⚜xv⚜
"Taehyung, sei ubriaco come mio zio a Capodanno." Jennie allontanò il bicchiere dalle sue dita.
"Hey! Quello è mio!"
"Se continui a bere, domani starai da cani e non credo che l'idea ti piacerà molto." Lo rimproverò.
"Posso farmi ancora qualche bicchierino. Nessun problemino. Oh hey, ho fatto la rima!" Rispose Taehyung, cercando di riprendersi il bicchiere da Jennie, dondolando da parte a parte. Allungò le mani in avanti, ma perse l'equilibrio e cadde, sbattendo la testa sul tavolo e rovesciando qualche altra bevanda.
"Ouch."
"Diamine, stai bene?" Domandò Jennie, tirando fuori un fazzoletto ed aiutandolo a pulirsi.
L'uomo sollevò lo sguardo, mostrando un sorriso sornione. La sua fronte era già diventata un po' rossa.
"Perché ci sono due te?"
"Oh mio Dio, basta ce ne torniamo a casa."
"Cosa, perché? La notte è ancora giovane, baby!" Urlò Taehyung, gettando le braccia in aria come avrebbe fatto un bambino per i capricci. Alcuni altri clienti attorno a loro si girarono nella sua direzione, guardandolo male.
Jennie si coprì il viso con le mani per la vergogna, sperando di tornare indietro nel tempo e di non aver risposto di sì a Taehyung quando lui le aveva chiesto di uscire a bere assieme.
"Puoi calmarti, per favore? Me ne vado, se continui a fare così." Mormorò a denti stretti.
"Fa' pure, vattene! Sto bene da solo, comunque." Sbuffò e scivolò sulla sedia.
"Non ho più bisogno di fare lo stupido segretario di quel tipo là."
Jennie sospirò, alazandosi in piedi per prendere le proprie cose. Poi, afferrò anche la borsa di Taehyung.
"Hey, quella è la mia borsa."
"Sì, lo so e stiamo andando a casa."
Si gettò il braccio di Taehyung oltre le spalle, e procedette a trascinarlo fuori dal suo posto. Lui cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma era sin troppo ubriaco e riusciva a malapena a stare in piedi da solo.
"Lasciami andare!"
Dopo che Jennie ebbe pagato, uscirono dal locale.
"Chiamo un taxi, okay?" Disse Jennie, tirando fuori il telefono.
"Andrò a casa a piedi." Rispose Taehyung con determinazione.
"Sono un adulto. Sono gay, sono forte e sicuro di me stesso."
Sospirò, componendo il numero.
"Quello che dici non ha senso."
Mentre aspettavano che il loro taxi arrivasse, una macchina nera si fermò davanti a loro. La finestra al posto del conducente venne abbassata.
"Che state facendo, voi due?"
Jennie, rendendosi conto che si trattava del loro capo, tirò uno schiaffo al fondoschiena di Taehyung, svegliandolo.
"Mr. Jeon! Stavamo giusto tornando a casa, signore. Sono sorpresa di vederla qui, deve incontrare qualcuno, stasera?" Domandò, mostrando il suo classico sorriso da lavoro.
"Dovevo, ma hanno appena cancellato l'incontro." Spiegò Jungkook. Il suo sguardo era fisso su Taehyung, che era poggiato su Jennie e aveva le braccia avvolte attorno a lei, mentre la testa gli ciondolava verso il basso.
"Oh, capisco." Rispose Jennie, con un sorriso nervoso sulle labbra a causa dell'attuale situazione con Taehyung.
"Svegliati!" Gli sussurrò nell'orecchio, scuotendolo.
"Taehyung sta bene?" Chiese Jungkook, con un tono di voce molto preoccupato.
"S-Sta bene." Rise. Iniziò, però, a sentire un po' il fiato mancarle, poiché Taehyung si stava poggiando su di lei.
"Giusto, Taehyung?" Chiese, tirandogli un calcio nel cavo popliteo.
"Ow! Che cazzo vuoi, Jennie? Sto cercando di dormire." Taehyung si massaggiò il ginocchio, aprendo gli occhi.
"Perché Mr. Jeon è qui?"
Jungkook uscì dalla macchina, mettendosi davanti ai due.
"Taehyung, stai bene?"
"Sì, sì, sto bene, non ho nulla." Il maggiore gli agitò la mano davanti al viso.
"Taehyung, è Mr. Jeon! Riprenditi!" Jennie lo colpì un'altra volta.
"Solo perché si tratta di Mr. Jeon, non devo mica trattarlo come se fosse il capo."
Taehyung ridacchiò.
"Lui è il tuo capo, testa di cazzo." Gli ricordò Jennie.
"Mi chiamo Taehyung. Sono fiero di essere gay. E io non seguo le regole come tutti gli altri."
"Ma che diamine, Taehyung." Lo guardò, estremamente confusa.
"Ha bevuto troppo, Mr. Jeon."
"Ho notato."
Jungkook porse la mano in avanti, afferrando Taehyung per il colletto della camicia, prendendolo in braccio come se fosse stato un bambino.
"È ora di andare a casa, ragazzone. Verrai con me."
Jennie lo fermò.
"Oh, ma ho chiamato un taxi-"
"Il taxi lo puoi prendere tu. Mi assicurerò che arrivi a casa sano e salvo." Rispose, facendo entrare Taehyung nella sua macchina.
"Non mi va di infastidirti ulteriormente."
"O-Okay."
Jennie era stata un poco infastidita dal fatto che Jungkook non avesse offerto un passaggio a casa anche a lei, ma capì che sarebbe stato meglio dar loro un po' di tempo da soli.
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"Quindi il tuo metodo per fronteggiare tutto questo è quello di ubriacarsi al punto da non essere più in grado di parlare?" Domandò Jungkook, guidando.
L'altro, che era sdraiato sui sedili posteriori, emise un gemito lamentoso.
"Qualcuno mi sta rapendo."
"Farò in modo che tu ti penta di risvegliarti, domattina. Ti consiglio di chiamare la polizia al più presto possibile, Taehyung." Scherzò Jungkook.
"Per favore componete il numero 1800-365-8888 per chiamare Gesù."
"Ma che cazzo."
Taehyung rotolò allegramente sui sedili posteriori, cercando una posizione comoda per dormire. A questo punto, non sapeva neanche perché si trovasse nella macchina del suo capo e dove stesse andando.
Circa trenta minuti più tardi, la macchina era stata parcheggiata e Taehyung dormiva saporitamente.
"Mr. Kim. Svegliati. Sei a casa." Disse Jungkook, osservando l'altro tramite lo specchietto retrovisore. Taehyung era profondamente addormentato, raggomitolato su sè stesso, respirando piano.
Ma Jungkook, sapendo che non sarebbe stato in grado di resistere all'adorabile espressione dormiente del maggiore, uscì dalla macchina, sbattendo con forza la portiera alle sue spalle e aprendo la portiera dei posti dietro.
Taehyung sobbalzò in completa confusione.
"Ciao?"
"Mr. Kim. Fuori. Ora." Ordinò il suo capo con frustrazione.
Il maggiore obbedì e uscì in fretta dalla macchina, nonostante fosse ubriaco e non avesse idea di cosa stesse succedendo.
"Perché sono nella tua macchina? Cioè, perché ero nella tua macchina?" Domandò Taehyung, guardandosi intorno. Si accorse poco dopo di essere davanti all'entrata del suo condomino.
"Eri ubriaco e stavi infastidento Jennie, quindi ti ho preso con la mia macchina e ora siamo qui. Casa." Spiegò Jungkook, incrociando le braccia al petto.
"Oh, capisco. Be' grazie. Buonanotte."
Replicò timidamente Taehyung. Fece per entrare nel condominio, ma Jungkook lo fermò.
"Mr. Kim."
"Sì...?"
"Vieni qui."
Il cuore di Taehyung si fermò, nel vedere l'espressione sul viso del minore. Il cielo notturno era buio e cupo, ma Taehyung potè perfettamente vedere i suoi occhi, pronti a divorarlo e a farlo loro. Voleva andarsene.
Taehyung strascicò i piedi verso il maggiore, camminando come un pinguino.
Infastidito, Jungkook gli si avvicinò e si mise esattamente di fronte a lui, faccia a faccia.
"Lo so che non vuoi lasciarmi." Dichiarò Jungkook.
Taehyung strizzò gli occhi.
"Chiedo scusa, cosa?"
"Sai che me ne andrò a New York e hai detto che non rinnoverai il contratto, ma so che non è quello che vuoi davvero. Io ti piaccio."
Taehyung, improvvisamente, si sentì perfettamente sobrio.
"Sto sentendo male o sei veramente arrivato al punto da parlare come qualche personaggio di un drama adolescenziale pieno di cliché?" Sbuffò.
"Sono serio, Taehyung. Se non rinnoverai il contratto, non ci vedremo mai più. E so che non è quello che vuoi."
"Sono stato serio per tutto il tempo, Mr. Jeon. Sì, potrei essere un pelino ubriaco in questo momento, ma non ti permetterò di approfittarti in questo modo di me, quindi puoi anche andartene. Non voglio più far parte della tua compagnia del cazzo. Sono stanco di dover organizzare documenti di Dio solo sa che anno."
Il minore scoppiò a ridere.
"Pensi di essere più intelligente di me? Vorrei vedere te creare una compagnia, prima di permetterti di parlare in questo modo."
"No, grazie. Non voglio diventare come te." Taehyung sbuffò.
Il maggiore, in realtà, voleva che tutti quei litigi cessassero di esistere, ma lasciava sempre che il suo orgoglio avesse la meglio su di lui. Sentì lo stomaco attorcigliarsi, uno strano bruciore nel petto.
"Allora perché ti sei ubriacato? Perché non metti da parte il tuo orgoglio e fai l'onesto, per una volta?"
Taehyung spalancò la bocca.
"Tu stai dicendo a me di mettere da parte l'orgoglio? Parla per te, Jungkook."
"Taehyung!" Jungkook alzò la voce.
L'espressione di Taehyung rimase tranquilla, sebbene si era chiaramente spaventato e, per un momento, aveva avuto l'impressione di essere sul punto di saltare fuori dalla sua pelle.
"Ne abbiamo parlato un milione di volte, e so che sono stato un vero stronzo nei tuoi confronti. Ma sto cercando di farti capire, che io voglio che tu rimanga."
L'altro rimase fermo, come congelato, fissando Jungkook.
"Taehyung? Vuoi dirmi qualcosa?"
"No comment."
Jungkook sospirò, scuotendo la testa.
"Sei davvero testardo. Impressionante, devo dire."
"..."
"Però sai," il minore si avvicinò ancora di più a Taehyung.
"Se mai cambiassi idea, tieni questo."
Jungkook gli porse un foglio, ripiegato su se stesso.
"Che cos'è." Chiese Taehyung. Jungkook era sin troppo vicino per i suoi gusti ed avrebbe voluto allontanarsi, ma l'orgoglio gli stava mettendo di nuovo i bastoni tra le ruote.
Il minore ridacchiò nel vedere quanto l'altro fosse teso e spiegò,
"Rinnovamento del contratto."
"Ho già detto che non ho intenzione di rinnovarlo."
Il minore piegò la testa di lato, studiando l'espressione di Taehyung, per poi avvicinarsi ancora di più.
Per un secondo, il maggiore pensò che Jungkook stesse per baciarlo ma, in realtà, stava per fare qualcos'altro.
Jungkook infilò il foglio nella tasca posteriore dei pantaloni di Taehyung, sussurrandogli all'orecchio,
"Tornerai da me molto presto."
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