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Capitolo 20

Juliet stava di lì a guardarmi,difronte all'ingresso con un sorriso che seppur cordiale non mi piacque minimamente , come le sue parole . Inarcai un sopracciglio e mi guardai intorno , dapprima pensando che fosse lì con Lucas, ma di mio zio non riuscivo a scorgere nulla,neanche il profilo . Per un attimo , buttai un sospiro di sollievo ,lodando il cielo , ma ben presto ritornai ad osservare ,circospetta, la donna che mi stava dinanzi. Chiaramente mi stava aspettavo e mi domandai come fosse possibile che lei sapesse del mio lavoro , che fosse stato Lucas a parlare?Non mi immaginavo essere l'argomento principale di una conversazione soprattutto tra due ex ma improvvisamente venni logorata dalla curiosità di scoprire quale fosse il suo - di mio zio- possibile giudizio su di me .Avrebbe dovuto importarmi?Certo che no ,allora perché stavo qui a fantasticare ? Forse perché avevo una voglia matta di sapere come lui mi considerasse. Improvvisamente tornai con i piedi per terra,quanto la scorsi avvicinarsi . "Di cosa volevi parlarmi?"domandai , sperai vivamente che fosse qualcosa di estremamente sbrigativo, sia perché non desideravo rimanere e sia perché quel pomeriggio Ethan sarebbe passato a prendere. Alla fine avevo accettato il suo invito. Come sosteneva Emily, cosa-o chi- stavo aspettando?Lui era lì ad attendermi ed ero incredibilmente stufa di perdere ulteriore tempo,continuare a lasciare gli uomini sulla corda,per una volta avevo intenzione di lasciarmi andare "ti andrebbe prima una passeggiata?"Juliet incurvò le labbra in un sorriso ed arricciai il naso ,facendo una smorfia che per fortuna lei non riuscii a scorgere. Era già abbastanza il fatto che desiderasse parlarmi ,figuriamoci trascorrere del tempo con lei, ero stupita,ma non tanto per il suo invito,piuttosto della mia avversione dei suoi confronti. Juliet ,in quei rari frammenti in cui  ci incontravamo ,si era sempre mostrata una persona perlomeno cordiale, inoltre era anche una bella donna,la donna perfetta e forse era proprio questo che mi dava fastidio . Feci scorrere uno sguardo su di lei , la sua pelle era perfetta, immacolata e dalle sfumature miele, i suoi capelli apparivano così serici,d'un meraviglioso biondo ; poi le sue iridi, ero sicura di non aver mai visto quel colore negli occhi di una persona, era così stupefacente che ti colpiva . Infine, quel sorriso, quel sorriso sincero, femminile ed altruista che conquistava da subito la tua completa ammirazione , la tua fiducia, elogiava la sua bellezza . Lucas era stato abbagliato già dal primissimo momento da lei , n'ero sicura, d'altronde come poteva non essere altrimenti dinanzi al suo fascino .Sospirai e mi girai verso di lei, a dir la verità ero molto restia sulla sua proposta ma alla fine acconsentii. "Prima ho visto uscire Nick, è stato lui a dirmi che lavoravi qui"mormorò , questa notizia mi rendeva incredibilmente sollevata,ed anche lievemente ... delusa, non avrei mai desiderato che Lucas parlasse di me a Juliet ; che le raccontasse qualcosa di noi, del nostro passato . Perché era nostro,ed ella non ne faceva parte . "Sai ti stavo cercando e Nick è capitato a pennello "iniziammo a camminare per il marciapiede , io la seguivo -non avendo una meta - ed ella mi conduceva chissà dove, a separarci solo pochi millimetri

"perché mi stavi cercando?"domandai, sistemandomi la borsa sulla mia spalle e guardando l'orologio. Erano le 4 del pomeriggio ed il candore soffice delle nuvole stava lasciando spazio ai raggi vermigli ardenti che si riflettevano più luminosi dei flebili bagliori mattutini,sulla città . Lei sembrò rifletterci su per qualche minuto e stranamente dentro di me, avvertii un presentimento . Una certezza quasi assoluta che si trattasse di Lucas. Ciò non faceva altro che rendermi più irrequieta ma provai a nasconderlo. La seguii ed insieme ci fermammo in una piccola caffetteria dallo stile provenzale e grazioso , pareti con sfumature rosate,rustici mobili d'avorio; tutto racchiuso in un'atmosfera intima e calorosa. Prendemmo due posti all'aperto . Girai il cucchiaio nel cappuccino- appena preso-mentre la guardavo, quell'aria amichevole -tuttavia- non riusciva a dissuadermi ma decisi comunque di ascoltarla ,non appena alzò lo sguardo verso di me

"si tratta di Lucas"

Misi di giocare con il cappuccino e mi morsi il labbro ,ormai ,incredibilmente screpolato. Sebbene io e lui non ci sentivamo più ormai da giorni,niente telefonate, messaggi, non veniva più a cena quando i miei nonni lo invitavano , sembrava -comunque-che il suo nome,la sua presenza continuasse a perseguitarmi. Mai una giornata che ,anche nella mia mente, non ripetevo quel fottuto nome. Avrei dovuto saperlo che riguardava lui, perché mai Juliet avrebbe dovuto cercami?Di certo non per una semplice chiacchierata tra due amiche.Sforzai di mostrarmi impassibile e attesi che continuasse "è molto preoccupato per te, Marianne, è in pena a causa del tuo rapporto con Ethan"allora era per questo , Ethan,non gli piaceva che io uscissi con lui ma invece di essere lui stesso a dirmelo ,mandava la sua ex,niente di più opportuno. Ah,già non voleva parlarmi quando in realtà era stato lui ad agire in modo sconsiderato .Magari pensava che così non mi fossi arrabbiata,oppure che non avrei compreso le sue parole perché ero troppo 'infantile'. Mi aveva sempre etichettato come una ragazzina quando egli agiva come un bambino , impaurito dalla realtà , egli che si considerava un adulto!. Quando, il risentimento che provava per lui non era oggettivo, ma nato soltanto dalla gelosia per Juliet , la medesima donna che mi stava dinanzi ,quindi  non poteva mettermi in guardia lucidamente. Perché sebbene potessero essere rivali in campo aziendale, lui in realtà non conosceva realmente Ethan e non poteva capire che uomo in realtà fosse.Di certo non un bambino come lui. Voltai il capo,in una smorfia, incrociai le braccia al petto e ciondolai con il piede,sulla sedia "non ha nulla da temere "affermai più che convinta, lei si girò verso di me e mi guardò dolcemente, come una mamma che cerca di calmare il bambino troppo irrequieto, avrei voluto vedere se avesse mostrato la medesima espressione ad una persona della sua età . D'altronde per lei, per tutti ero soltanto una ragazzina

"so che sei una ragazza grande, ormai , libera di prendere le proprie decisioni ma Lucas cerca soltanto di proteggerti , è tuo zio, e se non vede di buon occhio Ethan,forse dovresti ascoltarlo"mi girai verso di lei,ella poté scorgere il mio sguardo arrabbiato che-stranamente- non la turbò e non la sorprese "Giusto è mio zio , può venirmi ad avvertire lui stesso senza aver bisogno di comunicatori e nemmeno dovrebbe farlo perché come hai detto sono abbastanza grande da prendere decisioni da sola,grazie mille"odiavo il fatto che lei pronunciasse quella parola più di tutto.Mi irritava sentire dalle sue labbra fuoriuscire l'epiteto 'zio' quasi con una nota beffarda . Mi innervosiva a tal punto che chiusi gli occhi,scuotendo la testa per allontanarla dalla mia testa. Lei era ultima persona dal quale volevo sentir pronunciare quel vocabolo perché il legame che mi stringeva a Lucas, non era un semplice rapporto zio-nipote era qualcosa di più e lo sapevo bene. Sforzai un sorriso, sperando vivamente che lei si dileguasse ,presto , questa camminata per me era giunta al termine . "È impegnato, Marianne ma ci tiene a te. Io lo conosco ed ammetto che non forse non ha tutti i torti nei confronti di Ethan"azzardai una smorfia quasi arrogante

"Anch'io lo conosco, anzi lo conosco meglio di te" mi sporsi lievemente per di lei,non so per quale motivo ma desideravo a tutti i costi delineare la mia supremazia nei sui confronti,su quell'argomento. La vidi emettere un piccolo sospiro per poi sforzare un sorriso ma la vena sulla sua fronte di irritazione,tradiva la sua compostezza e la sua cordialità, i suoi occhi rimasero a guardarmi ,a fissarmi , a scrutarmi con attenzione " Già...Lui mi parlava sempre di te"fece ruotare la tazza del suo caffé tra le sue mani ,drizzando le spalle per ricomporsi, il suo sguardo sembrò mutare, un lampo di sfida ed ostilità apparve nelle sue iridi che sembravano lievemente più scurite, i nostri sguardi si incrociavano e la sua irritazione sembrò venire a galla,l'avversità verso di me cominciò a diventare palpabile. Quell'aria che mi sembrava molto più vera del suo sorriso " eri sempre una presenza costante tra me e lui, anche se non c'eri, non ti conoscevo e non ti sentivo, hai sempre rappresentato un ostacolo quando cercavo di avvicinarmi a lui" . Mi alzai dalla sedia,scostandola bruscamente,afferrai la mia borsa e lasciai lì il mio cappuccino
"Adesso non hai nulla da temere ma magari prima di fare la stronza la prossima volta pensa all'influenza di giudizio che puoi avare sulle altre persone. D'altronde non è ciò che hai fatto con Ethan e Lucas?"incurvai le labbra in un piccolo sorriso trionfante mentre mi allontanavo dal suo tavolo .
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"Tieni"Ethan si avvicinò e mi porse un bicchiere bourbon che non era neanche riempito fino alla metà. Inarcai un sopracciglio divertito " sei ancora minorenne per bere,diciamo,soltanto che questo è per festeggiare"mi rivolse un sorriso incredibilmente sexy, le sue labbra erano perfette, rosse e invitanti, sembravano incredibilmente morbide. Si slacciò i gemelli della camicia e l'arrotolò intorno agli avambracci, scorsi la peluria chiara della sue braccia. Ethan era affascinante. Aveva un gran carisma nei suoi movimenti , inoltre era l'unico che sembrava non vedermi come una bambina. Lo seguii con lo sguardo mentre si sedeva sulla poltrona , di fronte a me, la camicia nera si piegò morbidamente sul suo addome e potei scorgere il contorno dei muscoli sotto quel tessuto di lino,la loro contorsione quando si muoveva, emanava un fascino maschile da tutti i pori. In mano reggeva anche lui un bicchiere di vetro,più pieno rispetto al mio "che cosa dovremmo festeggiare?"domandai,forse lievemente civettuola.Si passò una mano tra i capelli,incredibilmente rossi come un fuoco bollente ,portandoseli all'indietro,elegantemente e sorseggiò il bourbon.Le labbra si schiusero attorno al bicchiere ed osservai il liquido scendere attraverso la sua gola.Si accorse del mio sguardo e sfoggiò un leggero sorrisino che ignorai , sistemò il bicchiere -ormai vuoto- sul tavolino in vetro che ci divideva 

"forse dovremmo festeggiare il fatto che tu abbia accettato il mio invito e che ora sei qui"il suo sguardo si fermò su di me,i suoi occhi nocciola non facevano altro che osservarmi ed era impossibile voltare il viso dinanzi a quello sguardo così caldo.Accavallò le gambe e mi sorrise "sbaglio oppure ti vedo abbastanza irrequieta"rifletté e con quella affermazione mi sorprese.Dopo la 'passeggiata' con Juliet, ero stata frustata e nervosa per tutto il resto della giornata, a tal punto che avrei voluto annullare questa serata se non fosse stata per Emily. Non mi pentivo di aver detto quelle cose,non ero riuscita a trattenermi ,ero esplosa con veemenza.Per tutto il pomeriggio avevo temuto una possibile chiamata da Lucas per aver offeso la sua ex ma stranamente il telefono era rimasto in silenzio per tutto il tempo,possibile che Juliet non gli abbia detto nulla?.Futili pensieri che avevo cercato di cancellare quando Ethan era arrivato,provando a mostrarmi tranquilla. 

"Ho avuto soltanto una giornata pesante tutto qui"risposi,sorvolando sulla situazione con un gesto della mano. Ethan si alzò e si mise dietro di me, scontrandosi contro lo schienale del divano,posò le sue mani sulle mie spalle. "Rilassati" mormorò,il timbro basso e caldo.Iniziò a massaggiarmi le spalle,muovendo le dita con piccoli movimenti circolari che annientarono ogni nervosismo e tensione.Il mio corpo cominciò a rilassarmi mentre percepivo il calore provenire dal suo e il respiro avvolgermi il collo,procurandomi alcuni brividi.Chiusi gli occhi,inclinando il capo alla magia delle sue dita, era davvero bravo. Cacciai un gemito di piacere e d'un tratto egli si fermò bruscamente,deglutendo ,lasciando ricadere le mani lungo  fianchi "grazie "mi girai verso di lui,ringraziandolo sebbene lievemente turbata dal suo improvviso mutamento. Allungò la mano e mi invitò ad alzarmi,incuriosita, lo seguii verso i fornelli. Quella sera avremmo mangiato a casa sua

"sai dovresti considerarti fortunata, sei la prima che ha l'onore di mangiare a casa mia"fece un sorriso divertito ed accese il fuoco,non mi sembrava il tipo di uomo che cucinava,avevo sempre immaginato una cameriera o qualcuno che lo aiutasse ma dovetti ricredermi. Essere ricco non era sinonimo di nullafacente era più affine alla parola ambizione, perché in molto casi,era stato proprio quella tenacia a farti raggiungere un tale risultato, il beneficio economico era poi la ricompensa del tuo duro lavoro.Sebbene al giorno d'oggi si percorreva quella strada nel modo sbagliato . Anche la mia famiglia era benestante ma mai avevamo usato i nostri soldi per cameriere oppure feste mondane,dove si acclamava il conto in banca più cospicuo .Mai scuole private oppure privilegi. "Non porti mai le tue conquiste ad una cena romantica a casa tua?"domandai con una lieve vena ironica

"no,sei l'unica "il tono fermo e lo sguardo penetrante mi bloccarono per un attimo il respiro,un nodo attorcigliò il mio stomaco,cos'era questa sensazione?Voltai il capo,lodando il campanello della porta, che riuscii a fargli concentrare l'attenzione su di essa ."Aspetta un attimo"annuii e per un po' lo seguii con lo sguardo avvicinarsi all'ingresso,ma scomparve quando l'aprii. Percepii alcuni mormori ed riconobbi la voce di una donna. 

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Fall in love di unicorniscacazzanti

Non penso che Juliet e Marianne andranno molto d'accordo,non trovate?Nel prossimo capitolo ci saranno delle sorprese ma forse non quelle che pensate.Se siete curiosi, potete leggere gli anticipi sulla mia pagina fb "le storie di Astrad" e quella di Instagram "le_storie_di_astrad"

Grazie mille a tutti,

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