore, Luke! Io ti ho detto i miei peggiori segreti e tu tieni questa cosa per te stesso! Ti odio!», strillò prima che un silenzio anormale riprendesse il possesso della stanza.
Quando uscii dal bagno dopo aver nascosto i vestiti di Angel per quanto potessi, trovai in camera soltanto Ashton, ancora seduto sul letto, e Calum, in piedi sulla porta. Concentrai il mio sguardo su quest'ultimo, visto che qualcosa mi diceva che la sapesse lunga su Marlene. «Che è successo?».
Calum fece spallucce. «Se n'è andata. Era piuttosto incazzata, ti consiglio di cercarla», disse, prima di lasciarmi solo con Ashton.
Il riccio mi guardò sorridendomi timido. «Mi dispiace che sia successo tutto questo casino», disse dispiaciuto, facendomi scuotere la testa.
Mi sedetti sul letto accanto a lui, afferrandogli una mano e stringendola alla mia. «Io credo sia più colpa mia che altro», confessai, sospirando, «Avrei dovuto aspettare la fine della festa».
Ashton poggiò due dita sul mio mento, facendomi alzare il viso verso di lui. Il suo sguardo era rassicurante. «Non è colpa tua, piccolo. Non potevamo prevederlo che quei due sarebbero piombati qui, che Marlene si sarebbe incazzata così tanto», borbottò, studiando la mia espressione facciale, «C'è qualcos'altro, giusto?».
Sospirai. «È che sento che la cosa ni stia sfuggendo di mano. Prima solo il mio amico Michael sapeva della mia doppia identità ma adesso ci siete tu, Calum e anche Marlene... mi domando quando lo scopriranno tutti», mi lamentai, facendo sorridere gentilmente Ashton che si allungò verso di me per posarmi un timido bacio sulle labbra.
«Non lo saprà nessun altro, sta tranquillo. Io non voglio che nessun altro lo sappia, poi potrebbero portarti via da me», borbottò imbronciato, facendomi ridere, «E poi Calum sa che lo ammazzerei se se lo facesse scappare. E non credo che Marlene voglia dirlo a qualcun altro».
«Lo spero. Beh, su Calum conto più che altro sulla minaccia che potresti ucciderlo», dissi, facendo ridacchiare Ashton, «E poi parlerò con Marlene appena la festa sarà finita, sempre che non se ne sia andata già».
«Chiederò a Calum di trattenerla qui», disse, stampandomi un bacio sulla fronte ed alzandosi dal letto, andando forse alla ricerca di Calum.
Decisi di uscire anch'io dalla mia stanza e tornare nel vivo della festa, quindi, dopo aver chiuso a chiave la porta, tornai in salotto. Non appena tornai lì fui fermato da una mano che delicatamente mi cingeva il polso, costringendomi a voltarmi. Non appena lo feci i miei occhi incrociarono quelli verdi e glaciali di Michael e il mio cuore mi si raggelò nel petto.
«Luke».
Sospirai. «Michael. Mi fa piacere vederti qui», borbottai, mordendomi il labbro inferiore per trattenermi dall'urlargli contro.
Michael sorrise dispiaciuto. «Già, già, anche a me. Ti stavo cercando, comunque - volevo parlarti», disse, lasciando andare il mio polso.
Annuii. «Ti ascolto».
Michael si grattò la nuca, a disagio. «Io volevo... uhm... chiederti scusa», ammise, mordendosi il labbro inferiore, «Non dovevo reagire così duramente con te, alla fine mi sono reso conto che tu avevi ragione ed io torto, a comportarmi così con te. Mi dispiace un casino».
Sorrisi timidamente, afferrando una mano a Michael. Le sue mani erano fredde, a differenza delle mie. «Sono contento che tu... abbia capito, ecco», dissi, facendo sorridere Michael a sua volta che si allungò per abbracciarmi inaspettatamente. Lasciai che mi stringesse a sé, felice di aver ritrovato il mio migliore amico.
«Mi mancavi troppo per tenerti il muso», borbottò Michael nel mio orecchio, «Ti voglio bene, Luke».
Ridacchiai. «Ti voglio bene anch'io, Mikey».
Adesso che avevo risolto con Michael, dovevo soltanto parlare con Marlene. Ma com'era possibile che, per ogni cosa che si risolveva, se ne guastavano altre dieci?
***
[A/N] Hello, it's me (mario!)
Come promesso, ecco a voi il capitolo 11 - capitolo in cui non è che succede poi tanto, però c'è una riappacificazione con Mikey bello che tra l'altro creerà non pochi problemi ( ͡° ͜ʖ ͡°) (insomma, Luke ha ragione, per una cosa che si aggiusta se ne guastano altre 10).
Ci vediamo domenica quindi ma, prima che vi lasci, volevo condividere con voi la causa della mia quasi morte:
CALUM THOMAS FIGLIODISATANA HOOD. Mi ha fatto venire un attacco di cuore con questa foto (e, ovviamente, ciò che indossa è diventato l'outfit del capitolo di Calum, lol).
Adesso vi lascio sul serio. A domenica prossima! ♥
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