Ritmo degli accenti
Cosa c'era di meglio di una piadina kebab del famoso Nasir? Quello era un piccolo pezzo di paradiso concesso agli esseri umani solo per mostrare loro quanto schifo facesse la terra.
Linda si trovava con due amiche, Giulia e Miriam. Entrambe venivano della sua zona e stava bene in loro compagnia, ormai c'era intesa reciproca.
"Linda, come va con i tuoi progetti?" Chiese Miriam dolcemte.
"Diciamo che sto progettando" Rispose la ragazza ridacchiando.
"Che brava sei! Ti ammiro molto. Una borsa di studio per studiare musica... Sembra impossibile per una ragazza del blocco" Giulia le diede il cinque e la stese con uno dei suoi sorrisi La bellezza dell'amica era stupefacente: occhi a mandorla e lunghi capelli neri come la notte, la carnagione era olivastra e la pelle levigata come marmo. Assomigliava un po' ad una dea esiliato dall'olimpo.
"Tutti possono arrivare all'apice, Giù. Anche tu potresti realizzarti..." Rispose Linda mentre finiva il suo pranzo.
"Potrei trovare un lavoro migliore rispetto a commessa in un market di arabi, senza offesa Miriam. Ma tu hai un talento innato" Giulia gesticolava molto mentre parlava e rendeva la conversazione più interessate, in un certo senso ti costringeva a guardarla.
"Giù ha ragione. Se smetti di suonare ti spacchiamo la faccia" Miriam lo disse in modo così serio che fece scoppiare a ridere le altre due amiche.
"Nardi, non sei troppo attenta alla linea per mangiare kebab?" Una voce risuonó nel vicolo dove si trovava il locale.
Linda vide Giulia avvicinarsi ad un gruppo di ragazzi, seduti su degli scalini. L'amica della protagonista abbracciò uno di loro.
"Amiche, voglio presentarvi questo grande uomo. Direttamente da San Giorgio... Andrea Montagnani, conosciuto come La Serpe" Dichiarò la ragazza con fare teatrale.
La Serpe era un tipo molto interessante, notó Linda. Stava seduto su quegli scalini umidi in mezzo a due palazzi stonacati. Aria da menefreghista e da bastardo . Sigaretta in mano e giacchetto marrone vellutato. Portava la barba corta corta e i capelli castani riccioli gli avvolgevano il viso. Spalle larghe e, anche se si trovava a sedere, si notava la sua altezza. Gli occhi erano di un colore indecifrabile, caleidoscopici: cambiavano tonalità ogni volta che Linda lo guardava.
Era un po' come Lucifero. Un angelo che in realtà è un demone. Rodolfo Valentino con gli atteggiamenti di Jim Morrison.
Quelli che gli stavano vicino sembravano a lui soggiogati. Era come se "La Serpe" avesse una sorta di forza di gravità incontrastabile.
"Piacere ragazze" Linda si sentí studiata, gli fece I raggi X. Lo sguardo penetrante e gli occhi indecifrabili fecero indietreggiare Miriam.
Linda invece rimase immobile, quasi con aria di sfida. Sentiva puzza di feudalesimo la.
Quella era la sua giungla.
Cogoleto era il suo territorio.
Lei non amava chi andava a marchiare la sua terra.
Nonostante fossero soltanto le due del pomeriggio, il vicolo era avvolto nell'oscurità. Per questo Linda non aveva notato la presenza di altri due ragazzi. Erano distaccati dal gruppo .
Uno stava appoggiato alla saracinesca di un negozio e l'altro era chinato per terra, forse per cercare qualcosa.
Giulia parlava dei bei vecchi tempi assieme a La Serpe e Miriam se ne stava in disparte, spaventata da quel ragazzo dal carisma trascinante.
Chissà perché quei due stavano lontani dal nucleo del sistema solare... Che fossero troppo lontani per essere soggetti ad una forte gravità?
Quello appoggiato al garage arrugginito aveva un'aria familiare.
Capelli neri, fisico atletico e un modo singolare di tenere la sigaretta.
Linda lo avrebbe riconosciuto ovunque.
Le parve un po' strano rincontrarlo al di fuori del loro ambiente, ma alla fine nemmeno troppo. I gruppi di ragazzi a Cogoleto non erano molti.
C'erano quelli "normali", ma lei sapeva che lui non poteva appartenere a quella categoria. Chi viene dalla strada ce lo ha inciso sulla pelle.
Poi c'erano i "bastardi", ossia loro. I gruppi dei quartieri bassi erano pochi e spesso mescolati. Tutti si conoscevano ed entravano nel solito giro.
Non le piaceva stare con i compari di Andrea Montagnani, così si distaccó dal corpo centrale.
Sentí volgari commenti sul suo lato b e complimenti che hanno il solito garbo di quelli che si rivolgono ad una giumenta.
I suoi passi erano rumorosi sul cemento umido e ricco di erbino. La fogna dava cattivo odore ed era impossibile starci vicino, così si avvicinò ancora ai due ragazzi.
Alzarono entrambi la testa verso di lei.
Le venne un tuffo al cuore.
I suoi sospetti erano fondati.
Uno era il suo fedele ascoltatore.
"Vi dispiace se sto un po' qua con voi?" Domandó Linda, con le braccia incrociate al petto.
Il suo amico di musica sgranò gli occhi e improvvisamente arrossì. L'altro invece fu solo colto di sorpresa.
"Ei, tu sei la ragazza della chitarra" Disse il moro.
"E tu sei il mio più grande fan" Ridacchió Linda. Intanto l'altro ragazzo continuava a non capire.
"Comunque mi chiamo Linda" Sorrise ad entrambi.
"Stefan" Il biondo le diede la mano e poi scherzosamente le battè il pugno.
"Be, io sono Mario" La stretta di mani fu intensa e lunga. Come quella di due persone che si conoscono da sempre ma che non si vedevano da anni.
Il contatto con lui suscitò un sentimento strano nella ragazza, un'illuminazione improvvisa e profonda. Per la prima volta dopo molto tempo si era sentita in soggezione...
"Vuoi spiegarmi?" Stefan rivolse uno sguardo confuso a Mario.
"Diciamo che ci troviamo al mare alla stessa ora" Tagliò corto il ragazzo, spegnendo la sigaretta. Linda capì che aveva spento la sigaretta solo per poter abbassare lo sguardo, evitando il confronto con l'amico. Da ciò dedusse che non voleva fargli sapere che andava in spiaggia per ascoltare lei che suonava.
"Capito" Stefan alzò le spalle noncurante. Non dava l'impressione della persona particolarmente arguta.
"Posso chiederti perché state distaccati dal gruppo?" Linda si rivolse solo a Mario perché l'altro non sembrava molto interessato alla sua presenza.
Il moro si appoggió ancora al muro e si mise le mani in tasca.
"Diciamo che la cosiddetta Serpe, non è uno dei miei genovesi preferiti" Serrò la mascella e guardò cupamente la figura di Andrea Montagnani.
"Neanche a me piace" Linda si poggiò alla saracinesca, proprio vicino a lui.
Aveva un bel profilo: il naso rotto non gli stava male, rendeva il suo viso ancora più interessante.
"Non mi sembri il tipo che teme lo scontro con uno che morde " il ragazzo continuava a guardare a dritto, sembrava molto assolto nei suoi pensieri.
"No infatti, ma trovo irritanti quelli che vogliono giocare con il territorio di altri" Ribattè Linda.
"Perché, tu non lo hai mai fatto?" La incalzò.
"Sono fedele alle mie origini e rispetto i domini altrui" Rispose prontamente la ragazza.
"Tu parli addirittura di domini, siamo arrivati fino a questo punto?" Quella sembrava una domanda rivolta più a se stesso che a lei.
"A tratti hai l'accento milanese Mario e questo mi fa supporre che hai vissuto in quella città. Milano non ti appartiene, perché tu sei nato a Genova, ma non per questo non puoi entrare a farvi parte in modo rispettoso. Quando frequenti altri ambienti non devi necessariamente cercare di diventare il vassallo." Spiegò Linda, cercando lo sguardo del ragazzo.
Lui la scrutò con i suoi profondi occhi scuri. Le labbra si curvarono in un lieve sorriso.
"Sei sveglia, Mamacita." Le diede una pacca affettuosa sulla spalla. Quel gesto le fece capire quanto il ragazzo fosse solare e alla mano. Linda era un'osservatrice, un'amante del linguaggio del corpo e captava tutti i segnali: i suoi radar erano accesi vita natural durante.
"Non guardarmi così, non sei l'unica brava a riconoscere gli accenti. Hai un modo di pronunciare la r palesemente hispanico. Gli altri non ci fanno caso, ma io faccio rap. Prendo ed esamino qualsiasi sillaba che esce dalla tua bocca e gli faccio un'immediata analisi tecnico-formale" Pronunciò quella frase come una strofa di una canzone, dandogli una melodia quasi impercettibile .
Linda si rese conto che la situazione alle scalette si stava facendo critica. La Serpe aveva dato uno spintone ad uno dei suoi seguaci e questo era atterrato su un filo carico di panni tesi, distruggendolo. Gli altri apostoli non sapevano cosa fare e osservavano la scena passivamente, con la stessa prontezza di un pesce servito alla griglia.
Miriam tremava e Giulia era indietreggiata di diversi metri. Persino quest'ultima sembrava incredibilmente sorpresa.
"Credo che sia il caso di portare via di qui le mie amiche. Ci si vede ragazzo di Calvairate" Decretò Linda, lanciandogli uno sguardo intrigante. Sarebbe rimasta volentieri con lui, ma il dovere la chiamava.
Nessuno meglio della signorina Aguilar sapeva aggirare le brutte situazioni.
"Come fai ad aver capito la zona?" Domandò Mario mentre la ragazza si allontanava.
"Questa è un'altra storia"
Spazio autrice: Buonasera amici, cosa ne pensate di questo nuovo capitolo? Tengo molto alle vostre opinioni e per questo vi invito a dirmi sempre il vostro parere. Se preferite potete anche scrivermi in privato!
"La Serpe" vi intriga?
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