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6. Avvertimenti e nuove amicizie

Mi sono sempre sentita un pulcino spaesato in ogni scuola, ma sono un paio d'anni che ormai, ovunque mi trovi, so perfettamente come muovermi e cosa fare. Riesco a trovare sola tutto quello che mi serve, che sia la segreteria o i bagni, diciamo che le scuole non hanno più segreti per me. Chi sa se è un pregio.

Deve essere questa.

Busso alla porta di quella che sicuramente è la presidenza. Liam mi aveva detto che il direttore voleva parlarmi e saranno sicuramente le solite chiacchiere di ben venuto alla nuova studentessa, sentite e risentite. Solo ora mi rendo conto di quanto la mia vita sia ripetitiva e monotona. Ci vorrebbe una svolta, questo è sicuro.

"Signorina Naràn? Piacere di conoscerla sono il signor Corder."

Un uomo sulla quarantina dietro una scrivania di legno lucido si alza in piedi dalla sua comoda poltrona di pelle porgendomi la mano in segno di saluto. Sto sognando o non è il vecchio bisbetico che mi aspettavo?

"Si, piacere mio, mi hanno detto che voleva parlarmi."

"Proprio così, si sieda prego."- m'invita indicando la poltroncina al mio fianco.

Dopo essersi seduto comincia a smanettare con alcune carte poste su quella scrivania costata chissà quanto, credo che stia per cominciare un discorso che non prevede il benvenuto alla nuova studentessa. Lo leggo nella sua faccia.

"Talìta Amelia Naràn. Quando tuo padre è venuto ad iscriverti un paio di giorni fa mi ha raccontato un po' quello che avete passato e ho anche dato un'occhiata alle tue pagelle negli ultimi anni. Risultati eccellenti, è un onore averti in questa scuola, davvero, sono pochi gli studenti con le tue capacità, soprattutto se hai cambiato scuola quasi ogni anno."- inizia.

"La ringrazio."- è la prima volta che mi elogiano per il mio rendimento scolastico, è davvero strano ricevere complimenti da qualcuno che non sia papà.

"Tuo padre mi ha anche detto che lavora per la famiglia Styles, vivete nella loro proprietà."- qui si mette male, ho paura che c'entri qualcosa il figlio viziato -"voglio essere onesto, sono un po' preoccupato, conoscerai già Harry."

"Si, so chi è."

"E saprai che è un ragazzo difficile."

"L'ho immaginato, c'è qualche problema con lui?"- azzardo a chiedere non capendo dove vuole arrivare.

"Sei un'ottima studentessa e la vicinanza di Harry potrebbe compromettere il tuo rendimento, lui ha problemi a scuola e il suo carattere non è dei migliori, quindi se avrai dei problemi con lui vieni a parlarmene pure, chiaro?"

L'uomo conclude il suo discorso, interamente svolto con decisi gesti delle mani, con un sorriso sincero. Ora l'ho inquadrato, l'ho visto in alcuni film ma mai nella vita reale. E' uno di quei presidi che ci tiene a diventare amico dei propri studenti, è una cosa nuova per me, come tutto il resto d'altronde. Fantastico, ma queste cose non fanno per me, se avrò problemi non penso verrei a raccontarlo a lui.

"Chiaro."- annuisco. "ma trovo comunque difficile che io e lui possiamo anche solo avere una conversazione, non sarà un problema."- rispondo ricambiando il sorriso.

***

Primo giorno da non dimenticare insomma. Scuola perfetta, professori perfetti, anche il preside è perfetto, gli alunni sono simpatici, alcuni. L'unica pecca è questo Harry, a quanto pare mi creerà non pochi problemi. Prima me lo ritrovo in classe e poi mi avvertono di stargli alla larga. Questo lo avevo già capito in fondo. Vivo a casa sua da due giorni e oltre a scambiare qualche parola di sfuggita con il figlio della cuoca non ho parlato con nessuno, non ho più rimesso piede dentro quella casa, circondata da quel lusso e da quella finta felicità familiare che la famiglia Styles si ostina a mostrare. Forse non ci credono neanche loro. Hanno tutto, ma non l'unità, l'unica cosa che io e papà abbiamo almeno.

"Talìta!"

Una voce mi distrae dai miei pensieri mentre cerco il tavolo più vuoto e appartato della mensa. Enorme e luminosa mensa stracolma di studenti. Per fortuna c'è qualcosa di positivo in tutto questo, uno stupendo e simpatico ragazzo dagli occhi castani mi corre in contro per chissà quale motivo.

"Liam."

"Ciao, vieni a sederti con noi, sei qui in piedi da dieci minuti."- dice sorridendo come se lo facessi ridere.

"Si, non sapevo dove mettermi."

Con il mio vassoio ancora pieno mi avvio al tavolo che mi ha indicato e dove credo ci siano i suoi amici. Noto che è ben appartato lontano dal centro della sala, devono essere quel gruppo di ragazzi che non vogliono avere nulla a che fare con quegli altri che pensano più con i muscoli e le palle che con il cervello.

"Lei è Talìta, è quella nuova."

"Salve."- dico il più gentilmente possibile sedendomi al tavolo con gli altri ragazzi.

"Io sono Rachel."

Una tenera ragazza con i capelli scuri e gli occhiali si presenta porgendomi la mano, il suo maglioncino azzurro e i jeans sgualciti mi fanno subito capire che non è il tipo di ragazza attenta allo smalto per le unghie che tanto odio. Sembra dolce e simpatica.

"Piacere mio Rachel."- rispondo.

"Ashton, ciao Talìta."- si presenta un altro ragazzo mentre addenta un panino.

"Ora che abbiamo fatto le presentazioni, mangiamo, ho fame. Tre minuti da ora!"

Al via di Liam tutti e due i ragazzi cominciano a strafogarsi con voracità, creando un miscuglio di tutto quello che hanno nei vassoi cercando di fare entrare più cibo possibile dentro la bocca. Cos'è una specie di gara?

"Tranquilla, fanno così ogni giorno."- mi rassicura Rachel divertita quanto me da quello scempio, ma evidentemente abituata a tutto questo.

Si, sono simpatici, forse se non fosse stato per Liam ora starei davvero pranzando su una delle panche in corridoio tutta sola.

"Non ci posso credere! Mi ha dato un'altra C!"

L'incredibile frastuono dei ragazzi che s'ingozzano è smorzato dalla voce alterata di una ragazza che, sventolando un foglio, si avvicina al nostro tavolo, sembra molto arrabbiata.

"Un'altra? Avevi studiato questa volta?"- chiede Ashton con mezzo panino in bocca.

"Si! Cristo Ash fai schifo."

"Grazie, sempre gentile."- ruota gli occhi al cielo lui prima di riprendere a masticare.

"Talìta, lei è Veronica."

Liam interviene pulendosi la bocca con un fazzoletto di carta e capendo la mia confusione mentale, mi presenta la nuova ragazza che a quanto pare non si è ancora accorta di me. Lei è tutta il contrario di Rachel. I suoi capelli sono quasi neri, stupendi, e i suoi occhi sono castani come quelli di papà, tipici del sud. Sorrido ripensando agli occhi di mamma, azzurri, come il cielo estivo, l'unica donna in famiglia con gli occhi azzurri dopo la mia bis nonna e la fortuna ha voluto che prendessi da lei, sono orgogliosa di somigliarle in questo.

"Scusa non mi ero accorta, sei quella nuova vero?"- non ricordo neanche quante volte oggi mi hanno chiamata così.

La ragazza, regalandomi un sorriso sincero, si siede accanto a me mostrandomi la mano, deve essere un'usanza qui stringere la mano, di solito sono abituata a baci sulla guancia e abbracci calorosi, ma anche questo non mi dispiace per niente.

"Si sono io, bello il nome Veronica, non è comune qui, più diffuso in Italia."- inizio io cercando di apparire simpatica.

"Si, hai ragione, mio padre è italiano, come lo sai?"- mi chiede curiosa guardando gli altri di sottecchi.

"Ci sono stata per un po' qualche anno fa."- rispondo dando un morso al mio sandwich.

"Io non ci sono mai stata, dicono che la loro pizza sia buonissima."- interviene Rachel con aria sognante.

"Si lo è."- rispondo divertita dalla sua faccia.

Ecco questo è uno dei momenti in cui mi piace vantarmi di aver viaggiato molto, speriamo che non mi chiedano anche il perché, perché se dovessi rispondere seriamente a parte dire per il lavoro di mio padre dovrei anche partire da dove è cominciato tutto. E ora non mi va proprio. Non di certo con gente che conosco da un quarto d'ora.

"Ma guardatelo, sembra un piccione che gonfia il petto quando gli girano le ragazze intorno."

La voce di Ashton ci distrae dalla nostra conversazione facendoci notare che sta fissando un particolare tavolo al centro della sala.

"Di chi parli?"- chiede Rachel aggrottando le sopracciglia.

"Di Styles, di chi se no?"- risponde Veronica con tono ovvio.

"Possiamo cambiare argomento?"

Contrariamente a quanto m'aspettassi, Liam sbotta stringendo le labbra, infuriato aggiungerei. Cos'è che lo fa arrabbiare così tanto?

"Mantieni la calma, amico."- cerca di ammonirlo Ashton.

"Cos'ha quel ragazzo che non va?"- chiedo curiosa io stavolta mentre continuo a guardare quel tavolo molto distante da noi.

"E' uno stronzo, ecco cos'ha."- risponde malamente Liam meritandosi un'occhiataccia da Veronica.

"Eppure la sua famiglia è così dolce."- penso ad alta voce, purtroppo è una cosa che mi succede di tanto in tanto. E questo non era di certo il momento, se solo avessi saputo cosa sarebbe successo.

"Tu come lo sai?"- chiede Liam evidentemente stupito.

"Mio padre lavora per loro."- rispondo titubante per via dello sguardo del ragazzo, sembra diverso dal Liam di qualche minuto fa.

"Vivi a casa sua?!"- riprende lui facendomi quasi spaventare, anzi, senza il quasi.

"Datti una calmata, perché te la prendi con lei?!"- lo ammonisce Veronica che prende le mie difese. Ma che succede?

"Se avessi saputo che avevi a che fare con lui non ti avrei mai rivolto la parola."


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Amatemi, vi ho fatto il doppio aggiornamento! e pure bello lungo che dite? :) Vi prego lasciate qualche commento voglio sapere cosa vi aspettate da qui in poi<3

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