Capitolo XLI
Lorelai
<<Per...me…>> ripeto, confusamente.
Jade mi prende le mani tra le sue. <<Lore, non so per quale motivo tu gli abbia detto di smettere, so che ti danno fastidio il sangue e l'omicidio, ma per la sua sanità mentale è necessario che torni a cacciare. C'è in gioco anche la tua sicurezza. Un altro scatto di follia come questo potrebbe ricapitare, e tu non saresti assolutamente in grado di difenderti.>>
<<Jade…>> dico in un sussurro. <<...io non gli ho detto niente.>>
Ora è lei ad essere confusa. <<Niente, ma…>> Mi osserva, poi scuote la testa. <<Oh, niente. Ora sarebbe meglio se tu ti riposassi. Cerca di dormire e…>> Lancia un'occhiata ai miei polsi fasciati. <<Beh… ciao.>>
Si alza ed esce dall'infermeria, lasciandomi sola. Mi stendo, cercando di ignorare le sue parole: è vero, ho detto a Liu che la vista del sangue mi infastidiva, ma non gli ho mai chiesto né ho preteso che smettesse di uccidere per me. Chiudo gli occhi, ignorando la fastidiosa voce che continua a ripetere quelle due parole come una fastidiosa cantilena.
"Per te."
Liu
Rimango fuori dall'infermeria, guardandola dormire da lontano. È più pallida del solito ed ha il sonno inquieto. Trattengo l'impulso di avvicinarmi e torno velocemente nella mia camera, raccogliendo le mie cose.
Jeff si affaccia sulla soglia della camera.
<<Che stai facendo?>>
<<Me ne vado.>>
<<Dalla camera?>>
<<No, dalla casa. Ma sei scemo? Sai che non posso lasciare la Creepy House. Certo, dalla camera.>>
<<Calmati.>>
<<Sei tu che mi rendi irritabile.>>
<<Perché te ne stai andando?>>
Mi giro verso di lui, guardandolo come se fosse cretino. <<Ho appena provato ad ucciderla. Le ho tagliato le vene. Pensi che mi vorrà ancora in questa stanza?>>
<<Ma è la tua stanza. Non può cacciarti.>>
<<Tralasciando che lo ha già fatto una volta, quindi può, stavolta non mi ha cacciato lei, è stata una mia scelta.>>
<<E per quale motivo?>>
<<Non voglio ucciderla. E sicuramente lei ora avrà paura di me. Non credo le piacerebbe dormire nel mio stesso letto.>>
Jeff sospira. <<Mi dispiace. Ho provato a proteggerti ma non ne sono stato in grado.>>
Alzo un sopracciglio. <<Proteggermi?>>
<<Sapevo che sarebbe finita così.>>
<<Così come?>>
<<Con te ferito, come l'ultima volta.>>
<<Io non sono ferito, lo è lei, e me ne vado per evitare di peggiorare le cose.>>
<<Andiamo Liu, non puoi continuare a negarlo.>>
<<Negare cosa?>>
<<Che tu la->>
<<Non.andare.oltre.>> ringhio.
<<Scusa. Sei stato tu a chiedermelo.>>
<<Cos'è, solo perché ti sei fidanzato ti senti in diritto di fare prediche?>>
<<No, ma dato che sono tuo fratello mi sento in diritto di darti un consiglio. A questo punto è già troppo tardi. Forse dovresti provare. Se non cade si tuoi piedi è un'idiota. E ricomincia a cacciare. Credevi che non me ne fossi accorto? Se smetti di cacciare impazzirai di sicuro, e finirai per ucciderla. Devi cacciare per te e per lei.>>
<<No, lei non mi vorrebbe mai.>>
<<E per questo ti lasceresti morire?>>
Non rispondo. Sì, mi lascerei morire. Ma mi rendo conto in questo modo rischio di mettere in pericolo anche lei.
<<A che serve?>> mormoro a me stesso, dimenticando per un attimo la presenza di mio fratello. <<Sono un mostro, un assassino e lo sarò sempre. Perché mi aspetto che cambiando lei possa amarmi?>>
<<Potrebbe.>> dice Jeff. Mi giro verso di lui. <<Non hai visto come ti guarda.>> aggiunge, e poi se ne va.
Lorelai
Una settimana dopo Ann mi dice che posso tornare nella mia camera. È strano: finora mi ha sempre cambiato le bende mentre dormivo, e mai mi ha concesso di vedere le ferite.
<<Sei pronta?>> dice stavolta, cominciando a sciogliere la fasciatura sul braccio destro. Non capisco perché sia tanto riluttante: sono sensibile a certe viste, ma posso sopportare di vedere le mie cicatrici soprattutto se, come mi ha detto Angel, rimarranno in eterno sulla mia pelle.
Annuisco e Ann finisce di togliere le bende. Inevitabilmente, sussulto. Sul mio braccio c'è inciso il nome di Liu di un rosso brillante. Tolgo velocemente l'altra fasciatura scoprendo la parola "Woods".
Ora me lo ricordo. Tra le mie grida e la sua risata, le sue parole mi tornano alla mente come un pugno in pieno stomaco.
"Tu sei mia".
E mi ha marchiata. Mi ha inciso il suo nome sulla pelle, letteralmente. Rimango in silenzio sotto lo sguardo dell'infermiera castana.
<<Stai bene?>> mi chiede, preoccupata.
Annuisco. <<Grazie di tutto, Ann.>> dico, tirandomi in piedi e sorridendole.
<<Figurati Lore. E tieniti lontana dai guai, sei già stata troppe volte qui.>>
<<ASPETTATE!>>
Jade si precipita come un uragano nella stanza bianca, con il fiatone.
Appena riprende fiato mette le mani sui fianchi e gonfia il petto, e a me quasi fa paura: mi ricorda tantissimo Molly Weasley.
<<Pensavi di poter uscire senza di me?>> sbotta, lanciando fiamme dagli occhi.
<<Ehm, noooo: ti stavo aspettando.>> dico, arrossendo.
<<Sì certo, come no. Noi due faremo i conti più tardi, signorinella. Ann, sei sicura che sia guarita, che possa uscire? Non sarebbe meglio tenere i suoi valori sotto controllo ancora un po'?>>
<<No Jade, tranquilla, l'ho tenuta sotto osservazione anche troppo tempo, ora sta benissimo e può tornare in camera.>>
<<Ma…>> provo a dire, ma Jade mi interrompe, parlando ancora con l'infermiera.
<<Ne sei certa?>>
<<Assolutamente.>>
<<Scusate…>> tento ancora.
<<Senti Ann, non vorrei mai insegnarti il mestiere giacché non lo conosco, ma forse Lorelai dovrebbe restare qui ancora un po'.>>
<<Jade tranquilla, ti assicuro che ho fatto tutti i controlli necessari, e Lorelai è perfettamente->>
<<PERFETTAMENTE FUNZIONANTE.>> sbotto.
Jade mi guarda stupita.
<<State parlando di me come se non ci fossi.>> protesto. <<O come se fossi una bambina. Io sono un'adulta, sapete?>>
<<Ma certo, cara.>> dice Jade, accarezzandomi i capelli.
La guardo male, mentre Ann ride. <<Jade, Lorelai può tornare alla normalità. Se ci saranno problemi potrai sempre portarla qui e io farò un controllo generico.>> Si gira e prende un contenitore pieno di caramelle. <<E tu, piccola, vuoi un lecca-lecca?>> mi chiede, passandomi il contenitore con una risata.
<<Ah-ah.>> dico, senza ridere. <<Molto divertente, Ann. Davvero. Ora se non ti spiace io andrei.>>
Jade sorride. <<Grazie di tutto, Ann. Ringrazia anche Angel.>>
<<Va bene ragazze, ci vediamo più tardi a cena.>>
Rubo una caramella e la mangio, mentre Jade mi accompagna fino alla mia camera. Per tutto il percorso tengo il broncio, finché Jade scoppia a ridere. <<Ma guardati!>> esclama. <<Pretendi di essere trattata come un'adulta e poi mi tieni il broncio!>>
<<Sei crudele.>>
<<Lo so.>> Mi fa un sorriso divertito, ma poi apre la porta della camera e il sorriso si spegne. <<Ah Lore, devi sapere una cosa…>>
<<Che c'è?>> Cerco di entrare nella camera, ma lei mi blocca.
<<Ecco… dopo quello che è successo Liu ha pensato che rimanere nella stessa camera fosse pericoloso per te. Non sa quanto ci metterà a ristabilire la lucidità e quindi ha preferito…>>
<<...andarsene.>> concludo. Entro nella stanza e noto che tutte le sue cose sono scomparse, tranne i suoi libri.
Jade annuisce gravemente, ed io sorrido. <<È stata una buona idea, preferisco così.>>
<<Davvero?>> mi chiede, accigliata.
<<Certo. Preferisco stare da sola.>>
<<Ah, va bene…anche ora intendi?>>
<<Sì se non ti dispiace.>>
<<Ok...ci vediamo dopo…>>
<<Certo, a dopo.>>
Jade esce dalla camera ed io chiudo la porta. Mi guardo intorno e con un sospiro mi metto sul letto, prendendo un libro a caso e iniziando a leggere distrattamente.
Non so quanto tempo è passato quando la porta si apre ed entra Liu. Appena mi vede si blocca. Lo guardo, aspettando che dica qualcosa. Rimaniamo in un silenzio imbarazzante senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altra, finché lui parla.
<<Non credevo di trovarti qui.>> dice. <<Volevo solo prendere un libro.>>
<<Certo, non preoccuparti. Non c'è problema.>>
Prende un libro e fa per uscire.
<<Ti ho perdonato.>> dico.
Liu si blocca sulla porta, irrigidendosi.
<<Non ti ho chiesto perdono.>> dice, bruscamente.
Sorrido leggermente. <<Lo so. Ma io ti ho perdonato lo stesso.>>
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