Fabrizio De Andrè
"Non pensavo di arrivare ad aver paura di Andrea" Giulia portò le braccia al petto, incredibilmente sconvolta.
Le tre amiche se ne erano andate al loro rifugio, che frequentavano fino da bambine. La casa di Cristoforo Colombo in Via Rati era un luogo esotico dove potevano estraniarsi dal mondo circostante. Da lì i problemi sembravano più facili da risolvere e il mondo pareva un po' meno brutto.
Loro sedevano nel parco interno, sopra all'erba umida e fresca. Quando Linda toccava la terra bagnata con le mani nude sentiva tutta l'energia della natura. Il giardino all'italiana era perfettamente curato, nonostante la casa fosse chiusa alle visite da ormai un po' di tempo. Fiori e piante tropicali ornavano i vialetti, riempiti con candido ghiaino bianco. Ulivi, Melograni, viti e ginepri si alternavano, a formare un mosaico di colori e di profumi. L'aroma di bouganville era intenso tanto quanto il suo colore.
Da ogni punto del giardino potevi sentire il rilassante rumore dell'acqua, che scorreva nella varie fontane piazzate nel perimetro.
Tutto questo era di un dolcezza straordinaria, quasi accecante.
"Vuoi riordinare le idee e spiegarmi cosa è accaduto?" Linda non era riuscita a capire un fico secco. Le sue due amiche avevano una pessima capacità di descrivere. Sapeva solo che La Serpe aveva attaccato e minacciato un suo discepolo.
Forse era anche un po' colpa sua, che non aveva prestato attenzione sufficiente ai racconti delle ragazze: aveva la testa da un'altra parte, concentrata sull'aspirante rapper.
"Andrea ha quasi ucciso quel ragazzo solo perché aveva accennato ad una fabbrica, un losco luogo dove tiene la merce" Disse lentamene Giulia, cercando di essere il più chiara possibile.
"Non esagerare, Giù. Ne hai viste di peggio e non capisco perché questa ti abbia toccato a tal punto da farti quasi piangere" Intanto un merlo atterrò poco davanti a loro.
"Non sta ingigantendo nulla, l'ha spinto così forte che se fosse caduto si sarebbe spaccato la testa" Miriam era proprio impaurita.
Come sempre. Era una ragazza molto paurosa, estremamente fragile e la sua corazza era ancora morbida, necessitava di essere forgiata.
"Guarda caso è caduto sullo stendi panni..." In quel momento il cervello di Linda cominciò a lavorare, si potevano quasi sentire gli ingranaggi che si muovevano. La Serpe non si trovava a Cogoleto per caso, aveva dei progetti per il paese. Non era un semplice spacciatore, si vedeva che era titolare di un qualcosa di importante. Si trattava solo di capire che cosa stesse tramando.
"Lo ha buttato volutamente su quei fili, non voleva fargli del male. Il suo intento era soltanto quello di mostrare la forza e la potenza del suo carisma. Doveva dimostrare che da adesso il territorio è suo, decretando l'inizio della sua egemonia" Linda pensò ad alta voce e si rese conto che le sue parole l'avevano fatta sembrare un megalomane sfegatata.
"Di cosa sei fatta?" Domandò Miriam sgranando gli occhi.
Sulla strada di casa, Linda ripensò agli avvenimenti della giornata. Passò dal lungo mare Fabrizio De Andrè e beneficiò del sole che illuminava Cogoleto in quello splendido pomeriggio primaverile. Qualche signora si abbronzava in spiaggia e dei bambini mangiavano il gelato al chiosco. Le palme erano leggermente mosse della lieve brezza e si sentivano i versi dei gabbiani.
Doveva trovare una connessione tra La Serpe e Mario. Era convinta che l'arrivo dei due ragazzi nella sua vita non fosse una coincidenza. Sapeva che il filo logico non era così difficile da interpretare, ma era anche consapevole che aveva bisogno ancora di po' di tempo.
Aumentò il passo, il treno per La Spezia partiva alle 4 in punto e aveva soltanto quaranta minuti per passare da casa a prendere la chitarra. Tutto questo soltanto per un'ora di lezione.
Quando si trovò davanti alla sua isola felice , il luogo in cui andava a comporre, si fermò. Anche se aveva furia non poteva opporsi alle emozioni che quel luogo le suscitava. Cercò il suo spettatore con lo sguardo, ma non vide nessuno. Il muretto dove lui era solito sedersi era vuoto.
Rimase delusa, sperava vivamente di rivederlo. Mario la incuriosiva e avrebbe tanto voluto approfondire la conoscenza.
Un particolare la catturò.
Sopra al muretto c'era una cosa che prima non aveva notato.
Un foglio di carta svolazzante, tenuto fermo con un sassolino azzurro. Si avvicinò e lo lesse, già sicura che fosse per lei.
Sul treno quattro per Genova mi insegnerai a guidare?
Mario.
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