Capitolo ventisette
PIPER:
Indossa il miglior vestito che hai. Ed io l'ho fatto.
Era da tanto che volevo sfoggiare questo abito, ma non avevo mai trovato un'occasione speciale e quale migliore di questa?
L'abito bianco ricade sulle mie curve modellandole nei punti giusti, ha uno spacco sul davanti, che lascia scoperte le mie gambe.
Ho abbinato degli accessori in oro, come un bracciale e degli orecchini pendenti, una pochette rosa accompagna il tutto.
Ho arricciato i capelli, impiegando più di due ore solo per l'acconciatura, infine ho indossato delle scarpe morbide bianche, non troppo alte.
<Sei pronta?> Mary ha messo un vestito rosso, con un fiocco enorme sulla spalla, ha raccolto i capelli in una crocchia, sopra alla testa, stendendo la pelle del suo viso, sembra che delle mollette stiano tenendo la pelle del volto tirata a forza.
<Si.> Acconsento, guardandomi un'ultima volta allo specchio e sorridendo, sono fiera del risultato che ho ottenuto.
Stiro le pieghe sul corpetto e mi volto verso di lei. Mary si complimenta con me frettolosamente, dandomi un rapido sguardo dice "Sei bella."
E sparisce dietro lo stipite della porta, avvertendo il suo autista che possiamo partire.
È un avvenimento importante, al quale è invitata tutta la popolazione, ci sarà il Mondo in quella sala e mi domando se ci sarà anche il mio mondo.
Salgo in auto e ascolto annoiata le prediche di Mary.
<Devi andare da Elisabeth con il sorriso, lei è una donna di classe, quindi trattala con eleganza e lascia che si senta altezzosa, la regina della serata. Parlale al momento giusto della nostra offerta, se poi non dovesse bastare.. Ci penso io a lavorarmela per bene..> Un sorrisetto malizioso si stira sulle sue labbra.
Eh immagino come te la lavori.
Scendiamo dopo dieci minuti dalla macchina, la coda che si estende davanti all'entrata è più lunga del previsto, ma Mary ha un invito speciale e non ha bisogno di attendere, così superiamo tutti, entrando in pochi secondi dentro alla sala.
Tutti questi privilegi, a volte mi fanno sentire una persona rozza, anziché importante.
Ci sono migliaia di persone che parlano, alcune che ballano lentamente, mettendo in mostra i loro vestiti e anche i loro accompagnatori.
È una sala enorme, un palco in fondo alla stanza, caratterizza questa serata.. Una band, suona dal vivo, tutta musica classica si intende, ma è di mio gusto questo genere.
Su due tavole lunghe sono predisposte le bevande, comprese gli alcolici, mentre su altri due tavoli, è servito il cibo.
<Vedi Elisabeth?> Mi domanda Mary. Mi ha fatto vedere una foto di questa donna, perciò per me non è facile trovarla nella folla, mentre per lei è più semplice, perché hanno già avuto la possibilità di conoscerci.
<No..> Dico dubbiosa, studiando ogni persona.
<Vado a cercarla.> Mary si immerge nella folla, sparendo pochi secondi dopo.
Mi focalizzo sulla sala, guardando fra le persone, etichettando ognuna di loro, non per giudicarle, solo per passare il tempo.
Dalla grande massa di persone, esce una donna vestita in nero, con uno strascico abbastanza corto, i disegni ricamati su tutto l'abito, lasciano trasparire la sua pelle lucente.
Viene verso di me, alzando la testa e sorridendo nella mia direzione.
Sono rimasta sopra le scale, aspettando che mi raggiunga.
Non muovo un passo... un po' per ammirarla ancora qualche secondo e un po', perché sono rimasta bloccata, incapace di muovere qualsiasi muscolo.
Alex.
È lei.
Più bella di tutte le altre donne in questa sala, più ammaliante, intrigante, seducente.
Bellissima.
Non ci sono altre parole.
Bellissima.
La guardo salire le scale, trattenendo il vestito con le mani e prestando attenzione a dove mette i piedi.
Sembra una stella cadente, ma non una di quelle che aspetti tutta la notte, solo per esprimere un desiderio, no.
È una di quelle stelle, che quando cadono sono talmente belle, da lasciarti a bocca aperta, incapace di esprimere qualsiasi desiderio, ma ammirando soltanto la loro intoccabile bellezza.
<Dobbiamo smetterla di incontrarci casualmente.> Sorride, allargando le labbra rosse sul viso.
<Non vorrei mai smettere di incontrarti.> Sono rimasta talmente affascinata dalla sua apparizione, che la frase esce senza volerlo, ma sono contenta di averlo detto.
Preferisco avere un rapporto aperto con lei, che parlarle come una normale conoscente.
<Sei stupenda.> Mi guarda da capo a piedi, fermando i suoi occhi su ogni dettaglio, poi il suo sguardo si posa dentro al mio, arrivando immediatamente alla mia anima.
<E tu.. Tu sei splendida.> Le dico, soffermandomi sulle sue curve, sul vestito ben disegnato e poi la mia attenzione ricade sulle ciglia ben stirate dal mascara nero, sulle labbra rosse e le guance colorate.
È la persona più bella che abbia mai visto e doveva essere lei, la donna della mia vita.
<Sei accompagnata?> Chiedo, cercando fra la folla qualcuno che possa assomigliare ad una donna, che potrebbe interessarle.
<Nicky. È venuta con me.> C'è qualcosa nella sua voce, qualcosa di tremante.. Mi sta nascondendo qualcosa, ed è chiaro cosa sia.
<Ti sei fatta Nicky?> Domando con un po' di disprezzo, ma soprattuto con la punta di gelosia, che riscalda la mia voce.
<Beh?! Tu ti sei fatta Mary.> Ringhia, controllando il tono.
<È diverso!> Rispondo aspramente, avvicinandomi a lei.
<Ah sì, perché dovrebbe?> Porta le mani sui fianchi, aspettando la mia risposta.
<Io pensavo che ti saresti scopata un'estranea, qualcuno che non avrebbe mai potuto prenderti a livello mentale.. Invece Nicky è la tua migliore amica, fra di voi ci sono dei trascorsi e cazzo..> Porto le mani alle tempie, credo che potrebbero scoppiare da un momento all'altro.
<Certo dei trascorsi.. Mi ha fatto un ditalino una volta! Sapessi che trascorsi. Sei tu quella che è partita, perciò vaffanculo, non giudicarmi.> Punta il dito contro di me, alzando la voce. Qualcuno si volta verso di noi, guardandoci infastidito.
L'afferro per il polso, portandola in un luogo più appartato.
Trovo uno sgabuzzino, dove non c'è nessuno, tiro le tende rosse, creando una privacy immaginaria.
Trovarmi in uno spazio ristretto con Alex, mi mette molta agitazione.
<Io sono partita, perché tu non mi hai fermato.> Riprendo la nostra conversazione, esattamente dove l'avevamo lasciata.
<Ah certo.. Adesso è colpa mia. È sempre colpa mia! Tu sei partita perché io non ero abbastanza per te.> Scoppia, agita le braccia in aria e le sue guance diventano sempre più rosse.
Come siamo passate dai complimenti, a questo?
<Lo sai che non è vero.> La sfido. Non è vero. Non è assolutamente vero.
Posso essere partita per tutte le ragioni al mondo, ma non questa cazzo.
Alex non è abbastanza per me?!! Che immensa cazzata.
<E come faccio a saperlo?> Sbraita, avanzando verso di me.
Posso sentire il calore rabbioso del suo corpo, imbattersi contro il mio.
<Perché io darei tutto, anche la mia vita, pur di tornare indietro e cambiare quel maledetto giorno! E non dirmi che non lo sai, lo so che non è vero! So che lo senti vibrare sotto la pelle, dentro le vene, fino alle ossa! Tutto ti dice che io cambierei la mia scelta!> Urlo a squarciagola, facendo un passo verso di lei.
Lo spazio è talmente piccolo, che siamo presto l'una nelle braccia dell'altra.
Le sue mani afferrano con rabbia le mie spalle, io stringo con forza le sue, ma nonostante siano entrambi gesti provocati da un scatto d'ira, quando ci sfiorano, si scioglie tutto, come un cubetto di ghiaccio al sole.
Si sciolgono i rancori, i risentimenti, la rabbia, la tristezza, la delusione.. Tutto, scivola via lungo il nostro corpo, creando una pozzanghera di emozioni ai nostri piedi.
<Vorrei schiaffeggiarti.> Azzarda a dire, ma il suo tono di voce la tradisce.
Non vorrebbe farlo e lo sappiamo sia io, che lei, ma non può ammettere di non essere più arrabbiata, altrimenti crollerà il castello di carte, che abbiamo issato giorno dopo giorno, restando lontane.
Se crolla, ci faremo del male, ancora una volta.
<Io invece vorrei baciarti..> Passo lentamente la lingua sul labbro inferiore, socchiudo gli occhi e ricordo il suo sapore, invadere la mia bocca..
Un brivido percorre la mia schiena, percuotendomi come una scossa elettrica.
Alex si avvicina, abbandonando le armi a terra e sventolando bandiera bianca, posso sentire il suo respiro irregolare, contro le mie labbra.
<Piper?> Una voce familiare ci interrompe, quando mi giro, trovo Mary sulla soglia, che mi guarda confusa, non smette di esaminare la donna alle mie spalle, classificandola come una possibile minaccia.
Ho ancora un suo lieve respiro, che si imbatte sulla mia pelle..
Cosa sarebbe successo se ci fossimo baciate?
Sarebbe stata forse la cosa migliore che potesse capitarci, o la peggiore?
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