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❀ II ❀

Luke

Mi trascinai lungo i corridoi della mia scuola stanco più del solito; quella notte ero rimasto sveglio per recuperare gli episodi di una serie tv che sarebbe ricominciata di lì a poco e non mi ero accorto del tempo che passava, guardando un episodio dopo l'altro senza pormi il minimo problema della scuola. Di conseguenza, quella mattina ero praticamente uno zombie ed attiravo le occhiate stranite di tutti quelli che sorpassavo (come mio solito, del resto. Non è la prima volta che le persone mi guardano male).

Nel mio tragitto per raggiungere l'armadietto sorpassai Calum Hood, il capitano della squadra di calcio, come sempre accerchiato dai suoi adepti; cercai di rendermi invisibile ai loro occhi - ero la loro vittima preferita, di solito - e stranamente funzionò, eccetto per gli occhi verdi del migliore amico di Calum, Ashton Irwin (che era anche l'unico che non mi trattava male), che mi fissarono confusi e preoccupati per quegli istanti di panico in cui dovevo sorpassare il suo gruppo di amici senza farmi notare. Ricambiai le occhiate, stranito, prima di dirigermi a passo svelto verso il mio armadietto. Sospirai di sollievo quando ci arrivai illeso.

Da quando Michael ha lasciato la scuola io sono diventato la vittima sacrificale di praticamente chiunque, giusto perché sono quello più debole e il più adatto su cui sfogare la rabbia repressa, visto che non ho nessuno a proteggermi come gli anni passati è davvero facile prendersi gioco di me. Sinceramente non mi importa più di tanto, tanto tra qualche mese mi diplomerò e lascerò Virginia Beach per sempre, diretto in Massachusetts dove avrei frequentato l'MIT, l'università dei miei sogni. Non vedevo l'ora che questo accadesse, d'altronde sognavo di andarmene dalla mia città natale da quando ero bambino.

«Rise and Shine, principessa. Un altro giorno merdoso alla scuola più merdosa del mondo è appena iniziato».

Ridacchiai. «E buongiorno anche a te, Marlene. Ti vedo particolarmente contenta, oggi».

La mia vicina di armadietto scosse la testa. «Sto una pasqua, guarda. Ho litigato con quel pezzo di merda di Ray ieri sera, e tutto perché non avevo voglia di fare sesso con lui. Ma che posso farci io, se lui è suscettibile come una donna mestruata?», si lamentò come suo solito, facendomi ridere divertito.

Marlene Atwell è l'unica persona a scuola con cui parli per più di due minuti di cose che non siano compiti in classe ed interrogazioni. Sembra più piccola per la sua età (ha sedici anni e ne dimostra tredici, giù di lì), ragion per cui tende a comportarsi come un'adulta per sentirsi più grande; nonostante questo, comunque, è una ragazza a posto, con la testa sulle spalle rispetto al resto della maggior parte della gente che frequenta la mia scuola.

«Dovresti mollarlo e trovarti qualcuno della tua età, Mar. Cosa credi di combinare con una matricola del college?», la rimproverai, seguendola con il mio libro di storia in mano.

Marlene sospirò. «Se sto con una matricola del college ci sarà un perché, verginella. Anzi, faresti meglio a trovare anche tu un bel ragazzo dell'Università con cui scopare, riesco a sentire la tua frustrazione da qui».

Scossi la testa. «Nessuno mi-».

«Santo cielo, non iniziare!», mi rimproverò la ragazza, interrompendomi, «Solo perché non riesci a trovare qualcuno in questa dannatissima scuola non vuol dire che tu non debba cercare altrove e fare le ragnatele attorno alle tue parti intime!».

Arrossii. «Chi ti dice che ci ho fatto le ragnatele?», le chiesi, accusatorio.

«Le migliaia di volte in cui ti masturbi pensando a Chris Evans non contano, e lo sai. Trovati un ragazzo vero, non è per niente difficile!».

Scossi la testa. «Secondo te è facile trovare un ragazzo gay e disponibile a Virginia Beach? Soprattutto considerando quanto io sia negato nell'instaurare rapporti con gli altri! E poi lo sai che sono più un tipo da Sebastian Stan».

«Luke, sinceramente non mi interessa sapere a quale celebrità pensi quando hai bisogno di salvare le tue palle dall'eterna glaciazione. A me interessa sapere per quale motivo un ragazzo bello, interessante e simpatico come te sia ancora vergine a diciotto anni!».

Alzai un sopracciglio. «Sicura di aver descritto proprio me?», le chiesi, facendola sbuffare per l'ennesima volta.

«Dio buono, sei un caso perso. Ci vediamo dopo, sfigato!», esclamò, entrando nella sua classe di letteratura inglese.

«A dopo!», la salutai, proseguendo fino ad arrivare all'aula di storia. Quanto odiassi quella materia lo sapeva solo Dio - e forse anche la mia professoressa, quella troia che non faceva altro che cercare di umiliarmi davanti a tutta la classe. Sarebbe stato meglio avere il signor Bauer, almeno avrei scopato con qualcuno e avrei avuto voti decenti nella materia - unendo l'utile al dilettevole. In effetti capivo il punto di vista di Michael...

Entrai, sedendomi al mio solito banco in fondo e sistemando il libro su di esso a mo' di cuscino. Un po' di riposo non mi avrebbe fatto male, ero stanchissimo e sapevo che l'ora di storia mi avrebbe completamente tramortito, quindi era meglio per tutti farsi una bella dormita prima dell'inizio.

Ovviamente, però, non potevo essere così fortunato. La professoressa entrò in classe cinque minuti dopo di me, facendomi svegliare con lo sgradevole rumore molesto della sua voce da oca in menopausa.

«La smetta di dormire, signor Hemmings! Vuole un richiamo del preside?».

Alzai la testa dal mio cuscino improvvisato, guardando la prof come se avesse detto una cazzata. Un richiamo del preside a me? Questa era davvero bella. «No, signora Umber», mugugnai, passandomi la mano davanti agli occhi.

«Sarà meglio per lei», sibilò a denti stretti, «Dove sono tutti?».

Feci spallucce. «Mancano cinque minuti all'inizio della lezione, è normale che non sia arrivato nessuno», borbottai assonnato, facendo uno dei miei sorrisi più smaglianti.

La professoressa mi guardò spiritata. «E allora cosa ci fai tu in classe prima dell'inizio delle lezioni?!».

«Dormivo?», dissi ovvio, facendola apparentemente imbestialire sempre di più. Amavo far incazzare la Umber, era l'unica professoressa che mi detestava.

Fortunatamente, i miei compagni di classe che entravano impedirono alla Umber di fare le sue uscite da pazza. Meno male, perché quella mattina non ci tenevo proprio a sopportarla...

Osservai i ragazzi sedersi ai propri posti, aspettando chiunque sarebbe stato costretto a sedersi accanto a me, l'unico sfigato senza un compagno. Stranamente, quella mattina, Ashton Irwin si sedette accanto a me di sua spontanea volontà, nonostante ci fossero stati altri diecimila posti liberi e tutti lo stessero guardando sconvolti.

Mi voltai verso di lui, fissandolo confuso. «Che ci fai vicino a me?», chiesi cauto, senza però farmi il minimo problema di sembrare scortese. Del resto era un amico di Calum Hood, quindi mi aspettavo di tutto da lui.

Ashton si guardò intorno preoccupato, come se qualcuno avesse potuto sentire la nostra conversazione. O forse, cone se qualcuno avesse potuto notare che lui stava parlando con me. «Devo dirti una cosa».

Sospirai. «Se è qualcosa di stupido sappi che non ho tempo per le tue cazzate. Ho già Calum che me ne dice abbastanza e sinceramente-».

«Io lo so che tu sei Angel», sbottò lui, interrompendomi, parlando così a bassa voce che quasi non lo sentii neanche io.

Sentii il mio cuore sprofondare, l'angoscia invadere il mio stomaco mentre Ashton mi guardava ad occhi sgranati, con le guance leggermente rosse. Io non riuscivo a credere a ciò che mi aveva appena detto. Come l'aveva scoperto? Cioè, mi sembrava ovvio come l'avesse scoperto, ma era assurdo che Ashton mi avesse visto nei panni di Angel. Mi aveva cercato lui o mi aveva trovato per caso?

Mi stava venendo un attacco di panico, avevo bisogno di respirare. Intorno a me era come se nessuno avesse notato Ashton ed io sull'orlo di una crisi di nervi, la lezione procedeva come al solito.

«N-non dici niente?», mi esortò Ashton, balbettando. Per qualche strano motivo sembrava più in imbarazzo di me.

Tutto ciò che riuscii a dire fu un «sei gay?» che fece arrossire Ashton di più.

«Sì- cioè no- cioè forse- ugh, non importa! Ti ho visto, su quel sito. So che sei Angel», balbettò, distogliendo il suo sguardo da me.

Nonostante l'assurdità della situazione non potei fare a meno di sorridere malizioso. «Mi hai visto come Angel? La cosa è interessante», ridacchiai, «Dimmi, ti è piaciuto il mio spettacolo?».

Ashton tremava, praticamente. Mi gustai il suo imbarazzo dimenticando completamente il mio, seppellendolo nei meandri del mio inconscio - sapendo però che mi avrebbe attaccato di nuovo. «Ti ho visto di sfuggita», confessò, «Sul pc di un mio amico».

Alzai un sopracciglio. Quei bruti omofobi dei suoi amici che guardavano me in veste di Angel? Questa era davvero divertente. «Un tuo amico? E chi?».

«Non credo di potertelo dire».

Una risatina sfuggì alle mie labbra. «Allora mi hai visto sul tuo pc, probabilmente perché ti interessava. Insomma, come avresti potuto vedermi di sfuggita sul pc di un tuo amico?», supposi, ridacchiando malizioso.

Ashton sembrò dimenticare il suo iniziale imbarazzo, mi guardò sprezzante. «Perché dovrei cercarti su un sito porno gay? Spiegamelo», borbottò cupo.

«Perché sei gay e hai bisogno di masturbarti, forse?».

Ashton scosse la testa. «Senti Luke, sinceramente, non siamo qui per parlare del mio orientamento sessuale. Siamo qui per parlare del fatto che frequenti siti porno gay e ti fai chiamare Angel», ribatté, alle strette.

«Anche tu frequenti siti porno gay, altrimenti non mi avresti trovato!», replicai io, seccato, «Aspetta che lo dica a Calum, cosa-».

«Che vuoi che gliene importi a Calum, ti ho visto sul suo pc!», sbottò, bloccandosi di colpo. Si portò le mani alla bocca mentre io lo guardavo scioccato.

Questa situazione diventava sempre più assurda. Calum Hood che frequentava siti porno gay, che si faceva chiamare papino, che mi guardava quando facevo Angel? Tutto questo era impossibile!

«Vuoi che ci creda?», dissi incredulo, «Non è umanamente possibile!».

Ashton scosse la testa. «Perché non mi credi?».

Deglutii a disagio. «Perché Calum che si masturba guardandomi nei panni di Angel è una cosa che non sta né in cielo né in terra! E poi Calum gay? Per favore».

«Infatti non è gay, è bisessuale», replicò Ashton, facendomi voltare sconvolto verso di lui.

«E nonostante ciò se la prende con me perché sono gay. Molto coerente».

Ashton alzò le spalle. «Non so perché Calum faccia determinate cose. Ah, mi dispiace per quello, non te lo meriti».

Sbuffai. «Non la voglio la tua compassione. E comunque, non aspettarti che ti creda».

«È successo venerdì pomeriggio, Calum mi ha lasciato da solo per andarsi a fare una doccia dopo essersi... Uhm, masturbato», attaccò Ashton, facendomi voltare - di nuovo - verso di lui, «Cercavo di farmi i fatti miei ma dal suo computer provenivano gemiti di una voce troppo familiare, caso strano dato che non ho mai visto un porno in vita mia-».

«Non hai mai visto un porno?», lo interruppi. Ashton scosse la testa, «Fai sul serio?».

«Che vuoi, non mi attirano!», si difese, facendomi ridere.

«Smettila di cercare di difenderti e continua con la tua storiella. Mi stavo divertendo», gli dissi, cercando di essere serio.

Ashton si ricompose. «Allora, per capire dove avessi sentito quella voce sono andato al pc e... All'inizio ho visto solo un culo e due dita. Poi ti sei voltato abbastanza perché ti riconoscessi. Ah, se vuoi saperlo, voltarsi è una pessima mossa se non vuoi farti riconoscere».

Arrossii. I tempi coincidevano e la cosa mi spaventava. Era la prima volta che parlavo di Angel a qualcuno che non fosse Michael. «Dopo avermi visto hai chiuso la chat?», chiesi, letteralmente sudando freddo.

«Sì. Che c'è, adesso mi credi?», mi prese in giro, ridendo.

Deglutii nervoso. «Non dirlo a nessuno, ti prego. Neanche a Calum, soprattutto a Calum», lo pregai, congiungendo le mani.

«Tranquillo, non sono uno stronzo. Però... Posso chiederti un favore? Non è niente di che, ma vorrei che-».

Mi ritrovai ad annuire energicamente prima che il riccio potesse concludere la sua frase, eccitato al pensiero di poter fare qualcosa per Ashton. Non mi sarebbe dispiaciuto affatto, d'altronde Ashton era davvero un bel ragazzo. E poi avrei potuto usare la cosa a mio vantaggio, ricattandolo se avesse deciso di rivelare qualsiasi cosa a Calum...

«Qualsiasi cosa. Tutto ciò che vuoi».

Ashton arrossì. «Bene. Vuoi uscire con me?».

❀❀❀

[A/N] Buongiorno ♥♥ sono un po' dislessica perché ho appena tagliato le unghie e ho perso la capacità di scrivere correttamente AHAHAHA

Parliamo del capitolo now. Siamo solo al secondo e Ash già parte all'attacco AHAHAHAH i lashton andranno abbastanza veloce in questa storia, visto che sarà abbastanza corta si daranno da fare molto presto ( ͡° ͜ʖ ͡°) ah, e Marlene è uno dei miei personaggi preferiti, la adoro. E Cal non sa di Luke come Angel (forse ve l'ho già detto) ma chissà, magari qualcuno gli farà la spia... ;) lol

Ci vediamo domenica prossima! ♡

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