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59. Tempo al tempo

Quanti problemi, quanti maledetti problemi. Sembrano non finire mai, sembrano davvero perseguitarci. Siamo diventati i bersagli ideali della sorte, essa ride vedendoci soffrire, è crudele con chi non ha la forza né il potere di cambiare il proprio destino. Aspetta ogni singolo momento di debolezza per infliggerti in colpo di grazia e farti inginocchiare ai suoi piedi inerme.

Continuo a stringere il busto del ragazzo dagli occhi verdi a me e vedo annebbiato a causa degli occhi stracolmi di lacrime che però ancora esitano a traboccare. Mi sento un completo schifo, pensavo che una volta a casa da quel lurido posto avrei finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo ma a quanto pare il destino ha altri drammi in serbo per me. Ora il silenzio regna sovrano, comprensibile, cosa si può dire in questo frangente. Harry mi abbraccia e tiene stretta a sé baciando di tanto in tanto la mia testa sussurrandomi che non mi lascerà andare.

E’ così bello sentirsi dire queste parole, è così bello essere importante per qualcuno. Papà non capisce. Ha da subito visto sotto un cattivo occhio Harry e apparentemente è anche logico, perché però non si sofferma a conoscerlo come davvero è? Lui non vede Harry, vede solo quello che lo circonda e che io sono la prima ad odiare.

Odio davvero il suo passato, odio che facesse uso di droghe quotidianamente, odio il fatto che bevesse fino all’inverosimile per poi tornare a casa barcollando, odio con tutta me stessa il giro che si è trovato a frequentare ma so pure che sta provando a cambiare, non l’ho più visto ubriaco o strafatto, aveva pure trovato un lavoro, ora ha dei soldi suoi e si sta impegnando con la scuola, è lo stesso ragazzo che adesso e che anche in passato mi ha consolato quando ero triste e che mi ha fatto ridere tante di quelle volte che solo a pensarci mi viene anche ora voglio di sorridere.

Vorrei che sia questo il lato di Harry che papà vedesse.

“Perché non ce lo avete detto?”- il padre di Harry irrompe nel silenzio con la sua domanda e per un po’ mi ero anche dimenticata della loro presenza qui. Mi stacco dalle braccia di Harry voltandomi verso di loro. Noto che Louis e Zayn non ci sono più, devono aver pensato bene di andare via e lo stesso l’auto della polizia e gli altri, non mi sono accorta di niente,  ma Liam è ancora qui a fissare i suoi piedi e i genitori di Harry con Gemma ci guardano silenziosamente.

Questa è l’ultima situazione in cui mi sarei mai voluta trovare in tutta la mia vita. Ho sempre pensato alla reazione che avrebbe avuto papà ma mai a quella che avrebbero potuto avere i signori Styles. Che cosa patetica, vedere il figlio, erede di una ricca famiglia, ben conosciuta e ammirata in questo stato, insieme alla figlia povera di un povero giardiniere. E’ una cosa ridicola e per un attimo mi ritrovo a pensare che la reazione del padre di Harry sia stata migliore di quella di mio padre, fa ridere anche questo, sarebbe dovuto accadere il contrario.

“Da quando devo darvi spiegazioni su chi frequento?”- risponde Harry acidamente con un’altra domanda. Non avendo il coraggio di guardare gli altri guardo Liam che mi fissa con una faccia indecifrabile, forse avrei dovuto dirlo a lui. Forse è deluso e avrebbe ragione. Mi ero aperta con lui e non mi ha giudicata nonostante non vada più d’accordo con Harry.

Perché non faccio altro che sbagliare?

 

“Perché devi sempre essere così fottutamente acido? Rispondi e basta.”- sbuffa sonoramente il padre mentre Anne dondola sua figlia tra le braccia con dell’ombretto sciolto sulle cote a causa delle lacrime versate.

“Mi sembra logico a questo punto il perché non lo abbiamo detto no?”- quasi urla ringhiando Harry al mio fianco. Ho un mal di testa orribile, spero davvero che non comincino ad urlare anche loro. Des guarda il cielo annuendo e passandosi una mano sui capelli quasi grigi in frustrazione.

“Potevamo aiutarvi.”- continua la donna al fianco del marito e io in stupore alzo lo sguardo verso di loro, saetto lo sguardo verso Harry che strabuzza gli occhi alle parole della madre, evidentemente anche lui in qualche modo aveva pensato che non mi avrebbero accettata.

“Perché?”- chiede Harry deglutendo.

“Perché sei mio figlio.”- dice ancora la donna stanca. – “Forse abbiamo sbagliato, non siamo certo stati i genitori più presenti del mondo, ma se tu sei felice con lei chi sono io per impedirvi di stare insieme.”- quasi ridacchia amaramente mentre il marito accarezza su e giù la schiena della moglie. – “E poi lo avevo già capito che ti piaceva Talìta.”- continua divertita guardando Harry e me, sono evidentemente rossa in viso e Harry sfugge dal suo sguardo trovando interessante il ramo di un albero alla sua sinistra. – “Insomma perché mai avresti dovuto portarla alle cene di lavoro con te se non provavi qualcosa per lei.”- divento quasi paonazza in viso e ho quasi voglia di sprofondare dalla vergogna quando sento una risatina sommessa più in là, è Liam.

“Scusate, è divertente, Harry innamorato.”- nasconde la faccia tra le mani ed effettivamente è una cosa che fa ridere pensando a che tipo è Harry.

“Giuro che ti spacco la faccia.”- ringhia contro Liam il diretto interessato. – “Forse qui stiamo omettendo il fatto che quel bastardo domani me la porterà via.”- si arrabbia aggrottando le sopracciglia, le aggrotto anche io per il modo in cui ha chiamato papà.

“Non chiamare mio padre bastardo.”- dico schiaffeggiandogli un braccio ma so che lo ha detto solo per tutto quello che sta succedendo.

“Scusa.”- sospira. – “Sai che non volev-“

“Lo so.”- chiudo immediatamente il discorso, era solo per fargli sapere che mi ha dato fastidio.

Ritorno a pensare a quello che ha detto papà, non ci credo davvero, non avremmo dove andare comunque e di solito quando pianifica uno spostamento non lo fa la sera prima, è solo arrabbiato lo so, ma non penso che arriverà al punto di portarmi via da qui. Ho solo tanta paura ora, è arrabbiato con me e non posso permettere che sia arrabbiato con me, diavolo è l’unico familiare che ho adesso, è il mio punto di riferimento e l’idea di averlo deluso mi distrugge lentamente.

“Se volete.”- inizia Liam. – “Se volete posso provare a parlargli io.”

“Davvero?”- gli chiedo.

“Se posso aiutare si, sei l’unica che guarda i film di Batman con me senza lamentarsi, non posso permettere che ti portino via, posso provare a farlo ragionare.”- ironizza davvero serio in volto. Non posso ringraziarlo abbastanza a parole quindi gli corro in contro abbracciandolo forte.

“Non devi farlo per forza.”- dico sussurrando.

“Voglio.”

***

Sembra che i minuti non passino mai, è così demoralizzante, sono stanca ed esausta e questa notte sembra non voler finire mai. Continuo ad afferrare il polso di Harry per controllare l’ora almeno due volte al minuto e con ansia aspetto solo che quella porta si apri.

“Vuoi stare calma?”- mi sussurra Harry all’orecchio bloccandomi all’improvviso per la vita.

“Non ci riesco.”

“Beh provaci, è entrato da soli dieci minuti, dagli tempo.”- sussurra ancora guardandomi negli occhi, io annuisco facendo un lungo respiro. Liam è entrato a parlare con papà, forse una piccola parte di me avrebbe voluto parlare personalmente con papà riguardo questo ma so perfettamente che non sarebbe finita bene, lui avrebbe urlato, io avrei pianto e forza davvero mi avrebbe portato via l’indomani mattina, non sono certamente la persona più persuasiva dell’universo.

Mi appoggio al muro del corridoio insieme a lui, in silenzio aspettando, anche Conrad è presente e posso percepire la presenza di Niall a qualche porta di distanza, sembrano tutti così curiosi ma non ci do peso. Sono troppo nervosa per altri motivi. Adesso vorrei solo riposare come Gemma nella sua stanza mentre i suoi genitori la coccolano.

Eppure è strano, nessuno ha fatto domande su quello che è successo, nessuno ha più parlato della vicenda di Zayn, di quello che ha fatto, del rapimento mio e di Gemma e del lurido bordello dove ci hanno portate. Solo al pensiero rabbrividisco e sembra surreale che sia tutto successo poche ore fa.

“Non capisco perché non me lo hai detto, pensavo fossimo amici.”- fa ad un tratto il broncio Conrad. – “Lavo le tue cazzo di mutande potevi anche dirmi che stavi frequentando lei.”- vedo Harry ruotare gli occhi al cielo e sorridere sghembo alle parole dell’uomo maggiordomo al momento in vesti informali.

“Tu non mi parli della tua vita amorosa perché dovrei farlo io?”- risponde Harry dandogli corda.

“Semplicemente perché io non ho una vita amorosa.” – sorrido alla risposta ironica di Conrad, forse inutile tentativo di alleviare la tensione. – “Lo avete già fatto?”

“Cristo Conrad!”- risponde Harry, strabuzzo gli occhi voltando lo sguardo verso le scale buie.

“Chiedevo.”

Non penso di aver mai vissuto una serata del genere, ho provato più emozioni oggi che mai nella mia vita. Tranquillità, paura, terrore, sollievo, ancora paura, senso di colpa, divertimento, imbarazzo e stupore. Credo anche di averne dimenticato qualcuno.

Fortunatamente la porta dell’appartamento si apre proprio in quel momento mostrando un Liam che chiude la porta dietro di sé silenziosamente. Mi sporgo verso di lui e lo stesso fa Harry chiedendogli con uno sguardo d’intesa di parlare e riferirci quello che si sono detti.

“Pensa che Harry sia una testa di cazzo.”- inizia pensando a quello che vuole dire. – “Gli ho detto che ero d’accordo.”- vedo Harry per l’ennesima volta ruotare gli occhi al cielo.

“Dimmi qualcosa che non so Giuda.”

“Non partirete domani.”- dice quello che speravo e che in fondo già sapevo, Liam mi sorride punzecchiandomi una guancia mentre sento Harry accanto a me sospirare sollevato. – “Ma non riesce ad accettarlo, non riesce proprio a vederti insieme a lui, non riesce proprio a vederti in realtà.”- continua.

“Cosa vuoi dire? Non vuole vedermi?”- chiedo preoccupata, non può fare così.

“Dagli tempo va bene?”- cerca di consolarmi Liam. – “Ora come ora è accasciato sul divano a chiedersi come sia potuto succedere. Gli ho spiegato che non c’è nulla di male in due persone che si vogliono bene e in quel momento sembrava in procinto di vomitare.”- quasi ride il ragazzo dagli occhi castani, faccio un mezzo sorrisetto anche io. “E nella fase d’accettazione, fallo riflettere, è un padre è geloso.”- scrolla le spalle Liam rassicurante. Annuisco decidendo che  è meglio così. Nessuno aveva detto che sarebbe stato facile e io supponevo già che non lo sarebbe stato. Gli darò tutto il tempo che gli serve.

“Grazie Liam.”- lo abbraccio di nuovo ringraziando il cielo di aver incontrato una così brava persona nella mia vita. Forse non si rende neanche conto di quello che ha fatto e di quanto mi sia stato d’aiuto in questo momento. Sono contenta quando ricambia il mio abbraccio così forte da stritolarmi.

“Vacci piano con quelle mani.”- serra la mascella Harry assottigliando gli occhi.

“Ti costa tanto dirmi un grazie nonostante tutto una volta tanto?”- risponde Liam staccandosi da me per guardare Harry.

“Hai fatto solo quello che dovevi fare tempo fa, me lo dovevi.”

“Non ti devo niente l’ho fatto per lei.”- continua Liam indicandomi. – “Aspetto ancora delle scuse da parte tua. Tu quelle me le devi.”- conclude con un’occhiataccia prima di salutarmi ed andare via. Non capirò mai davvero quello che è successo in passato tra di loro. So che Harry è andato a letto con la ragazza di Liam, ma perché Harry pensa sia colpa di Liam? Non capisco niente ma decido di lasciar perdere non ho neanche la forza di fare domande adesso.

“Se non vuole vedermi io dove dormo questa notte?”- chiedo all’improvviso richiamando l’interesse di Harry.

“Ti offrirei il divano ma c’è già lui.”- interviene Conrad stato zitto fino ad ora.

“Dormi con me.”- annuncia Harry stesso.

“Sul divano? Scherzi?”

“No niente divano, su un letto.”- dice come se fosse ovvio. – “In camera mia.”- nessuna traccia di ironia, nessun tentennamento nel suo viso, nessuna traccia neanche di malizia, è dannatamente serio, ma io sono anche dannatamente stanca.

“Va bene.”

***

“Puoi mettere questo, hai bisogno di altro? In bagno dovrebbe esserci tutto, credo.”- Anne si sta dimostrando per quella che è. Cioè per quella donna che già a primo impatto pensavo fosse, è dolce e comprensiva, ha fatto degli sbagli ma non è una cattiva persona, non è come l’ha descritta Harry.

“Ho tutto grazie.”- le sorrido raggiungendo il bagno del piano, ripensandoci è la prima volta che entro qui dentro, è anche la prima volta che dormo in questa casa, è anche la prima volta che dormo con Harry. Al solo pensiero sento ancora più caldo nonostante l’acqua calda che scorre sul mio corpo pulendolo. E’ un bagno enorme come mi aspettavo. Il soffione della doccia è enorme e sembrano esserci due manovelle in più dentro questa doccia ma non oso toccarle preoccupata di quello che potrei combinare. Mi limito a regolare l’acqua calda secondo il mio piacimento beandomi del relax. Adesso i miei muscoli non sono più tesi, non mi sento più sporca e affumicata dalla cattiva aria che regnava in quel bordello.

Serro gli occhi quando faccio scivolare l’acqua sul viso bagnandomi i capelli che mi solleticano la parte bassa della schiena per quanto sono lunghi. Tutta la stanza si riempie di vapore e quando penso di essermi lavata bene finalmente sposto la porta di vetro della doccia uscendone fuori. E’ così strano usufruire di tutto questo lusso.

Mi circondo con un asciugamano tutto il corpo creando un oblò con la mano sulla superficie dell’enorme specchio appannato per permettermi di pettinarmi i capelli.

Ripenso a papà solo nella casa della servitù. Mi si stringe il cuore se penso che non riesce neanche a vedermi, è la prima volta che dormo lontana da lui. Divento improvvisamente triste ma decido di riprendermi all’istante, non mi va più di piangere per questa notte.

Indosso velocemente la biancheria che mi ha gentilmente prestato Anne insieme ad un morbido pigiama rosa confetto prima di asciugarmi i capelli. L’aria del phon spanna completamente tutto lo specchio rendendolo nuovamente pulito. Il mio corpo sembra davvero rilassato in questo momento, forse è per la stoffa di raso morbida del pigiama che poggiata delicatamente sulla pelle crea questo effetto. Sorrido quando mi cade l’occhio su un bicchiere con tre spazzolini, uno dei quali rosa con degli orsacchiotti e subito penso a Gemma.

Faccio la piega al mio ciuffo e mi ritengo soddisfatta nonostante non abbia tutte le mie cose qui. Piego i miei vestiti ordinatamente e sistemo il bagno per farlo tornare come era prima del mio arrivo. Quando esco da lì quasi mi spavento trovando Harry appoggiato al muro di fronte nel corridoio.

“Ci hai messo esattamente cinquantadue minuti.”- ridacchia dentro i suoi pantaloni della tuta e dentro una maglia qualsiasi.

“Troppo tempo?”- chiedo chiedendomi allo stesso tempo se si sia messo davvero a contare il tempo.

“No.”- risponde avvicinandosi con un sorriso. Mi batte ancora forte il cuore ogni volta che lo fa e arrossisco la metà delle volte. – “Arrossisci ancora?”- sogghigna spostando tutti i miei capelli sulla mia spalla destra prima di fiondarsi sulla parte sinistra del mio collo scoperto.

“Harry, non in mezzo al corridoio.”- mi lamento in imbarazzo quando stringe i miei fianchi con le lunghe dita e comincia a baciare la mia gola. – “Possono arrivare i tuoi genitori.”- lo sento sorridere sulla mia pelle e lasciarci un ultimo bacio prima di prendermi per mano e condurmi nella sua stanza velocemente. Chiude la porta alle sue spalle e io dopo tanto tempo rivedo la sua camera.

L’ultima volta che ci ho messo piede è stato per prendere di nascosto le chiavi dell’auto che suo padre gli aveva sequestrato. Stavamo per essere beccati e a lui è venuta un’erezione anche in quel frangente. Mi viene da ridere ripensandoci.

Harry chiude la luce della stanza facendomi ritrovare completamente al buio e impaurita dall’improvvisa perdita di vista ma ritorno tranquilla quando  accende quelle piccole arancioni dei comodini al lato del letto. Lo ammiro dalla porta mentre sistema il suo enorme letto per prepararci a dormire. Chinato ad aprire le coperte gli ricade il ciuffo sul viso e sembra talmente concentrato che mi fa tenerezza.

Guardo poi fuori dalla finestra avvicinandomi ad essa, do un’occhiata alla casa della servitù poco più in là nel giardino e penso ancora a papà, si vede la luce aperta del salone, deve essere ancora lì.

“Non ci pensare.”

“Come faccio?”- chiedo quando il suo mento si poggia sulla mia spalla.

“Non pensarci e basta, se ne farà una ragione, io di certo non ho intenzione di lasciarti andare.”- risponde baciandomi una guancia. – “Andiamo a dormire, sei stanca.”

In accordo con lui lo seguo fino al letto e mi permettere di scegliere in che lato voglio dormire, scelgo il lato destro gattonando fino a lì e facendolo ridere. Quando anche lui finalmente entra sotto l’involucro di coperte mi abbraccia baciandomi sulle labbra per qualche secondo prima di spegnere la luce dell’abatjour.

Nel buio e nel silenzio della stanza sto quasi per addormentarmi tra le sue braccia e sul suo petto, mi sento così a mio agio in questo modo.

“Devi esserne onorata.”- dice poi.

“Onorata per cosa?”

“Sei la prima donna ad aver messo il fottuto culo su questo letto.”- annuisce mettendo un braccio dietro la sua nuca mentre con l’altro continua a tenermi stretta. Inaspettatamente dopo pochi attimi inizio a ridere istericamente coprendomi il viso con le mani. – “Perché ridi?”

“Perché dopo tutto quello che è successo oggi, dopo tute queste situazioni drammatiche tu te ne esci con le tue solite frasi, mi fai ridere.”- sento il suo petto vibrare segno che sta ridacchiando anche lui.

“E’ bello che ridi dopo quello che è successo.”- continua poi. – “Ti ammiro, davvero, non tutte le persone riuscirebbero a ridere dopo certe esperienze, sei forte.”- sussurra accarezzandomi un braccio.

“E’ solo inutile piangersi addosso, la vita continua. Arrivi ad un certo punto in cui riesci a sopportare più di quanto pensi di poter sopportare, ma poi ti rendi conto di poterlo fare e di poter andare avanti.”- confesso strisciando la guancia sul suo petto per poi sfiorare con il  naso il suo collo. – “Solo chi soffre impara a vivere.”- concludo prima di cadere stanca in un sonno profondo tra le braccia dell’uomo che amo.

“Ti amo Tal.”

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Nuovo aggiornamento! Finalmente in vacanza, non ne potevo davvero più. Vi ringrazio per l'ennesima volta per i voti e le visualizzazioni dei capitoli! per non parlare dei commenti, certo volte mi fate davvero ridere xD grazie! Non ci credo che Almost è arrivato a superare il milione e mezzo di visualizzazioni sono davvero contenta!

Ci vediamo al prossimo aggiornamento! A domenica e buone feste!

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