ADDII A TEMPO DETERMINATO
Ma che senso hanno gli addii. Ormai non esistono più. È una parola che dovrebbe essere eliminata dal vocabolario, estirpata dalla lingua.
In quel momento la testa di Linda era concentrata sulla contemplazione di quella parola. Come poteva un semplice vocabolo creare così tanto dolore. Non era giusto.
Sapeva di non meritarselo, cosa mai poteva aver fatto?
Il suo petto bruciava, ardeva di male. La stava consumando. Si sentiva esattamente come la sigaretta che stava fumando. Probabilmente sarebbe bruciata alla stessa velocità...
Il tramonto da Genova ovest aveva perso la sua magia. Anzi, sperava che non ci fossero più i tramonti. Quelli dovevano essere una sua esclusiva, una loro esclusiva.
Sulla terrazza di uno dei lombriconi che dominano le colline genovesi Linda aveva cercato rifugio. Ma che riparo poteva trovare nel posto che più gli ricordava la persona dalla quale si stava nascondendo?
Aveva smesso di singhiozzare solo per fumare. Ma le lacrime stavano tornando, la sua sofferenza non aveva più voglia di rimanere nascosta.
Odiava i tramonti, ma odiava ancora di più l'idea che qualcun'altro potesse gioire alla loro visione.
Sapeva quanto un tramonto potesse infondere speranza a due ragazzi di periferia e quello doveva rimanere la loro luce, per sempre.
E si trovava nuovamente piegata in due, troppo debole e dolorante per stare in piedi. Accasciata accanto alla balaustra, aspettava con ardore la fine di quel supplizio.
E più desiderava non pensare e più le tornavano in mente i loro momenti.
"Linda mi hai deluso" mormorò la ragazza amaramente.
Dopo tutto quello per cui aveva lottato. La sua vita è sempre stata una battaglia, fin dalla nascita, tuttavia la guerra alla fine pensava di averla vinta lei.
Infondo stava coronando tutti i suoi sogni. Ma nella vita non bastava solo lo studio e la determinazione. Era cresciuta con l'abitudine che una sconfitta è una cicatrice in più sulla pelle, da portare con fierezza.
Ma quella non era una cicatrice, era una ferita aperta soggetta ad una continua pioggia di sale.
"Sei fottuta" La ragazza, appoggiata alla ringhiera, osservava le luci del giorno morire sul golfo di Genova.
Il telefono squillava dalla cinque del pomeriggio, ovvero da quando era successa la cosa che la stava lacerando. Sua madre doveva essere preoccupatissima. Da quattro ore era sparita e se non aveva già chiamato la polizia era per il semplice fatto che prima delle 24 ore un persona non si può considerare scomparsa.
Non aveva la forza di parlarne, di dire a voce alta la verità, di scontrarsi con la realtà.
La luce era un pallido bagliore all'orizzonte.
Solitamente Cogoleto puzzava. Puzzava di povertà e di degrado. Ma da quella terrazza si poteva solo sentire il profumo della notte, che sormontava l'odore del suo paese.
Quel profumo le faceva rabbia. In quel momento tutte le cose piacevoli le facevano rabbia.
Questo era uno degli aspetti più evidenti della sua vena artistica. Per lei tutti i sentimenti e le emozioni erano amplificati. Lei trovava emozioni anche dove altri non trovavano niente . Lei dava anima anche a cose che non ne avevano.
Il telefono squillò ancora.
Teresa.
La sua migliore amica.
Evitò di rispondere anche a lei.
Decise però di mandare un messaggio alla madre, la povera donna doveva sapere che stava "bene".
-Mamá, necesito estar sola, tengo que pensar.-
Le aveva inviato centinaia di messaggi, ma li cancelló senza leggerli.
Decise di spengere il telefono, non voleva distrazioni.
Aveva bisogno di stare sola con i suoi pensieri e le sue emozioni.
Forse è ora che sappiate qualcosa in più, giusto qualche particolare per capire meglio. Suppongo che abbiate intuito l'origine Hispanica della protagonista.
Linda Maria Rosa Aguilar.
Genovese, di origine colombiana.
Cresciuta tra Cogoleto e Celle Ligure in una situazione molto difficile. Madre colombiana e padre che non c'è mai stato. La ragazza non sapeva nemmeno il nome, non perché non le sia stato detto ma perché non ha mai voluto saperlo.
Il degrado e la povertà sono stati protagonisti della sua infanzia e della sua adolescenza, tuttavia è riuscita ad emergere grazie al suo talento. Tanto studio e tanta determinazione hanno portato Linda ad allontanarsi dall'ambiente della strada, avvcinandola sempre di più al mondo della musica. Infatti era lei ad avere la borsa di studio al conservatorio di La Spezia ed era sempre lei ad avere un ottima media al liceo linguistico più difficile della zona. Chi mai avrebbe detto che una ragazza del blocco avrebbe raggiunto l'apice?
Anche se hai niente, puoi diventare tutto.
Aveva da pochi giorni compiuto la maggiore età e non pensava che le conseguenze dell'età adulta sarebbero arrivate subito.
"Linda, questo non è un addio. Io ti amo e farò di tutto per rivederti il prima possibile..."
Con queste parole è stata congedata, come se fosse stata una parte facile da scartare, un compartimento stagno che si stacca dal corpo centrale.
Non fraintendete. Lei sapeva benissimo che la colpa non era del ragazzo. Ma lei lo odiava proprio per questo. Non sopportava il fatto di essere nuovamente vittima del sistema. Vittima del fato.
Lui aveva scelto di inseguire i suoi sogni, proprio come lei. Soltanto, questi sogni implicavano il trasferimento a Milano e tanti kilometri di distanza.
E non poteva togliersi dalla mente la sera della loro prima uscita ma neanche l'immagine del loro ultimo incontro, avvenuto poche ore prima.
Adesso riavvolgiamo il nastro e percorriamo insieme la loro storia.
Voglio partire dalla prima fine, perché questa è solo la fine ideale e non quella reale.
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