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Christmas in New York

Ecco un piccolo pensierino da parte mia per Natale.
Adoro questo giorno, credo sia il migliore di tutto l'anno, e volevo scriverci.
Buon Natale!

La neve cadeva sui marciapiedi, tra i vicoli affollati di New York.
Le persone passeggiavano chiacchierando, in quella nevosa Vigilia di Natale.
Le porte dei negozi venivano aperte e chiuse in continuazione, facendo entrare ed uscire i ritardatari che si apprestavano a fare le compere dell'ultima ora.
I campanellini, appesi sopra le porte delle pasticcerie, tintinnavano ad ogni ingresso, e ci mettevano qualche secondo a tornare fermi.
Bambini si rincorrevano, lanciandosi grosse palle di neve e ridendo.
Conoscenti che si incontravano per strada, si fermavano ad augurarsi un buon Natale, prima di ripartire per le strade innevate.
I più giovani, le mani coperte da graziosi guanti colorati, alzavano gli occhi al cielo, e si beavano dei candidi fiocchi di neve, che bagnavano i loro visi, rendendoli freddi e tingendo le loro guance di rosso.
I piccolini cercavano di afferrare i fiocchi con le dita, ma questi si scioglievano al solo contatto.
Curiosi omini vestiti in giacca e cravatta, sollevavano i loro cappelli e chinavano il capo al passaggio di belle dame dai lunghi cappotti, mormorando striduli auguri.
Grossi omaccioni travestiti da Babbo Natale regalavano caramelle alle bambine sorridenti, con i capelli raccolti in due graziose codine e le orecchie coperte da cappellini di lana.
Strambe signore correvano per le strade, con enormi pacchetti tra le braccia e sussurravano qualche scusa a chi andavano contro.
Tutto questo osservava Alexandra Williams, i mori capelli cosparsi dalla neve.
Le mani congelate erano dentro le tasche calde.
La donna si stringeva tra le spalle, per nascondere il viso, baciato dal freddo venticello che si levava quel 24 dicembre, nella sciarpa di lana, che le aveva appositamente cucito la sua cara defunta nonna.
Alex, così chiamata dagli amici, camminava sul marciapiede, alternando i piedi, gli stivali che sprofondavano nella coltre bianca che avvolgeva l'enorme città.
La giovane donna aveva finito due giorni prima le sue compere ma, passando davanti alla sua pasticceria preferita, non resistette alla tentazione ed entrò, facendo diffondere il tintinnio dei campanelli nel locale.
Il profumo di pasticcini ricoperti di cioccolato e di croissant appena sfornati riempì il naso di Alex.
Il proprietario, un simpatico uomo di origini francesi, confermate dal naso leggermente all'insù, la accolse con un ampio sorriso.
Alex era forse la sua cliente preferita.
-Madame Williams! Ma che piacere!- il buffo accento straniero dell'uomo fece strappare un sorriso alla mora, che tanto amava sentirlo parlare.
-Signor Domenic.- lo salutò, avvicinandosi al bancone dietro al quale stava il pasticcere.
-Sono passata a trovarla e ad augurarle delle buone feste.
-Oh! È sempre così gentile, Madame! Mi permetta di offrirle un dolce alla crema! Gli ho appena fatti, lo prenda come un regalo di Natale!
Sorridendo, la giovane accettò il piccolo ma dolce regalo che l'uomo le porse, e se lo mise in bocca, assaporando il gusto della crema che le si diffondeva in bocca, lentamente.
-Grazie mille, era ottimo. Ora devo proprio andare, si è fatto tardi. Grazie di tutto, buon Natale, signor Domenic!- seguita dagli auguri dell'uomo, Alexandra uscì e si avviò verso Central Park, dove, sulle piste di ghiaccio, persone di ogni età pattinavano allegramente, sotto le luci che circondavano le piste e gli alberi.
Camminando verso casa di sua sorella, doveva tutti i suoi famigliari la attendevano per un'enorme cena in compagnia, Alex sorrise.
Il Natale era più di una festa, per lei.
Il Natale era un'emozione.
Qualcosa che si viveva.
Un'occasione per mostrare affetto agli altri e scambiarsi regali.
Un giorno da passare con parenti e amici più stretti, in gioia ed allegria.
Un giorno che valeva la pena di aspettare, anche per tutto l'anno.
Semplicemente Natale. Cosa c'è di più magico?

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