Surplus
Via Prè, Via Della Maddalena e Cogoleto.
Linda sarebbe partita da queste tre località per stanare La Serpe.
Sul cartone aveva attaccato le foto delle tre zone Genovesi, una sua foto, una foto di Andrea Montagnani, Michele Montagnani, Mario, della sua amica Giulia e altri due scagnozzi.
Sotto a ciascuna immagine aveva scritto una didascalia riassuntiva.
Andrea Montagnani: originario di San Giorgio, pusher fin da bambino. Cresciuto nel Sottoripa, si afferma grazie a conoscenze in quella zona Genovese. Lo scorso anno ha terminato gli studi presso l'istituto tecnico Majorana, dove ha imparato l'economia e la gestione aziendale. Stringe amicizia con Pietro Bonifacio e Agnese Sforzi, che diventano le sue spalle. Il padre è morto in sparatoria e la madre abita al 21 di Vico Giannini.
Michele Montagnani: Fratello minore di Andrea Montagnani. A quello che dicono, responsabile della contabilità e custode di tutti i registri. Si occupa anche del reclutamento di giovani agnellini: è lui a fornire le foto di coloro che vorrebbe nel
team. Si fa vedere molto raramente e pare che non stia quasi mai in compagnia del fratello.
Mario Molinari: Entrato per motivi sconosciuti nella compagnia del serpente. Non approva e si ribella alle azioni del capo, eppure non gli è mai stato torto un capello. Nato a Milano e cresciuto a Cogoleto, frequenta brutti giri dalla tenera età. Ancora ignoto il suo legame con Andrea Montagnani.
Giulia Lisini: Colei che mi ha fornito tutte le informazioni di cui dispongo. Ha conosciuto Andrea Montagnani quattro anni fa, in una discoteca di Arenzano. Il tramite tra i due è stato Pietro Bonifacio, uno dei tanti corteggiatori della ragazza. Non mi ha voluto dire perché hanno stretto così tanto i rapporti. Lei afferma che il suo veleno è come droga: una volta assaggiato, è impossibile da dimenticare.
Pietro Bonifacio: Ragazzo dal carattere debole e facilmente influenzabile. Frequentava il bar dove Giulia lavorava, sulla spiaggia di Cogoleto. È il braccio sinistro di Andrea Montagnani ed è infangato in tutti i suoi loschi affari. Pare che sia lui a svolgere il lavoro sporco (eliminare chi intralcia la strada all'azienda). È sempre nelle zone limitrofe a Via Della Maddalena.
Linda sottolineò quest'ultima frase, scrivendo lateralmente che sarebbe dovuta tornare nella zona.
Si fermò un attimo, per ascoltare i rumori della natura. Gli uccelli che si salutavano, i merli che sbattevano le ali per posarsi sul prato, i fruscii delle foglie degli alberi e il canto delle cicale. Ulivi, cipressi e pini erano in armonia tra di loro, una convivenza pacifica tra questi vegetali così diversi. Il prato era fresco ed umido, sulle piante erano posate una delicate gocce di rugiada. Linda credeva che ogni filo d'erba contenesse una biblioteca dedicata alla meraviglia, al silenzio e alla bontà. Era così straordinario, perché nel momento in cui finalmente diamo attenzione a ogni cosa, anche un filo d’erba può diventare un misterioso, fantastico, indescrivibile magnifico mondo a sé.
Il sole, che penetrava tra i rami dei pini, le scaldava la pelle e la faceva sentire più viva che mai. Maggio era il suo mese preferito, tutto sembrava in perfetta armonia.
Quando sentì il rumore di un auto, nascose il cartellone sotto l'asciugamano. Mario non doveva vedere a cosa stava lavorando, di sicuro non gli sarebbe piaciuto vedersi come oggetto di studio.
È brutto da pensare, ma Linda aveva intenzione di indagare anche su di lui.
È bene sospettare di tutti, finché non si riesce a dimostrare che sono innocenti.
I passi del ragazzo facevano scricchiolare il prato e un uccello volò via, spaventato dalla sua vicinanza. Mario si fermò un attimo, ad osservare il panorama circostante. Era evidente che non si sentisse a suo agio, forse perché non si aspettava di trovare un oasi di pace nel pieno della giungla.
I pantaloni da basket, la cannottiera del pugilato e il cappellino girato gli davano l'aria di un normale cucciolo d'uomo. Indossava gli occhiali da sole, ma Linda poteva ugualmente vedere le sue iridi. Alla fine, i baci più belli sono quello dati con gli occhi.
"Ho impiegato un'eternità a trovare questo posto" Il ragazzo si sedette sull'asciugamano, mantenendo la tradizionale distanza di sicurezza. Sapeva che lei gli stava leggendo l'anima, poteva tapparsi quanto gli pareva, ma l'amore rompe ogni barriera.
"Il mio piano ha funzionato" Ridacchiò Linda.
"Prego?" Mario inarcò il sopracciglio.
"Ti ho dato sufficienti spiegazioni per poterlo trovare, ma non abbastanza per farlo facilmente"
"Perché?"
"Volevo vedere la tua reazione"
"Cazzo, mi sento studiato come un esperimento in laboratorio" il ragazzo frugò nelle tasche dei pantaloncini e tirò fuori un pacchetto di Chesterfield blu. Prima di accendere la sigaretta, cercò l'approvazione della ragazza. Lei non dissentì.
"Ho capito molte cose da questo. Ricordati che tutto quello che faccio ha un fine. Scelgo le mie mosse con cura" Linda prese una sigaretta e l'accese, senza chiedere il permesso. Il vizio di fumare l'aveva perso da tempo, ma ogni tanto ci stava. Era l'eccezione che confermava la regola. Lo sgarro che permetteva alla coscienza di respirare e di ripulirsi.
Mario ridacchiò, era affascinato dalla sicurezza della ragazza. Il modo in cui teneva la sigaretta, il modo in cui la portava elegantemente alle labbra e il modo in cui lasciava uscire il fumo, facevano tanto ballerina di Charleston.
"Cosa avresti capito, Greta Garbo?"
"Innanzitutto che lotti da solo per non perdere, Gary Cooper"
"Mi piace giocare al proibizionismo americano" Il cucciolo d'uomo non riusciva a smettere di sorridere. Il sole sembrava opaco paragonato alla luce del suo sorriso.
Era la musica più bella che Linda avesse mai sentito.
"Non puoi capire quanto tu mi sia più chiaro adesso" Linda imitò la voce profonda e bassa della famosissima Greta Garbo, dando estrema sensualità alle sue parole. Portò la sigaretta alla bocca con fare teatrale e allungò le gambe sull'asciugamano, assumendo la posa di una tipica ballerina degli anni '20.
La sigaretta è il tipo perfetto di un piacere perfetto. È squisita e lascia insoddisfatti. Che cosa si può volere di più?
"Ti sento di ottimo umore oggi" Proseguì la ragazza, smicciando sull' erba dal colore verde cangiante.
"Il primo luglio potrai scaricare una mia canzone, Skied Row"
Il suo sorriso era un sogno che ce l'aveva fatta; era qualcosa di ancora più giovane di lui. La sua anima stava respirando, dopo tanto tempo di asfissia. Quello era il sorriso di chi aveva lottato con tutto il cuore, di chi aveva messo in gioco la vita stessa e di chi non aveva mai perso la speranza.
"Gli sforzi vengono sempre ripagati! Il tuo decollo è appena iniziato, Mario. Io volerò con te..." Linda gli scompigliò il capelli e si unì alla sua allegria. Quell'allegria divenne gioia. Quella gioia divenne felicità. Insieme potevano atterrare dove volevano, nessuno poteva ostacolare una cosa così potente.
"Stasera faccio due strofe al Mako. Mi farebbe piacere vederti tra il pubblico, saresti l'unica faccia degna di attenzione"
"Sti cazzi, frate. Il Mako è un trampolino di lancio, ci vanno i migliori. Mowgli, ormai sorvoli le correnti"
"Mowgli un giorno troverà il suo posto tra gli esseri umani, ma per adesso continua a vivere nella giungla."
"Il cucciolo d'uomo deve imparare a leggere" Linda prese dei vecchi libri dallo zaino. Le erano tutti stati dati dal suo professore di chitarra ed erano reliquie del conservatorio. Toccandoli si percepiva l'antichità di quei testi e leggendoli ci si sentiva parte stessa della storia. Centinaia di persone avevano studiato su quelle pagine.
"Devi conoscere la musica, l'arte e la storia. Se vuoi sfondare, dovrai differenziarti dagli altri. Ti chiameranno il rapper acculturato... " Spiegò la ragazza, passandogli il libro più recente che aveva portato. Mario aveva l'aria confusa, ma anche compiaciuta. Era palesemente affascinato da tutta la saggezza contenuta in quei volumi. Aveva sempre voluto incrementare la propria cultura e, grazie a Linda, ci sarebbe riuscito più facilmente.
"Armonia e improvvisazione. Da Bach ai Pink Floyd" Lesse incuriosito, cominciando a sfogliare le pagine. Erano perlopiù parole e ciò lo rassicurò, aveva paura di trovarsi davanti note e pentagrammi.
"A me è servito per un esame di storia della musica, ma ritengo che possa essere compreso da tutti. È importante che tu lo legga perché ti permetterà ampliare le tue conoscenze, facilitandoti nella stesura dei testi."
"Parla anche di rap" Sorrise, sfogliando le pagine che riguardavano il suo genere.
"L'ho scelto proprio per questo"
"Ehi, magari potrei trovare affinità con Miles Davis!" Ridacchiò il ragazzo.
"Dovresti fare Jazz e diventare Nero" Linda gli diede un pugno sul bicipite, toccandolo per la prima volta da quando si era seduto.
Questo è quello che sentiva quando lo toccava. Come milioni di piccoli universi che nascono e muoiono nello spazio tra le dita e la mia pelle.
"Cosa mi dici di questo? Storia dell'art ensemble of Chicago" Prese un altro libro tra le mani, curiosando tra le pagine. Avvertiva qualcosa di potente, era come se questo testo stesse cercando di dirgli qualcosa. Già sentiva che gli sarebbe stato utile per le sue canzoni. D'altronde, il suo amore per Chicago era incondizionato. I migliori rap americani provenivano da quella città e uno dei suoi sogni era proprio quello di visitarla.
"Ti dico che dovrai studiare le cose che ti assegno." Parlò la pantera, con la voce sicura e sensuale. Utilizzò la lingua ammaliatrice per esortarlo a seguire i suoi ordini, trattandolo esattamente come una preda. Linda non riusciva a controllare l'aninale che era dentro di lei: la ragazza era succube dei suoi stessi istinti.
"Non me lo stai chiedendo, me lo stai ordinando"
"Esatto"
I passeri cantavano tra le fronde degli alberi e il sole scaldava i corpi giovani dei due innamorati. Linda credeva che nell'uomo ci fosse, come nell’uccello, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove. Per questo ascoltava volentieri la melodia prodotta dai loro versi.
Lei però era una pantera, abitava nella spietata giungla. Gli uccelli volano via, cambiando continuamente territorio. Le pantere invece lottano, uccidono e sudano per proteggere la loro casa.
Linda Aguilar non sarebbe mai scappata dai problemi, piuttosto avrebbe fatto fuggire chi glieli creava.
La cosa più preziosa che puoi ricevere da chi ami è il suo tempo.
Non sono le parole, non sono i fiori, i regali. È il tempo.
Perché quello non torna indietro e quello che ha dato a te è solo tuo, non importa se è stata un’ora o una vita.
Più Mario stava con Linda e più pensava che il tempo fosse soltanto un gioco. Al gioco del tempo si vinceva o si perdeva, non si poteva pareggiare. Decise così di giocare, rischiando tutti i suoi minuti.
"Voglio andare in un posto, vieni con me?"
Spazio Autrice: Buongiorno ragazzi, cosa ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti, ho veramente bisogno delle vostre opinioni❤️
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