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Capitolo 54

Scesi di corsa le scale quando sentii il campanello, mi precipitai alla porta e l'aprii. Immediatamente la stanchezza di aver dormito soltanto 3 ore, si dissolse all'istante. Avevo passato tutta la notte, sveglia. A quanto pare, non ero l'unica a portare con sé un paio di sorprese. Emily e io avevamo avuto modo di parlare, molto, e probabilmente avevamo messo su anche qualche chilo con tutte le cose che avevamo trafugato dalla credenza. Tuttavia, come si diceva, la notte era giovane e non si poteva sprecare a dormire, bisognava essere arzille, quindi era necessario un gran assorbimento di zucchero, o meglio questo era il ragionamento della mia amica. Avevamo ingerito una cosi alta quantità di zuccheri che quando le raccontai che ormai io e Lucas eravamo una coppia a tutti gli effetti, per poco non svegliava l'intero vicinato, a causa dei suoi esulti. Mia madre era venuta a controllare ma l'avevamo subito rassicurata. Piccola bugia, avevamo continuato, più silenziose e l'argomento si era spostato a lei. In particolare al perché era entrata all'una, con Ian. Mio fratello, aveva fatto finta di nulla ed era filato in camera ma Emily era stata tutta mia. Non era stato difficile farla parlare, anche perché sembrava aver veramente bisogno di un parere. Tutta quella situazione l'aveva gettata nella confusione più totale ma alla ero sicura che non si sarebbe mai pentita della scelta. Almeno lo speravo, dire che ero felice per quella notizia ero un eufemismo.
Sollevai lo sguardo, un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra e mi sentii sveglia più di prima quando il mio sguardo si posò su di lui, in particolar, sul suo sorriso mozzafiato. Vederlo a prima mattina, contribuiva a rendere il risveglio perfetto, beh nel mio caso, non proprio il risveglio.
"Ehy"mi salutò e il suo sguardo ricadde sulla canottiera del pigiama, bianca con una simpatica mela morsicata che faceva l'occhiolino. Mi sentii bruciare al contatto con il suo sguardo, purtroppo quando Emily mi aveva avvertito che stava parcheggiando qui, avevo avuto soltanto il tempo di pettinarmi i capelli mentre il resto era rimasto invariato.
"Questo pigiama è adorabile"sussurrò al mio orecchio quando entrò mentre un lieve rossore decorava le mie labbra, rabbrividii. Non appena, si allontanò, chiusi la porta alle mie spalle, dopo essermi accertata che fosse solo "ho parlato con Nolan, stamattina presto, arriveranno entro il pomeriggio"annuì. Oggi era il compleanno di James Ryan, per l'esattezza il suo tredicesimo. Tuttavia questa sera con tutta la famiglia, non avremmo festeggiato solo il suo, ma anche il diciannovesimo compleanno mio e di Ian. Purtroppo, a causa della lontananza, non aveva potuto festeggiarlo come si deve, a tempo debito e dato che sia io che la mia famiglia ci teneva molto a stare insieme, avevamo deciso di 'aspettare' un po'. Quel giorno mi ero limitata a festeggiare con Emily con una pizza e mi ero lasciata trascinare in un pub. Il mattino dopo mi ero svegliata con i postumi di una sbornia incredibile e mia fortuna era domenica, così ero rimasta tutta la giornata a letto. Da allora, avevo cercato di tenermi a debita distanza dagli alcolici e di non superare i tre bicchieri. Mi avvicinai e lui afferrò la mia mano, non lasciandosi sfuggire questa opportunità. Le nostre mani si intrecciarono, in un gesto intimo, riscaldando ogni centimetro del mio corpo, dalla punta dei piedi a quei dei capelli. In un solo semplice gesto era riuscito a cancellare tutta la mancanza che avevo provato questa notte. Le ore non passavano mai, erano così lente che sembrava un'agonia attendere, per vederlo. Lui mi faceva questo effetto, ormai ero completamente dipendente da lui . Una dipendenza che ti bruciava l'anima, come il fumo, riduceva in cenere il tuo cervello come l'eroina ma era più sana di una medicina. Era la mia cura contro tutto, contro la vita e contro il dolore. Con il pollice mi massaggiò dolcemente il palmo "sei in ansia?"rivolse lo sguardo su di me e per poco il cuore non usciva dal petto, per correre da lui. Deglutii ma non lo diedi a vedere, okay, forse un po' lo ero ma giusto lievemente, ero stata più agitata quando avevamo dovuto parlare con i miei genitori
"sono sicura che andrà bene, l'hanno accettato i miei, possono farlo anche loro"sapevo che tutta la mia famiglia, alla fine ci avrebbe accettato. Noi non stavamo facendo nulla di male, non non avevamo deciso noi di innamorarci ma alla fine,ringraziavo il fato per questo. Non rimpiangevo neanche un'istante con lui, perché avevo compreso quanto importante fosse il tempo, sopratutto se passato con lui e il vero significato del sempre, che per la prima volta avevo avuto modo di desiderare. Mi sorrise e ricambiai, sbadigliando appena, inarcò un sopracciglio "non ho dormito molto questa notte, Emily mi ha tenuta sveglia per essere aggiornata sulle ultime news"ridacchiò e sentire il suo della sua risata, rinfrescò l'anima, come se l'aria fosse tornata a circolare a pieni polmoni, permettendomi di respirare, nuovamente. Lucas riusciva a rendere tutto, ogni azione, gesto, parole o luogo, di una luce nuova, più brillante e intensa, come mai avevo provato. Mi sentivo cose se stessi appena vivendo
"neanche io ho dormito molto stanotte"peccato che sembrava essere in piena forma
"come mai?"domandai, incuriosita, io avrei tanto voluto sprofondare nel letto e far trascorrere la notte più velocemente, peccato che la mia amica non era dello stesso parere.
"Ho dovuto sistemare alcune cose con Nick al telefono e poi la mia mente era fin troppo sveglia per dormire, pensarti, è peggio che bere del caffè"arrossì"non vedo l'ora di tornare a casa, con te... così posso vedere quel pigiama adorabile tutte le mattine"lo allontanai con una piccola spinta. Invece, di farmi infuriare, però quelle parole avevano sortito l'effetto opposto, mi avevano fatto grondare dalla felicità. Svegliarmi con lui ogni mattina, dormita stretta tra le sue braccia, era una prospettiva elettrizzante. Adoravo stare con la mia famiglia ma avrei mentito se avessi detto che non desideravo ardentemente tornare a New York. "Comunque dov'è James Ryan?"si guardò intorno
"è di sopra, penso stia ancora dormendo"essere mattinieri non era la nostra più grande virtù, anche se tra tutti, era proprio lui ad essere quello più mattiniero ma sembrava che qualche volte, soccombeva anche lui al sonno. A parte i miei, già usciti, sembrava che tutti stessero ancora dormendo ed ero sicura che anche Emily, alla fine, era crollata. Il suo sguardo si posò sulle scale, sorrisi "gli andiamo a fargli gli auguri?"mi girai verso di lui mentre ci avvicinammo alle scale
"andiamo a svegliare l'ometto".

**************

Lanciai uno sguardo a Lucas che mi sorrise da dietro il bicchiere mentre parlava con Noah, mio nonno Ryan e mio zio, Tyler, spostando però l'attenzione ogni minuto su di me. James Ryan, invece, era coccolato da tutte le donne della famiglia mentre alcuni palloncini e i festini erano attaccati all'enorme Acero. Avevamo deciso di fare la festa in giardino, era Agosto, faceva caldo ed era una bellissima giornata. Non appena, si era riunita l'intera famiglia, io e Lucas avevamo annunciato a tutti la nostra relazione. Per fortuna, c'erano Emily, Ian e i miei a supportarmi, perché avrei voluto fuggire a gambe levate. La voce, ogni volta che parlavo, la sentivo sempre più tremante, soprattutto quando vedevo le loro espressione incredule. Dopo qualche titubanza, l'avevano finalmente realizzato e non avevano protestato, anche se facevano un po' di fatica ma con il tempo, ero sicura che tutti si sarebbero abituati. Io e Ian ci scambiammo un'occhiata e ci avvicinammo a James Ryan con il suo regalo dietro la schiena. Non era stato facile scegliere e una volta decisi era stato ancora più dura, procurarlo. Soprattutto Ian aveva dovuto cercare un po' per mari e per monti ma alla fine c'è l'avevamo fatta. Entrambi non vedevamo l'ora di vedere la sua faccia, sicuramente sarebbe saltato dalla gioia, un po' come avevo fatto io quando mio padre, aveva accettato di mandarmi a New York per lavorare con la NBC. Sorrisi a mio fratello, accanto a Thomas, nostro cugino. James era più grande di lui di qualche mese. Una cascata di ricci biondi gli cadevano sul capo, proprio come quelli di mio zio e di suo fratello, Alessandro, di due più piccolo di noi. Il maggiore era più rassomigliante a mia zia Giulia, sebbene avesse avuto gli occhi di mia nonna, Maria, aveva come lei i tratti più rotondi mentre quelli di Thomas era più spigolosi. Thomas poteva dire di essere la fotocopia di nostro zio Tyler
"questo è per James Ryan, da parte mia e di Ian"nostro fratello sorrise, un mezzo sorriso da ragazzo scapestrato, lo stesso di mio padre e gli diedi il regalo. Lo prese, esaminandolo attentamente e lo scartò con cura. James Ryan, era forse l'unico ragazzo sulla faccia della terra a non rompere la carta regalo, una grande abilità. I suoi occhi si accessori con trepidazione mentre tirava fuori la scatola e l'apriva. Le sue pupille si dilatarono per l'incredulità e poi strabuzzò le palpebre, sorpreso, la felicità gli fece spalancare la bocca mentre l'euforia lo fece urlare. La mano sembrava tremare quando tirò fuori il biglietto, i nostri genitori ci sorrisero
"è il biglietto per il concerto dei Thirty Seconds To Mars a Chicago, quello del mese prossimo!"grido, la voce era rotta a causa per l'eccitazione "come avete fatto a trovarlo?!Per di più in prima fila!"esultò, come non mai e Ian gli scompigliò i capelli
"è un segreto di stato"entrambi risero "c'è anche il biglietto per il backstage"James Ryan mi sembrava quasi sul punto di metterti a ballare oppure svenire per emozione, o anche, entrambi.
"Che figo!E' il miglior regalo che abbia mai ricevuto, grazie!"ci strinsi entrambi in un abbraccio e successivamente si avvicinò ai nostri genitori "posso andarci, vero?"gli occhi erano così supplicevoli e speranzosi e neanche io sarei riuscita ad ignorare quello enorme sguardo, era così grande e tenero
"certo che puoi andarci ma sappi che sarà Ian ad accompagnarti, andrai con lui al concerto"mia madre gli sorrise "mi raccomando"si rivolse a tutti e due "fate i bravi, niente casini"lanciò uno sguardo a mio fratello
"perlomeno niente polizia a casa, la cauzione costa" tutti scoppiammo a ridere alle parole di mio padre mentre sentii un braccio circondarmi le spalle. Alza lo sguardo su Lucas, oh, si, adesso eravamo felici.

Sabine Pov

Non c'era niente di meglio che svegliarsi tutta indolenzita ma soprattutto in un lussuoso letto, avvolta da un profumo maschile e fragrante, con accanto un uomo stupendo... Che al momento non c'era. Okay, non c'era niente di più meglio che svegliarsi completamente da sola, indolenzita ma sola. Io e Bridget Jones potevamo vincere l'Oscar per i peggior risvegli al mattino. Peccato che lei era un libro mentre questa era la realtà, una realtà deprimente, iniziata già con il piede scorto. Inarcai un sopracciglio e osservai attentamente il suo lato del letto completamente disfatto e schiacciato, con la speranza che potesse sbucare da un momento all'altro. Sfortuna che ero una giornalista seria e purtroppo non credevo a enormi letti che divoravano il proprio proprietario. Mi rigirai e sentii l'acqua scorrere, mi rilassai. Il mio sguardo ricadde sulla porta del bagno, lanciandole aspre maledizione, soltanto perché era chiusa. Tuttavia, ciò non impedì alla mia mente di fantasticare un po' a Nicklandia, immerso tra oli profumati e vapori bollenti. Dio, Sabine Todd che cadeva cosi in basso, non ci avrei mai creduto. Non era assolutamente da me!Sembravo quasi una scolaretta arrapata e anche inevitabilmente innamorata. Già, cupido mi aveva finalmente colpito. Noah mi avrebbe deriso a vita, cosi come Muller e tutti gli altri. La regina di ghiaccio, innamorata?Eh, già ed ero anche felice di questo. Mi misi a sedere, aggiustandomi i capelli arruffati, era in momenti come questi che rimpiangevo le unghie lunghe, a parte per graffiare, quelle cesoie potevano essere utili. Afferrai le mutandine nuove di zecca, ai piedi del letto. Ora spendevo i soldi di un lavoro sudato per riempirmi di completini d'intimo sexy. Avevo perso la testa ma non mi lamentai. Me le infilai, prendendo anche la sua t-shirt. Avevo scoperto improvvisamente di adorare qualsiasi indumento di Nick, soprattutto se era largo, cioè ogni cosa nel suo armadio. L'avevo visto e soltanto gli abbigliamenti che indossava ogni giorno, facevano venire l'acquolina in bocca. La porta si aprì e lui apparve in una nuvola di vapore, alcune goccioline scivolavano dalle punte dei suoi capelli ancora umidi, colpendo il petto asciutto e muscoloso. Un asciugavamo, neanche ben saldo, circondava la vita. Ecco che mi ritrovai come tutti le volte senza neanche un briciolo di fiato, dinanzi a quell'uomo sexy, massiccio e terribilmente maschio. Nick Harvey era l'emblema della virilità dominante e cruda. Per di piú, era l'uomo piú prestante sessualmente al mondo. Sei mai avessi avevo l'opportunità di scrivere un'articolo sull'equipaggiamento maschile, lui sarebbe stato il soggetto ideale. ah, Al momento era anche il mio fidanzato da circa 3 mesi.
"Il bagno è tutto tuo, Regina Rossa" quel nomignolo stava iniziando a piacermi, anche se era piuttosto ridicolo, come il precedente, aveva un che di possessivo nel modo in cui lo scandiva che mi faceva fremere. Mi alzai e mi avvicinai alla porta ma lui si parò davanti. Alzai gli occhi al cielo, a letto poteva anche essere da capogiro ma fuori era quasi snervante, testardo e irritante, lati di cui ero...pazzamente e follemente attratta, perlomeno il mio corpo. " Non rimani con me, dopo?"domandò e le sue labbra si piegarono in un sorrisetto malizioso, in grado di poter piegare qualsiasi donne, beh tranne me. Per mia fortuna, ero ancora immune ad alcuni suoi trucchetti, mica potevo farmi sovrastare cosi?Questa era una relazione, quindi avevamo lo stesso potere, in egual misura, beh diciamo che al momento era un 45% contro un 55% per lui ma avevo intenzione di rimediare a questa situazione. Non era l'unico che portava i pantaloni qui

"purtroppo no, lavoro fino alle 9, non sono libera neanche in pausa pranzo, Marianne è ancora a Milano, e molti stanno andando in ferie, quindi devo provvedere a tantissime cose"affermai mentre raccoglievo i miei vestiti. Questo era il periodo più stressante dell'anno ed era in momenti come questi che desideravo un po' relax anche per me ma era soltanto un pensiero passeggero, che scompariva in un secondo. Sopratutto se pensavo a qual'era il mio obiettivo. Ero orgogliosa di chi ero e del mio lavoro, dove non potevamo perdere tempo. Dovevano essere attivi 24 ore su 24, restare svegli per 24 ore su 24, soltanto per restare aggiornati su cosa stesse succedendo in ogni piccolo parte del mondo, analizzarlo e riportarlo a tutti, per dare ad ognuno, uno sguardo a 360° gradi. Era ciò che voleva la NBC, ciò che desideravo io ed esigevo da tutti. Lui si allontanò dalla porta, e venni avvolta dal profumo del suo bagnoschiuma, ambra e legno di cedro, pungente e maschile proprio come lui. Fremetti ma prima di andare in bagno, mi girai ancora una volta verso di lui"hai mai pensato di tagliarti i capelli?Ti donano ma sta cominciando a diventare un po' snervante sentirli, mi provocano il solletico o se non vuoi perlomeno usa un codino"già lo immaginai con quei setosi capelli neri tirati all'indietro e stretti da un codino, una barba curata che ricopriva il suo mente, gli occhi eterocromi che brillavano di una luce selvaggia. Oh, si, Nick sarebbe stato un succulento vichingo, che con quell'atteggiamento rude mi avrebbe trascinato nella sua capanna. Scossi il capo ma il suo stato non mi aiutò molto e fui sul punto di chiedergli di prendermi sulle spalle, di urlare con possesso, spingendomi poi sul letto. Tuttavia, per quanto fosse interessante quella prospettiva, mi ricordai che dovevo andare al lavoro e quindi non potevo fare tardi.
"

prenderò in considerazione la tua idea"un lampo furbo passò nel suo sguardo ma preferì non indagare, la sua mente poteva essere un luogo assai pericoloso "è oggi che dobbiamo andare da tua madre?Ho saputo che tuo padre è tornato"mi irrigidì. Mio padre era tornato da circa una settimana e per l'occasione mia madre aveva deciso di organizzare una cena, pessima scelta. Purtroppo Nick era accanto a me al momento della chiamata e aveva sentito. Aveva pensato che se ne fosse dimenticato, come qualsiasi altro uomo sulla faccia sulla terra ma come sempre lui si era dimostrato al di sopra della media. Comunque, l'ultima cosa che volevo era presentarlo a mio padre. Se c'era una persona in grado di farmi tremare le gambe quello era lui e purtroppo vedevo soltanto il lato severo e glaciale, negli ultimi anni. Ormai sembrava essere l'unico che conoscessi. Sebbene i nostri rapporti si erano calmati e avevamo spesso per litigare ogni giorno, ciò l'aveva spinto a stare gran parte del suo tempo in Francia, ma da allora, si erano raffreddati molti. Era tornato e ancora non l'avevo visto, l'avevo sentito soltanto a telefono. Non era stato neanche lui a chiamarmi ma mia madre che me l'aveva passato. La conversazione era stata breve, piatta e banale, e per la prima volta, avevo lodato che quei cinque di relax, svanissero il più in fretta possibile. Ora l'unica cosa che mancava era una cena, dove giocavano a essere la famigliola felice. Una famiglia felice che io avevo distrutto. Ero proprio una combina guai e avevo paura che non avrei retto. Anche perché, avevo pensavo che mio padre avrebbe squadrato Nick da cima affondo, aspettando che da un momento all'altro, annunciassi di nuovo di essere incinta. Neanche volevo che Nick venisse screditato a causa dell'ombra di un altro. Ispirai affondo, cancellando quei pensieri, era una donna decisa e forte, avrei affrontare tutta questa situazione, come avevo sempre fatto, da sola

"si, ma penso che mia mamma annullerò tutto, tu lavori fino a tardi, dato che Lucas non c'è e anch'io, quindi sarò per un'altra volta"che sperai vivamente che fosse cancellata. Non stavo scappando, stavo soltanto rallentando un po' le cose, anche perché probabilmente io e Nick non avremmo avuto un futuro. Peccato che all'idea e sopratutto mentre lo guardavo, sapevo che non sarebbe possibile. Non riuscivo a vedermi in un futuro senza di lui, anche se fare speranze, adesso era incredibilmente precoce. Non avrei fatto lo stesso errore, non mi sarei buttata in una relazione, bruciando le tappe, soltanto per alcune belle parole. Per questo una cena con i miei genitori mi sembrava un po' troppo affrettato
"va bene, allora"inarcai un sopracciglio, dinanzi al suo sorriso angelico che non mi convinse neanche un po', il suo bel faccino, mozzafiato, poteva anche trarre in inganno, e lui n'era il re, ma non riusciva a nascondere la luce enigmatica dei suoi occhi. Uno sguardo da lupo spietato. "Ora sbrigati, così ti do un passaggio"mi diede una sculacciata sul sedere e sussultai, stringendo i denti. La nuvola idilliaca che la mia mente gli aveva costruito attorno, era stata appena dissolta, sbattendomi contro la dura realtà, una realtà davvero irritante. Fulminandolo con lo sguardo, entrai in bagno, chiudendo la porta.

*****************

Posai l'articolo che Jessica mi aveva portato, la sua piccola rubrica che occupava uno spazietto sia sui giornali, in radio e sul sito online, stava avendo molto successo. Era una specie di guida giornaliera con il tipico Humor dei Chicklit, rivolta a una popolo femminile, con qualche piccolo consiglio anche maschile. Alzai lo sguardo sull'orologio, mancavano ancora 15 minuti alla fine, ormai in ufficio eravamo rimasti soltanto io, Noah, alcuni dell'ufficio stampo, la guardia, l'addetto alle pulizie. In tutta l'azienda, invece, c'erano ancora coloro che si occupavano della spazio radiofonico e di quello televisivo. Adesso mancavano 12 minuti alla fine della giornata, un tempo che non avrei voluto far passare. Appena sarebbero schioccate le 9, avrei chiamato mia madre e le avrei detto che dovevo fare gli straordinari per tutta la settimana, con la scusa che dovevo ritornare al lavoro, avrei dovuto staccare subito. Da quando, era subentrato Nick le sue chiamate erano aumentate, lei e Carly, si scambiavano intensi gossip su di noi. Era in momenti come questi che rimpiangevo il mio stato di single. Essere una donna sentimentalmente impegnata equivaleva per mia mamma, ad essere una donna ufficialmente fidanzata. Già immaginavo nella sua testa, le campane nuziali. Era da quando avevo la bellissima età di 25 anni, ovvero dopo aver finalmente superato la faccenda di Dominick, che si era messa in testa di provvedere alla mia vita sentimentale, per non farmi commettere lo stesso errore. Era passata da freddamente dura, stile Hitler a spaventosamente assillante, soprattutto dopo la scoperta della mia love story. Iniziata per finta, diventata una folle e assurda realtà. Sospirai e affondai di più sulla sedia, lanciando uno sguardo al telefono, lì sulla scrivania. Mancavano circa 4 minuti, lo presi in mano, guardando lo schermo quando improvvisamente la porta si aprì. Sollevai lo sguardo e strabuzzai le palpebre, nascondendo però un risolino
"Santo Cielo, cosa hai combinato"più lo vedevo e più faticavo a crederci. Il mio sguardo ricadde sul suo completo nero, fatto su misura che si stringeva perfettamente al suo corpo come una seconda pelle, la camicia bianca, perfettamente abbonata, la cravatta nera che pendeva dal colletto, piegato alla perfezione e ai gemelli, luccicanti. Era di una eleganza disarmante, come se fosse stato appena sfornato, in effetti, poteva spiegare la sua bellezza. Successivamente, risalii sul suo viso liscio e sbarbato, la mascella dura, i contorni decisi e alla fine, i miei occhi si posavano sui suoi capelli neri, spinti all'indietro, ad arte con il gel.
L

i aveva tagliati.

Le ciocche ondulate non sfioravano più il suo collo e se mai li avessi spettinati, sarebbero arrivati poco più della fronte. Incrociò le braccia al petto mentre io non smettevo di osservarlo
"ho ascoltato il tuo consiglio, sono andato dal barbiere e li ho tagliati, peccato che purtroppo ho una ricresciuta piuttosto veloce"quel pensiero mi risollevò un po' "non ti piaccio, forse?Dal tuo sguardo sembrerebbe di si, sei così trasparente, Regina Rossa"scoppiò a ridere mentre diventavo rossa come un peperone. I suoi capelli lunghi già mi mancavano, gli stavano da dio ma dovevo ammettere che questo taglio non era male, enfatizzava il suo volto ma soprattutto i suoi occhi. Perlomeno, niente più prurito sul corpo
"mi piaci"ammisi, roteando gli occhi al suo ghigno malizioso "comunque, come mai sei qui?Pensavo finivi tra 30 minuti a causa della riunione prolungata"e io ancora dovevo chiamare mia madre!Magari domani le avrei inviato un cesto di vino con dei fiori per lei e mio padre, per farmi perdonare dell'assenza stasera. Quando poi, mio padre sarebbe dovuto andare via, avrei fatto un veloce salto per salutarlo e accompagnarlo all'aeroporto, così potevo dire di averlo perlomeno visto.
"Mi sono sbrigato prima e ho deciso di venirti a prendere, anche perché mi ha chiamato tua madre"un guizzo furbo passò nel suo sguardo mentre con disinvoltura, posava le mani sulla scrivanie, le gambe incrociate, chinando pericolosamente lo sguardo su di me "tua madre mi ha chiamato, avvisandomi della cena di stasera e che con molta probabilità avresti disdetto con una banale scusa, quindi mi ha pregato di venire"davvero una cosa che gonfiava il cuore, sapere che mia madre non si fidava di me, in effetti non aveva tutti i torti ma reclutare Nick come una specie di bodyguard mi faceva imbestialire. Lo fulminai con lo sguardo, incrociando le mani al petto "e logicamente non ho potuto rifiutare una richiesta di mia suocera, quindi, tu adesso verrai come me"erano già arrivati a questi livelli?Mi sentii pizzicare appena la gola per la gelosia, nell'immaginare quante volte si erano parlati al telefono, discutendo sopratutto su di me.
"e come pensi di fare?"lo sfidai, sentendo un pizzicore alle mani e lo sguardo infuocarsi, non avrei ceduto facilmente, cosa di cui lui era perfettamente a conoscenza. Piegò le labbra un mezzo sorriso, divertito che mi fece raggelare e rabbrividire allo stesso tempo. Sapevo bene che sfidare Nick Harvey era una battaglia persa ma comunque non demordevo
"a modo mio"girò la scrivania e si fermò, fece girare la sedia, in tal modo da aprirsi verso di lui e prima che potessi rendermene conto, mi sollevò, sistemandomi sulla sua spalla. Mi agitai, mi divincolai e mi ribellai ma fu tutto inutile, dinanzi alla sua forza. Mi morsi la lingua per non urlare e finalmente mi arresi. Nick Harvey 2, Sabine Todd, 0.

Buon Ferragosto a tutti!Spero che vi divertirete con un bel falò, spiaggia e amici. Forse sono l'unica cretina che pubblica oggi ma non fa niente xD. Sono sicura che presto o tardi riuscirete a trovare uno spazio anche per me. Con tanta gioia vi lascio a divertirvi e vi invito anche a leggere l'altra mia storia, Amore in Affitto. Per anticipi andate sule mie tre pagine "Astrad98-J.L.Hell" - twitter- "Le storie di Atrad"-facebook- "le_storie_di__astrad" - instagram. Un bacio.

-Astrad

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