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❀ VII ❀

Luke


Ashton mi evitava da quasi una settimana. Dopo l'appuntamento non mi aveva cercato più, né per messaggi, né a scuola. Anzi, a scuola mi evitava in ogni modo possibile: ad esempio, sedendosi il più lontano possibile da me a storia o cambiando corridoio in caso ci incrociavamo tra una lezione e l'altra.

All'inizio avevo cercato di capirne il motivo, scervellandomi, creando ogni tipo di teoria assurda e chiedendo persino l'aiuto di Michael - che, un po' con astio, mi aveva detto di lasciar perdere e basta. Michael ce l'aveva con me perché non gli avevo detto del mio appuntamento con Ashton, e a dire la verità lo capivo. È il mio migliore amico, avrei dovuto dirglielo nonostante l'avessi omesso solo per non dargli fastidio, visto che Michael frequenta l'università e doveva studiare, non perdere tempo dietro di me e alle mie paranoie da verginello alle prese con la prima cotta. Speravo soltanto che lo capisse, non avevo bisogno di litigare anche con lui.

In seguito, comunque, ho deciso di dar retta a Michael e smetterla di correre dietro Ashton, nonostante il suo comportamento mi ferisse. Okay, non era stato l'appuntamento dei sogni ed era stata tutta colpa mia e della mia goffagine, ovviamente, ma comportarsi così era di cattivo gusto. Almeno avrebbe potuto dirmelo e basta che non voleva avere niente più a che fare con me, invece di ignorarmi bellamente...

«Io te l'ho detto, secondo me c'entra Calum in tutto questo», borbottò Marlene mentre si accendeva una sigaretta. Ripeteva la stessa cosa da quando le avevo detto della mia situazione con Ashton, e in fondo pensavo avesse anche ragione. Insomma, Calum Hood mi odia. Non potrebbe accettare che il suo migliore amico esca con me, quindi... ma è comunque una teoria assurda. Perché Ashton dovrebbe negarsi qualcosa solo perché un suo amico glielo impone, non importa quanto importante esso sia? Era un ragionamento un po' contorto a dire la verità, ma d'altronde Marlene è sempre stata la più contorta dei due, sempre determinata ad avere ragione.

Sospirai. «Non penso che Ashton sia così manipolabile», borbottai io, fissandomi la punta delle scarpe. Questa situazione mi stava facendo impazzire.

«Che ne sai? Magari l'ha minacciato! Potrebbe averlo ricattato, costringendolo a non vederti più».

Scossi la testa. «Non siamo in un film sulla mafia. Non sta né in cielo né in terra che una persona ricatti il suo migliore amico solo perché non gli piace la persona con cui sta uscendo».

Marlene alzò gli occhi al cielo. «Io Calum lo vedo capace di una cosa simile. Perché non chiedi a lui?».

Sgranai gli occhi, fissando Marlene come se avesse appena predetto l'Apocalisse. «Sei pazza, per caso?».

Marlene fece spallucce. «No. Perché?».

«Perché vuoi mandarmi nella tana del lupo! Andare a chiedere a Calum perché Ashton mi ignora dell'appuntamento corrisponde ad una missione suicida», spiegai, rabbrividendo. Il solo pensiero di andare a parlare con Calum mi faceva sentire male.

«Oh, esagerato. Andrò a parlarci io allora», sbottò Marlene, scendendo dal muretto su cui stava seduta e dirigendosi verso il gruppo formato dai giocatori di calcio, al centro del quale Calum si faceva ammirare mentre raccontava qualche stronzata.

Riuscii a fermare Marlene in tempo; lei si voltò verso di me guardandomi con un sopracciglio alzato. «Che vuoi?».

Stavo tremando da capo a piedi, e credo che Marlene l'abbia notsto poiché addolcì un po' lo sguardo. Speravo che almeno capisse la mia paura colossale riguardo Calum Hood. «Non ti permetterò di andare a parlare con lui. Ti ucciderà! E poi ucciderà me!», sbottai, il panico evidente nella mia voce.

Marlene fece una risatina. «Andiamo, sei così esagerato! Non mi succederà niente, e non succederà niente anche a te. Te lo posso assicurare. Adesso fammi andare a parlare con Calum, prima che se ne vada».

Scossi la testa. «Non farlo ti prego. Ti scongiuro, Marlene, non andare a parlare con Calum», la pregai, facendole un broncio.

Marlene roteò gli occhi, l'ombra di un sorriso le attraversò il volto. «Sei così carino quando ti preoccupi, lo sai? », borbottò, strizzandomi una guancia con la mano libera, «Senti Luke, Calum non può farmi niente, al massimo può sfottermi. Sta tranquillo, starò bene », aggiunse, allungandosi - di parecchio - sulla punte per baciarmi la guancia.

Io la lasciai andare, sedendomi sul muretto ed osservandola raggiungere Calum e il suo gruppo tremando da capo a piedi, temendo per l'incolumità di Marlene e per la mia - va bene, solo per la mia. Marlene è una tosta, se la può cavare da sola. Io no. Io sono tosto quanto un panetto di burro a temperatura ambiente.

Osservai Marlene fronteggiare un Calum divertito, la cui espressione mutò considerevolmente dal divertito all'accigliato mentre Marlene parlava, con le braccia incrociate al petto. La ragazza fece un cenno della testa verso di me e Calum si voltò a fissarmi, dapprima con un sopracciglio alzato poi, inaspettatamente per me, arrossendo. Io, molto a disagio, ricambiai le occhiate per un secondo prima di abbassare lo sguardo verso il mio cellulare, mandando un messaggio a Michael. Lui visualizzò il messaggio, ma non mi rispose. Sperai che fosse soltanto perché fosse a lezione e non poteva distrarsi, nonostante in cuor mio sapessi che anche il mio migliore amico mi stesse ignorando, e tutto per colpa mia. Cercai di ignorare i miei pensieri mentre volgevo di nuovo lo sguardo verso Marlene, guardandola avanzare con... oddio. Stava venendo qui con Calum...

Afferrai il mio zaino di fretta, scendendo dal muretto e camminando a passo veloce verso l'ingresso della scuola, giusto per non dare l'impressione che stessi scappando nonostante fosse proprio ciò che stavo facendo. Marlene mi chiamò, io cercai di ignorarla più che potevo. Non volevo per nessun motivo parlare con Calum - diamine, io non volevo neanche parlarci!

«Luke aspetta! Non vuole picchiarti! Vuole solo parlare con te!», strillò Marlene, con il fiatone, «Dannazione, smettila di correre, non ho i polmoni per fare 'ste cose!».

Mi fermai, voltandomi verso Marlene e Calum. Il moro mi guardava mordendosi il labbro inferiore, sembrandomi davvero dispiaciuto. Mi chiesi fino a che punto sapesse recitare. «Sei sicura che non lo farà?», chiesi a Marlene, forse mettendomi in ridicolo. Beh, non mi importava affatto. Non ci tenevo a farmi picchiare da Calum solo perché uscivo con il suo migliore amico...

Calum alzò gli occhi al cielo. «Voglio solo parlare, Luke. La tua amica mi ha detto della tua situazione con Ashton e... forse posso aiutarti», sbottò, suonandomi seccato e riluttante allo stesso tempo.

«Mi chiamo Marlene, cazzone», si lamentò la mia amica, arrossendo leggermente. Alzai un sopracciglio. Da quand'è che Marlene arrossiva per cazzate così?

«Senti, non è proprio importante al momento. Devo far capire al tuo amico che non lo ucciderò. Io voglio solo parlare, Luke. Lo giuro».

Sospirai, poco convinto ed ancora timoroso. Avevo ancora paura che mi uccidesse. «Va bene. Ti ascolto, Calum».

«Grazie a Dio. Allora io vi lascio soli. Ci vediamo all'armadietto, Luke!», mi salutò Marlene, guardando Calum con soggezione prima di dirigersi verso l'ingresso della scuola.

Io e Calum continuammo a fissarci per qualche secondo, io spaventato, Calum confuso. Aveva un leggero rossore sospetto sulle guance. «Ehm... penso che dovresti iniziare tu a parlare, visto che probabilmente sai molto più di me», borbottai io, facendo annuire Calum.

«Sediamoci, sarà un discorso un po'... uhm, sarà un bel discorso», disse Calum, indicando il muretto.

Entrambi ci sedemmo l'uno di fronte all'altro. «Allora, parla. Ti ascolto», borbottai, prendendo una grossa boccata d'aria. Avevo davvero paura, e speravo non si notasse nonostante fossi consapevole che si notava eccome.

Calum ridacchiò. «Non c'è bisogno di essere così tesi, Luke».

«Scusa».

«Comunque non perdiamo tempo, tra poco dobbiamo entrare», tagliò corto Calum, «Allora, la tua amica mi ha appena attaccato dicendomi che è colpa mia se Ashton non si fa sentire più e ti evita».

Annuii. «L'ha detto anche a me - io non le credo però. Lo giuro», borbottai, arrossendo.

Calum alzò gli occhi al cielo. «Certo che sei proprio uno sfigato. Non ti uccido se dici che anche tu lo pensi, insomma, lo so che lo pensi. E beh... in effetti un po' è colpa mia, almeno credo».

Alzai un sopracciglio. «Quindi Marlene ha ragione? Tu hai costretto Ashton a non vedermi più?», chiesi, arrabbiandomi. Avrei litigato con Ashton sicuramente, dopo la scuola - se fossi riuscito a beccarlo in corridoio, ovviamente.

Calum mi guardò con un sopracciglio alzato, in evidente confusione. «Io non ho costretto Ashton a fare niente! Senti, non so perché si è allontanato da te, soprattutto perché sabato sera è passato a casa mia e mi sembrava al settimo cielo. Suppongo si vergogni di una cosa».

«E di cosa? Di me?», chiesi io, tremando, «Dimmi la verità, Calum. Ashton si vergogna di me?».

Calum sbuffò sonoramente. «Vuoi la verità? Va bene, te la dico! Sabato si è fatto scappare che tu sei Angel e penso che-».

Mi crollò letteralmente il mondo addosso non appena Calum pronunciò quelle parole. «Cosa?!», lo interruppi, scicocato, «Lui ti ha... detto che... oddio, no!».

«Luke ti prego non svenire», sbottò Calum, genuinamente preoccupato, «Sei pallido».

«È normale che lo sia! Tu adesso sai il mio segreto! Cosa ti impedisce dallo spiattellarlo davanti a tutta la scuola?! Ed Ashton? Io mi fidavo di lui e guarda cos'è successo!», sbottai ad alta voce, tremando da capo a piedi. Stavo per avere un attacco di panico, me lo sentivo.

Calum posò una mano sul mio braccio; ciò servì soltanto a farmi agitare di più e lui se ne accorse, di fatti mollò la presa quasi subito. «Non lo dirò a nessuno, Luke, sta tranquillo. E te l'ho detto, Ashton non voleva. Se l'è fatto scappare perché era distratto... io ci sono anche svenuto su questa cosa, quindi figurati se voglio ricordarmela», spiegò, calmo ma comunque leggermente agitato.

Presi un profondo respiro mentre il battito del mio cuore si calmava. «Cosa ti fa pensare che io ti creda? Tu aspetti soltanto la prima occasione per rovinarmi, e ora mi hai in pugno», mi lamentai, sospirando pesantemente.

«Ammetto che mi piacerebbe», mugugnò Calum, sorridendo malefico, «Ma non lo faccio semplicemente perché poi Ashton mi sbranerebbe. Sul serio, era mortificato persino perché se l'era fatto scappare! Se non mi credi, parlane con lui», aggiunse proprio nel momento in cui suonò la campanella.

Entrambi scendemmo dal muretto, dirigendoci verso l'ingresso della scuola; mi sembrava troppo strano che stessi camminando al fianco di Calum Hood. Due settimane fa mi sembrava una cosa fuori dal mondo (beh, anche baciare qualcuno mi sembrava fuori dal mondo, eppure è successo. Il mio mondo si stava completamente rivoltando sotto sopra).

«Puoi dirglielo tu che voglio parlare con lui? Sono giorni che quando lo incrocio in corridoio lui cambia strada», chiesi a Calum, stringendomi nelle spalle.

«Oggi non è a scuola, è rimasto a casa perché dice di essere malato. Dopo scuola passa da lui, parlatene. Non l'ho mai visto così giù», mi rispose Calum, sembrandomi sconsolato. Forse aveva ragione, Ashton ci stava male.

«Va bene... andrò da lui allora. Grazie, Cal», dissi, sentendomi strano. Avrei mai detto che un giorno avrei ringraziato Calum per qualcosa?

Calum mi sorrise. «Di niente, Luke. Ehm... io comunque vorrei chiederti una cosa», disse, sembrandomi a disagio.

Alzai un sopracciglio. «Dimmi pure».

«Faresti sesso con me vestito da Angel?».

Sgranai gli occhi, quasi strozzandomi con l'aria. «Neanche per sogno!», sbottai, facendo ridere Calum.

«Eh va bene, io ci ho provato».


❀❀❀


[A/N] Eh, questo Calum inopportuno ch fa prendere infarti al povero Luke... ( ͡° ͜ʖ ͡°)

Buon pomeriggio! Sto scrivendo da stamattina, sue me (E va beh, forse non da stamattina... ma comunque sto scrivendo da un bel po'). Questo capitolo è un po' troppo frettoloso, me ne rendo conto, e forse la parte in cui Luke si fa venire un mezzo attacco di panico quando viene a sapere che Calum sa della vera identità di Angel è scritta un po' alla cazzo di cane, ma è okay. Ah, e Calum sembra a posto, ma in realtà è traumatizzato (e sotto sotto vorrebbe farsi Luke, ma non lo diciamo per non far incazzare Ashton) (Ma perché nelle mie fics Luke è sempre uno sfigato che sotto sotto è desiderato da tutti? Mistero).

Nel prossimo capitolo finalmente tornerà in scena il nostro Michael Mainagioia Gordon Clifford (che tra l'altro oggi compie gli anni, auguri Cliffocondo del mio cuore) e Luke parlerà con Ashtonto (courtesy of besideclifford, ciao sweetheart) e uhm, cos'altro potrà succedere? Lo scoprirete domenica prossima (e forse anch'io lo scoprirò settimana prossima). A presto! ♥

Ps: forse, ma proprio forse, shippo lowkey Cal e Marlene lol

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