Capitolo 41
Sabine Pov
"Sabine, apri questa porta, mi sto iniziando a preoccupare, sei lì da più di dieci minuti e sto prendendo seriamente in considerazione l'alternativa di buttare giù la porta"alzai lo sguardo sulla porta "ti prego, apri questa porta" ripeté con più urgenza, lo sentii poggiare le mani sulla superficie e respirare profondamente. Potevo percepire da qui i muscoli guizzare, si, possedevo una specie di sesto senso verso il sesso maschile. Era proprio grazie ad esso che mi ero salvata da sensazioni imbarazzanti e avevo declinato innumerevoli uscite che puzzavano di marcio e in questo momento era particolarmente in allerta, come tutto il resto del mio corpo, teso come una corda di violino. Vedere Nick Harvey preoccupato e disarmato sarebbe stato uno spettacolo degno dell'oscar ma non soltanto DiCaprio ci aveva preceduto ma questa non era neanche la situazione adatta. "Voglio soltanto sapere se stai bene, per favore"lui che mi pregava?Avrei dovuto riprenderlo e scolpire quelle parole su una targhetta in ufficio, in bella vista meglio di un trofeo. Invece, non riuscivo a rallegrarmi per niente, seduta a terra con la schiena contro la porta, le ginocchia strette al petto e la testa affogata tra le braccia. Davvero deprimente. A differenza però dei film, le mie lacrime erano reali e la mia faccia era davvero simile a quella di un panda, con gli occhi coperti da due macchie scure, a causa della sbavatura del trucco. Con dorso della mano mi asciugai il viso che si sporcò di mascara e ombretto. Il peggior primo appuntamento di sempre e la colpa era tutta mia. Mi ero ripromessa di non caderci di più, di non trovarmi più in questa situazione, di aver seppellito quella storia al sicuro, invece, ecco che alla prima pressione da parte di un uomo, cadevo di nuovo nel panico. Zero contatti con gli uomini e zero ricordi, zero dolore. Era stata questa la mia filosofia di vita in tutti questi anni. Era così che avevo creato Sabine Cuore di Ghiaccio. Tutto un lavoro buttato nel w.c, per rimanere in tema bagno. Sentii di nuovo l'insistente battito sulla porta e sospirai. Sebbene, mi piaceva l'idea di immaginare Nick struggersi di ansia per me, non era poi così cattiva e neanche di buonumore per approfittarne. Mi alzai, al diavolo il mio stato, mi legai i capelli in una disordinata coda di cavallo, con le mani sporche di trucco. Mi avvicinai alla porta, facendo attenzione a non guardarmi allo specchio, tanto già ero cosciente del mio stato da signora della palude e non ci tenevo proprio a vederlo. Immaginarlo era una cosa ma vederlo sarebbe stato tutt'altro un'altra storia, con un effetto catastrofico. Non tanto la bellezza ma più l'aspetto, era una parte importante del mio lavoro e anche della vita. Con l'immagine ti creavi. A seconda dell'aspetto, infatti, potevi essere chi volevi. La dura Sabine si era forgiata di tailleur e chignon. Quella era la donna che volevo essere. L'altra, ovvero questa, rappresentata allo specchio era l'ombra di un vecchio scheletro. Diciamo che l'immagine era anche un grande strumento di difesa, perché, in fin dei conti, mi ero protetta con quei tailleur. Aprii la porta e sporsi il capo, alzando gli occhi. Mi aspettavo ed ero pronta a ogni tipo di commento sul mio aspetto, anche quelli pessimi ma carini( se considerato l'intento di farmi stare meglio),non tutti gli uomini erano galanti ma Nick si limitò soltanto a studiarmi. Il suo sguardo mi imbarazzò e mi fece rabbrividire allo stesso istante. Peccato, che perfino una vecchietta senza denti sarebbe stata più attraente di me"posso entrare?Ho portato le birre" le sollevò " magari non ti piaceranno come il vino ma fidati, in questi momenti aiutano davvero" lo lasciai entrare, più per il suo sorriso 'angelico' che per le lattine. In effetti era casa sua e mi stavo comportando come una psicopatica con problemi sentimentali. Qualunque altro uomo mi avrebbe gentilmente mandato via. Invece, lui sembrava perfino volermi aiutare. Mi spostai appena, quando si sedette a terra, sfiorandomi. Trascorsero alcuni minuti in totale silenzio, rotti dal suono dei suoi denti, con i quali strappò il tappo dalla lattina e me la porse. L'afferrai e le nostre dita si sfiorarono mentre brindammo all'unisono
"grazie"la sorseggiai, in quel momento, effettivamente, era l'unica cosa che mi serviva, beh di certo aveva più effetto di un medicinale, sebbene non riusciva a diminuire l'uragano Nick"non ti offendi, vero, se dico che questa è stata molto meglio della cena?"si passò una mano tra i capelli con un mezzo sorriso sulle labbra. Alzai gli occhi al cielo, un po' non per sbavare dinanzi al movimento virile del suo pomo d'Adamo e un po' per distrarmi. Non era il peggior appuntamento della storia, non completamente almeno, esistevano altri molto più ridicoli, sebbene il mio possedeva una nota davvero avvilente. Picchiettai l'unghia, assolutamente fuori stile, sul vetro e presi un bel respiro"ero fidanzata"ammisi con un grandissimo sforzo, ecco la parte dolente e questo era solo l'inizio. Il mio stomaco sparì risucchiato da un buco nero "il classico primo amore da film, lo conobbi al liceo, lui era di un anno più grande, giocava a football. Incredibile, vero?Sabine Todd con un palestrato e un belloccio ma Dominick non era solo questo, era sveglio, furbo e ambizioso, aveva la sorprendente abilità di scioglierti con un sorriso e ottenere la tua fiducia ceca. Lui è stato il primo in tutto, il mio primo bacio, il mio primo ragazzo,la mia prima volta e la mia prima pazzia. Infatti, dopo il liceo, decisi di seguirlo a Londra, i miei genitori non furono molto d'accordo e questa fu la prima increspatura tra di noi. Ah, a Londra decisi anche di frequentare un corso di recitazione, volevo far l'attrice"lo sente ridere e roteai gli occhi
"scusa non sono riuscito a trattenermi" lo fulminai con lo sguardo "anche se hai delle spiccate doti teatrali, è stata proprio una pessima scelta"commentò, andai avanti
"La vita insieme non fu facile, avevamo sempre degli alti e bassi, eravamo molti diversi ed entrambi due testa calde. Comunque,avevo 17 anni quando partì e 19 quando rimasi incinta. Dominick non ne voleva proprio sapere, voleva pensare alla sua carriera, invece di badare a un bambino. Inoltre, io non lavoravo, lui non guadagnava molto. Litigammo pesantemente e alla fine, ci lasciammo. Quando tornai qui e rivelai tutto ai miei, fu il motivo di un'altra pesante litigata. Per un anno, infatti, io e mio padre non ci siamo rivolti la parola e da allora, a stento ci parliamo, è spesso fuori per lavoro e quindi non lo vedo molto. Per i miei sono stata una delusione totale. Li ho delusi profondamente e tutt'ora non ho pienamente riconquistato la loro fiducia. Diciamo che da piccola ero un po' la pecora nera della famiglia. "Feci una piccola pausa e strinsi i pugni" a tre mesi, poi persi il bambino, aborto spontaneo, tuttavia sapevo che era tutta mia. In quel periodo, avevo iniziato a bere, a non mangiare, né a curarmi.Ricordo che dinanzi alla ginecologa a quella notizia, piangevo e ridevo allo stesso tempo. Piangevo per il dolore e ridevo perché era la scelta migliore, non avrei mai potuto dare niente a quel bambino, non ero pronta, non a quel tempo, dove non sapevo neanche io cosa fare della mia vita, cattivo, vero?" cercai di non guadarlo, di non vedere più quell'espressione compatita e di finta comprensione a cui ormai ero abituata, ogni volta che rivelavo questa storia. Era un tassello di me stessa che avevo custodito gelosamente fino a quel momento. Perfino ai miei avevo storto un po' la verità e ciò andava contro qualsiasi mio principio. Prima regola, i fatti dovevi essere raccontati così com'erano, senza mezze verità ma bisognava affermare la realtà nuda e cruda. Una piccola fitta mi trafisse il petto a quel ricordo. Sabine Todd non era per niente la donna di successo che tutti credevano. Ero bugiarda, acida, testarda, dura, complicata e una maniaca dal controllo, piena di problemi che avrebbero fatto scappare chiunque, ero imperfetta...semplicemente ero umana, purtroppo. "Faresti meglio a chiamarmi, un taxi come vedi non sono la donna che credevi" 1 a 0 per me... per mia sfortuna. Provai a mostrarmi il più imperturbabile possibile ma improvvisamente, sentii la sua mano, posarsi sul mio capo e spingermi sul mio petto. Rimanemmo così per qualche secondo mentre lui mi accarezzava i capelli. Il suo addome era così caldo e morbido, sentivo il suo cuore battere e i suoi respiri mentre il mio corpo si rilassò al suo tocco. Il silenzio non era mai stato così piacevole e il bagno non era mai stato un luogo più perfetto di questo. Se questo era un sogno, vi pregavo di non svegliarmi
"è vero non sei la donna che credevo e di questo sono felice. Inizialmente, pensavo che eri odiosa e altezzosa, una stronza della madonna, beh su quest'ultimo punto non ho tutti i torti ma alla fine ho capito una cosa, non sarai la donna perfetta ma sei la donna giusta per me"mi baciò il capo e percepii le sue calde labbra sulla mia testa. Chiusi gli occhi e sentii il mio cuore battere all'impazzata "piangi" più che un'ordine, sembrava un invito "se vuoi, Sabine, sono qui per te"e prima che potesse concludere, avvertì le lacrime stanziarsi sul ciglio degli occhi e scendere pian pian sul mio viso. Strinsi il pugno con forza sulla sua camicia, per la prima volta nella mia vita, dovetti credermi, Nick Harvey non era affatto l'uomo che credevo. Adesso eravamo a 1 a 0 per lui.
Marianne Pov
Strizzai le palpebre quando avvertii il bagliore del sole e aprii gli occhi. Sollevai il capo e trattenni il respiro quando mi resi conto di essere a pochi centimetri dal suo viso. Il suo braccio ricopriva il suo ventre nudo e un lieve rossore mi decorò le guance nel pensare che indosso avevo soltanto l'intimo ma soprattutto nel pensare a qualche ora prima. Se prima avevo dubitato che tutto ciò fosse stato un sogno, adesso, invece, ne avevo la prova certa. Lo guardai, il suo viso non mi ero sembrato più rilassato e sereno, quasi come quello di bambino, soltanto più maturo e mozzafiato. Con le dita dolcemente gli sfiorai i capelli, scostandoli dalla fronte. Tuttavia, quando lo percepii destarsi, mi voltai immediatamente dall'altra parte, chiudendo gli occhi. Strinsi le spalle quando lo sentii baciarmi la spalla e mi rannicchiai ancora di più tra le sue braccia, sorridendo appena. Mi voltai e sbadigliai, incrociando il suo sguardo. Non avevo mai avuto un risveglio più bello, degno della bella addormentata. Erano strano e a dir poco surreale. Non era la prima volta che dormivo con lui, negli anni passati era successo così tante volte che l'imbarazzo iniziale era pressoché sparito ma questa volta aveva un significato speciale. Le nostre gambe si intrecciarono "buongiorno"allacciai le braccia al suo collo quando posò le labbra sulle mie e il mio petto venne schiacciato dal suo,il lenzuolo si spostò di poco, ai sui suoi movimenti,mostrando la sua robusta schiena nuda. I suoi capelli mi solleticarono la fronte quando si sistemò su di me, posando le braccia ai lati della mia testa. Oh si, era il più bel buongiorno di sempre. Morsi il suo labbro e incontrai la sua lingua. La luce del sole che filtrava dalla finestra, si posava sul suo volto e sui suoi meravigliosi occhi. Eravamo io, lui e il suo sole incastonato nel suo sguardo.
"Buongiorno anche a te"sorrise, alzandomi il volto con il dito, pronto per darmi un altro bacio. Tuttavia, quel risveglio non durò molto. Sia io che Lucas, infatti, ci voltammo quando sentimmo la voce di mia nonna
"Marianne, sei sveglia?"io e Lucas si scambiammo un'occhiata mentre Silvia provava a muovere la maniglia, per fortuna, la porta era chiusa a chiave. Questo ci avrebbe fatto guadagnare tempo.
"Un attimo"urlai, spinsi il mio gradito 'intruso' giù dal letto e velocemente mi infilai il pigiama, nascondendo i vestiti sotto le coperte "muoviti"gli sussurrai e gli lanciai un'occhiata, invitandolo a sbrigarsi mentre lo vedevo afferrare le sue cose, sparse per terra. Mi alzai dal letto e lo seguii con lo sguardo, notandolo scomparire in bagno. Inalai un bel respiro e aprii la porta, pregando il cielo che non fosse qui per lui. Per un attimo, percepii le gambe tremare "buongiorno nonna"la guardai, a differenza di me era già vestita, con un morbido dolcevita dalle tonalità violacee e un comodo pantalone grigio mentre i capelli neri erano stretti in uno chignon "ti serve qualcosa?"speravo vivamente di no, anche perché avevo mio zio in boxer chiuso in bagno, situazione alquanto imbarazzante
"la colazione ti aspetta giù, è piuttosto tardi, solitamente non svegli a quest'ora, stai bene?" mi guardò con attenzione "in effetti, sei piuttosto rossa, non è che hai la febbre?"chiusi gli occhi quando posò la mano sulla mia fronte. Per sua fortuna non era influenza ma soltanto l'effetto prodotto dal bollente corpo di Lucas e dalle sue labbra infuocate. Scossi la testa
"Per niente, sto bene" non ero mai stata meglio " grazie nonna"tolse la mano e mi sorrise,prima di scendere le scale. Chiusi la porta alle mie spalle e buttai un piccolo sospiro di sollievo mentre la testa di Lucas uscì fuori dal bagno
"è andata via?"annuì e lo vidi avvicinarsi. Si era vestito e sentivo l'odore del suo dopobarba unita alla sua virilità naturale impressa su quei tessuti, tanto da farmi venire l'acquolina in bocca. Mi allontanai dalla porta e gli andai incontro mentre allungava le braccia, posando le mani sui miei fianchi e spingendomi verso di lui "guarda tu cosa mi fai combinare"sorrisi, contenta soprattutto per la reazione del suo corpo
"ringrazia che non ti ha scoperto, caro 'zio' "sottolineai l'ultima parola e lo spinsi via, le sue labbra si piegarono in un piccolo ghigno mentre di scatto mi afferrò il polso, trascinandomi di nuovo sul suo petto
"perché sei stata fantastica e non hai urlato troppo"avvampai quando con il pollice percorse il contorno della mia bocca e dovetti combattere contro l'impulso di leccarmi le labbra. Sentivo il suo sguardo posarsi proprio lì e fremetti nell'attesa di un altro bacio, sembravo diventata improvvisamente incontenibile, ma non venne esaudita, o perlomeno quasi. Le sue labbra, sfortunatamente si posarono, scherzosamente e teneramente sul mio naso, inarcai un sopracciglio "non posso baciarti di nuovo, se ieri non sono riuscito a controllarmi non posso farlo anche adesso e ti conviene anche che ti vesti"si allontanò "l'ultima volta ero rimasto ai pigiami con gli orsi di quando avevi 14 anni, cos'è adesso questa canottiera?"brontolò "guarda non dirmelo, e meglio che vada via, altrimenti sul serio non rispondo delle mie azioni"ridacchiai quando si allontanò e chiuse la porta.
Mi legai i capelli in un coda mentre scendevo le scale, sentendo la voce di Silvia e mi diressi in cucina, dove attorno al tavolo, mia nonna parlava con Lucas mentre si sistemava il giubbotto con un biscotto in bocca "invece, ti comparire così all'improvviso, avresti potuto avvisarmi, così ti avrei preparato qualcosa, sai quanto mi piace quando vieni a trovarmi" mi avvicinai e non appena mi vide, i suoi occhi color miele, mi sorrisero
"mi ha aperto, papà prima di andare al lavoro e ti prometto di venirti a trovare più spesso"mi fece l'occhiolino
"buongiorno"afferrai anch'io un biscotto, il mio stomaco, tuttavia, era pieno, deliziato da un altro tipo di cibo. Alzai lo sguardo sull'orologio e per poco non mi strozzavo, altro che tardi, era tardissimo e se c'era una cosa che Sabine odiava, beh in realtà erano molto le cose che la facevano innervosire, era proprio chi era in ritardo. Essere in ritardo, infatti, significava pessimo umore per lei e lavoro in più per tutti noi. Situazione che avevo già sperimentato in passato e che aveva comportato il mio abbonamento allo Starbucks più vicino, dove svuotavo letteralmente le loro riserve di tè e tisana per addolcirla. Lucas si accorse del mio sguardo
"vuoi un passaggio?Ho l'auto e anch'io devo andare al lavoro"annuì con gratitudine e corsi a prendere la borsa, rimasta ancora dove l'avevo lasciata, ovvero sopra al divano. "A dopo"entrambi salutammo Silvia e corsi fuori. Mi avvicinai alla sua auto e sorrisi quando mi aprii la portiera
"mi piace questa lato galante di te"salii in macchina e mi lasciai abbracciare dal morbido sedile, quando mise in moto. Il mio sguardo ricadde sulla sua maglia, il suo petto era così caldo e scolpito, i muscoli così contratti che scorsi il braccio gonfiarsi sotto la pressione del motore. Era così dannatamente sexy e arrossì, pensando a come il sudore aveva reso luccicante quel corpo durante la notte. Mi voltai verso di lui e gli baciai l'angolo della bocca che si incurvò in un piccolo sorriso
"sono più che si sicuro che adori anche altri lati di me"si girò verso di me mentre si fermava dinanzi alla NBC "ti chiamo dopo"feci un cenno di si con il capo e aprii la portiera "Marianne"mi girai verso di lui mentre stavo per scendere e schiusi le labbra quando mi baciò. Il mio stomaco si contorse dalla gioia e posai le mani sul suo viso mentre le nostre lingue si abbracciarono. Quando ci allontanammo avevo ancora le guance rosse per il calore e scesi,se il buonumore si vedeva dal mattino, allora avrei avuto una giornata fantastica. Mi girai mentre entravo e seguii con lo sguardo la sua auto svoltare, provocando una leggera brezza. Era troppo chiedere che questa felicità durasse per sempre?.
E troppo chiedervi di non lanciarmi imprecazioni per il ritardo?XD, comunque, lo capisco molto bene e mi dispiace. Ho cercato di rendere questo capitolo il più piacevole possibile, anche perché la storia non è finita e ci saranno molti altri problemi ancora. Comunque, soltanto io ho trovato la storia di Sabine così commuovente e Nick così dolce?Sono una tra le mie coppie preferite. La vostra qual è?Commentate e fatemi sapere :). Per leggere l'anticipo del prossimo capitolo, passate sulle mie due pagine "le Storie di Astrad" e "le_storie_di__astrad"
Grazie mille, a tutti
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