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Gerarchia

Castelletto era una delle zone più belle di Genova. Da lassù, si poteva osservare tutta la città estendersi in lontananza. Il mare brillava sotto al sole e i gabbiani dominavano i cieli. Palazzi moderni, edifici antichi, monumenti maestosi e abitazioni diroccate si succedevano, andando a comporre il classico mosaico della capitale ligure. Sembrava di stare in piazzale Michelangelo a Firenze.
Il quartiere stesso, Castelletto, era molto elegante e raffinato. Numerose erano le case di architettutura seicentesca, settecentesca e ottocentesca. La giungla da cui venivano i due ragazzi sembrava lontana anni luce. Le bestie e la vegetazione asfissianti erano state sostituite da delicati giardini e sinuose abitazioni. Il cucciolo d'uomo e la pantera si trovavano nella dimora del Maharaja.
"Prè, Maddalena e Portoria" Disse Mario, indicando un punto nella cartolina vivente.
"Oregina e Bisango" Rispose Linda, guardando prima verso ovest e poi verso est.
"Hai la faccia di chi vede questo posto per la prima volta" Osservò Mario. I suoi passi riecheggiavano sul marmo del piazzale.
"Non mi ero mai arrampicata fino a qui" La ragazza non aveva mai visto niente di così bello. Come poteva abitare a Genova da quasi diciassette anni e non esser mai venuta nella zona più affascinante?
"Una scimmia nell'ombra non si può arrampicare. Questo scatena uno scompenso nella catena alimentare..." Canticchiò il ragazzo mentre si era fermato ad aspettare la compagna.
"Solo perché vengo dalla periferia, credi che non possa cambiare posizione sociale?" Linda raggiunse Mario. Le sirene delle navi riecheggiavano nel cielo e l'odore di mare arrivava fino ai confini cittadini.
"Un animale di periferia troverà difficoltà ad emergere e questo genera una diseguaglianza nella società."
Si appoggiarono entrambi alla balaustra, spalla contro spalla. Da lassù la giungla sembrava meno malvagia. Peccato che era tutta un'illusione. Da Castelletto la Liguria pareva mare, palme, ricchezza e divertimento. Dai detti delle case popolari di Cogoleto, pareva una foresta spietata e assetata di sangue.
Era tutta questione di prospettiva.
"Quando inserirai questa rima in una tua canzone?"
"Quando Mowgli sarà pronto a raccontare della giungla urbana"
"Allora ne dovrai fare di strada... Per adesso, accontentati della California" Linda lo girò verso di sé e gli carezzò delicatamente la faccia. Lui fremeva ad ogni suo tocco, riusciva sempre a farlo sentire come un cervo coraggioso. L’intesa di due sguardi, il profumo della pelle, un segreto inconfessabile e un pizzico di follia. Ecco cosa lega per sempre due persone. Entrambi erano preda della stessa pazzia: l'amore.
Genova era diventata la regista del loro film, senza di lei non avrebbero mai fatto incontrare le loro anime. La bellissima Genova, la pericolosa Genova, la storica Genova, la misteriosa Genova. In tutte le sue mille sfaccettature, era diventata la loro colonna sonora.
Linda si mise sulle punte e avvicinò il volto a quello del ragazzo. Portò le labbra alle sue, dandogli un bacio delicato. La bocca di Mario scrisse una poesia di benvenuto sulle labbra. Lei gli baciò l'anima, passando per il cuore.
Linda poi lo guardò, con i suoi immensi occhi caleidoscopici. Che sesso avrebbe fatto il cucciolo d'uomo  con quelle iridi, poteva già immaginarsi gli orgasmi delle pupille.
Mario pensò a cosa dirle, ma realizzò che le conversazioni migliori erano quelle senza spazio tra due bocche.
Così si comportò da leone, avventandosi sulla pantera. Non disse parola e non rallentò la stretta per cinque minuti buoni, durante i quali le diede più baci di quanto non ne avesse mai dati in tutto il resto della sua vita.
Alla fine i baci sono come le lacrime, quelli veri non si possono trattenere.

                                  ***
"Signore, è libero?" Andrea Montagnani fu riportato alla realtà da quella voce anonima e priva di passione.
"Entra pure" La Serpe era impegnato a scrivere e-mail a narcotrafficanti e a venditori di armi. Presto gli sarebbe arrivato un bel carico 44 Magnum, che avrebbe di certo giovato alle sue entrate. Queste pistole sono piccole ma potenti, hanno una precisione unica. Avrebbe potuto venderle sia alle tarantole assetate di vendetta, sia ai cervi sperduti e spaventati, ancora prede della giungla. Il mercato sul quale lavorava, era composto perlopiù da disgraziati, privi di mezzi economici. Andrea Montagnani infatti puntava sulla quantità e non sul prezzo. Le armi erano dei prodotti in continua evoluzione e si doveva prestare molta attenzione, bastava un piccolo sbaglio per cadere in fallimento. Proprio per questo motivo La Serpe puntava principalmente sulla droga, così avrebbe avuto sempre abbastanza risorse finanziarie per rialzarsi. Il commercio sta nel prevedere l'errore, non nella pretesa di non farlo.
"Agnese mi ha riferito che Maria Aguilar ha risposto alla lettera" Il ragazzo che aveva davanti era così noioso che La Serpe non si soffermò nemmeno ad osservarlo. Gli passava attraverso.
"Bene, mandami la signorina Sforzi" Congedò così l'agnellino insignificante.
Andrea prese il nettapipe e cominciò a tagliare il tabacco. Era un rituale che gli piace da morire, lo faceva sentire come i personaggi dei libri di Agatha Christie. Controllò che il fornello fosse pulito, toccando con delicatezza il legno della pipa. Mise il tabacco nel fornello e contemplò per qualche secondo la bellezza di quell'antico strumento.
Intanto la porta di mogano si aprì, senza che nessuno avesse prima bussato. La Serpe sapeva già di chi si trattasse.
Agnese Sforzi strisciò verso di lui, nella sua figura slanciata e velonosa. Era semplicemente meravigliosa. L'abito bianco aderente, le lunghe gambe che uscivano dal vestito corto, i capelli biondi raccolti dietro la nuca e il rossetto che risaltava sulle labbra. La pelle era candida come il latte e il colore rosso sangue della bocca, la faceva sembrare un delicatissimo angelo della morte.
La ragazza portò gli occhi felini su di lui: il giallo delle iridi brillava.
Fece scorrere la mano sul tavolo, graffianodo il legno con le unghie. Agnese Sforzi era l'unica persona temuta da Andrea Montagnani. Anche lei era un serpente, una splendida e malvagia vipera.
"Mamma chioccia andrà a parlare con Pablito!" Sibilò, prendendo una sigaretta dalla scrivania. La sua voce era come una dolce sostanza corrossiva: così bella da nascondere ciò che c'era dietro.
"Fammi vedere la lettera, Mia Wallace" La Serpe accese la pipa e se la portò alle labbra. In quel momento, non era più Jim Morrison, era solo Rodolfo Valentino.
"Mi piace quando mi chiami così" La vipera si passò la lingua sui denti e aspirò, buttando fuori il fumo con fare teatrale. Dalla borsetta scarlatta tirò fuori una copia della lettera inviata da Maria Aguilar ad Antonio Hermosa.

Vieni sabato 11 alla stazione di Cogoleto. Presentati verso le quattro del pomeriggio.

Maria.

"Sintetica e prevedibile" Commentò La Serpe, ignorando i comportamenti da animale in calore di Agnese. Lei era la donna più sensuale e letale che esistesse, nessun maschio le aveva mai resistito. Peccato che su di lui quel genere di cose non avevano effetto. Lei lo sapeva e per questo si divertiva a giocare. Non avrebbe smesso finché non lo avrebbe avuto.
"Incredibilmente noiosa" Agnese alzò gli occhi al cielo.
"Te ne occupi tu?"
"Bien sûr, avec plaisir"
La ragazza spense elegantemente la sigaretta, senza mia staccare gli occhi da Andrea. Prese la borsetta e poi si avvicinò alla sedia del ragazzo, passando oltre la scrivania. Si mise dietro di lui e poggiò le mani sul suo petto, lasciando scorrere le unghie sulla pelle.
Nessuno si sarebbe mai avvicinato così tanto a un serpente, nessuno avrebbe osato infrangere così il suo spazio vitale. Lei gli faceva paura proprio perché la ragazza non conosceva paura. Era incredibilmente pazza ma anche immensamente intelligente.
Si chinó e con le labbra percorse la linea dello zigomo di Andrea, fermandosi all'inizio della bocca, dove lasciò un bacio dolce come il paradiso ma crudele come l'inferno.
La Serpe sentiva il veleno della vipera colare sul suo mento.

Spazio Autrice: Ciao ragazzi, per ora quale è il vostro personaggio preferito?
Bacioni e grazie per leggere la mia storia ❤️

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